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    Papa: “L'aborto è omicidio, sì all'obiezione di coscienza”

    “Voi siete sempre al servizio della vita umana – ha detto il Papa ai farmacisti ospedalieri -. E questo può comportare in certi casi l’obiezione di coscienza, che non è infedeltà, ma al contrario fedeltà alla vostra professione, se validamente motivata. Ed è anche denuncia delle ingiustizie compiute ai danni della vita innocente e indifesa”. In particolare sull’aborto “sono molto chiaro: si tratta di un omicidio e non è lecito diventarne complici”. E “il nostro dovere è la vicinanza: stare vicino alle situazioni, specialmente alle donne, perché non si arrivi a pensare alla soluzione abortiva, perché in realtà non è la soluzione”. “Oggi c’è un po’ la moda di pensare che sarebbe una buona strada togliere l’obiezione di coscienza – ha osservato il Pontefice ‘a braccio’ -. Ma guardate che questa è l’intimità etica di ogni professionista della salute, e questo non va negoziato, mai”. “E’ proprio la responsabilità ultima dei professionisti della salute”, ha aggiunto. 
       

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    Cento anni dalla nascita di Luciano Lama. Draghi: 'Si oppose alla brutalità dell'estremismo'

    Cento anni fa nasceva Luciano Lama, uomo politico e sindacalista, storico segretario generale della Cgil (sua la segreteria più lunga). Lama “ha contribuito in modo decisivo al mantenimento della pace sociale nel Paese, difendendo gli interessi dei lavoratori e opponendosi in modo fermo alla brutalità dell’estremismo”, scrive il presidente del Consiglio Mario Draghi letto dal segretario della Cgil Maurizio Landini in occasione dell’incontro a Palazzo Giustiniani. “A nome di tutto il Governo, voglio ricordare con commozione – afferma il premier – la figura di Luciano Lama in occasione del centenario dalla sua nascita. Partigiano, sindacalista e senatore della Repubblica, Lama è stato uno dei protagonisti dello sviluppo economico, sociale e civile dell’Italia. Uomo coerente e coraggioso, ha guidato la Confederazione Generale Italiana del Lavoro in anni terribili, in cui l’Italia era sconvolta dalla violenza e dal terrorismo”. “La sua azione incessante a difesa dei più deboli, la sua costante opera di mediazione e la sua convinta difesa della democrazia – conclude Draghi – hanno permesso al sindacato di acquisire un ruolo centrale nella modernizzazione del Paese e di rendere grande l’Italia”.
    “Ricordare nel centesimo anniversario della nascita Luciano Lama – scrive il presidente della Repubblica in un messaggio al presidente della fondazione Di Vittorio Fulvio Fammoni – significa richiamare la figura di un leader tra i più prestigiosi del movimento sindacale italiano, un parlamentare autorevole, un sindaco amato dai suoi concittadini. L’apporto da lui recato alla storia delle nostre istituzioni, il lascito ideale e civile che ha contraddistinto la sua lezione di vita, sono un patrimonio prezioso per la coscienza civile della Repubblica”.
    “Giovane partigiano – prosegue Mattarella – ha partecipato alla Liberazione dal nazifascismo. Nel sindacato si è battuto per i diritti del lavoro, per una società più equa e giusta, per la difesa delle istituzioni democratiche. Il sindacato, come più volte egli stesso ha sottolineato, è stato la sua scuola di vita e una scuola di democrazia. La sua azione è stata accompagnata da un alto senso di responsabilità nazionale, che lo ha accompagnato nelle battaglie sindacali e politiche, ponendo sempre a tema gli interessi generali del Paese”.
    “Ha affrontato con forza tante contrattazioni sui salari e i diritti senza, tuttavia, esitare, quando la crisi economica impose scelte di moderazione, a stipulare un patto tra le forze produttive a sostegno del valore delle retribuzioni e dell’occupazione. Luciano Lama ha affrontato a viso aperto il terrorismo che cercava di mettere radici nelle fabbriche e nell’insediamento della sinistra. La sua fermezza ebbe per lui costi personali, che non esitò mai ad affrontare in nome di un bene comune superiore: la salvaguardia della democrazia e della Costituzione. Il suo nome, a buon diritto, è collocato tra artefici della democrazia Repubblicana”, conclude Mattarella.

