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    Giustizia, via libera alla fiducia Draghi: 'Nessuno vuole l'impunità'

    Il Consiglio dei ministri ha approvato all’unanimità l’autorizzazione della fiducia sulla riforma della giustizia. 
    La conferenza stampa. “Oggi abbiamo fatto un passaggio abbastanza rapido in Consiglio dei Ministri per ciò che riguarda la giustizia. La presenza della ministra Cartabia è un impegno a tenervi informati sempre in tema di cambiamenti sulla giustizia”. Lo dice il premier Mario Draghi in conferenza stampa dopo il CdM.
    Sulla riforma della giustizia “ho chiesto l’autorizzazione a porre la fiducia. C’è stato un testo approvato all’unanimità in Cdm e questo è un punto di partenza, siamo aperti a miglioramenti di carattere tecnico, si tratterà di tornare in Consiglio dei Ministri” ha aggiunto Draghi precisand che “il ministro Cartabia è molto disponibile”.
    “La richiesta di autorizzazione di fiducia è dovuta al fatto di voler porre un punto fermo – ha sottolineato il premier – . C’è tutta la buona volontà ad accogliere emendamenti che siano di carattere tecnico e non stravolgano l’impianto della riforma e siano condivisi. Non mi riferirei solo agli emendamenti di una parte, perché ci sono anche altre parti”.
    “Nessuno vuole sacche di impunità, bene processi rapidi e tutti i colpevoli puniti, è bene mettere in chiaro da che parte stiamo. Il testo della riforma della giustizia – ha proseguito Draghi – è stato approvato dal CdM poi faremo di tutto per arrivare ad un testo condiviso.
    “Chiedere la fiducia può avere delle conseguenze diverse prima del semestre bianco o durante il semestre bianco, ma la diversità è molto sopravvalutata. Chiederla cinque o sei giorni prima è come chiederla durante – ha detto Draghi  – perché i tempi per organizzare una consultazione elettorale non ci sarebbero comunque. Una riforma come quella della giustizia deve essere condivisa ma non è giusto minacciare un evento, la consultazione elettorale, se non la sia approva”. 
    La ministra Marta Cartabia in conferenza stampa ha sottolineato che il tema affrontato dalla riforma della giustizia è “difficile ma ineludibile, il problema della durata dei processi è grave in Italia”. La ricerca di un “punto di mediazione” “non è una novità di oggi, non inizia dopo il Consiglio dei Ministri di oggi ma è il tratto metodologico con cui abbiamo affrontato un tema che sapevamo essere difficile, per trovare una composizione di punti di vista molto diversi”. La riforma della giustizia non risponde solo alla richiesta delle “condizioni del Pnrr”, che chiede “di ridurre del 25% i processi penali” ma secondo il ministro è legata a “alle esigenze dei cittadini. La ragionevole durata del processo evita la prescrizione. La ragionevole durata del processo è una garanzia dei diritti”.
    Intanto dal Csm arriva una prima bocciatura della norma sulla improcedibilità contenuta nella riforma della prescrizione approvata dal governo. La Sesta Commissione ha approvato a larga maggioranza, con 4 voti a favore e 2 astensioni, un parere nettamente contrario. “Riteniamo negativo l’impatto della norma”, dice il presidente della Commissione Fulvio Gigliotti (5S), perchè comporta “l’impossibilità di chiudere un gran numero di processi”. Non solo: secondo la Commissione “la disciplina non si coordina con alcuni principi dell’ordinamento come l’obbligatorietà dell’azione penale e la ragionevole durata del processo”. Il problema centrale è il termine di due anni entro il quale va celebrato il processo di appello, oltre il quale scatta la tagliola della improcedibilità: “non è sostenibile in termini fattuali in una serie di realtà territoriali, dove il dato medio è ben superiore ai 2 anni, ed arriva sino a 4-5 anni”, spiega Gigliotti. Il che significa che con la nuova norma “si impedisce la trattazione di un gran numero di processi”.
    Gli scenari. La riforma del processo penale approderà in Aula alla Camera venerdì prossimo 30 luglio. La fiducia approvata dal Cdm potrebbe prefigurare due scenari opposti: uno di rottura con M5s o una sua parte, ed uno di accordo raggiunto nel frattempo in Commissione. La fiducia inoltre rappresenta anche una risposta indiretta alla bordata del Csm – si ragiona in ambienti della maggioranza – la cui Sesta Commissione ha bocciato la riforma del ministro Marta Cartabia, e alle parole più delegittimanti che critiche di alcuni Pm, come anche in giornata Nicola Gratteri.   

