More stories

  • in

    'Nostalgia di futuro', premio alla carriera a Giulio Anselmi

    (ANSA) – ROMA, 03 DIC – NewsMedia4Good, progetto che guarda
    al futuro dell’editoria supportata dall’IA e da Metaverso, è
    stato al centro della 13/a edizione di Nostalgia di Futuro,
    l’evento annuale organizzato a Roma, nella sede della Fieg, da
    Osservatorio TuttiMedia, network europeo che riunisce i media e
    le aziende attenti alla transizione digitale. L’Osservatorio ha
    assegnato il premio alla carriera a Giulio Anselmi, presidente
    dell’ANSA ed ex presidente della Fieg, che ha insistito sulla
    “qualità” come elemento che lega tutte le piattaforme di
    informazione. “Nostalgia di Futuro come titolo di questo evento
    – ha detto – ben rappresenta un filo continuo all’interno della
    nostra informazione, di quella storica, di quella contemporanea,
    di quella futura. Che deve essere seria, credibile, affidabile.   
    Solo cosi potrà sopravvivere”.   
    Di NewsMedia4Good, dopo l’introduzione di Franco Siddi
    (presidente TuttiMedia), hanno parlato Derrick de Kerckhove
    (consigliere scientifico TuttiMedia e docente Polimi); Paolo
    Liguori (Mediaset); Paolo Benanti (teologo e docente Pontificia
    Università Gregoriana di Roma); Carlo Branzaglia (coordinatore
    scientifico Scuola Postgraduate IED Milano) e Costanza Sciubba
    Caniglia (Harvard University).   
    Il presidente del Parlamento europeo David Sassoli ha
    condiviso in un messaggio l’utilità di NM4G: “Se il nostro
    obiettivo è un mondo digitale sicuro che sia uno strumento di
    autonomia per tutti, l’attuazione della tabella di marcia Onu
    per la cooperazione digitale ci aiuterà a raggiungerlo per
    creare e promuovere un’informazione utile per connettere i
    cittadini, per aiutarli a comunicare in modi diversi, al passo
    con i tempi, ma che permettano a tutti di sentirsi parte
    integrante della comunità”. La commissaria per l’Innovazione, la
    Ricerca, l’Educazione, la Cultura e la Gioventù, Mariya Gabriel,
    premiata da Otm con “Donna è Innovazione 2021”, ha dedicato in
    un messaggio il riconoscimento “a tutte le donne impegnate senza
    sosta in prima linea nella risposta all’emergenza pandemica”.   
    Fabrizio Carotti (direttore generale Fieg), ha detto che la
    Federazione Italiana Editori Giornali sostiene il progetto
    perché c’è bisogno di un cambio di passo nell’editoria. (ANSA).   

  • in

    Ddl, braccialetto elettronico a chi maltratta le donne

    Sicurezza, protezione, prevenzione e sostegno economico alle vittime: sono i principali pilastri su cui si basa il pacchetto di misure sulla violenza contro le donne che, nella forma del disegno di legge, andrà domani in Consiglio dei ministri. Un articolato non ancora definito nei dettagli e oggetto di discussione anche in queste ore, almeno in alcuni suoi aspetti.    Tra le misure al vaglio, in particolare, vi sarebbe anche la possibilità di procedere d’ufficio per determinate fattispecie che oggi prevedono la denuncia della vittima: si tratta dunque di avviare un’inchiesta senza querela, ma al momento questa norma – di cui pure si è parlato anche in occasione delle varie iniziative della giornata internazionale contro la violenza sulle donne – non compare nella bozza.    Una delle misure che invece viene data per certa è l’applicazione del braccialetto elettronico agli uomini che maltrattano, molestano o perseguitano e, più in generale, un rafforzamento degli interventi cautelari nei loro confronti.    Specularmente, sono previsti interventi volti a rafforzare la tutela delle donne che denunciano. Al provvedimento hanno lavorato in particolare le ministre dell’Interno e della Giustizia, Luciana Lamorgese e Marta Cartabia, insieme alle colleghe Gelmini, Carfagna, Bonetti e Stefani, ciascuna per il proprio ambito di competenza. “La gravità dei fatti chiamano le istituzioni a ripensare norme e procedure più adeguate, consapevoli che serve un approccio globale”, aveva detto la Guardasigilli nei giorni scorsi.    Più nello specifico, il pacchetto di norme dovrebbe proporre interventi sul codice penale e di procedura penale per rafforzare gli strumenti di prevenzione, come l’ammonimento, sulla falsariga di quello che avviene per lo stalking. Si punta ad aumentare la pena e prevedere la procedibilità d’ufficio per le percosse e le lesioni quando il fatto è commesso nell’ambito della violenza domestica, in questo modo sarebbe possibile l’arresto obbligatorio in flagranza per i violenti. Si dovrebbe poi intervenire per rendere più effettivi l’obbligo di allontanamento dalla casa familiare e il divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa, accompagnandolo con il braccialetto elettronico e, nel caso in cui sia negato il consenso, disporre anche misure cautelari più afflittive. La delega penale ha previsto l’arresto in flagranza per chi viola il divieto di avvicinamento, ora si dovrebbe intervenire con misure cautelari per evitare che la persona arrestata sia rimessa in libertà in attesa di giudizio.     

