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    Montanelli, 20 anni fa moriva l'ultimo inviato d'assalto. Il ricordo di Mattarella

    Moriva 20 anni fa, alle 17,30 del 22 luglio 2001 nella clinica Madonnina di Milano, Indro Montanelli, il decano del giornalismo italiano. ”La mia vita professionalee’ la mia vita, tout court”, disse l’ultimo vero inviato d’assalto il giorno del suo ottantesimo compleanno. Ed e’ statoproprio cosi’.  
    A ricordare Montanelli anche il presidente della Repubblica. “Il ricordo di Indro Montanelli, a vent’anni dalla morte, suscita ancora intensa partecipazione, non soltanto in coloro che lo hanno conosciuto più da vicino, ma anche nei tanti che ne hanno apprezzato le qualità di cronista, di narratore, di divulgatore storico, di polemista che non rinunciava ai toni forti anche a rischio di disorientare i propri ammiratori”, afferma il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in una dichiarazione.
    “Il giornalismo di Indro Montanelli ha attraversato gran parte del Novecento. Iniziata la sua attività durante il regime fascista, fu inviato di guerra, e si distinse in quegli anni per dare completezza al suo lavoro, sottraendosi per quanto possibile alle strette maglie della propaganda.Divenuto critico verso il fascismo, fu imprigionato a Milano nell’ultimo periodo della seconda guerra mondiale. Evaso dal carcere raggiunse la Svizzera, dove attese la fine del conflitto.La Repubblica vide intensificarsi il suo impegno di giornalista e di scrittore.Fu una delle firme più prestigiose del Corriere della Sera.Fondò il Giornale e poi la Voce. Scelse strade nuove ogni qualvolta vide, o temette, invasioni di campo o limitazioni del proprio spazio di autonomia.Le Brigate rosse lo individuarono come obiettivo, e l’agguato che provocò il suo ferimento fu un crimine contro la libertà dell’informazione.Rifiutava con cocciutaggine qualsiasi omologazione, rivendicandolo al suo carattere di toscano.Intellettuale dalle inesauribili energie, maestro di scrittura, giornalista intransigente nella difesa della autonomia professionale, è stato per decenni – conclude il presidente – una personalità di rilievo nella cultura italiana e nel dibattito pubblico”.
         Ecco un profilo dell’ultimo inviato d’assalto tratto dall’archivio dell’ANSA
    Dopo aver conseguito due lauree, in giurisprudenza e scienze politiche, Montanelli emigra in Francia, dove viene assunto a Paris soir. Nel 1935, poco piu’ che ventenne, si arruola nel ventesimo battaglione eritreo. Grazie al diario ‘Ventesimo battaglione eritreo’ ottiene dal direttore del Corriere Aldo Borelli la promessa di un contratto. Intanto va in Spagna per il Messaggero, dove scrive contro il regime. Il fascismo romano ne ordina il rimpatrio, lo espelle dal partito e dall’albo professionale. Va a dirigere l’Istituto italiano di cultura in Estonia per un anno. Tornato in Italia, riceve la tessera di giornalista, ma rifiuta di richiedere quella del Partito fascista.
    Nel 1938 entra al Corriere, dove restera’ per 40 anni. In Germania segue l’avanzata del Terzo Reich e parla con Hitler in persona. A Roma, finisce in prigione per antifascismo e viene condannato a morte, ma scampa miracolosamente alla fucilazione. La prigionia gli suggerisce ‘Il generale Della Rovere’, che tradotto in film riceve il Leone d’oro a Venezia. Finita la guerra, viene reintegrato al Corriere come inviato. Nel 1974 fonda il ‘Giornale nuovo’, poi divenuto il Giornale. Nel 1977 i terroristi delle brigate rosse gli sparano gambizzandolo. L’anno successivo la Fininvest acquista circa il 30% delle quote del Giornale. Tra l’80 e l’81 il gruppo acquisisce la maggioranza della Societa’ Europea Edizioni, che pubblica appunto il quotidiano. Nell’87 la quota azionaria di Berlusconi passa dal 37,5 al 70%. Nel ’91 la Fininvest detiene l’86,62% della proprieta’, quota che scende al 36% nel ’92, quando il controllo passa alla Editoria Arcus di Paolo Berlusconi. La situazione precipita con la ”scesa in campo” del Cavaliere. Il quale pero’ lo difende dagli attacchi di Emilio Fede, che suggerisce il suo allontanamento per aver sposato la causa di Mario Segni. ”Montanelli ha la mia piena fiducia”, dice Berlusconi l’8 gennaio 1994.
    Ma l’11 gennaio, dopo 20 anni, lascia il suo Giornale. Sigla l’accordo per la direzione di un nuovo quotidiano, La Voce, che pero’ non ha lunga vita. Continua pero’ a far sentire la sua ‘voce’: con i suoi editoriali su Tmc e dalle pagine del Corriere, che gli riserva una ‘Stanza’ per dialogare con i lettori. Scrittore prolifico, tra i suoi libri sono da ricordare ‘Storia di Roma’ (Bur) e ‘Storia d’Italia’, insieme a Mario Cervi e Roberto Gervaso: una collana di 22 volumi a cura di Sergio Romano. Oltre a ‘Ve lo avevo detto – Berlusconi visto da chi lo conosceva bene’ (Rizzoli); ‘I conti con me stesso. I diari 1957-1978’ (Rizzoli); e ‘La mia eredita’ sono io. Pagine da un secolo’ (Bur Biblioteca Univ. Rizzoli).

