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    Rogo Petruzzelli: Regione Puglia, 30 anni fa colazione amara

    (ANSA) – BARI, 27 OTT – “Sono passati 30 anni da quella
    colazione indigesta, da quel 27 ottobre 1991 in cui il
    Petruzzelli smise bruscamente di far sentire la propria voce.   
    Una voce che oggi, dopo un lungo pianto, può schiarirsi e
    cominciare a cantare. Tutte le volte che vuole”. Così la Regione
    Puglia, sui propri profili social, ricorda il rogo che 30 anni
    fa distrusse il teatro Petruzzelli di Bari. “Un caffè amaro
    quella mattina a colazione – si legge – incollati al
    telegiornale delle 8:00, ammutoliti da quell’inquadratura
    dall’alto, dall’ultimo atto del rogo che aveva fagocitato fra
    cenere e fiamme quasi 90 anni di spettacoli, applausi e omaggi:
    uno su tutti, l’inchino al suo cospetto di Alberto Sordi e
    Monica Vitti in Polvere di Stelle. Appena la sera prima, proprio
    su quel palcoscenico, la scena finale della Norma di Vincenzo
    Bellini era stato un oscuro presagio, purtroppo inascoltato.   
    L’incendio privò Bari del suo rubino più prezioso. Per 18 anni
    il brusìo nel foyer poco prima del suono della campanella ha
    ceduto il passo al malinconico silenzio di chi aveva visto da
    vicino, solo per citarne alcuni nomi, Eduardo De Filippo, Dario
    Fo, Carmelo Bene, Riccardo Muti, Carla Fracci, Katia
    Ricciarelli, Luciano Pavarotti, Plácido Domingo, José Carreras,
    Liza Minnelli e Frank Sinatra”. (ANSA).   

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    Bianchi, mai tanti soldi per la scuola, ora più asili nido

    Investire sugli ambienti scolastici, metterli in sicurezza e realizzare “più laboratori” e “aule in grado di adattarsi a diverse esigenze”. Poi “permettere ai ragazzi di tutto il Paese di avere le stesse opportunità per combattere la dispersione”, aumentando i nidi.
    Questo il programma del ministro all’Istruzione Patrizio Bianchi che in un’intervista a Repubblica afferma: “Non ci sono mai stati tanti soldi per la scuola”. Interpellato su come si spenderanno i 17,59 miliardi nel Pnrr, risponde: “Nuove scuole e riqualificazione di quelle esistenti”, “a novembre partono i bandi per i primi 5 miliardi”.

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    Arriva nuovo dl Recovery, dalla formazione digitale al turismo

