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    Calenda, Conte campione di trasformismo e qualunquismo

    Non si placa la polemica tra l’ex premier Giuseppe Conte e il candidato sindaco a Roma Carlo Calenda dopoc he ieri l’avvocato gli ha dato dell'”arrogante”. “Giuseppe Conte – torna a replicare Calenda – ieri mi ha attaccato spiegando la sua magnifica storia di coerenza e serietà. Per essere chiari, considero Conte campione di qualunquismo e trasformismo. Non gli ho mai sentito fare un ragionamento interessante o affrontare una questione con competenza”, scrive su Twitter Calenda.   

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    Draghi, 'Il governo va avanti, non pensa alle elezioni'

     “Riforma del catasto, aumenti di Imu e tasse sulla casa? Oggi e domani, dalla Lega un secco NO. La casa degli italiani non si tocca e non si tassa”. Lo dice il leader della Lega, Matteo Salvini in una nota.
     “Il governo va avanti: l’azione del governo non può seguire il calendario elettorale”. Così il premier Mario Draghi in conferenza stampa al termine del vertice Ue in Slovenia, rispondendo a una domanda sull’eventuale apertura di una crisi dopo gli attacchi di Matteo Salvini. “Il governo – prosegue Draghi – non aumenta le tasse “e il motivo è semplice, l’ho detto tante volte: l’economia italiana prima del Covid era molto fiacca e quando è entrata nella pandemia ha avuto un trauma, un tracollo tra i più alti tra i paesi Ue. Ora è il momento in cui le attività economiche sono ripartite, quindi lasciamo che ripresa si consolidi, non turbiamola con attacchi fiscali: questo il motivo dietro a questa decisione. Quella sul catasto – sottolinea – è una “operazione di trasparenza. Perché nascondersi dietro l’opacità e calcolare le tasse sulla base di numeri che non hanno senso? Sono numeri che sono stati verificati vent’anni fa, moltiplicati per un numero, 160, che è il frutto di un negoziato. Non è meglio fare luce, essere trasparenti? E poi la decisione se far pagare o meno è una decisione assolutamente diversa ma intanto facciamo chiarezza”.
    “Ieri o l’altro ieri ho detto chiedete a Salvini. Oggi lui ha parlato e ha detto che la partecipazione al governo non è in discussione: ci vedremo nei prossimi giorni”. Lo dice il premier Mario Draghi in conferenza stampa al termine del vertice Ue in Slovenia rispondendo alla domanda se il governo rischi una crisi.Dopo il duro scontro a distanza, la Lega ammorbidisce i toni: “Bene Draghi contro patrimoniale e nuove tasse sulla casa, adesso il Parlamento in Aula tolga ogni accenno a riforma del Catasto che preluda a nuove tasse sulla casa”.I governatori della Lega Massimiliano Fedriga (Friuli Venezia Giulia), Attilio Fontana (Lombardia), Maurizio Fugatti (Provincia Autonoma di Trento), Christian Solinas (Sardegna), Donatella Tesei (Umbria) e Luca Zaia (Veneto) sostengono che “sulla delega fiscale è necessario un approfondimento. Servono in primo luogo garanzie che né questo né i prossimi governi utilizzino la riforma del catasto per innalzare surrettiziamente le tassazioni sulla casa. In assenza di tali certezze, si rischierebbe di andare a colpire, duramente e ingiustamente, due pilastri del Paese quali il settore edilizio e le famiglie”. In mattinata, quello del leader della Lega era stato un attacco a tutto campo. “Discoteche riaperte col green pass, ma solo col 35% di capienza? Presa in giro senza senso scientifico, sanitario, sociale ed economico, con questi numeri rischiano di fallire 3.000 aziende e di rimanere a casa 200.000 lavoratori”.
    “Non firmo un assegno in bianco e non mi basta che il ministro dell’Economia mi dica che gli aumenti saranno dal 2026”, dichiara il leader della Lega, Matteo Salvini, parlando della delega fiscale e l’ipotesi di un rialzo delle tasse sulla casa, ai cronisti fuori dal Senato. “Questa è una patrimoniale su un bene già tassato”, ha aggiunto. “Contiamo che il Parlamento, che può intervenire, modifichi questi passaggi e tolga qualsiasi ipotesi di riforma del catasto e di patrimoniale sulla casa dalla delega fiscale”.
    “La Lega non ha votato la delega fiscale perché al comma 32 dell’articolo 7 c’è scritto, alla lettera A, che è previsto un aumento possibile delle tasse sulla casa con queste parole: “Il governo è delegato alla riforma del catasto per attribuire a ciascuna unità immobiliare, e al relativo valore patrimoniale, una rendita attualizzata’. E alla lettera B prevede “meccanismi di adeguamento periodico dei valori patrimoniali e della rendita delle unità immobiliare urbane’. Io sono in questo Governo per ridurle le tasse non per aumentarle”, prosegue Salvini mostrando ai cronisti i documenti della delega fiscale varata ieri dal governo con l’assenza dei ministri leghisti.
    “Il passaggio che porta all’emersione del nero e dell’abusivo va benissimo, ma ogni possibilità attuale o futura di un aumento della tassa sulla casa non potrà mai avere il sostegno della Lega. Il sostegno della Lega al Governo non è in discussione quando si tratta di tagliare le tasse”.
    “Basta togliere questi 2 commi dalla delega fiscale e facciamo un buon servizio non alla Lega ma al Paese”, assicura il leader della Lega con i cronisti che, fuori dal Senato, gli chiedevano cosa succederà senza quelle modifiche. “Sono ottimista e conto che il Parlamento rispetti il mandato che ha avuto: noi abbiamo dato la fiducia al governo Draghi per abbassare le tasse non per aumentarle”, ribadisce.
    “No, no la Lega è dentro la maggioranza. Se vogliono, escano Letta e Conte perché il Parlamento ha dato la fiducia a Draghi per abbassare le tasse non per aumentarle” insiste Salvini rispondendo a chi gli chiede se la Lega uscirà dalla maggioranza di governo dopo il mancato voto sulla delega fiscale.
    “Il Parlamento tolga questo passaggio e poi tiriamo dritti sul taglio dell’Irap, sull’abbassamento dell’Iva, sulla revisione degli scaglioni Irpef e un impegno che chiedo personalmente al presidente Draghi, glielo chiesi a marzo scorso e siamo arrivati a ottobre, è di un intervento risolutivo sulle cartelle esattoriali. Ci sono 120 milioni di cartelle di Equitalia che rischiano di essere un’ammazzata definitiva nella ripresa delle famiglie post covid”, prosegue l’esponente leghista.
     Ma all’attacco contro il Governo va anche la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni che su facebook tuona: “Fratelli d’Italia continuerà a fare le barricate per impedire l’ennesima stangata nei confronti dei cittadini. Basta tasse”. 

