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    Mattarella: vincere la battaglia contro l'antiscienza

    “Il virus continua a provocare allarme. Non si è esaurito il nostro dovere è di responsabilità, soprattutto verso i più deboli. Siamo riusciti a realizzare una ripresa economica e i vaccini sono stati la nostra difesa, hanno consentito le riaperture. La ricerca è stata un grande esempio di collaborazione mondiale. Abbiamo visto una larga adesione alla campagna vaccinale che ha visto la quasi totalità degli italiani vaccinarsi per proteggere sè stessi e gli altri”. Lo ha detto il presidente Sergio Mattarella in occasione de “I Giorni della Ricerca”, iniziativa promossa dall’Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro. “Il Pnrr prevede investimenti importanti nella ricerca e nello sviluppo del Sistema sanitario nazionale: dobbiamo saperlo realizzare, ne va del nostro futuro e anche di quello dell’Europa visti gli investimenti che sono stati stanziati”. Lo ha detto il presidente Sergio Mattarella in occasione de “I Giorni della Ricerca”, iniziativa promossa dall’Associazione Italiana.”I vaccini sono stati la nostra maggior difesa, salvate vite e consentito le riaperture ed è merito della ricerca”. “La scienza è chiamata ancora ad intervenire, La pandemia ha prodotto pesanti conseguenze nella lotta contro il cancro”. Anche per questo bisogna condurre la battaglia “contro l’antiscienza” perchè ci sono “nuclei che propagano l’antiscienza: è una sfida nei luoghi della modernità, occorre affrontarla e vincerla, ne va della prosecuzione di un percorso virtuoso”, ha detto Mattarella.

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    Deputata No Vax Cunial può entrare alla Camera senza il Green pass

    Il Collegio dei Questori della Camera ha approvato all’unanimità una nuova delibera sul Green pass, in cui si prevede che Sara Cunial potrà sì partecipare ai lavori della Camera, ma solo dalle postazioni poste nelle tribune, a cui potrà accedere attraverso un percorso predefinito. Lo apprende l’ANSA.
    La nuova delibera dei Questori trae appiglio dalla stessa sentenza presa in sede monocratica dal presidente del Consiglio di appello, Andrea Colletti. Questi aveva accolto la richiesta di sospensiva cautelare affermando che esiste il “periculum” di un danno ai diritti di Cunial, quelli di esercitare il suo mandato parlamentare. La delibera, quindi, consente a Cunial di svolgere la sua attività parlamentare, ma da una delle postazioni installate nelle tribune da quando è esplosa la pandemia, e per accedervi dovrà seguire un percorso prestabilito. A Cunial rimangono pertanto inibite sia la possibilità di accedere all’emiciclo, sia quella di usufruire dei vari servizi della Camera dei vari ambienti di Montecitorio e degli edifici adiacenti che fanno capo all’amministrazione della Camera.
    La deputata del gruppo Misto Sara Cunial potrà entrare alla Camera per partecipare ai lavori parlamentari senza esibire il Green pass. A quanto apprende l’ANSA da fonti parlamentari, il presidente del Collegio d’appello della Camera dei deputati Andrea Colletti (Alternativa) ha accolto, con un decreto cautelare monocratico, la richiesta di sospensiva, presentata dalla deputata no vax, della delibera con cui il Collegio dei questori ha introdotto l’obbligo del green pass per accedere a tutte le sedi della Camera.
    Il ricorso di Cunial sarà esaminato dal Consiglio di giurisdizione della Camera l’1 dicembre. Cunial aveva presentato il ricorso contro la delibera dei questori, e come lei anche altri deputati e dipendenti di Montecitorio, al Consiglio di giurisdizione, il tribunale interno di primo grado di Montecitorio presieduto da Alberto Losacco (Pd), chiedendone una sospensiva immediata motivandola con la sua necessità di entrare alla Camera per votare. Il ricorso era stato respinto, e l’udienza del Consiglio era stato fissato per l’1 dicembre. Ma Cunial ha fatto appello al presidente del collegio di appello della Camera dei deputati Andrea Colletti, che ha invece accolto il ricorso, in considerazione del dovere di consentire alla deputata di esercitare il mandato di rappresentanza popolare.

