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    Manovra: non c'è intesa Cdm, salta contributo solidarietà

    Nel Consiglio dei ministri salta l’idea di introdurre un contributo di solidarietà a carico dei redditi più alti per far fronte al rincaro delle bollette. Contrari i partiti del centrodestra e Italia Viva. ‘Incomprensibile lo stop a Draghi dei ministri renziani’, dice il Pd. I sindacati pensano allo sciopero generale. ‘In questo momento sarebbe sbagliato’, avverte Confindustria. Lo stanziamento contro il caro bollette in manovra salirà tuttavia di circa 800 milioni. In Cdm si è discusso anche sull’ipotesi di un taglio una tantum dei contributi nel 2022, concentrato sui lavoratori sotto i 35mila euro di reddito. All’intervento sarebbe dedicato un miliardo e mezzo.
    Un’informativa del ministro Daniele Franco, la discussione del premier Mario Draghi e i ministri, la pausa per trovare soluzioni alternative al contributo di solidarietà e poi l’intesa, senza un voto formale di un emendamento che dovrebbe essere presentato direttamente in Parlamento. E’ questo, secondo quanto si apprende da fonti governative, lo schema seguito nel Consiglio dei ministri per arrivare all’accordo su come distribuire gli 8 miliardi per il taglio delle tasse stanziati con la manovra.Non sarà introdotto il contributo di solidarietà per i redditi più alti, per far fronte al rincaro delle bollette. Lo si apprende al termine del Consiglio dei ministri. La misura è stata cassata vista la spaccatura del governo e la contrarietà di Lega, Fi e Iv.Lo stanziamento contro il caro bollette in manovra salirà in tutto di circa 800 milioni: è quanto si apprende fonti di governo. Le risorse arriveranno per circa 500 milioni dal ‘tesoretto’ della riforma di Irpef e Irap per il 2022 e per circa 300 milioni da altri fondi reperiti in bilancio e non utilizzati appieno. In tutto quindi per il primo trimestre del prossimo anno ci sarà un intervento da 2,8 miliardi.”Il confronto con le parti sociali è importante. Abbiamo convenuto che è giusto ragionare anche sul cuneo, ci sono degli spazi e siamo in grado di farlo. Importante dunque un intervento sul cuneo fiscale per i lavoratori sotto i 35mila. Tutto questo senza inficiare l’impianto della riforma fiscale che rappresenta un grande punto di caduta ottenuto dal lavoro delle sei forze politiche maggioranza, che sono molto diverse tra loro. Scaglioni, importi e detrazioni restano invariati”. Così il vice Ministro dell’Economia e delle Finanze, Laura Castelli. “Soddisfazione della Lega per altri 300 milioni che il governo ha deciso di recuperare da risparmi di spesa – senza toccare patrimoni, risparmi e lavoro – e che serviranno a calmierare gli aumenti delle bollette di luce e gas. In Parlamento la Lega chiederà di fare ancora di più, recuperando risorse dagli sprechi del reddito di cittadinanza”. E’ quanto riferiscono fonti della Lega in una nota.La maggioranza è divisa sulla proposta di un contributo di solidarietà da parte dei redditi più alti, per sterilizzare gli aumenti delle bollette per le famiglie. Si tratterebbe della idea di annullare gli effetti del taglio dell’Irpef per i redditi sopra i 75mila euro (valore, 248 milioni).”Il tema non è il governo, sono i partiti che di fronte ad una legge di Bilancio, che doveva essere il primo mattone per la costruzione del futuro in previsione anche del Pnrr, si sono concentrati su una decisione di spartizione degli 8 miliardi che nulla ha a che vedere con la crescita, nulla con i giovani”, per i quali la manovra “non ha un aspetto positivo”. Così il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, a Sky Tg24. “Vedo di nuovo concentrarsi i partiti su provvedimenti di bandiera e non invece su un quadro complessivo di opportunità del Paese”, aggiunge.”Ritengo che lo sciopero sia sbagliato: in un momento come questo il Paese ci chiede altro, di metterci ad un tavolo, di ragionare e trovare soluzioni. Già da tempo ho dato la mia disponibilità al sindacato, vedo una parte responsabile che ha voglia di dialogare, aupisco che tutto il sindacato abbia voglia di confrontarsi con noi per trovare le soluzioni”, afferma Bonomi. “Mi fa piacere sentire in queste ore che anche il sindacato è venuto sulle posizioni di Confindustria dicendo che per mettere più soldi in tasca agli italiani bisogna tagliare il cuneo fiscale”, aggiunge.Al momento “non ci sono risposte” alle richieste contenute nella piattaforma sindacale unitaria per una vera riforma fiscale e delle pensioni che superi la legge Fornero, per sostenere il lavoro contrastando la precarietà e nuove politiche industriali. Questa la valutazione al centro del direttivo in corso della Cgil, con il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini. L’orientamento sarebbe quello di “proseguire e anche intensificare la mobiltazione, senza escludere iniziative di carattere generale”.”Non siamo soddisfatti” perché la proposta del governo