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    Nadef, ok di Camera e Senato alla risoluzione di maggioranza

    Con 379 voti favorevoli, 42 contrari e 4 astenuti la Camera ha approvato la risoluzione di maggioranza sulla Nadef.
    Via libera dall’Aula del Senato alla risoluzione di maggioranza sulla Nota di aggiornamento del Def 2021. I sì sono stati 190, 37 no e un astenuto. Respinta la risoluzione presentata da Fratelli d’Italia.
    Il governo, nel prorogare il Superbonus, dovrà valutare la possibilità di estenderlo anche agli immobili in stato di degrado, i cosiddetti immobili collabenti, non accatastati o accatastati tra quelli che non producono reddito. Lo chiede la risoluzione di maggioranza al Nadef nella versione definitiva. Il governo, nel prorogare il Superbonus del 110%, dovrà – si legge – “valutare di includere altre tipologie di edifici,al fine di garantire un patrimonio immobiliare energeticamente efficiente a prescindere dalle situazioni preesistenti e in termini assoluti, mediante la semplificazione dell’accesso e degli strumenti operativi e finanziari alla misura”. 
    L’impegno per il governo sull’estensione del Superbonus agli immobili “a prescindere dalle situazioni preesistenti e in termini assoluti” è stato inserito nella risoluzione al Nadef dopo un lungo confronto tra i gruppi di maggioranza, protrattosi sino a pochi minuti prima del deposito in Aula. La logica dell’impegno inserito nella risoluzione, spiegano fonti di maggioranza, consiste nel raggiungere l’obiettivo pratico di un miglioramento energetico effettivo del maggior numero di immobili oggi esistenti. Durante la discussione era stato osservato che sono numerosi oggi gli edifici cosiddetti collabenti, cioè fortemente degradati e accatastati nella categoria F/2 o non accatastati, per evitare la pressione fiscale. Alla fine del 2020 le unità accatastate in categoria F/2 sono 550 mila.
        