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    Governo, assegno unico, ok Cdm a decreto attuativo

    Il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto legislativo attuativo dell’assegno unico che entrerà a regime dal 2022. Il provvedimento ora dovrà passare al vaglio delle commissioni competenti delle Camere per il parere, prima del via libera definitivo. “Sono molto soddisfatta ed emozionata, è un provvedimento storico a cui ho lavorato. “E’ un provvedimento che, finalmente, risponde alle richieste delle famiglie italiane, che dal 1° gennaio possono fare richiesta sul sito dell’Inps, presentando un Isee. Se non si presenta un Isee o lo si ha superiore a 40mila euro si avrà l’assegno più basso, che parte da 50 euro per un figlio. E’ obbligatorio presentare domanda per ricevere l’assegno”. Lo dice la ministra alle Pari Opportunità e la Famiglia Elena Bonetti a Rai Radio1, ospite della trasmissione ‘Un Giorno da Pecora’.
    L’assegno unico riguarderà, secondo le stime, “oltre 7 milioni di famiglie” e poiché “i dati certificano che metà delle famiglie ha meno di 15mila euro di Isee, circa la metà della platea potrà prendere la cifra massima”, ha spiegato la ministra Bonetti, interpellata dall’ANSA. Per l’intervento sono stanziati “circa 20 miliardi” che garantiranno il carattere universalistico della misura, spiega la ministra, dando l’assegno unico “anche alle famiglie che oggi non ne hanno diritto”.
    LA SCHEDA
    Il nuovo assegno terrà conto delle famiglie numerose che arriveranno a ricevere, combinando più requisiti, fino a oltre 1000 euro al mese.
    Il passaggio in Consiglio dei ministri è in realtà il penultimo step, perché il provvedimento dovrà ancora passare il vaglio delle commissioni parlamentari ed essere pronto per andare in Gazzetta prima della fine dell’anno. La nuova misura sarà infatti operativa a decorrere da marzo 2022 ma le domande si potranno presentare dal primo gennaio, per un periodo che andrà da marzo al febbraio dell’anno successivo, mentre ora gli assegni familiari vanno da luglio a giugno dell’anno dopo.
    Arriva anche una proroga fino a fine febbraio per allineare l’assegno temporaneo per gli autonomi a queste nuove scadenze. Insieme alla domanda, a differenza dei vecchi assegni parametrati al reddito, andrà presentata anche la dichiarazione Isee ma chi non la presenta riceverà comunque l’assegno al minimo. Potranno richiederlo tutti i residenti da almeno due anni, compresi i cittadini extracomunitari. Gli importi saranno parametrati all’Isee: due in linea generale i limiti individuati, sotto i 15mila euro di Isee per avere il massimo dei benefici, oltre i 40mila per avere comunque almeno il minimo. Nessuna famiglia, se vorrà, resterà quindi fuori dal contributo che andrà dai 50 ai 175 euro al mese che diventano da 25 a 85 per i figli tra i 18 e i 21 anni.
    Saranno previste una serie di maggiorazioni in base al numero di figli e alla presenza di disabili, ma si terrà conto anche del fatto che entrambi i genitori lavorano, mentre una maggiorazione ad hoc, 20 euro al mese indipendentemente dall’Isee, andranno alle mamme under 21. A partire dal terzo figlio è prevista una maggiorazione tra i 15 e gli 85 euro a figlio in base all’Isee, mentre i nuclei con “quattro figli o più” riceveranno un’ulteriore “maggiorazione forfettaria” da 100 euro al mese. Se entrambi i genitori lavorano e l’Isee è basso, si avranno altri 30 euro in più, che si azzerano oltre i 40mila euro. In sostanza un nucleo con Isee fino a 15mila euro riceverà 175 euro al mese con 1 figlio, 350 con due, 610 con tre e 970 con 4 che diventano 1090 euro al mese se entrambi i genitori lavorano (30 euro per 4 figli, 120 euro in più). A questa cifra vanno aggiunti i 20 euro al mese a figlio in caso di mamma giovanissima.
    I nuclei che superano i 40mila euro di Isee invece riceveranno 50 euro al mese con un figlio, 100 euro con due figli, 165 euro con tre figli, 330 euro con 4 figli. Anche in questo caso vanno aggiunti i 20 euro a figlio se la mamma ha meno di 21 anni mentre non opera la maggiorazione per entrambi i genitori lavoratori. Attenzione anche alle famiglie con figli disabili che riceveranno l’assegno unico “senza limiti di età” dei figli. Per i minorenni si riceveranno 105 euro al mese in più “in caso di non autosufficienza”, 95 euro “in caso di disabilità grave” e 85 euro “in caso di disabilità media”. In presenza di maggiorenni disabili e fino a 21 anni si riceveranno 50 euro al mese in piu’ (che si sommano all’assegno previsto tra i 18 e i 21 anni) mentre oltre i 21 anni si continuerà a ricevere un assegno in base all’Isee che andrà da 85 a 25 euro al mese. Per la nuova misura, che assorbe i vecchi aiuti alla famiglia dal bonus bebé agli assegni familiari, ci saranno circa 15 miliardi nel 2022 che saliranno progressivamente fino a 19 miliardi e mezzo a decorrere dal 2029.