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    Comunali: Letta, se vinciamo a Roma e Torino è un trionfo

    “Il primo turno è andato già molto bene, siamo tornati in sintonia con il Paese, abbiamo tre sindaci di grandi metropoli, ora il nostro sforzo è far sì che Gualtieri a Roma e Lo Russo a Torino completino il quadro. Se così fosse sarebbe un trionfo, ma è già un successo con il primo turno. Aspetto di vedere il ballottaggio, credo di poter dire che se vincessero sarebbe molto importante per Torino e Roma”. Lo ha detto il segretario del Pd, Enrico Letta, a Radio anch’io su Radio 1, in vista dei ballottaggi per le elezioni Comunali.
    “E’ necessario continuare sull’azione di convincimento e richiesta di buonsenso. Se si cede su una regola fondamentale, a cui tutti ci siamo adeguati e che ci sta portando fuori dall’emergenza, diventa tutto più complicato”. Così il segretario del Pd, Enrico Letta, a Radio anch’io su Radio 1, alla vigilia dell’entrata in vigore dell’obbligo del Green pass. “Spero non si paralizzi il Paese, sarebbe una grave responsabilità di una minoranza – aggiunge -. Non vaccinarsi non è una motivazione reale per bloccare il Paese. L’abbiamo fatta tutti, non si vede perché qualcuno che non vuole vaccinarsi debba bloccare il Paese, non ha senso”.
    “Non vedo quale delegittimazione ci sia – dice inoltre replicando alle parole di ieri di Salvini a Draghi – c’è bisogno di delegittimare le frange estreme squadriste fasciste che hanno assaltato la sede della Cgil. Lo si può fare senza bisogno ogni volta di dire che bisogna delegittimare anche un lungo elenco di qualunque forma di violenza. Bisogna accusare quanto successo sabato. Punto, dopo di che ci si ferma lì. Noi saremo sabato in piazza senza bandiere di partito”.
    “E’ evidente che ci sono stati problemi e falle, ma gli attacchi della Meloni sono strumentali. E’ un modo per coprire quanto accaduto e soprattutto l’assunzione di responsabilità. Ha passato giorni a dire che non sapeva la matrice, ora cerca di scaricare su Lamorgese, ma non vedo cosa c’entri con la richiesta di pacificazione che ha fatto Salvini dopo aver incontrato Meloni”.

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    Parlamentari senza Green pass assenti ingiustificati

    Come accadrà per tutti gli altri lavoratori, da venerdì anche per accedere alla Camera ed al Senato i parlamentari e i loro collaboratori, ma anche i membri del governo dovranno mostrare il green pass. Una delibera dei deputati questori trasmessa a tutti i deputati, infatti definisce l’esibizione del certificato come condizione “inderogabile” per poter accedere in tutte le sedi di Montecitorio. In alternativa al green pass, sarà richiesto un tampone molecolare o un test antigenico. Al deputato che dovesse rifiutarsi di esibire il documento verrà applicata la sanzione dell’articolo del regolamento interno di Montecitorio per i “fatti di eccezionale gravità che si svolgano nella sede della Camera, ma fuori dell’aula”: la “censura con interdizione di partecipare ai lavori parlamentari per un periodo da 2 a 15 giorni di seduta”. Oltre a impedire la partecipazione ai lavori parlamentari per il deputato che non si adegua, la sanzione ha anche un costo economico: circa 250 euro al giorno, pari alla diaria che non viene percepita quando non si partecipa alle votazioni.Un ricorso diretto alla Corte costituzionale per conflitto di attribuzione: è quanto si apprestano a fare i parlamentari della componente de “l’Alternativa c’è”, per contestare l’adozione in Parlamento dell’obbligo di green pass. Con il ricorso Ac non intende, viene spiegato, colpire solo la delibera della Camera dei deputati che ha introdotto l’obbligo del pass ma lo stesso impianto del decreto legge sull’obbligo nei posti di lavoro.Per i senatori senza green pass scatta dal 15 ottobre la sospensione, con il relativo taglio della diaria. Lo annunciano in una nota congiunta i Senatori Questori Antonio De Poli, Laura Bottici e Paolo Arrigoni.”Il Senato si è adeguato alla normativa generale sull’obbligo del green pass – si legge nella nota – Da venerdì 15 ottobre scatta l’obbligo di esibire la certificazione verde Covid-19, rilasciata in conformità alle disposizioni vigenti, per accedere alle sedi del Senato”. “Per i senatori che dovessero violare l’obbligo della certificazione – spiegano i Questori – sono previste sanzioni, tra cui la sospensione fino a 10 giorni, con il relativo taglio della diaria, che verrà disposta dal Consiglio di presidenza. La verifica della certificazione verrà effettuata mediante l’utilizzo della App Verifica C19 con l’impiego di dispositivi digitali di proprietà del Senato della Repubblica”.