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    Consulenti pm, medici non sono responsabili della morte di Fadil

    (ANSA) – MILANO, 22 LUG – “Non si ravvede alcuna
    responsabilità professionale da imputare sotto il profilo
    penalistico a carico dei sanitari intervenuti”. Lo scrive il
    pool di esperti, guidato dal medico legale Cristina Cattaneo e
    nominato dalla Procura di Milano, nella consulenza depositata
    nelle nuove indagini, ordinate dal gip nei mesi scorsi, sulla
    morte di Imane Fadil, modella marocchina e testimone ‘chiave’
    nei processi sul caso Ruby, deceduta il primo marzo 2019 dopo
    oltre un mese di ricovero e una lunga agonia per una rara forma
    di aplasia midollare. Indagati, come atto dovuto e a garanzia,
    per omicidio colposo 12 medici dell’Humanitas di Rozzano.   
    (ANSA).   

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    Tesei, Governo ha cercato compromesso

    (ANSA) – PERUGIA, 22 LUG – “Il Governo ha accolto in parte le
    richieste avanzate dalla Regioni, cercando un compromesso tra
    quanto proposto dal Cts e dalla Conferenza delle Regioni”: a
    dirlo è la presidente della Regione Umbria Donatella Tesei.   
    Commentando così i nuovi parametri per passare da una fascia di
    rischio Covid all’altra.   
    “Come Umbria abbiamo fatto presente che le regioni più
    piccole, avendo numeri assoluti bassi, rischiano di essere
    penalizzate dal calcolo per il cambio di colore” ha aggiunto
    Tesei. (ANSA).   

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    Covid: green pass e parametri, convocato il Cdm alle 17

    È stato convocato alle 17 il Consiglio dei ministri sul nuovo decreto legge Covid Il presidente del Consiglio, Mario Draghi, al termine del Consiglio terrà una conferenza stampa presso la Sala Polifunzionale della Presidenza del Consiglio. Interverranno, a quanto rende noto Palazzo Chigi, i ministri Roberto Speranza e Marta Cartabia.
    Il Cdm sarà preceduto da una riunione della cabina di regia del premier Mario Draghi con i ministri rappresentanti dei partiti della maggioranza che è stata convocata per le 15. 
    Prima del Consiglio dei ministri è previsto anche un tavolo di confronto del governo con le regioni sui parametri di rischio e sull’obbligo di Green pass, che saranno disciplinati dal nuovo decreto.
    “Noi – sottolinea il il presidente della Conferenza delle Regioni Massimiliano Fedriga – abbiamo fatto una proposta e su questa discutiamo con il Governo. Non penso debba essere una lotta di forza tra Regioni e Governo, bisogna trovare punto di incontro utile al Paese”. “Stiamo lavorando in modo costruttivo con il Governo – ha aggiunto – ci stiamo sentendo regolarmente. Questo pomeriggio avremo un altro incontro e vediamo che punto di caduta riusciamo a trovare per dare risposte al Paese in questo momento”.

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    Sostegni bis: Senato approva fiducia con 213 sì e 28 no – LE MISURE