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    Eutanasia, nuovo rinvio del ddl in Aula, Lega e CI di traverso

      Nuovo slittamento dell’approdo in Aula del disegno di legge sul suicidio assistito, in attuazione della sentenza della Corte Costituzionale del 2019. L’ufficio di presidenza delle Commissioni Giustizia e Affari sociali della Camera hanno deciso di chiedere al presidente della Camera Roberto Fico, uno slittamento della calendarizzazione del testo dal 22 al 29 novembre. Un primo rinvio aveva portato allo slittamento dal 25 ottobre al 22 novembre. Ma la data del 29 novembre, su cui hanno insistito i presidenti delle Commissioni, Mario Perantoni e Marialucia Lorefice, viene contestata da Lega e Coraggio Italia. 
       Oggi le due Commissioni avrebbero dovuto tenere una seduta decisiva, perché i relatori Alfredo Bazoli (Pd) e Nicola Provenza (M5s), avrebbero dovuto presentare delle riformulazioni di emendamenti su alcuni nodi, che avrebbero dovuto rappresentare delle proposte di sintesi e di intesa. Ma l’ufficio di presidenza ha preso atto dell’impossibilità di rispettare la data del 22 novembre dato il persistente ostruzionismo del centrodestra, soprattutto di Lega e FdI. Di qui la decisione di chiedere al presidente Fico lo slittamento di una sola settimana, quindi dal 22 al 29 novembre, dell’approdo in Aula, con la prospettiva di andare avanti a marce forzate la prossima settimana. Un percorso messo in dubbio dal capogruppo della Lega Roberto Turri e da Fabiola Bologna di Coraggio Italia. “Rispettare la data del 29 novembre – ha detto all’Ansa Turri – è oggettivamente impossibile. Dobbiamo ancora votare 380 emendamenti”. Analoghe le parole di Bologna: “La nostra era una richiesta razionale; se finora abbiamo votato 10 emendamenti su 400 vedo difficile concludere la settimana prossima. Noi chiedevamo una data piu coerente con il lavoro da fare. I relatori hanno dato la massima disponibilità al confronto, se si vuole arrivare a una soluzione condivisa occorre lavorare con attenzione”.
       I due relatori hanno accantonato un centinaio dei 398 emendamenti sui punti più delicati, cioè l’obiezione di coscienza e i criteri di accesso al suicidio assistito, per proporre delle formulazioni che favoriscano un’intesa, momento che tuttavia è slittato vista la sconvocazione della seduta di oggi.    