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    Salvini a colloquio con Draghi per un'ora: 'Frenare la delegittimazione del centrodestra'

    Il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, ha incontrato a Palazzo Chigi il segretario della Lega, Matteo Salvini, per discutere dei provvedimenti economici di prossima emanazione, con particolare riferimento alla Legge di Bilancio e al decreto fiscale. Lo comunica Palazzo Chigi. Salvini ha lasciato la sede del governo dopo un’ora di colloquio.  Come riferisce la Lega in una nota, nel colloquio durato un’ora fra il premier Mario Draghi e il segretario leghista Matteo Salvini, i due “hanno parlato di attualità e dei prossimi provvedimenti economici. Tra le altre cose, hanno confermato l’intenzione di non aumentare le tasse. Il leader della Lega – continua la nota – ha sottolineato l’esigenza di ritrovare al più presto un clima di unità e concordia nel Paese, a partire dalle forze politiche”.
    “Chiederò al presidente Draghi di guidare un percorso di pacificazione nazionale”. A dirlo è il leader della Lega, Matteo Salvini, nella conferenza stampa del centrodestra a Roma a sostegno del candidato Enrico Michetti, parlando delle polemiche sul fascismo.
    Come si apprende da fonti della Lega, la proposta di pacificazione nazionale avanzata, a nome del centrodestra, dal segretario leghista Matteo Salvini al premier Mario Draghi “è un invito a tenere i toni bassi”, chiedendo al presidente di “intervenire per appellarsi alla responsabilità e frenare le campagne di delegittimazione che nelle ultime settimane sono state particolarmente feroci contro il centrodestra, a partire da Lega e Fratelli d’Italia”.
        “Io sono preoccupato e ho chiesto un incontro a Draghi perchè il Paese così non va lontano. Il 30 ottobre Roma è sulle tv di tutto il mondo con il G20 e noi come ci presentiamo? Non possiamo fallire, però se non fermiamo un disadattato con il braccialetto elettronico io sono preoccupato”.
    “Qui c’è gente che organizza manifestazioni politiche il giorno prima del voto. Le organizzazione eversive vanno sciolte tutte, qui si fa una mozione che condanna una parte e si dimentica l’altra e non fa un buon servizio all’Italia. Se andiamo avanti così non facciamo un buon servizio al Paese, ne parlerò con il premier”, prosegue Salvini che si dice “assolutamente fiducioso che in alcuni Municipi” vincerà il centrodestra con Michetti. “Vinceremo – assicura – per il nervosismo altrui. Quando ti limiti ad insultare l’avversario senza uno straccio di proposta qualche problema lo hai”.  E a proposito del candidato e delle polemiche nate per alcune sue dichiarazioni. aggiunge: “Parliamo di un milione di posti di lavoro o dobbiamo fare un esame di storia a Michetti?”.
    “Tirare fuori gli scheletri dal passato non fa bene all’Italia e non fa bene al governo. E siccome di alcuni ministri non ho particolare stima né fiducia, ne parlerò con il manager, l’amministratore delegato di questo governo, non può permettere che l’Italia vada incontro a problemi enormi”, dichiara il leader della Lega riferendosi al Presidente del Consiglio.
    “Non siamo riusciti a fermare un disadattato con il Daspo, allora io sono preoccupato: Ilva, Alitalia, la revisione del catasto, 120 milioni di cartelle esattoriali di Equitalia in partenza… – dice ancora Salvini – ho chiesto un incontro al presidente Draghi perché prevenire è meglio che curare. Altrimenti puoi avere anche un genio come premier, ma se la macchina è fuori controllo non vai lontano”.
    “Il popolo ebraico e Gerusalemme sono un tutt’uno, quindi trasferire la capitale da Tel Aviv a Gerusalemme sarà un impegno morale, civile, religioso e politico” dice Salvini partecipando alla Jerusalem prayer breakfast, a Roma, interrotto nella sua frase da un fragoroso applauso con i presenti che si sono alzati in piedi. Salvini ha quindi aggiunto: “Sono contento dell’applauso perché avrò qualche critica fuori…”.   