    Sconti a chi investe in formazione digitale, iniettando risorse nel nuovo ‘Fondo per la Repubblica digitale’. Mobilità più facile per i professori universitari, anche dall’estero, borse di studio per gli studenti. Sono solo alcune delle misure contenute nella bozza del nuovo decreto Recovery che arriverà mercoledì sul tavolo del Consiglio dei ministri. Nella notte è toccato ai tecnici un vaglio del testo, piuttosto corposo, e alcune delle 42 norme contenute nella bozza sarebbero ancora in bilico: dubbi in particolare vi sarebbero, secondo quanto si apprende, su alcune misure legate alle assunzioni.
    Ad annunciare un nuovo provvedimento con “ulteriori semplificazioni” per accelerare l’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza era stato lo stesso premier, Mario Draghi. Raccolte le indicazioni da parte di tutti i ministeri degli “ulteriori provvedimenti necessari per semplificare gli iter dei singoli progetti e del Piano”, il governo passa ora al varo del decreto legge, che rende concreti alcuni investimenti e alcune riforme previste dal piano, come le misure per sostenere il turismo, tra i più colpiti dalla pandemia, e traghettarlo nel mondo 4.0. Arriva quindi l’annunciato ecobonus all’80% e un contributo a fondo perduto fino a 100mila euro per la ristrutturazione degli alberghi (dall’efficienza energetica all’eliminazione delle barriere architettoniche, alle piscine termali). Ma anche un contributo diretto del 35% per i lavori tra i 500mila euro e i 10 milioni. Nel pacchetto anche la creazione di una “Sezione Speciale Turismo” del Fondo di garanzia per le Pmi e un credito d’imposta del 50% per agenzie e tour operator per lo sviluppo digitale.
    Il decreto punta ad accelerare gli investimenti, con un nuovo intervento su quelli ferroviari ma anche attraverso un taglio dei tempi per le autorizzazioni ambientali strategiche (Vas). Spunta anche un nuovo Fondo dei fondi denominato “Fondo ripresa resilienza Italia”. Per spingere la rigenerazione urbana poi vengono assegnati subito i 2,5 miliardi previsti dal piano di qui al 2026 per combattere il degrado delle città.
    Arriva l’attuazione anche di alcune riforme del pacchetto scuola-università, a partire dalle borse di studio per gli studenti e dall’aumento degli alloggi a disposizione per chi si voglia spostare per fare l’università. Cambiano anche i percorsi di laurea, con la possibilità di conseguire parte dei crediti formativi in corsi attigui, per favorire l’interdisciplinarità.Scatterà anche il concorso per la progettazione di scuole innovative.
    Nella bozza compaiono norme sulla gestione commissariale di Bagnoli e per Taranto, ma anche per il potenziamento del commissario unico alle bonifiche delle discariche abusive. Arriva poi una proroga per la commissione consultiva tecnico-scientifica e per il comitato prezzi dell’Aifa, nelle more della loro riorganizzazione. Nel decreto infine un pacchetto di norme per garantire gli investimenti rafforzando allo stesso tempo il sistema di prevenzione antimafia. (ANSA).   

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    Manovra: clima teso sulle pensioni, confronto prosegue domani