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    Ok del Cda alle nomine Rai. Maggioni al Tg1

       Via libera del Cda della Rai, a maggioranza, alle nomine alle testate giornalistiche. Secondo quanto si apprende, è stato dato parere favorevole alla nomina di Monica Maggioni al Tg1, Gennaro Sangiuliano al Tg2 e Simona Sala al Tg3 con Mario Orfeo alla direzione Approfondimento. Al Gr Radio e Radio Uno al posto di Sala va Andrea Vianello. Alla Tgr confermato Alessandro Casarin, mentre a Raisport va Alessandra De Stefano al posto di Auro Bulbarelli. 
       Il consigliere indicato dal Movimento 5 Stelle Alessandro Di Majo ha votato contro tutte le nomine, mentre quello indicato dai dipendenti Riccardo Laganà si è astenuto in alcune votazioni. In particolare – si apprende ancora – Monica Maggioni al Tg1, Gennaro Sangiuliano al Tg2, Andrea Vianello al Gr, Alessandro Casarin alla Tgr, Antonio Preziosi a Rai Parlamento, Mario Orfeo all’Approfondimento e Alessandra De Stefano allo Sport hanno ottenuto 5 voti favorevoli e 1 contrario. Simona Sala al Tg3 e Paolo Petrecca a Rainews hanno ottenuto 4 voti favorevoli, 1 contrario e 1 astenuto.
       “Il Consiglio di Amministrazione della Rai, riunito oggi a Napoli sotto la presidenza di Marinella Soldi, ha dato parere favorevole alle nomine proposte dall’Amministratore Delegato Carlo Fuortes per le direzioni delle testate giornalistiche, tutte coperte da risorse interne all’azienda”. E’ quanto si legge in una nota di Viale Mazzini. “Monica Maggioni – si legge ancora – è la nuova direttrice del Tg1, la cui guida per la prima volta è affidata a una donna. Gennaro Sangiuliano viene confermato alla direzione del Tg2, mentre Simona Sala assume la direzione del Tg3. Andrea Vianello le subentra alla guida del Giornale Radio e di Radio1, e a Paolo Petrecca viene affidata la direzione di RaiNews24 e di Rainews.it. Alessandro Casarin e Antonio Preziosi sono confermati direttori rispettivamente della Tgr e di Rai Parlamento, mentre Alessandra De Stefano è la nuova direttrice di Rai Sport. Il Cda ha inoltre dato parere favorevole alla nomina di Mario Orfeo alla direzione del nuovo genere Approfondimento”.   

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    Pensioni: Draghi annuncia in Cdm apertura tavolo su riforma

    Il premier Mario Draghi, a quanto si apprende, ha annunciato in Consiglio dei ministri che il governo aprirà un tavolo di confronto con i sindacati sulle pensioni, per introdurre più flessibilità in uscita dal 2023. Il ministro del Lavoro Andrea Orlando stamane in un’intervista tv ha spiegato che il confronto sulla riforma si chiuderà “nei primi mesi del prossimo anno”. 

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    Fico, serve una riforma di sistema per la Rai

       “Non entro nel merito delle nomine, ma quello che dico da anni è che dobbiamo affrontare una legge sulla governance, una riforma di sistema sul rapporto fra Parlamento, governo e Rai. È una legge che ho presentato durante il governo Renzi, ci ho lavorato tanto come presidente della commissione di vigilanza, la legge di oggi non la condivido, invece di parlare di nomine parlerei di legge strutturale”. Lo ha detto il presidente della Camera, Roberto Fico, su Radio24.    “Serve una cultura dell’indipendenza molto più alta, dobbiamo definire una nuova missione per la Rai”. 
    Lei andrà in Rai? “Io non entro nel merito di queste dichiarazioni, proprio da presidente della Camera, è chiaro che io credo che il Movimento debba lavorare compatto anche con le linee che insieme ai capigruppo vengono date”, risponde il presidente della Camera, a proposito della protesta del M5S per nomine in Rai.
       “Il lavoro di Conte – aggiunge – va nella giusta direzione, sta dando una impronta forte al Movimento, ci sono tanti temi sul tavolo, è una strada lunga, ma il progetto è solido e lo condivido. Bisogna riuscire a lavorare tutti nella stesa direzione. Le discussioni sono importanti, ma poi si va tutti nella stessa direzione. Penso che stia avvenendo, siamo all’inizio di un percorso”.
    Per le riforme costituzionali, sottolinea Fico, “i tempi sono stretti ma ci si può fare, il punto è un grande accordo fra i partiti, mentre per le leggi costituzionali che già hanno fatto una prima lettura si può fare la seconda lettura. Su questo discuteranno le forze politiche, i tempi ci sono. Per fare una riforma completa sono stretti ma se le forze politiche si mettono a un tavolo per farle il tempo c’è”.  “Le riforme costituzionali sono sempre state complesse. Sui punti in cui tutti sono d’accordo si può lavorare insieme e accelerare il processo di riforma”   