     

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    Sostegni bis: il governo pone la fiducia al Senato

     Il governo pone la questione di fiducia sul dl sostegni bis nel testo approvato dalla Camera senza modifiche. Lo ha chiesto in Aula al Senato il ministro per i rapporti con il parlamento Federico D’Incà. Il presidente di turno, Ignazio La Russa, ha quindi sospeso l’Aula e convocato la riunione dei capigruppo per stabilire le modalità della discussione e i tempi del voto.   

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    Giustizia: salta data ddl penale, non più in Aula il 23 luglio

    Salta l’approdo nell’aula della Camera della riforma del processo penale per il 23 luglio, data decisa a suo tempo dalla Conferenza dei capigruppo. La Commissione Giustizia della Camera ha incaricato il presidente Mario Perantoni di scrivere una lettera al presidente della Camera Roberto Fico in cui si chiede di fissare una nuova data per l’approdo del testo in Aula.   

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    Marinella Soldi presidente Rai con 29 si da Vigilanza

    (ANSA) – ROMA, 21 LUG – La nomina di Marinella Soldi a
    presidente Rai è stata ratificata dalla Commissione di Vigilanza
    con 29 voti favorevoli, 5 no e 3 schede bianche. Erano presenti
    37 membri della commissione bicamerale su 40. La ratifica della
    bicamerale con una maggioranza di due terzi è vincolante per la
    nomina. (ANSA).   

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    Giustizia: 275 emendamenti presentati, uno solo da M5s. Conte: 'Obiettivo è risposta equa ed efficace'