    E’ terminato, dopo circa due ore e mezza, l’incontro sulla legge di Bilancio tra governo e sindacati a Palazzo Chigi.”Il presidente del Consiglio Mario Draghi ha lasciato l’incontro con i sindacati sulla manovra convocato questo pomeriggio a Palazzo Chigi per un impegno. Il confronto che prosegue ora con i ministri Renato Brunetta, Daniele Franco e Andrea Orlando riprenderà comunque domani per “approfondire alcuni aspetti specifici”. Lo fa sapere Palazzo Chigi.Clima teso all’incontro tra governo e sindacati sulla manovra, in particolare sul nodo pensioni, con quello che viene definito “un braccio di ferro”. Così fonti sindacali descrivono la riunione a Palazzo Chigi. Le posizioni restano distanti, al momento non si profila una intesa.”L’incontro non è andato bene”: Sulle pensioni ci sono “solo 600 milioni. Non ci sono risposte sulla riforma complessiva necessaria. Il sindacato valuterà nei prossimi giorni forme e strumenti di mobilitazione per fare scelte adeguate”. Così il segretario generale della Uil, Pierpaolo Bombardieri, al termine dell’incontro a Palazzo Chigi sulla manovra.”Non ci vediamo domani. Domani è previsto un incontro con i segretari del sindacato europeo e mondiale. Per domani non è previsto alcun incontro” con il governo sulla manovra. Lo dice il segretario generale della Uil, Pierpaolo Bombardieri, al termine dell’incontro a Palazzo Chigi.41 anni di contributi e 62 anni d’età. E’ la proposta che la Lega avrebbe avanzato al governo, nell’ambito del confronto sulle pensioni in legge di bilancio. Si tratterebbe in sostanza di Quota 41, ma con un limite minimo d’età di 62 anni.Subito il finanziamento del fondo ad hoc per il taglio delle tasse. E solo in un secondo momento, probabilmente durante l’iter in Parlamento (o in extremis con un decreto successivo) il dettaglio delle misure: sarebbe questo, secondo quanto si apprende da diverse fonti, l’orientamento del governo. I tempi sarebbero troppo stretti, viene spiegato, per raggiungere un’intesa prima del varo della manovra, previsto giovedì. Quindi si procederebbe a stanziare nell’articolato della legge di Bilancio i sei miliardi aggiuntivi, che porteranno ad 8 le risorse disponibili per il 2021, lasciando più tempo per chiudere l’accordo sulle misure.Intanto potrebbe essere convocato domani, secondo quanto si apprende da diverse fonti di governo, il Consiglio dei ministri per approvare il nuovo decreto Recovery, con le misure necessarie ad accelerare la realizzazione del Pnrr. La manovra, invece, dovrebbe essere oggetto di una successiva riunione del Cdm.Con la legge di bilancio dovrebbe arrivare la proroga di Opzione Donna e l’estensione dell’Ape social ad altre categorie di lavoratori gravosi. Lo si apprende da fonti di governo, a margine delle riunioni in corso in queste ore sulla manovra. Il ripristino dello strumento per l’anticipo della pensione delle donne e l’ampliamento dell’Ape social sono tra le proposte del ministro del Lavoro Andrea Orlando, sostenute dalla gran parte dei partiti della maggioranza.”Fondamentale la continuità sui bonus, sapere che non è che si fa una norma e un attimo dopo viene cambiata, gli investimenti si fanno se sono di lungo periodo. La battaglia sui bonus, per dare continuità, è necessario farla, muovendosi in quella direzione”. Lo ha detto il segretario del Pd, Enrico Letta, intervenendo alla direzione nazionale del partito. “La tassa sugli assorbenti è una questione di cui dobbiamo parlare di più, raggiungere un risultato importante è anche sfatare un tabù rispetto alla necessità di intervenire”. Nella manovra “sono molteplici le questioni sul tema del lavoro, Orlando se ne sta occupando con impegno. Ridurre le tasse sul lavoro in questa legge di bilancio rappresenta una grande priorità, è un modo per spingere i contratti a tempo determinato e aiutare le persone ad avere più soldi in busta paga”, ha aggiunto Letta.”Il nostro atteggiamento è propositivo e costruttivo. Sulle pensioni abbiamo offerto 4-5 alternative. Noi vogliamo scongiurare il ritorno alla Fornero. Mentre altri sono concentrati su altre battaglie a noi interessa non tornare alla Fornero. In Draghi ho trovato ascolto ci stiamo confrontando con il ministero dell’economia e contiamo di trovare una soluzione partendo dalla conferma di opzione donna e tenendo più basso possibile il limite di età anagrafico. Senza la Lega ci sarebbe il ritorno probabile alla Fornero. Noi siamo per lavoro e pensioni e abbiamo idee chiare. L’intervento deve durare un anno poi si andrà a votare e gli italiani sceglieranno quale sistema pensionistico vogliono. Sicuramente troveremo una soluzione”. Così il leader della Lega Matteo Salvini nel corso di una conferenza stampa.
    Intervistato da Repubblica Luigi Sbarra, segretario generale della Cisl, osserva che “le pensioni non possono essere considerate solo un costo economico” e che “le risorse attuali sono assolutamente insufficienti”. La riforma Fornero – sostiene – ha realizzato risparmi importanti, così come il finanziamento di Quota 100 non è stato interamente utilizzato. “Noi chiediamo che parte di questi risparmi vengano reinvestiti per cambiare il sistema pensionistico, introducendo elementi di equità, flessibilità e sostenibilità”.    “Se troveremo un muro davanti a noi, o se le nostre rivendicazioni e proposte saranno ostacolate o non prese in considerazione, le mobilitazioni saranno inevitabili nelle prossime settimane e nei prossimi mesi”, avverte il numero uno della Cisl.    Secondo il sindacalista, “il governo deve recuperare un metodo del confronto con il sindacato più strutturato e permanente, altrimenti la manovra rischia di nascere squilibrata e insufficiente a causa dello scarso dialogo che l’ha preceduta”. “Noi – aggiunge – dobbiamo lasciare alle persone la scelta volontaria di andare in pensione dopo i 62 anni o con 41 anni di contributi, a prescindere dall’età, sapendo che non tutti i lavori sono uguali e che quindi non possono esserlo neanche le regole pensionistiche, quindi c’è la necessità di introdurre elementi di forte flessibilità in uscita dal mercato del lavoro, come fatto ad esempio nell’Ape Sociale, dove chiediamo l’ulteriore allargamento”.  