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    Angela Merkel saluta l'Italia, a Roma vede il Papa e Draghi

    Una “visita d’addio”, dopo 16 anni come cancelliera tedesca e punto di riferimento per l’Europa. A 10 giorni dal voto con cui ha cominciato a delinearsi la Germania che verrà dopo di lei, Angela Merkel torna a Roma per i saluti: un’ultima giornata particolare nella capitale, prima di tornarci magari come turista. Per il suo commiato, intanto, sono previsti due incontri ai massimi livelli: papa Francesco e il premier Mario Draghi.
    La missione romana della cancelliera inizierà in Vaticano, dove vedrà il Pontefice, con cui in questi anni ha condiviso l’impegno su diversi temi, dal clima all’accoglienza umanitaria. A seguire è atteso il faccia a faccia a Palazzo Chigi con Draghi, suo interlocutore chiave negli anni alla guida della Bce, cui ora sembra simbolicamente affidare il testimone di figura di garanzia della tenuta dell’Europa.
    “Penso che abbiamo bisogno di un’Italia economicamente forte e Mario Draghi ha già fatto passi importanti per raggiungere questo obiettivo”, ha commentato la cancelliera parlando al termine del vertice Ue-Balcani occidentali a Brdo, in Slovenia, prima di partire per l’Italia. Per il presidente del Consiglio, Merkel ha speso parole d’elogio, ricordando che con le sue scelte a Francoforte “ha compiuto passi importanti per salvare l’euro”. Ora, ha aggiunto, ha “un ruolo completamente diverso”, con un governo “molto inclusivo”, e “non vedo l’ora di compiere questa visita”.
    In Italia, dove ha più volte trascorso le sue vacanze, da Ischia all’Alto Adige, Merkel potrebbe tornare presto anche da privata cittadina. Il marito, il chimico 72enne Joachim Sauer, farà parte dell’Accademia delle Scienze di Torino come membro internazionale. E per la cancelliera, che ha detto di volere adesso riposarsi un po’, potrebbe essere l’occasione per tornare più spesso nel nostro Paese.    

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    Fedriga: 'Ragionare su ampliamento capienza discoteche'

    “Penso sia utile fare un ragionamento approfondito per ipotizzare un ampliamento: lo dico perché le discoteche con la capienza del 35% non aprono, perché è antieconomico”. Così il presidente del Friuli Venezia Giulia e della Conferenza delle Regioni, Massimiliano Fedriga, rispondendo a una domanda sul parere del Cts per la riapertura delle discoteche.”Forse è meglio far andare le persone dentro una discoteca con il Green Pass – ha osservato Fedriga a margine di un incontro a Trieste – rispetto a farle andare in locali che fanno la medesima attività e non ci sono controlli né Green pass. Lo dico anche per la sicurezza sanitaria”.   