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    Conte attacca sulla Rai: 'M5s non andrà più in tv'

    “Fuortes non libera la Rai dalla politica ma ha scelto di esautorare una forza politica come il M5s: siamo alla degenerazione del sistema e per questo il M5s non farà più sentire la sua voce sui canali del servizio pubblico”. Lo ha detto il Presidente M5s Giuseppe Conte in una dichiarazione alla stampa. “Vorrà dire che a partire da oggi continueremo le nostre battaglie facendo appello diretto a tutti i cittadini italiani” ha aggiunto Conte che ha accusato i vertici Rai di aver eliminato “qualsiasi parvenza di pluralismo” decretando “la definitiva degenerazione del sistema”.LE REAZIONI DEGLI ALTRI PARTITI”L’amministratore delegato Fuortes aveva il potere di scegliere e ha scelto di sottrarsi al confronto istituzionale. Nel merito poi aveva varie possibilità ed ha scelto invece la vecchia logica delle istanze dei partiti politici, scegliendo però di escludere il partito di maggioranza relativa, quello che rappresenta 11 milioni di elettori”. Così il leader M5s in una dichiarazione alla stampa dove aggiunge: “come M5s ci chiediamo che ruolo ha avuto il governo in tutto questo”. Questa, ha aggiunto, “si chiama lottizzazione”.L’ad “ha rinviato l’incontro richiesto nei giorni scorsi dai consiglieri di amministrazione Rai e ha rinviato la convocazione già programmata davanti alla Commissione di Vigilanza Rai” ha detto Conte parlando del “metodo” scelto da Fuortes per la nomina dei nuovi direttori di testata . Quanto “al merito delle scelte, Fuortes poteva affidarsi a vari criteri: ha scelto di continuare ad applicare la vecchia logica che prevede di tenere conto delle istanze delle varie forze politiche. Nell’applicare questo criterio ha però scelto di escludere, fra tutte le forze dell’arco parlamentare, unicamente il Movimento 5 Stelle”. Quanto alla lottizzazione, “le logiche che da tempo guidano il servizio pubblico non ci piacciono e non ci sono mai piaciute. Anche noi ci siamo ritrovati prigionieri di questo sistema che abbiamo denunciato molte volte, ma non abbiamo numeri sufficienti per modificarlo come abbiamo già proposto. Un nostro disegno di legge, però, è stato incardinato in Commissione in Senato, per intervenire sulla governance della Rai e liberarla finalmente dall’influenza della politica”.”L’amministratore delegato della Rai Carlo Fuortes, dopo essersi negato in commissione di Vigilanza, ha scelto di effettuare delle nomine che rispondono alla solita, vecchia logica della lottizzazione. Una logica che non abbiamo mai condiviso e che, anzi, vogliamo finalmente eliminare”. Ad affermarlo, in una nota, i membri del Movimento 5 Stelle in commissione di Vigilanza Rai. “Abbiamo infatti presentato un disegno di legge – spiegano – che è stato incardinato in Senato, proprio per intervenire sulla riforma della governance e liberare il servizio pubblico dall’influenza della politica. La scelta di non partecipare ai programmi Rai è il nostro segno di dissenso nei confronti di chi reputa il servizio pubblico un affare privato con cui curare i propri interessi. Il Movimento 5 Stelle con Conte ha fatto la sua mossa perché la Rai possa cambiare. Adesso è il momento per le altre forze politiche di dirci e dire pubblicamente ai cittadini cosa vogliono fare”.”Senza entrare nel merito delle ragioni della scelta, mi dispiacerebbe perdere un elemento di sicuro arricchimento come i Cinque Stelle in trasmissione”. Così Bruno Vespa commenta con l’ANSA la scelta del M5S, annunciata da Giuseppe Conte, di non far più sentire la sua voce sui canali del servizio pubblico.