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    Meloni alla conferenza stampa di Michetti: 'Centrodestra unito, altri fanno accordi di palazzo'

    “A Roma lungo tutta la campagna elettorale c’è stata una presenza importante di tutti i leader a dimostrazione di quanto crediamo in questa campagna. L’amministrazione sarebbe compatta e coesa attorno a Michetti. Non così per i nostri avversari. Qualcuno fa accordi di palazzo ritenendo che i cittadini siano delle pecore. Al di là degli interessi dei partiti per arrivare alla vittoria, di condivisione c’è molto poco”. Lo ha detto la leader di FdI Giorgia Meloni, nella conferenza stampa del centrodestra a sostegno del candidato a sindaco di Roma Enrico Michetti.
    “Gualtieri è in continuità con quello che abbiamo già visto, Michetti è l’unica alternativa ed è una novità e penso che si capisca bene questa grande differenza. È stata una campagna elettorale indegna fatta con metodi che avevano come unico obiettivo quello di non parlare dei problemi delle città in cui si votava. Per giorni siamo stati interrogati su temi che non avevano a che fare nulla con la Capitale. In questi giorni si è lavorato per dipingere il mostro ma se fossimo davvero così mostruosi ci sarebbe da usare questi metodi? Con questo killeraggio io penso di no e penso che i cittadini siano intelligenti da capire cosa sta accadendo”.
    “Oggi siamo qui per anche siglare un patto per la Capitale, come coalizione. Per prenderci un impegno, non solo Michetti e gli eventuali assessori, ma anche i partiti del centrodestra in Parlamento che sostenfono la sua candidatura: il tema è il ruolo della Capitale d’Italia, per potere, risorse, competenze e peso di una città che ha bisogno di un’attenzione particolare per il suo ruolo e per la sua complessità”, ha annunciato la leader di FdI Giorgia Meloni. “Roma non è una città che si può governare con gli stessi poteri e risorse di qualsiasi altro Comune – ha aggiunto Meloni – né il Pd, che aveva il governo della Regione, né il M5s, che aveva il governo del Comune, hanno ritenuto di affrontare il problema dello status della Capitale”.
    “L’unica arma sono il sorriso e i nervi saldi. In alcuni Municipi vinceremo e io sono assolutamente fiducioso, per il nervosismo altrui, per la vittoria in Campidoglio: quando ti limiti ad insultare l’avversario senza uno straccio di proposta qualche problema lo hai”. Così il leader della Lega, Matteo Salvini, nella conferenza stampa del centrodestra a sostegno del candidato a sindaco di Roma Enrico Michetti.
    “Qui c’è gente che organizza manifestazioni politiche il giorno prima del voto. Le organizzazione eversive vanno sciolte tutte, qui si fa una mozione che condanna una parte e si dimentica l’altra e non fa un buon servizio all’Italia. Se andiamo avanti così non facciamo un buon servizio al Paese, ne parlerò con il premier”.
    “Il centrodestra è pronto a presentare una mozione che condanni tutte le violenze che sono state commesse a Roma da parte degli estremisti di Forza nuova ma chiediamo la stessa condanna e la stessa azione nei confronti degli anarco-insurrezionalisti denunciati a Milano, a Torino si sono dimostrati tra i più violenti”. L’ha detto il coordinatore nazionale di Forza Italia, Antonio Tajani arrivando alla conferenza stampa del centrodestra per Enrico Michetti, a Roma. E ha aggiunto: “Serve condannare la violenza, non strumentalizzarla per fini elettorali” perché “non ci possono essere due pesi e due misure, i delinquenti sono delinquenti”.
    “Vogliamo capire quale sia il progetto della sinistra per risanare la città. Abbiamo perso le olimpiadi. Ci lamentiamo perchè a Roma non restano i turisti, perchè dobbiamo avere meno turisti di Londra e Parigi? Quante mostre ci sono a Roma? O spettacoli? Nemmeno il Sistina riapre, qui a Roma c’è molto poco. Oppure vogliamo parlare di economia? Per questa città cosa si è fatto? Noi chiediamo più poteri perchè abbiamo un piano ed una visione per Roma”.