  • in

    Manovra: domani decreto fiscale in Cdm, ai redditi bassi il 47% degli sgravi

    Domani il decreto fiscale sarà sul tavolo del Consiglio dei ministri. Lo annuncia il segretario confederale della Cgil al termini dell’incntro governo-sindacati sulla Manovra. “Ci hanno detto che domani intendono andare al Consiglio dei ministri” sul tema del taglio delle tasse in manovra “e domattina prima di andare al Consiglio dei ministri il presidente farà un nuovo passaggio con i sindacati confederali” precisa Landini. A Palazzo Chigi all’incontro sulla manovra hanno partecipato il presidente del Consiglio, Mario Draghi, ed i sindacati. Con il premier, il ministro dell’Economia, Daniele Franco, il ministro del Lavoro, Andrea Orlando, e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Roberto Garofoli. Per i sindacati, i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil, Maurizio Landini, Luigi Sbarra e Pierpaolo Bombardieri.
    I circa 2 miliardi di avanzo sul 2022 derivanti dal minor costo del taglio di Irpef e Irap saranno destinati in parte al taglio delle bollette, in parte a una decontribuzione una tantum. E’ quanto si apprende da fonti sindacali e di governo, a margine del tavolo a Palazzo Chigi sulla manovra. E sulla decontribuzione Sbarra leader della Cisl spieha: “Abbiamo apprezzato che il governo abbia messo un miliardo e mezzo per la decontribuzione per fasce di reddito al di sotto dei 47mila euro, per i lavoratori dipendenti. Una misura temporanea che abbiamo chiesto diventi strutturale”. E ancora: “Un confronto importante. Il governo ci ha presentato l’impianto di ripartizione dei 7 miliardi sull’Irpef: l’85% viene destinato nelle fasce di reddito al di sotto dei 50 mila euro per lavoratori dipendenti e pensionati. Abbiamo chiesto di rafforzare ulteriormente gli sgravi fiscali per le persone collocate nelle fasce medio basse, basse”. Così il segretario generale della Cisl, Luigi Sbarra, al termine dell’incontro a Palazzo Chigi.
    In particolare, ha fatto sapere il governo, il 47% delle risorse destinate al taglio delle tasse in manovra andranno ai redditi più bassi. Ai redditi fino a 15mila euro andrà 1,1 miliardi e a quelli da 15mila a 28mila euro 2,2 miliardi. Dunque alle fasce più basse andranno in totale 3,3 miliardi, quasi la metà dei 7 miliardi disponibili in manovra per il taglio dell’Irpef.
    E il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, a margine di un incontro a Milano sulla storia economica italiana, ha detto: “Sono deluso dall’approccio dei partiti alla manovra”. “Ho sempre dichiarato – ha aggiunto – che sosteniamo l’azione di questo governo perché riteniamo che vada nella direzione delle riforme, di cui questo Paese ha bisogno da 25 anni. È un momento storico, così come ho dichiarato in diverse occasioni, ma certo quando vedo i partiti che presentano più di 6mila emendamenti per la gestione del fondo di otto miliardi, su cui dicevano di aver trovato un accordo politico, francamente rimango colpito”.

  • in

    Il Consiglio di Stato respinge un ricorso: i medici non possono rifiutare il vaccino Covid

    Il personale sanitario “per legge e ancor prima per il “giuramento di Ippocrate” è “tenuto in ogni modo ad adoperarsi per curare i malati, e giammai per creare o aggravare il pericolo di contagio del paziente con cui nell’esercizio della attività professionale entri in diretto contatto”. E’ uno dei passaggi del decreto con il quale il Consiglio di Stato ha respinto il ricorso di un medico abruzzese contro la sospensione per il suo rifiuto di vaccinarsi, rifiuto motivato “sulla base di dubbi scientifici certo non dimostrati”. 

  • in

    Consulta: inammissibile conflitto su green pass in scuole e universita'

    E’ inammissibile il conflitto di attribuzione tra poteri dello Stato promosso dall’avvocato Daniele Granara – in proprio e in qualità di difensore di 27.252 cittadini italiani tutti facenti parte del corpo docente, studentesco e del personale scolastico e universitario – per l’omesso esame della petizione presentata alle Camere e in cui si chiedeva di non convertire in legge il decreto-legge 6 agosto 2021 n. 111, che ha introdotto l’obbligo del cosiddetto green pass nella scuola e nell’Università. Lo ha stabilito la Corte costituzionale.
     In attesa del deposito dell’ordinanza, l’Ufficio Stampa della Corte costituzionale fa sapere che il conflitto è stato dichiarato inammissibile, sia sotto il profilo soggettivo sia sotto quello oggettivo. I firmatari di una petizione non sono titolari di una funzione attribuita dalla Costituzione, bensì di un diritto, che mai potrebbe trovare tutela in sede di conflitto di attribuzione tra poteri dello Stato.    

