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    Carceri: Mattarella, la detenzione non sia macchia indelebile

    “La detenzione è come una cicatrice che nel corso del tempo scompare. L’importante è che non sia in alcun caso motivo di emarginazione, accantonamento, preclusione”. Lo dice il presidente della Repubblica Sergio Mattarella rispondendo ad alcune domande dei ragazzi dell’istituto penale per i minorenni di Nisida. “Ci sono tante persone che sono state detenute e hanno poi avuto esperienze di successo nella vita; non succede solo nei film. L’importante è che la detenzione non si traduca in una macchia indelebile ma sia una cicatrice che scompare. C’è il dovere di agevolare il reinserimento nella vita sociale”, ha concluso.
    Mattarella risponde a chi gli chiede “come mai i detenuti debbano essere etichettati a vita anche se hanno partecipato al programma di riabilitazione?”. “In qualunque comunità in cui si vive insieme vi sono delle regole. Nel nostro paese queste regole sono le leggi, un tempo decise dal sovrano, adesso le decide il Parlamento eletto dai cittadini, quindi sono regole scelte dalla maggioranza dei cittadini. La violazione di queste regole – sottolinea Mattarella – crea una rottura di questo patto sociale e la collettività reagisce in maniera graduata a seconda della gravità della violazione delle regole. E’ vero che la detenzione rimane come traccia nel casellario giudiziario, non nei documenti, ma questo non va sopravvalutato e non può diventare in nessun caso una sorta di marchio che rimane e preclude o fa emarginare”.
    Insomma, per il Capo dello Stato “Quella frattura e violazione di regole è come quando ci si ferisce e l’organismo reagisce per chiudere quella ferita. Quasi tutti abbiamo delle cicatrici, io ne ho una qui”, dice Mattarella indicandosi la fronte. “Avevo tre anni e sono caduto dalle scale e ricordo il dolore ma non ci faccio più caso, anche perchè la cicatrice va scomparendo. Ecco, la detenzione è ‘ una cicatrice che nel corso del tempo scompare e non va considerata più perchè non è la caratteristica della persona: perciò è importante che non sia un nessun caso motivo di emarginazione, accantonamento, preclusione”.
    Quindi, il presidente spiega; “Vi sono tante persone che hanno avuto esperienze di detenzione e sono inserite pienamente, con successo, nella vita. Quello che è importante è il dovere dello Stato, e io sono qui per riaffermarlo, che questo non si tramuti in alcun caso in una sorta di macchia indelebile”.
    E sottolinea “il dovere di agevolare il reinserimento nella vita sociale: questa prospettiva va garantita non a parole ma nei comportamenti dell’ordinamento e con il comportamento sociale delle altre persone, con la fiducia che occorre avere e sviluppare in maniera particolarmente forte, partendo dal valore di ciascuna persona. Le mie parole vanno tradotte in comportamenti reali nella vita sociale”. 

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    Anm: 'Improcrastinabile la riforma del Csm, il governo faccia in fretta'