    Il decreto Sostegni bis ottiene la fiducia al Senato e diventa legge, portando con sé oltre 40 miliardi di interventi a favore dell’economia danneggiata dal Covid. Le misure messe a punto dal governo vanno dai nuovi contributi a fondo perduto, strutturati su tre diversi binari, alle indennità per gli stagionali, dal rifinanziamento del reddito di emergenza ai fondi per le partite Iva e al rafforzamento del bonus prima casa a favore dei giovani under 36. Ma il Parlamento, prima con un esame approfondito alla Camera poi blindato a Palazzo Madama, è intervenuto con una serie di modifiche, dagli ecoincentivi ai contratti a termine. Le novità sono state inserite subito dopo la mediazione di Mario Draghi sul nodo licenziamenti e l’assorbimento nel provvedimento anche delle altre norme contenute nel decreto del primo luglio.
    BLOCCO LICENZIAMENTI SELETTIVO – Dopo le accelerazioni, le retromarce e le polemiche con i sindacati e nella maggioranza, lo sblocco dei licenziamenti resta ma non per il tessile e i settori collegati. Prolungata di conseguenza anche la Cig Covid. STOP AL CASHBACK – Anche in questo caso non senza polemiche, il programma anti-contante nato sotto il governo Conte viene sospeso fino al 31 dicembre 2021.
    SI AMPLIA LA PLATEA DEI CONTRIBUTI, AUMENTANO GLI AIUTI – La soglia di fatturato per accedere ai contributi a fondo perduto sale da 10 a 15 milioni di euro. Aumentano di 40 milioni i sostegni per le attività obbligate a chiudere. Aiuti aggiuntivi arrivano al wedding, al settore degli eventi, alle mense e alle concerie. Viene creato un fondo da 100 milioni per la ristorazione collettiva, altri 50 milioni andranno al settore fiere e 60 milioni al Terzo settore. Per la montagna arrivano 30 milioni da destinare alla sicurezza e all’innovazione tecnologica di piste da sci e impianti di risalita. TORNANO GLI INCENTIVI AUTO, ANCHE SULL’USATO – Sono stanziati 350 milioni per l’ecobonus auto, prorogato al 31 dicembre 2021. Gli aiuti vanno anche alle auto usate Euro 6 con contestuale rottamazione.
    PIU’ SEMPLICI I CONTRATTI A TERMINE FINO A 24 MESI – La durata del tempo determinato sarà più flessibile ma solo fino al 30 settembre 2022. Alle causali per la proroga fino a 24 mesi vengono aggiunte anche ‘specifiche esigenze previste dai contratti collettivi’.
    SLITTANO CARTELLE E RATE DELLA ROTTAMAZIONE – Vengono rinviate le scadenze della rottamazione ter e del Saldo e stralcio. Quelle del 28 febbraio e del 31 marzo 2020 slittano al 31 luglio 2021 (2 agosto primo giorno feriale); quella del 31 maggio 2020 al 31 agosto 2021; quella del 31 luglio 2020 al 30 settembre 2021. Quella del 30 novembre 2020 al 31 ottobre 2021; infine quelle del 28 febbraio, 31 marzo, 31 maggio e 31 luglio 2021 slittano al 30 novembre 2021. Spostata ancora in avanti la sospensione delle cartelle, dal 30 giugno al 31 agosto.
    PIU’ TEMPO PER GLI ACCONTI DELLE PARTITE IVA – Per i 4,3 milioni di partite Iva soggette agli ISA il saldo e il primo acconto delle imposte dirette e dell’Irap in scadenza il 30 giugno slittano al 31 agosto, con ulteriore proroga al 15 settembre senza alcuna maggiorazione.
    STOP IMU – Niente seconda rata Imu a dicembre per i 100mila proprietari di immobili bloccati dalla sospensione degli sfratti. L’acconto del 16 giugno sarà restituito come credito di imposta.
    NUOVA SALVA COMUNI – Per salvare dal default oltre 800 comuni, si prevede la possibilità di ripianare l’extra deficit in dieci anni anche grazie ad altri 160 milioni aggiuntivi rispetto ai 500 già stanziati dal decreto.
    PIU’ INSEGNANTI NELLA SCUOLA – Vengono stanziati altri 400 milioni per rinnovare, anche nel 2021-2022, l’organico aggiuntivo Covid della scuola. I docenti dovranno essere utilizzati per attività di recupero dopo la Dad. Previsto uno stanziamento di 10 milioni per il 2021 per favorire l’accesso ai servizi psicologici delle fasce più deboli della popolazione, con priorità per i pazienti oncologici e per il supporto dei ragazzi in età scolare.
    LABORATORI ANTI-COVID – Viene prevista una nuova rete di laboratori per sequenziare la malattia e scoprire nuove varianti. Sarà coordinata dall’Iss con un primo finanziamento di 10 milioni.
    STOP AL CARO-MATERIE PRIME – Per fronteggiare gli aumenti eccezionali di alcuni materiali, il Mims monitorerà i prezzi negli appalti pubblici e, in caso di oscillazioni superiori all’8%, si procederà a compensazioni a favore delle imprese con uno stanziamento da 100 milioni di euro.
       

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    Montanelli, 20 anni fa moriva l'ultimo inviato d'assalto. Il ricordo di Mattarella