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    Carfagna: 'Basta competizioni nel centrodestra'

    “Gli equilibri del centrodestra sono sicuramente scossi dalla competizione interna: dalla gara elettorale fra Meloni e Salvini. Ed anche i risultati poco soddisfacenti in alcune città mostrano che è davvero ora di smetterla. Perché la regola chi prende un voto in più guida la coalizione, va interpretata con senso di responsabilità. Per prendere un voto in più si rischia di disintegrare la coalizione” Lo ha detto la ministra per il Sud Mara Carfagna partecipando al ‘Made in Italy Summit 2021′ organizzato dal Sole 24 Ore e Financial Times e Sky tg24
    “Naturalmente – prosegue Carfagna – non posso decifrare le intenzioni della Lega e di Salvini e allo stesso tempo non voglio essere elusiva. Ieri il Consiglio dei ministri era chiamato a discutere e a votare un provvedimento importante. La riforma fiscale è una riforma abilitante del Pnrr, significa che se non viene approvata i soldi dell’Europa non arrivano in Italia. La lega ha deciso di non partecipare al voto: onestamente e personalmente è una scelta che io non comprendo, oltre che non condividere”. 
     “Quella riforma conteneva molte delle questioni care al centro-destra – ha proseguito Carfagna – : il superamento dell’Irap, la rimodulazione delle aliquote Irpef per il ceto medio e l’abbattimento del cuneo fiscale”. Per quanto riguarda il catasto, Carfagna ha aggiunto: “Anche oggi il ministro Franco è stato molto chiaro: si tratta di una operazione di trasparenza cioeè di un censimento che farà emergere immobili fantasma e che, è scritto neo su bianco sulla delega, non sarà propedeutico ad un aumento della tassazione. Alla fine sono convinta che la Lega contribuirà a migliorare questo testo, come già ha fatto altre volte. Ci ricordiamo l’atteggiamento barricadiero sul coprifuoco che poi sostanzialmente è rientrato. Questa legge va in Parlamento, va alle Camere, quindi puo’ essere migliorata ed emendata”.
    “Io ho letto la riforma sul fisco ed onestamente non vedo il rischio di una patrimoniale sulla casa. Ed in più mi sento oggettivamente rassicurata dal premier Draghi, che ieri è stato molto, molto chiaro, ed ha spiegato benissimo che quella riforma non comporterà un aumento delle tasse”. Se fosse una patrimoniale nascosta come Forza Italia, ha aggiunto, ‘saremmo noi i primi a fare le barricate”.

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    Pedofilia: Francia; Papa, è il momento della vergogna

    Il Papa all’udienza generale ha commentato il rapporto sulla pedofilia della Chiesa in Francia: “Desidero esprimere alle vittime la mia tristezza, il mio dolore per i traumi che hanno subito e anche la mia vergogna, la nostra vergogna” per “la troppo lunga incapacità della Chiesa di metterla al centro della sua preoccupazione”, ha sottolineato il Papa assicurando la sua preghiera. “Preghiamo: a te Signore la gloria, a noi la vergogna, questo è il momento della vergogna”, ha rimarcato il Pontefice. 
    Il Papa ha sottolineato che dal rapporto sulla pedofilia della Chiesa francese, presentato ieri, “ne risultano purtroppo numeri considerevoli”. “Incoraggio i vescovi e i superiori religiosi a continuare a compiere tutti gli sforzi affinché drammi simili non si ripetano. Esprimo ai sacerdoti di Francia vicinanza e paterno sostegno di fronte a questa prova che è dura ma salutare. Invito i cattolici francesi ad assumere le loro responsabilità per garantire che la Chiesa sia una casa sicura per tutti”, ha detto il Papa accolto da un lungo applauso dei fedeli presenti all’udienza generale. 
       