    Sono 275 gli emendamenti presentati dai gruppi parlamentari all’ articolo 14 della riforma penale riguardante la prescrizione, che si aggiungono ai 1356 depositati stamani sugli altri articoli, per compressive 1631 proposte di modifica agli emendamenti del governo. Sulla prescrizione M5s ha presentato un solo emendamento alla proposta Cartabia, soppressivo, mentre il gruppo che ne ha presentati di più è L’Alternativa c’è, con 246. Sulla giustizia “il nostro obiettivo è offrire una risposta che sia equa ed efficace nell’interesse dei cittadini”. Lo dice il leader in pectore del M5S Giuseppe Conte alle telecamere di ilfattoquotidiano.it e Fanpage, interpellato mentre rientrava nel suo appartamento sulla riforma Cartabia.
    “Il 50 % dei processi” finiranno sotto la scure della improcedibilità con la riforma della prescrizione della ministra della Giustizia Marta Cartabia. “E temo che i 7 maxi processi” contro la ‘ndrangheta che si stanno celebrando nel distretto di Catanzaro “saranno dichiarati tutti improcedibili in appello”. A lanciare quello che lui stesso definisce “un grande allarme sociale che riguarda la sicurezza” è il procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri davanti alla Commissione Giustizia della Camera. Il problema non riguarda solo i processi di mafia, spiega il procuratore, ma anche i reati contro la pubblica amministrazione.  In termini concreti le conseguenze saranno la diminuzione del livello di sicurezza per la nazione, visto che certamente ancor di più conviene delinquere”, ha aggiunto il procuratore di Catanzaro sulle nuove norme sulla prescrizione contenute nella riforma che prevedono che scatti la tagliola dell’improcedibilità se il processo di appello e quello in Cassazione non terminano rispettivamente entro 2 e un anno.
    “Mina la sicurezza del Paese la riforma della prescrizione con la norma sulla improcedibilità che scatta se il processo in appello non si conclude in 2 anni e in Cassazione in uno, indipedentemente dalla gravità dei reati per i quali si procede. E senza risorse aggiuntive per gli uffici giudiziari ,con “tempi così brevi per l’appello”, si prospettano “conseguenze molto gravi nel contrasto alle mafie, al terrorismo e alle altre illegalità”. Sono le parole del procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo Federico Cafiero De Raho, in audizione davanti alla Commissione Giustizia della Camera.
    “L’audizione oggi in commissione Giustizia alla Camera di Nicola Gratteri, procuratore capo di Catanzaro, è stata drammaticamente chiara: la riforma del processo penale messa a punto dalla ministra Marta Cartabia deve essere modificata”. Lo dichiarano in una nota le deputate e i deputati del Movimento 5 stelle in commissione Giustizia. “Tra tutte le critiche espresse da Gratteri – aggiungono – quelle che più preoccupano, poiché prefigurano scenari inquietanti, sono relative alle conseguenze concrete: ‘convenienza a delinquere’ e ‘diminuzione del livello di sicurezza per la Nazione'”.  “Il procuratore capo di Catanzaro – proseguono i parlamentari pentastellati – ha parlato anche di un abbassamento della qualità del lavoro dei magistrati causato dalla fissazione di una ‘tagliola’ con termini troppo rapidi. Gratteri ha correttamente preannunciato un ‘aumento smisurato di appelli e ricorsi in Cassazione’ perché ‘con questa riforma a tutti, nessuno escluso, conviene presentare appello e poi ricorso in Cassazione non foss’altro per dare più lavoro ed ingolfare maggiormente la macchina della giustizia’. Si tratta di considerazioni che devono indurre tutti a rivedere e modificare nel profondo la riforma, soprattutto con riguardo a prescrizione e improcedibilità. Ne va del futuro del Paese” concludono.
    “Le forze politiche spingono in direzioni diametralmente opposte, ma questa riforma deve essere fatta perché lo status quo non può rimanere tale”. Lo ha detto la ministra della Giustizia Marta Cartabia, a Napoli per incontrare i capi degli uffici giudiziaria della Corte di Appello di Napoli. “So molto bene che i termini che sono stati indicati sono esigenti per queste realtà, – ha aggiunto Cartabia – perché partiamo da un ritardo enorme, ma non sono termini inventati, sono quelli che il nostro ordinamento e l’Europa definisce come termini della ragionevole durata del processo, che è un principio costituzionale”. “Io credo che siamo di fronte a un’occasione unica, non perdiamo il treno del recovery che sta passando, non facciamoci intrappolare in quello che è accaduto da decenni sulla giustizia italiana” – ha aggiunto- “Non possiamo stare fermi, abbiamo occasione di metterci in moto anche perché mai come in questo momento sono state mobilitate tante risorse che possono far fronte ai problemi”.
    Intanto sono 916 gli emendamenti presentati dai gruppi parlamentari in Commisisone Giustizia della Camera ai 24 emendamenti del governo sul processo penale. Questi subemendamenti non includono quelli sulla prescrizione (articolo 14 del ddl Bonafede) in quanto il termine per i sub emendamenti scade alle 18. 
    Norma transitoria per l’entrata in vigore della nuova prescrizione: lo prevede uno degli emendamenti del Pd che saranno presentati alla riforma del processo penale in modo da ottenere un “atterraggio più morbido” della stessa. Lo spiega all’Ansa il capogruppo del Pd in Commissione Giustizia della Camera, Alfredo Bazoli: “è una delle proposte che offriamo alla Ministra Cartabia e alla maggioranza”.
       