    “Il Governo e la sua maggioranza hanno modificato l’iniziale proposta sulla improcedibilità, hanno attenuato i vistosi difetti di quell’impianto, che però resta insoddisfacente perché legato ad una opzione in favore di una soluzione sistematicamente inaccettabile.E vedremo nei prossimi giorni se l’esigenza governativa di rispettare un calendario delle riforme a tappe sostanzialmente forzate prevarrà sul bisogno avvertito anche da buona parte dell’Accademia di rimediare alla irrazionalità di quella scelta”. Lo ha detto il presidente dell’Anm Giuseppe Santalucia, parlando della riforma della prescrizione e della improcedibilità.
    La riforma dell’ordinamento giudiziario e del sistema elettorale del Csm – ha osservato – è “improcrastinabile” e invece “sembra segnare il passo”. “Credo che possa e debba chiedersi al Ministro, al Governo e alla politica di fare in fretta, dicendo con chiarezza che non si può andare al rinnovo del Csm senza aver provveduto a eliminare i fattori di rischio di una ulteriore delegittimazione dell’organo consiliare”.
    “Siamo tutti consapevoli dell’importanza delle riforme – ha sottolineato – che sono per la gran parte necessitate dall’urgenza di venir fuori da una crisi di portata eccezionale, e che ci si debba predisporre costruttivamente, rifuggendo da atteggiamenti di preconcetta chiusura alle innovazioni. Personalmente penso anche che occorra coltivare un cauto e razionale ottimismo, per tenere a bada le pur comprensibili tendenze al disincanto. Ma l’ottimismo non può essere ingenuo, va sostenuto con il necessario realismo, perché solo in tal modo si impedisce che l’entusiasmo riformatore si faccia in breve tempo pericolosa illusione”.
    “La Magistratura dovrà fare la sua parte affinché gli strumenti messi a disposizione possano essere utilizzati nel miglior modo possibile-ha aggiunto il leader dell’Anm- In termini di ampliamento delle risorse, il reclutamento di oltre 8.000 addetti da destinare all’ufficio per il processo non è poca cosa, e occorrerà nel breve tempo ragionare sulla allocazione migliore all’interno degli uffici, per sfruttare nella massima misura le potenzialità della nuova organizzazione.
    E però l’ufficio per il processo deve essere una delle plurime soluzioni da dare all’annoso problema dei tempi della giustizia civile, perché non è, purtroppo, una formula magica”.
    “Non è previsto che lo Stato abdichi alle sue prerogative se vengano superati tempi ragionevoli per l’accertamento dei reati. E’ agevole prevedere che la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo avrà modo di censurare l’ibrido istituto della prescrizione processuale”. Lo ha detto il segretario dell’Anm Salvatore Casciaro parlando al Comitato direttivo centrale della norma sulla improcedibilità in materia di prescrizione. Secondo Casciaro restano “preoccupazioni” anche dopo le modifiche introdotte, si “rischia di generare un punto di frizione col principio di separazione dei poteri”.
     

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    Salvini, 'I vaccini causano varianti', è polemica

    “Il problema non sono i non vaccinati, ma il virus che varia. Le variazioni nascono come reazione ai vaccini. In Israele sono tutti vaccinati e il virus sta girando tra migliaia di persone. Io invito, non obbligo tutti a vaccinarsi, ma servono i tamponi, gratuiti per chi non se lo può permettere”. Così Matteo Salvini su La7. Parole che fanno scoppiare la polemica politica. Durissima la reazione del Pd. Per Matteo Ricci, sindaco di Pesaro e coordinatore dei sindaci dem, “Salvini è totalmente irresponsabile”. “Non si può parlare a vanvera contro ogni evidenza scientifica. La sua presenza al Governo – aggiunge – sta frenando l’azione virtuosa di Draghi. La Lega sta facendo opposizione no vax, esca dal Governo, non è compatibile con Draghi”. Pesante anche il commento del virologo Roberto Burioni, che, postando la frase di Salvini, scrive su twitter: “Voi capite perché sono scoraggiato?”.
    Intanto, monta la pressione dei governatori leghisti del nord perché si vada avanti spediti sull’estensione del green pass, malgrado a Roma il partito abbia scelto una politica più gradualista. Un dibattito interno che cresce attorno al segretario, sempre più stretto tra l’ala “governista”, e quella movimentista, che chiede maggiore prudenza su questo fronte. Ma Matteo Salvini non vuol nemmeno sentir parlare di spaccatura e anzi rivendica l’esito dell’accordo raggiunto. “Questa delle due Leghe è una fantasia che va bene per Topolino. Noi portiamo a casa i risultati: la nostra discussione sui green pass ha spinto tutto il governo a darci ragione sui tamponi salivari, sui tamponi gratis per chi è in condizioni di necessità di famiglie con figli”. Detto questo, all’indomani del voto di Montecitorio sul decreto, il governatore del Veneto, Luca Zaia, torna a confermare la sua linea a favore dell’allargamento: “A livello nazionale c’è stata l’approvazione di ulteriori misure di estensione del Green pass e penso – osserva Zaia – che vadano nella direzione di sostenere la campagna vaccinale”. E bacchetta duramente l’europarlamentare del suo stesso partito, Francesca Donato, che aveva irriso, prima di scusarsi, i familiari di un medico morto di Covid. Con lei Zaia è netto: “C’è un proverbio in veneto adatto a chi parla e poi si scusa: ‘prima de parlar, tasi”, ovvero prima di aprire la bocca pensaci, o stai zitto, ovvero prima di aprire la bocca pensaci”. Anche il presidente della Lombardia, Attilio Fontana, in passato definì il Green pass uno “strumento di libertà, non di oppressione”. Stessi toni da parte del presidente del Friuli Venezia Giulia e della Conferenza delle Regioni, Massimiliano Fedriga, secondo cui “l’estensione dell’obbligo del Green pass è utile per permettere di proseguire le attività”.
    (di Marcello Campo) 