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    Ballottaggi: Boccia, chi non è con riformisti aiuta la destra

     “Siamo davanti a un bivio della storia politica di questa fase che coincide con la ricostruzione post covid: o si sta con progressisti-riformisti o si sta con la destra sovranità a trazione Fratelli d’Italia e Lega. Pur perdendo le elezioni, dentro la destra le ha vinte FdI. Chi non sosterrà i candidati progressisti-riformisti si ritroverà ad aiutare la destra di Giorgia Meloni”. Lo ha detto dopo la segreteria del Pd il deputato dem Francesco Boccia, responsabile Enti locali della Segreteria nazionale. 
    “I candidati sindaci guidano questo processo”, ha risposto Boccia a chi domandava se il Pd si attende un endorsement più chiaro da parte del M5s: “È una fase delicata, non bisogna tirare nessuno per la giacca. Roberto Gualtieri è stato ministro dell’economia del governo Conte, Lorusso è un profondo conoscitore della città di Torino, sapranno loro quali sono i meccanismi migliori per parlare a tutto l’elettorato progressista e riformista. Ci rivolgiamo – ha continuato il deputato dem – anche agli elettori che in passato hanno guardato al centrodestra, a loro diciamo che con Salvini e Meloni le città rischiano di finire in una condizione di autarchia, con un perimetro di filo spinato che non ha alcun senso storico”. Boccia ha poi indicato il nuovo sindaco di Rimini, Jamil Sadegholvaad, e la consigliera comunale più votata a Ravenna, Ouidad Bakkali, come “un inmo all’integrazione già avvenuta, che dà il senso della di fferenza fra centrosinistra e destra”. “Abbiamo vinto nelle grandi città grazie alle nostre idee, che hanno camminato su personalità affidabili. Siamo al lavoro per i ballottaggi, il Pd vuole portare tutte le città fuori dalla crisi sanitaria, sociale ed economica, ancorando il nostro percorso rigorosamente all’Unione europea”, ha spiegato ancora Boccia che, con in mano una tabella sui risultati delle Comunali, ha chiarito che “lunedì sera è stato solo il primo tempo”. “Abbiamo vinto a Milano, Bologna e Napoli al primo turno, rispetto al 2016 quando avevamo vinto solo al ballottaggio e solo Bologna e Milano. Non è finita – ha continuato -. I ballottaggi saranno un’altra partita e non rispondiamo alle provocazioni di Salvini che anche in queste ore sta cambiando anche i numeri. Erano al voto 118 città oltre 15mila abitanti, 57 hanno concluso la competizione elettorale al primo turno, 26 vinte dal centrosinistra, 25 dal centrodestra e una dal M5S. Cinque invece sono andate a liste civiche non ascrivibili né a destra né a sinistra. La sera del 18 ottobre i ballottaggi diranno come è andata definitivamente. Noi siamo molto fiduciosi, partivamo da 46 città e ne abbiamo conquistate 26”.
    “Noi abbiamo bisogno della della riforma fiscale, è una legge delega che scade dopo 18 mesi, e il Parlamento ha diritto di discuterne. Ha fatto bene il presidente Draghi a trasmetterla al Parlamento, e ora toccherà al Parlamento lavorare, spero che la Lega voglia farlo. Il Parlamento è sovrano, decide”, ha osservato commentando la scelta del Carroccio di non partecipare ieri al Cdm sulla delega fiscale. “È la solita Lega di questo scorcio di legislatura. Ne abbiamo viste tre di Lega, il comune denominatore è sempre stato l’antieuropeismo, dal governo gialloverde fino ad oggi. C’è un chiaro problema fra Salvini e i suoi ministri, è probabile che non si stiano parlando perché i ministri erano tutti informati – ha aggiunto Boccia –  il presidente Draghi ha presentato una delega che è il risultato di lungo lavoro fatto in Parlamento nei due anni alle spalle, a cui hanno partecipato i leghisti e tutti i partiti. Ciò che sconforta di più è questa reazione, quello di Salvini è stato un fallo di reazione dopo i risultati elettorali”.Poco prima, a ‘L’Aria che tira’ aveva detto: “Quello di Salvini di ieri è un chiaro fallo di reazione, quella delega” sul fisco “è il risultato di un lavoro che i parlamentari hanno fatto per almeno due anni. Ieri Salvini ha voluto lanciare un segnale chiaro al governo, è l’ennesima dimostrazione della schizofrenia che sta vivendo la Lega. Salvini deve decidere se è in maggioranza o se va all’opposizione con Giorgia Meloni”.