    “Il problema non esiste, non c’è una necessità di manifestare contro il fascismo, la sceneggiata di sabato è contro la legge. È inaccettabile che la facciano, ma se gli venisse proibito farebbero le vittime”. Lo ha dichiarato Vittorio Sgarbi, nella conferenza stampa del centrodestra a sostegno del candidato a sindaco di Roma Enrico Michetti. “Quando sento parlare di fascismo a distanza di oltre 70 anni dalla sua scomparsa – ha aggiunto – ricordo che il comunismo c’è ancora, in quel nome governano a Cuba, in Cina, in Corea, dove si umiliano le persone”.
    “Penso di aver vissuto nel piccolo quello che ha vissuto Alcide De Gasperi, una persona a cui ho fatto riferimento tante volte, un mito assoluto, un grande statista, quando si rivolse nella conferenza di pace di Parigi nel 1946. Disse: ‘so che tutto è contro di me tranne la vostra personale cortesia’. Quell’uomo ricostruì il Paese, creò i presupposti per il boom economico. In questa campagna elettorale era tutto contro di noi, tranne una coalizione unita, e questo non lo distruggeranno mai. Dopo 86 attacchi, se non rispondi, se mantieni il sorriso, significa che con noi non ce la fanno”. Lo ha detto Enrico Michetti, candidato sindaco di Roma del centrodestra, nel corso di una conferenza stampa con i leader della coalizione che lo sostiene.
    “Con l’odio si paralizza il sistema, si creano le faide. Il clima di odio crea il contro odio, si può vincere un’elezione ma non si governa con l’odio. Io voglio vincere con la pace mettendo al centro Roma. Non so se ci riusciremo, io non vengo dal Palazzo, io prendo ordini solo dai cittadini di Roma”, ha detto ancora Michetti. 
    Il Patto per Roma
    I leader di centrodestra e il candidato sindaco Enrico Michetti hanno sottoscritto il ‘Patto per Roma’, “un impegno da parte della coalizione per dare alla Capitale “poteri e riconoscimenti”, all’altezza del suo ruolo. “Roma non è una città come le altre: è la Capitale della Repubblica Italiana, della cristianità, del Mediterraneo e della cultura mondiale. È il Comune più popoloso e più esteso d’Italia, con la maggiore concentrazione di beni storici al mondo, ospita lo Stato della Città del Vaticano e numerose organizzazioni internazionali e uffici diplomatici internazionali. Al pari delle altre grandi città europee e mondiali, Roma deve essere dotata di poteri all’altezza del suo ruolo e merita il riconoscimento da parte di tutta la Nazione per le funzioni che svolge e il peso che sostiene nel farlo”. Si legge nel testo integrale, che poi prosegue: “Per questo, le sottoscritte forze politiche del centrodestra” che sostengono la candidatura a Sindaco di Roma dell’avvocato Enrico Michetti si impegnano: 1. ad approvare in tempi rapidi la riforma della governance di Roma, riconoscendo alla Capitale più autonomia di poteri e funzioni, l’attribuzione degli strumenti necessari per un governo efficace ed efficiente della città, maggiori risorse economiche, con uno stanziamento minimo di almeno 500 milioni di euro l’anno per i prossimi cinque anni; 2. a definire una volta per tutte l’assetto dei Municipi e attuare un decentramento delle funzioni amministrative, responsabilizzando gli amministratori locali anche nella stesura del bilancio; 3. ad affidare al Sindaco di Roma poteri commissariali speciali sul modello ‘Genova’ per affrontare le gravi carenze infrastrutturali della città e portare a compimento opere rimaste ferme per troppi anni; 4. ad affidare al Sindaco di Roma maggiori poteri su settori strategici, come ad esempio la sicurezza, il decoro urbano, i trasporti e la viabilità, gestione del patrimonio culturale e il governo del territorio, l’ambiente; 5. a sostenere l’approvazione di una legge statale che dia alla città gli strumenti amministrativi e finanziari indispensabili per organizzare il Giubileo del 2025.