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    Dl Recovery:governo sotto sul dissesto idrogeologico

    Governo nuovamente battuto in commissione alla Camera durante l’esame degli emendamenti al dl Recovery: i deputati hanno approvato una proposta di modifica presentata dalla Lega al pacchetto dei relatori sul dissesto idrogeologico che rende necessaria l’intesa con “il Presidente di ciascuna regione territorialmente competente” da parte del ministro per la transizione ecologica nella predisposizione del decreto o dei decreti attraverso cui mettere in campo “gli interventi di mitigazione del rischio idrogeologico e i rispettivi cronoprogrammi”. L’esecutivo la scorsa settimana è stato già battuto in commissione sulle opere green.
    Ok intanto ad un emendamento, riformulato assorbendo richieste in modo bipartisan, per nuove semplificazioni (dalla Cila ai tempi per la residenza) ma nessun allargamento per il Superbonus. Un emendamento al dl Recovery approvato in nottata, riformulato assorbendo le numerose richieste delle forze politiche in modo bipartisan, prevede ritocchi che vanno dalla Cila (la comunicazione di inizio lavori asseverata) ai tempi per richiedere la residenza in caso di acquisto di immobile oggetto di interventi. Un’ulteriore semplificazione riguarda anche i casi di violazione. Il governo ha già specificato in più occasioni che di eventuale allargamento ed estensione nel tempo del 110% si parlerà in autunno con la legge di bilancio.
    E nulla di fatto per l’innalzamento dei limiti del 5G. L’emendamento prima accantonato e poi, in nottata, bocciato. L’emendamento presentato al dl Recovery è stato prima accantonato e poi, in nottata, bocciato insieme a tutti quelli non ancora esaminati e su cui non era stato espresso esplicito parere dei relatori e del governo. La proposta di modifica – presentata da Iv – alzava i limiti all’elettrosmog italiani (oggi a 6 volt/metro) portandoli a 61 volt/metro ed adeguandoli così a quelli di altri Paesi europei.
    Non passa la proposta di inserire il Ponte sullo Stretto tra le opere con procedura semplificata e accelerata previste nella lista del dl Recovery. L’emendamento a prima firma Stefania Prestigiacomo, in un Primo momento accantonato, non ha superato l’esame notturno delle Commissioni Affari costituzionali e Ambiente della Camera.

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    Inchiesta Lfc: Scillieri a domande su Lega, 'io minacciato'

    (ANSA) – MILANO, 20 LUG – Michele Scillieri, l’ex
    commercialista di fiducia della Lega sentito nel processo
    milanese a carico dell’imprenditore Francesco Barachetti sul
    caso Lombardia Film Commission, ha raccontato di aver ricevuto
    “minacce” e “intimidazioni fisiche, epistolari e telefoniche”,
    in particolare dopo l’udienza del primo luglio quando aveva
    iniziato a parlare in aula.   
    Ha sollevato il tema delle minacce “anonime” e di “tre
    denunce” già presentate quando il procuratore aggiunto Eugenio
    Fusco gli ha chiesto se avesse mai “fatturato alla Lega e a
    Pontidafin” e non sentendosi tranquillo non ha voluto rispondere
    su questo tema. (ANSA).   