sul fisco “non dà risposte a lavoratori e pensionati”. Così il segretario generale Uil, Pierpaolo Bombardieri, a “Un giorno da pecora”. L’idea di congelare il taglio Irpef per i redditi oltre 75mila euro “non è la nostra richiesta. Abbiamo chiesto che le risorse siano utilizzate sul cuneo fiscale e dare potere d’acquisto a lavoratori e pensionati, con misure strutturali. Le scelte non vanno in questo senso”. Se non cambia, si valuta lo sciopero? “Vediamo – risponde -. Aspettiamo di capire la proposta finale. Aspettiamo fino alla fine, nei prossimi giorni valuteremo e decideremo”. L’emendamento del governo alla manovra confermerà il taglio strutturale di 7 miliardi di Irpef e 1 miliardo di Irap a partire dal 2022. E’ quanto si apprende da diverse fonti presenti alla cabina di regia a Palazzo Chigi, secondo le quali non si è toccato lo stanziamento alla base dell’accordo raggiunto tra i partiti al ministero dell’Economia per il taglio delle tasse.
    “Ci sono valutazioni in corso per migliorare il profilo distributivo della manovra anche per tenere conto delle richieste dei sindacati. Il punto di convergenza sarà un miglioramento del profilo distributivo anche con interventi temporanei che tengano conto delle famiglie più disagiate e del caro bollette”. Lo dichiara la sottosegretaria al Mef Maria Cecilia Guerra, di Leu, al termine della cabina di regia, lasciando Palazzo Chigi.
    “La proposta di sterilizzare per il 2022 ed 2023 gli effetti della riduzione della pressione fiscale sui redditi al di sopra dei 75 mila euro è una proposta giusta. Che coglie l’esigenza di introdurre elementi di solidarietà per ridurre le distanze e promuovere coesione sociale”. Lo dichiarano i senatori Pd Alan Ferrari, vicecapogruppo, e Daniele Manca, capogruppo in commissione Bilancio. “Impiegare questo contributo di solidarietà sulla riduzione delle bollette può essere altrettanto sensato. Tuttavia per ridurre i costi delle bollette elettriche per famiglie ed imprese servono molte più risorse dei 250 milioni di cui si parla”.Quello di Iv in consiglio dei ministri sul cosiddetto contributo di solidarietà è stato “un atteggiamento assolutamente pregiudiziale nei confronti di una proposta ragionevole da parte del presidente Draghi che avrebbe contribuito a trovare ulteriori risorse contro il caro bollette”. Lo ha detto il responsabile economia e finanze del Pd, Antonio Misiani, contattato telefonicamente. “Da parte della destra questo tipo di atteggiamento era in qualche misura prevedibile, ma da parte di Italia Viva è stata una scelta incomprensibile, uno stop a Draghi che li allontana dal campo riformista. La proposta era un semplice rinvio dello sgravio per una parte dei contribuenti, senza mettere in discussione l’impianto della riforma”.”Se fosse un prelievo sarebbe una patrimoniale, ma non è un prelievo” perché è uno sconto “che slitta all’anno dopo”, quindi “non è ancora stato percepito. Non è un danno come un prelievo, ma non possiamo dire che ci faccia piacere”: lo ha detto il viceministro al Mise, Gilberto Pichetto (Fi), raggiunto al telefono dall’ANSA dopo la cabina di regia del governo alla quale ha preso parte, commentando l’ipotesi di congelare gli effetti del taglio dell’Irpef per i redditi sopra i 75 mila euro. Pichetto ha spiegato che in cabina di regia “si è posto il tema di un intervento aggiuntivo per contrastare il caro prezzi e per un intervento sul cuneo fiscale più incisivo”. C’è quindi l’ipotesi di agire “con uno slittamento” dei benefici del primo passo della riforma dell’Irpef “sui redditi più alti”. Una soglia che “dovrà valutare Draghi” e che l’ipotesi per ora considera tra 50 e 100 mila. I risparmi si aggirano sui 250 milioni di euro, spiega il viceministro. “Come Forza Italia non vediamo bene questo intervento ancorché non tocchi l’impianto dell’accordo di maggioranza. Ma questo avvio” di riforma “fatto sulla prima parte” dei redditi “e non completamente, non lo vediamo bene”.
    “Se deve essere una patrimoniale ci piace poco. Sul contributo per limitare e impedire l’aumento delle bollette si possono trovare i soldi nell’applicazione della riforma Irpef, un paio di miliardi. Comunque discuteremo e vedremo in che consiste questa proposta, ma se si tratta di una nuova patrimoniale non siamo a favore”. Così il coordinatore nazionale di Forza Italia, Antonio Tajani commentando la proposta di un contributo di solidarietà da parte dei redditi più alti contro il caro bollette, a margine dell’assemblea dell’Udc a Roma.Arriva un fondo da 30 milioni per le assunzioni nei piccoli Comuni sotto i 5000 abitanti e uno stanziamento ad hoc da 67 milioni per i Comuni del Sud per i contratti a professionisti ed esperti. Lo prevede l’accordo tra governo e Anci siglato a Palazzo Chigi. I fondi per i piccoli comuni, spiega una nota, andranno ai sindaci che nonostante i nuovi spazi assunzionali resi disponibili, non abbiano risorse finanziarie utilizzabili.