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    Camera, ok a pdl per incentivare la presenza delle donne nel lavoro

     Si’ dell’Aula della Camera alle modifiche al codice sulle pari opportunità tra uomo e donna in ambito lavorativo, incentivando la presenza femminile nel mercato del lavoro e contro il cosiddetto “gender gap” nelle retribuzioni. Il testo, approvato a Montecitorio all’unanimità (393 sì, nessun contrario), passa al Senato.    Tra le innovazioni, l’istituzione della “certificazione della parità di genere”, con premialità, per attestare le misure dei datori di lavoro per ridurre il divario di genere su opportunità di crescita in azienda, parità salariale, politiche di gestione delle differenze di genere e tutela della maternità.   
    Il testo approvato a Montecitorio mira a sostenere la partecipazione delle donne al mercato del lavoro e a favorire la parità retributiva tra i sessi, attraverso l’ampliamento dell’ambito soggettivo di applicazione dell’obbligo di redazione del rapporto sulla situazione del personale: sarà obbligatorio per le aziende (pubbliche e private) che impiegano più di 50 dipendenti (oggi lo è per quelle con più di 100). Vengono quindi previsti incentivi alle assunzioni, di agevolazioni fiscali, strumenti per favorire la conciliazione dei tempi di vita e dei tempi di lavoro ed un sistema di certificazione della parità di genere. Le norme, quindi, integrano la nozione di discriminazione diretta e indiretta. In particolare, vengono inseriti tra le fattispecie che danno luogo a discriminazione indiretta anche gli atti di natura organizzativa o incidenti sull’orario di lavoro che, modificando l’organizzazione delle condizioni e il tempo del lavoro, mettono o possono mettere i lavoratori di un determinato sesso in una posizione di particolare svantaggio rispetto a lavoratori dell’altro sesso.
    Viene poi riconosciuto uno sgravio contributivo parziale, fino a 50mila euro all’anno, alle aziende private in possesso, al 31 dicembre dell’anno precedente a quello di riferimento, della certificazione di pari opportunità.

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    Malattie rare: Parente, approvato testo unico

    “Appena approvato all’unanimità in Commissione Igiene e Sanità del Senato il testo unico su malattie rare. Un aiuto concreto ai pazienti e alle loro famiglie e un esempio di buona politica”. Lo afferma la presidente della commissione Igiene e Sanità di palazzo madama Annamaria Parente. 
    “Come auspicavo, dopo l’approvazione alla Camera lo scorso maggio, stamattina è arrivato l’ok unanime al cosiddetto Testo Unico sulle malattie rare anche in Senato, in 12ª Commissione Igiene e Sanità. E’ un passaggio che segna una svolta in quella che deve diventare la ‘buona routine’ nella gestione dei malati rari”. Lo ha sottolineato il Sottosegretario alla Salute, Pierpaolo Sileri. “Il Testo unico, infatti, frutto di un importante lavoro di sintesi – aggiunge Sileri – e di sinergia fra le parti politiche in Parlamento, disciplina finalmente in un quadro normativo semplice e chiaro l’omogeneità delle prestazioni per i malati rari su tutto il territorio nazionale, l’accesso ai farmaci orfani, il sostegno alla ricerca clinica sulle malattie rare, l’assistenza di prossimità per i pazienti. E’ la base per declinare interventi concreti a pieno sostegno dei 2 milioni di malati rari in Italia e per dare attuazione ad una assistenza che sia espressione della centralità del paziente e di cure personalizzate”.
    “L’approvazione da parte della Commissione Sanità del Senato del Testo unico sulle malattie rare, avvenuta all’unanimità e senza modifiche proprio per approdare al più presto al sì definitivo alla legge, è un passo avanti molto importante e atteso da tanti pazienti. Il disegno di legge inquadra finalmente le malattie rare, prevede una definizione chiara per queste patologie, un Comitato e una rete nazionale di coordinamento, piani diagnostico terapeutici e assistenziali e livelli essenziali di assistenza (Lea) per ciascuna specifica malattia e soprattutto più ricerca. Dopo tanti anni, siamo all’ultimo miglio di una legge che costituirà una mano tesa e una speranza in più per tantissimi pazienti e per le loro famiglie”. Lo dice la senatrice del Pd Paola Boldrini, vicepresidente della Commissione Sanità. “Per le patologie che godono già di organizzazioni e di centri di riferimento con sanitari e pazienti – prosegue Paola Boldrini – non si tratterà di ricominciare da zero. Un ordine del giorno specifico a mia firma prevede infatti di fare tesoro di tutte le eccellenze già presenti sul territorio, come per esempio per l’emofilia e la talassemia. Le reti già esistenti continueranno la loro preziosa attività e potranno coordinarsi con la nuova struttura per beneficiare di aiuti concreti”.