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    Fornero consulente a Palazzo Chigi. Salvini: 'Per me conta meno di zero'

    “La Fornero? Con tutto il rispetto, per me conta men che zero. E’ una consulente del signor Tabacci”. Così il leader della Lega Matteo Salvini, risponde sulla nomina dell’ex ministra Elsa Fornero a consulente a Palazzo Chigi per le Politiche economiche, oggi nel corso della presentazione del Dipartimento Integrazione e rapporti con le comunità starniere presenti in Italia. Quanto a un eventuale timore che si possa mettere da parte la Quota 100, risponde secco: “Assolutamente no”. 
    “All’allegra brigata di Draghi mancava solo la Fornero. Et voilà, rieccola a Palazzo Chigi nominata nel team di consulenti del Presidente del Consiglio. Noi dell’Italia dei Valori la ricordiamo ancora quando piangendo alzò l’età pensionabile ritardando la possibilità per tutti i lavoratori di andare in pensione. Oggi, candidamente dichiara che la politica la chiama ‘forse perché sente che è venuto il momento di compiere scelte impopolari'”, afferma il segretario nazionale dell’Italia dei Valori, Ignazio Messina. “E visto che il lupo perde il pelo ma non il vizio, al prossimo pianto la pensione gli italiani se la possono scordare. Ci batteremo in Parlamento per impedire l’ennesimo abuso a danno dei cittadini con la complicità di Salvini e Di Maio che un tempo, come noi, contestavano la Fornero e la sua riforma e che invece oggi, causa poltronite, ci vanno a nozze”, conclude.
    Interviene sulle polemiche Bruno Tabacci, sottosegretario alla presidenza del Consiglio. “Leggo di polemiche strumentali con riferimento alle nomine del Consiglio di indirizzo del Dipartimento per il coordinamento della politica economica da me istituito, nominato e presieduto. Il Consiglio avrà il compito di fornire indicazioni e suggerimenti ai nuclei di esperti costituiti presso il Dipe, in forza di legge e oggetto della mia delega. Ovviamente se ci saranno interrogazioni a me rivolte risponderò in Parlamento come già fatto in altra occasione. Le persone nominate, compresa la professoressa Fornero, godono ovviamente della mia piena fiducia. Il Consiglio di indirizzo non ha tra i suoi compiti la riforma della previdenza né l’invasione di competenze del ministero del Lavoro o di altri ministeri, né la gestione diretta del Pnrr”. 
    Fornero: ‘Contenta che ora la mia opinione sia stata ritenuta utile’
    “La scorsa settimana mi ha telefonato Tabacci. Mi ha detto che gli avrebbe fatto molto piacere se fossi entrata nella commissione sulla programmazione economica. Sono rimasta molto sorpresa”. A raccontarlo, in un’intervista alla Stampa, la ex ministra Elsa Fornero nominata consulente a Palazzo Chigi per le Politiche economiche. Del suo nuovo impegno Fornero spiega: “Come sempre dirò la verità. La verità è che abbiamo davanti sei anni per spendere bene molti soldi. Ma la verità è anche che se non li spenderemo bene, quei soldi diventeranno debito e gli altri Paesi ce ne chiederanno conto, saranno sempre lì, pronti a saltarci addosso”.
    Poi parlando del ruolo dei tecnici afferma: “Ci sono dei momenti in cui la politica ci chiama. Forse perché sente che è venuto il momento di compiere scelte impopolari”. La politica non ama le scelte impopolari? “Diciamo – dice Fornero – che preferisce in quei casi delegare ad altri”.
    Alla Repubblica Elsa Fornero racconta: “Qualcuno mi aveva anche consigliato di non accettare la proposta di entrare nella commissione, ma invece ho detto sì perché per tanto tempo sono stata considerata un’appestata e ho avuto attacchi personali”. Poi aggiunge: “Mi fa piacere che dopo l’incitamento all’odio ci sia chi pensa che la mia opinione possa essere utile. Comunque sono una semplice consulente con un ruolo modestissimo, se mi chiedono dei pareri li darò”.