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    Stupore del Colle, Mattarella conferma la contrarietà al bis

    Dal Quirinale trapela un certo stupore per le interpretazioni sul disegno di legge costituzionale per cancellare il semestre bianco e inserire il divieto di rielezione del Presidente della Repubblica. La circostanza che in Parlamento ci si proponga di inserire nella Costituzione questo divieto – si fa notare – è infatti motivo di ulteriore conferma della ben nota opinione dell’attuale Presidente.    

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    Violenza donne: via libera del Cdm al disegno di legge

    Il Consiglio dei ministri ha dato il via libera, a quanto si apprende da fonti governative, al disegno di legge per la prevenzione e il contrasto del fenomeno della violenza nei confronti delle donne e della violenza domestica. Il testo è frutto del lavoro delle ministre Elena Bonetti, Luciana Lamorgese, Marta Cartabia , Mara Carfagna, Mariastella Gelmini, Fabiana Dadone ed Erika Stefani.
    Per alcuni dei reati contro le donne, in particolare nei casi di violenza domestica, i magistrati potranno procedere anche d’ufficio. Lo prevede la bozza del disegno di legge “per la prevenzione e il contrasto del fenomeno della violenza nei confrotni delle donne e della violenza domestica”. Il testo, di 11 articoli, è in discussione in Consiglio dei ministri e alcune norme potrebbero ancora essere modificate.
    L’organo di polizia che procede a seguito di denuncia o querela in ambito di violenza domestica, “qualora dai primi accertamenti emergano concreti e rilevanti elementi di pericolo di reiterazione della condotta”, lo comunica al prefetto competente il quale può adottare “misure di vigilanza dinamica, da sottoporre a revisione trimestrale, a tutela della persona offesa”. 
    Le pene previste per i reati di percosse, lesioni, minacce, violazione di domicilio e danneggiamento sono aumentate “se il fatto è commesso nell’ambito di violenza domestica da soggetto già ammonito”. Lo prevede la bozza del ddl sulla violenza sulle donne e domestica.
    Il pubblico ministero può disporre anche al di fuori dei casi già previsti (come la flagranza di reato) “il fermo della persona gravemente indiziata” di maltrattamenti in famiglia, lesioni personali e atti persecutori o di un “delitto consumato o tentato, commesso con minaccia o violenza” (per cui la legge prevede “ergastolo o reclusione superiore nel massimo a tre anni”) se “sussistono specifici elementi per ritenere grave e imminente il pericolo”, quando” non è possibile, per la situazione di urgenza, attendere il provvedimento del giudice”. Lo prevede la bozza del ddl contro la violenza sulle donne e domestica.
    Al disegno di legge sulla violenza contro le donne, un testo frutto del lavoro delle ministre Elena Bonetti, Luciana Lamorgese, Marta Cartabia , Mara Carfagna, Maria Stella Gelmini e Erika Stefani ce dovrebbero parlarne in conferenza stampa.Una tutela dinamica alle donne che denunciano violenza, nei casi più gravi e senza stravolgere la vita delle vittime: questa misura, fortemente voluta dal ministro Maria Stella Gelmini, compare nel disegno di legge sulla violenza contro le donne approvato in Consiglio dei ministri. Dopo una denuncia o una querela, le forze dell’ordine, dopo i primi accertamenti, in caso di pericolo concreto potranno dunque avviare l’iter per disporre una vigilanza a tutela della persona offesa.