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    Brunetta, 'Green pass per tutti i lavoratori in futuro'

    In futuro il green pass deve valere sia per il lavoro pubblico che per quello privato. Lo ha detto il ministro della Funzione pubblica, Renato Brunetta parlando di misura “geniale” perché aumenta il costo sia psichico che monetario “per gli opportunisti contrari al vaccino” costringendoli a fare il tampone e diminuisce la circolazione del virus e quindi la nascita di nuove varianti. Per Brunetta il Green pass dovrebbe essere introdotto per tutto il lavoro pubblico e privato ma anche per chi utilizza i servizi pubblici e privati. 
    “Le decisioni che prenderemo nel prossimo futuro: green pass per tutti, lavoro pubblico, lavoro privato, servizi pubblici e servizi privati”, ha detto Brunetta. “Vi spiego il modellino comportamentale. Più crescono i vaccini più crescono i dubbi sui vaccini. Il costo del vaccinarsi, il rischio, con il beneficio atteso. Se la stragrande maggioranza si vaccina il rischio diminuisce e il costo diventa alto e quindi non mi vaccino. Si rende irriducibile – sottolinea Brunetta – uno zoccolo di opportunisti. Bisogna aumentare agli opportunisti il costo della non vaccinazione”.Il ministro ha parlato di una misura “geniale”. “I tamponi sono un costo psichico e monetario – aggiunge – aumentando il costo si riduce lo zoccolo dei non vaccinati e si riduce la circolazione del virus. Il green pass ha l’obiettivo di schiacciare gli opportunisti ai minimi livelli di non influenza sulla velocità di circolazione del virus. Ci stiamo arrivando, mancano dieci punti. Se passa il lavoro pubblico, il lavoro privato e fruitori dei servizi pubblici e privati ci arriviamo. Non abbiamo tempo, arriva l’autunno e l’inverno, dobbiamo arrivare ai livelli di saturazione entro la metà di ottobre”.   

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    M5s, Conte: 'E' una faticaccia enorme, non credo reggerò a lungo'

    “Stiamo rilanciando il progetto del M5s, lo porteremo avanti, al di là degli interpreti. Siccome non ritengo di essere infallibile, e neppure vedo un orizzonte poi così lungo, ve lo dico francamente: questo è un impegno stressantissimo. Lavorare così per il bene comune è una faticaccia enorme, quindi non credo che la potrò reggere anche fisicamente a lungo. E quindi però, faremo in modo, che ci sia qualcuno più bravo di me, quando sarà il momento. Però questo progetto è forte e lo dovete appoggiare, non lasciate che altri parlino con la vostra voce, parlate voi”. Lo ha detto Giuseppe Conte, leader del Movimento 5 Stelle, parlando agli elettori a Finale Emilia (Modena), in vista delle prossime comunali.   

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    Cannabis: Radicali, domani parte campagna referendum

    Un referendum per depenalizzare la coltivazione di cannabis e aprire alla legalizzazione. Lo annunciano i Radicali italiani. La campagna, come riferisce una nota, sarà lanciata domani alle 17. “Il quesito referendario depositato propone di intervenire sia sul piano della rilevanza penale sia su quello delle sanzioni amministrative per quanto riguarda la cannabis – si spiega – legalizzare vuol dire togliere ossigeno alle mafie che gestiscono il traffico e lo spaccio”.    