    Moriva 20 anni fa, alle 17,30 del 22 luglio 2001 nella clinica Madonnina di Milano, Indro Montanelli, il decano del giornalismo italiano. ”La mia vita professionalee’ la mia vita, tout court”, disse l’ultimo vero inviato d’assalto il giorno del suo ottantesimo compleanno. Ed e’ statoproprio cosi’.  
    A ricordare Montanelli anche il presidente della Repubblica. “Il ricordo di Indro Montanelli, a vent’anni dalla morte, suscita ancora intensa partecipazione, non soltanto in coloro che lo hanno conosciuto più da vicino, ma anche nei tanti che ne hanno apprezzato le qualità di cronista, di narratore, di divulgatore storico, di polemista che non rinunciava ai toni forti anche a rischio di disorientare i propri ammiratori”, afferma il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in una dichiarazione.
    “Il giornalismo di Indro Montanelli ha attraversato gran parte del Novecento. Iniziata la sua attività durante il regime fascista, fu inviato di guerra, e si distinse in quegli anni per dare completezza al suo lavoro, sottraendosi per quanto possibile alle strette maglie della propaganda.Divenuto critico verso il fascismo, fu imprigionato a Milano nell’ultimo periodo della seconda guerra mondiale. Evaso dal carcere raggiunse la Svizzera, dove attese la fine del conflitto.La Repubblica vide intensificarsi il suo impegno di giornalista e di scrittore.Fu una delle firme più prestigiose del Corriere della Sera.Fondò il Giornale e poi la Voce. Scelse strade nuove ogni qualvolta vide, o temette, invasioni di campo o limitazioni del proprio spazio di autonomia.Le Brigate rosse lo individuarono come obiettivo, e l’agguato che provocò il suo ferimento fu un crimine contro la libertà dell’informazione.Rifiutava con cocciutaggine qualsiasi omologazione, rivendicandolo al suo carattere di toscano.Intellettuale dalle inesauribili energie, maestro di scrittura, giornalista intransigente nella difesa della autonomia professionale, è stato per decenni – conclude il presidente – una personalità di rilievo nella cultura italiana e nel dibattito pubblico”.
         Ecco un profilo dell’ultimo inviato d’assalto tratto dall’archivio dell’ANSA
    Dopo aver conseguito due lauree, in giurisprudenza e scienze politiche, Montanelli emigra in Francia, dove viene assunto a Paris soir. Nel 1935, poco piu’ che ventenne, si arruola nel ventesimo battaglione eritreo. Grazie al diario ‘Ventesimo battaglione eritreo’ ottiene dal direttore del Corriere Aldo Borelli la promessa di un contratto. Intanto va in Spagna per il Messaggero, dove scrive contro il regime. Il fascismo romano ne ordina il rimpatrio, lo espelle dal partito e dall’albo professionale. Va a dirigere l’Istituto italiano di cultura in Estonia per un anno. Tornato in Italia, riceve la tessera di giornalista, ma rifiuta di richiedere quella del Partito fascista.
    Nel 1938 entra al Corriere, dove restera’ per 40 anni. In Germania segue l’avanzata del Terzo Reich e parla con Hitler in persona. A Roma, finisce in prigione per antifascismo e viene condannato a morte, ma scampa miracolosamente alla fucilazione. La prigionia gli suggerisce ‘Il generale Della Rovere’, che tradotto in film riceve il Leone d’oro a Venezia. Finita la guerra, viene reintegrato al Corriere come inviato. Nel 1974 fonda il ‘Giornale nuovo’, poi divenuto il Giornale. Nel 1977 i terroristi delle brigate rosse gli sparano gambizzandolo. L’anno successivo la Fininvest acquista circa il 30% delle quote del Giornale. Tra l’80 e l’81 il gruppo acquisisce la maggioranza della Societa’ Europea Edizioni, che pubblica appunto il quotidiano. Nell’87 la quota azionaria di Berlusconi passa dal 37,5 al 70%. Nel ’91 la Fininvest detiene l’86,62% della proprieta’, quota che scende al 36% nel ’92, quando il controllo passa alla Editoria Arcus di Paolo Berlusconi. La situazione precipita con la ”scesa in campo” del Cavaliere. Il quale pero’ lo difende dagli attacchi di Emilio Fede, che suggerisce il suo allontanamento per aver sposato la causa di Mario Segni. ”Montanelli ha la mia piena fiducia”, dice Berlusconi l’8 gennaio 1994.
    Ma l’11 gennaio, dopo 20 anni, lascia il suo Giornale. Sigla l’accordo per la direzione di un nuovo quotidiano, La Voce, che pero’ non ha lunga vita. Continua pero’ a far sentire la sua ‘voce’: con i suoi editoriali su Tmc e dalle pagine del Corriere, che gli riserva una ‘Stanza’ per dialogare con i lettori. Scrittore prolifico, tra i suoi libri sono da ricordare ‘Storia di Roma’ (Bur) e ‘Storia d’Italia’, insieme a Mario Cervi e Roberto Gervaso: una collana di 22 volumi a cura di Sergio Romano. Oltre a ‘Ve lo avevo detto – Berlusconi visto da chi lo conosceva bene’ (Rizzoli); ‘I conti con me stesso. I diari 1957-1978’ (Rizzoli); e ‘La mia eredita’ sono io. Pagine da un secolo’ (Bur Biblioteca Univ. Rizzoli).

     

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    Sostegni bis: il governo pone la fiducia al Senato

     Il governo pone la questione di fiducia sul dl sostegni bis nel testo approvato dalla Camera senza modifiche. Lo ha chiesto in Aula al Senato il ministro per i rapporti con il parlamento Federico D’Incà. Il presidente di turno, Ignazio La Russa, ha quindi sospeso l’Aula e convocato la riunione dei capigruppo per stabilire le modalità della discussione e i tempi del voto.   

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    Giustizia: salta data ddl penale, non più in Aula il 23 luglio

    Salta l’approdo nell’aula della Camera della riforma del processo penale per il 23 luglio, data decisa a suo tempo dalla Conferenza dei capigruppo. La Commissione Giustizia della Camera ha incaricato il presidente Mario Perantoni di scrivere una lettera al presidente della Camera Roberto Fico in cui si chiede di fissare una nuova data per l’approdo del testo in Aula.