  • in

    Green pass: commissione Contenziosa boccia sospensiva senatori

    La commissione Contenziosa di Palazzo Madama ha respinto l’istanza di sospensiva proposta dai quattro senatori che hanno impugnato la delibera dei senatori questori che introduce l’obbligo di esibire il green pass per l’accesso al Senato e rinvia l’esame di merito alla decisione della Corte costituzionale, che si riunirà in camera di consiglio il 15 dicembre sul ricorso simile presentato da Gianluigi Paragone. Oltre a lui, gli altri tre parlamentari che hanno fatto ricorso sono Bianca Laura Granato, Carlo Martelli e Mario Giarrusso tutti del gruppo Misto. 
    La Contenziosa, che rappresenta il primo grado di giudizio del Senato sui ricorsi presentati contro i provvedimenti adottati all’interno, ha ascoltato oggi l’avvocato Andrea Perillo che rappresenta tre dei 4 senatori. “La commissione non è entrata nel merito del ritardo con cui sono stati presentati i ricorsi – ha spiegato l’avvocato – ma ha deciso di attendere il pronunciamento della Consulta sull’altro ricorso presentato dal senatore Paragone per conflitto di attribuzione tra i poteri dello Stato. Noi riteniamo che la procedura adottata con la delibera dei senatori questori sia illegittima perché avrebbe dovuto passare dal vaglio dell’assemblea”. Al momento, quindi e in attesa di ulteriori decisioni, resta in vigore l’obbligo di mostrare il green pass (da certificazione vaccinale o da tampone) per entrare nei vari palazzi del Senato.

  • in

    Manovra: Camera, testo in Aula dal 21 dicembre

    L’Aula della Camera esaminerà dal 21 dicembre la legge di Bilancio. Lo ha deciso la conferenza dei capigruppo di Montecitorio. Ovviamente, questo termine è subordinato alla trasmissione della Manovra dal Senato.
    L’Aula della Camera terrà la discussione generale sul dl fiscale dal 13 dicembre. Lo ha deciso la conferenza dei capigruppo di Montecitorio.    

  • in

    Quirinale 2015: Mattarella al Colle, il capolavoro di Renzi

    L’elezione di Sergio Mattarella alla presidenza della Repubblica nel 2015 è stato unanimemente definita il “capolavoro” politico di Matteo Renzi. L’allora segretario del Pd tirò fuori il nome del giudice della Corte costituzionale a ridosso dell’elezione superando anche le resistenze della minoranza interna che, secondo indiscrezioni mai smentite, avrebbe preferito un accordo con Silvio Berlusconi sul nome di Giuliano Amato. Dopo aver dato indicazioni di votare scheda bianca nelle prime tre votazioni, quelle dove è necessaria la maggioranza dei due terzi del Grandi elettori, Renzi tirò dritto su Mattarella che venne eletto alla quarta “chiama”, cioè la prima nella quale era sufficiente la maggioranza assoluta. E Sergio Mattarella passò agevolmente anche se non con una maggioranza ampia: ricevette 665 sì, 160 in più rispetto alla maggioranza assoluta del plenum, allora pari a 505.
    Dai primi calcoli sarebbero stati almeno una cinquantina i “franchi sostenitori” azzurri, ovvero tutti quelli che hanno ignorato le direttive di Berlusconi e si sono schierati a sostegno di Mattarella. Le schede bianche nella votazione decisiva sono state 105.
    Comprensibile l’ira del Cavaliere che in quel periodo era uno dei protagonisti del patto del Nazareno. Pur nella difficoltà di analizzare un voto segreto, i resoconti dell’epoca indicarono come “traditori” interni i fedelissimi di Denis Verdini ed i “fittiani”. Mattarella passò anche senza l’appoggio del Movimento 5 stelle che rimase bloccato sul nome dell’ex giudice Ferdinando Imposimato che si fermò a quota 127.
    L’elezione di Sergio Mattarella avvenne dopo le dimissioni di Giorgio Napolitano che rinunciò a concludere il suo secondo mandato dopo solo due anni a causa dell’età. Quando lo lanciò, Matteo Renzi lo presentò con queste parole: “Mattarella è un uomo della legalità dal grande profilo istituzionale, con lui possiamo cancellare lo smacco del 2013”, disse parlando ai grandi elettori del Pd riuniti prima dell’inizio delle operazioni di voto.
    La sua elezioni provocò grande interesse all’estero dove la figura politica di Mattarella era stata dimenticata ed era perlopiù descritto come un autorevole giurista. I grandi quotidiani si soffermarono infatti molto di più sulle mosse di Renzi: “Mattarella presidente della Repubblica, trionfo di Matteo Renzi”, titolò ad esempio Le Monde sottolineando che “Berlusconi e Beppe Grillo sono i grandi perdenti” delle elezioni presidenziali italiane.