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    I 91 anni di Liliana Segre, custode della nostra storia

    Auguri a Liliana Segre, la senatrice a vita, testimone della Shoah, compie oggi 91 anni. “Buon compleanno Liliana che custodisci la nostra storia e ci fai sperare nel futuro, un grande bacio”, scrive Emanuele Fiano, della Presidenza del Gruppo Pd alla Camera, in un post su Facebook. 
    “Buon compleanno a una nostra concittadina e a un punto di riferimento per la nostra comunità”, ha scritto Sala che poi ha citato una frase della senatrice a vita: “se si ammettono le parole dell’odio nel contesto pubblico, se si accoglie lo hate speech nella ritualità del quotidiano, si legittimano rapporti imbarbariti. Io l’odio l’ho visto. L’ho sofferto. E so dove può portare”.
    “Buon compleanno Liliana. E soprattutto GRAZIE”. Così su twitter il segretario Pd Enrico Letta.
    “Auguri di buon compleanno a Liliana Segre simbolo di vita, coraggio, passione civile. Raccontando la sua storia ha testimoniato gli orrori del ‘900 e l’odio razziale ma ha anche descritto cos’è l’Italia di oggi, libera e democratica”. Lo scrive scrive su Twitter il vice presidente della Camera e presidente di Italia Viva Ettore Rosato.
    “I nostri migliori auguri di buon compleanno a Liliana Segre, testimone dell’orrore della Shoah, custode e della nostra memoria storica, monito vivente per le nuove generazioni affinché sappiano a capiscano cosa è stato e cosa non deve mai più essere”. Lo dichiarano i componenti cinquestelle della Commissione Segre contro intolleranza, razzismo e antisemitismo: le senatrici Emma Pavanelli, Loredana Russo, Sabrina Ricciardi, Simona Nocerino, Maria Domenica Castellone e il senatore Gaspare Marinello.
    “Siate sempre la farfalla gialla che vola sopra i fili spinati”… Buon compleanno, senatrice Liliana Segre”. Così il presidente del Parlamento europeo David Sassoli su Twitter, ricordando le parole della senatrice a vita Liliana Segre nel corso del suo intervento davanti agli eurodeputati a Bruxelles a gennaio 2020.

       

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    Docente Terni, nessuno può imporre simbolo religioso

    (ANSA) – TERNI, 10 SET – “In un Paese in cui i privilegi
    della Chiesa sono sedimentati, sono assolutamente soddisfatto
    che dopo 13 anni sia stata riconosciuto che nessun dirigente
    della pubblica amministrazione può imporre in maniera autorativa
    l’affissione di un simbolo religioso, in quanto collide con il
    principio di laicità dello Stato. Peccato che i giudici non
    abbiano ancora mostrato coraggio sotto il profilo della
    questione discriminatoria verso le altre religioni”: a parlare
    con l’ANSA è Franco Coppoli, il docente di lettere di Terni
    sospeso nel 2008 dall’insegnamento per un mese per avere rimosso
    il crocefisso da un’aula dell’istituto dove insegnava, vicenda
    sulla quale, al termine di un lungo iter giudiziario, si è
    espressa la Cassazione. Sentenza che lo stesso insegnante, al
    quale è stata annullata la sospensione, definisce “bella”.   
    “Le mie ragioni vengono affermate – spiega – in quanto
    finalmente viene detto che imporre il crocefisso in un ufficio
    pubblico è in contrasto con la Costituzione. Per quanto fosse
    facile dedurlo non era altrettanto facile ottenerlo”.   
    Tra l’altro, ricorda, “nessuna tradizione storica prevede la
    presenza del crocefisso nelle aule e nei tribunali”. Per Coppoli
    – che ora insegna in un altro istituto superiore della città –
    il fatto però che secondo la Cassazione sia possibile, in caso
    di richiesta, affiggere anche altri simboli religiosi, “se da
    una parte è interessante perché ribadisce che la scuola è una
    comunità e dunque riconosce la centralità di tutte le
    componenti, dall’altro può generare il rischio concreto che
    ancora una volta siano le maggioranze ad imporre i loro simboli
    nelle aule”. “Noi, come insegnanti – conclude il docente -,
    vigileremo su questo aspetto. Si tratta di una battaglia civile,
    per evitare discriminazioni delle minoranze rispetto a presunte
    maggioranze”. (ANSA).