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    Ddl Zan in bilico al Senato, incognita sul voto segreto

    Lo scontro finale sul ddl Zan in Senato si consumerà domattina in Aula quando terminata la discussione generale si passerà al voto sul non passaggio all’esame degli articoli. Falliti tutti i tentativi di trovare un accordo, protagonisti della giornata di oggi a palazzo Madama. La proposta di slittare di una settimana l’esame dell’Assemblea è naufragata alle 20.30 nel corso di una capigruppo quando il Pd ha avuto la certezza che la tagliola non sarebbe mai stata ritirata. Dopo la sospensione della discussione sul ddl dettata dalla pausa estiva, ad aspettare al varco il provvedimento, arrivato a palazzo Madama nell’aprile scorso, c’è infatti la richiesta di Lega e Fratelli d’Italia di mettere ai voti il non passaggio all’esame degli articoli, la cosiddetta tagliola, per andare direttamente al voto finale senza l’esame degli emendamenti. Entrambi i voti, con una richiesta sottoscritta da venti senatori, sarebbero a scrutinio segreto. Il rischio è che nel segreto dell’urna, in assenza di un accordo politico, il ddl finisca con l’essere affossato per sempre. Il Pd però promette battaglia, afferma la capogruppo dem Simona Malpezzi e cercherà in tutti i modi di ottenere il voto palese. Al termine di una giornata che ha visto protagonista nella Camera Alta una girandola di incontri, l’appello del segretario dem Enrico Letta di “cercare un’intesa” è caduto nel vuoto.”È da irresponsabili aver deciso di andare subito in aula senza trovare prima un accordo , occorreva fare un rinvio di una settimana per entrare nel merito del provvedimento cercando un’intesa, come aveva chiesto IV, cercando quelle modifiche auspicate anche da Letta. Senza questa intesa si rischia il naufragio in aula” . Così in una nota il presidente dei senatori di Italia Viva Davide Faraone al termine della capogruppo.
    “L’impegno che il Ddl Zan diventi legge qua lo prendo e lo confermo. Domani c’è un voto tagliola in Senato, chiesto da Lega e Fdi, nelle loro intenzioni vuole affossare il provvedimento. L’appello che faccio è di evitare questo, che sarebbe uno schiaffo alla maggioranza della società italiana, che vuole una risposta sui temi cui il ddl Zan risponde. Questa risposta la vogliono tutti i giovani”. Lo ha detto il segretario del Pd, Enrico Letta, intervenendo alla direzione nazionale del partito.”Il Movimento 5 Stelle e il Gruppo Misto/Leu non parteciperanno al tavolo indetto per le ore 17 dal presidente Andrea Ostellari. Siamo assolutamente favorevoli e disponibili al confronto, ma il presupposto indispensabile per un serio dialogo è quello di ritirare la cosiddetta tagliola della richiesta del non passaggio agli articoli, dal momento che determinerebbe l’affossamento del provvedimento stesso”. Lo affermano in una nota il presidente del Gruppo M5s Ettore Licheri e Loredana De Petris, presidente del gruppo Misto, al termine del proficuo incontro con il deputato Alessandro Zan e la capogruppo del Pd a Palazzo Madama Malpezzi.

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    Governo, Letta: 'Sostegno convinto a Draghi'

    “Avanti con il governo Draghi, lo sosteniamo convintamente”, ha detto il segretario del Pd, Enrico Letta, intervenendo alla direzione nazionale del partito.
    “Abbiamo vinto le amministrative, le abbiamo vinte ovunque, abbiamo completato questa vittoria completa e totale con il voto degli ultimi ballottaggi nelle regioni a Statuto speciale che ha confermato che la nostra vittoria non è stata episodica, ma totale, completa, al di là delle nostre più rosse aspettative”, ha detto il segretario del Pd.
    “Avanti con il piano vaccinale, che è stata una delle chiavi del successo, sulla pandemia ma anche al voto. Sicurezza e libertà sono due parole fondamentali per la ripartenza e non sono di destra”. “Avanti con il piano vaccinale e chiari e fermi con il green pass. Le resistenze sono di minoranze degli italiani che mettono a repentaglio le vite degli altri con atteggiamenti irresponsabili”.
    “Vinciamo se ci occupiamo della vita degli italiani, poi ci occupiamo di noi stessi, abbiamo vinto perché siamo tornati in sintonia con il Paese più profondo”, ha spiegato Letta.
    Poi ancora: “Di Quirinale si parla dopo che la manovra sarà approvata, l’ultima cosa che deve accadere è che queste priorità – Quirinale o discussione sule regole del voto – finiscano per asciugare le energie dell’impegno politico, che ora deve concentrarsi su altre priorità, come l’uso dei fondi del Pnrr”.  
    letta ha parlato anche del Ddl Zan: “L’impegno che il Ddl Zan diventi legge qua lo prendo e lo confermo. Domani c’è un voto tagliola in Senato, chiesto da Lega e Fdi, nelle loro intenzioni vuole affossare il provvedimento. L’appello che faccio è di evitare questo, che sarebbe uno schiaffo alla maggioranza della società italiana, che vuole una risposta sui temi cui il ddl Zan risponde. Questa risposta la vogliono tutti i giovani”. 
    Poi la manovra: “Fondamentale la continuità sui bonus, sapere che non è che si fa una norma e un attimo dopo viene cambiata, gli investimenti si fanno se sono di lungo periodo. La battaglia sui bonus, per dare continuità, è necessario farla, muovendosi in quella direzione”. “La tassa sugli assorbenti è una questione di cui dobbiamo parlare di più, raggiungere un risultato importante è anche sfatare un tabù rispetto alla necessità di intervenire”.    

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    Swg, rischio astensione alle politiche, voterebbe il 59%

    L’astensione da record registrata alle amministrative (oltre il 45% al primo turno) è un trend che rischia di investire anche le elezioni politiche, secondo l’osservatorio ‘Radar Swg’. Soltanto il 59% degli aventi diritto si recherebbe alle urne (nel 2018 lo fece il 73%), come emerge dal sondaggio su un campione di 1.200 maggiorenni. Il calo, viene spiegato nell’analisi, “è in parte dovuto al fatto che siamo ancora relativamente lontani dall’appuntamento elettorale in questione e l’offerta politica è tutt’altro che definita. Ma – si sottolinea – è da considerare con attenzione quel 19% di elettori solitamente abituati a votare che in questa situazione invece non eserciterebbero questo diritto”.    Fra i motivi delle defezioni il 38% dice di non sentirsi rappresentato da nessuna delle forze politiche in campo, e il dato sale al 47% fra chi si definisce contrario all’obbligatorietà del Green pass. L’ipotesi di consentire il voto via Internet, secondo questo sondaggio, non è un tabù: il 58% è favorevole, e il 18% degli astensionisti dice che quella soluzione aumenterebbe di molto per loro la probabilità di andare a votare.    L’osservatorio riporta anche le intenzioni di voto aggiornate al 25 ottobre: fra i primi partiti ci sono Fratelli d’Italia al 20,7%, Partito Democratico al 19,7%, Lega al 19,2%, Movimento 5 Stelle al 16,6%, Forza Italia al 6,8% e Azione 4,1%.    

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    Ranucci, conduttore di Report: 'Sotto scorta 24/24, due killer vorrebbero colpirmi'

     “Da metà agosto sono sotto scorta 24 ore su 24, c’è un buontempone che dal carcere avrebbe incaricato due killer stranieri. Sarebbe un personaggio che gestisce il narcotraffico, legato a famiglie di Ndrangheta”. Lo ha detto a Rai Radio1, ospite di Un Giorno da Pecora, il vicedirettore di Rai3 e conduttore di Report Sigfrido Ranucci.