    La conferenza stampa delle ministre
    “C’è un impegno di tutto il governo, con grande convinzione, nel contrasto alla violenza maschile contro le donne”. Lo dice la ministra per le Pari Opportunità Elena Bonetti in conferenza stampa. “C’è una strategia contro la violenza maschile sulle donne. C’è un intervento importante anche per gli orfani di femminicidio. Nessun alibi, non si può tollerare questo fenomeno aberrante”, aggiunge.
    “In caso di atteggiamenti violenti si potrà procedere di ufficio”, afferma la ministra dell’Interno, Lamorgese, che aggiunge: “tante volte non denunciano perché in situazioni anche economiche difficile”.
    “Il provvedimento contiene una pluralità di misure. Con un duplice obiettivo: rafforzare strumenti di prevenzione e protezione delle donne”, afferma la ministra della Giustizia Marta Cartabia. “C’è la possibilità di applicare il fermo di fronte a forti indizi di reati che possono costituire un pericolo per le donne”, continua.
    “Per la sospensione condizionale della pena, prevediamo un rigoroso rispetto dei percorsi di recupero e un uso più diffuso, vasto, robusto del braccialetto elettronico che pone il violento di fronte all’alternativa di indossarlo o finire in carcere. Poi c’è una provvisionale per gli orfani di femminicidio, da erogare non al termine di un lungo processo ma dopo le indagini preliminari”, spiega la ministra del Sud Mara Carfagna, in conferenza stampa al termine del Consiglio dei ministri.

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    Papa: 'I lager del 20/o secolo? Ci sono anche oggi per i migranti'

    “Noi ci lamentiamo quando leggiamo le storie dei lager del secolo scorso, dei nazisti, di Stalin. ‘Come mai è potuto succedere?’ Ma sta succedendo anche oggi, nelle spiagge vicine, ponte di schiavitù”. Così il Papa, parlando ‘a braccio’ durante la preghiera ecumenica con i migranti a Nicosia. “Ho guardato alcune testimonianze filmate: storie di tortura. Questo lo dico perché è compito mio far aprire gli occhi. E’ la guerra di questo momento, è la sofferenze di fratelli e sorelle. E non possiamo tacere”.”Scusatemi, ma vorrei dire quello che ho nel cuore: i fili spinati, ma questa è una guerra di odio che vive un Paese, ma finiscono anche in altre parti dove si mettono per non lasciare entrare il rifugiato, quello che viene a chiedere libertà, pane, aiuto, fratellanza, gioia, che sta fuggendo dall’odio si trova davanti a un odio che si chiama filo spinato”, prosegue il Papa: “che il Signore risvegli la coscienza di tutti noi davanti a queste cose. Non possiamo tacere e guardare dall’altra parte in questa cultura dell’indifferenza”. “L’odio ha inquinato anche le nostre relazioni tra cristiani. E questo lascia il segno, un segno profondo, che dura a lungo. È un veleno da cui è difficile disintossicarsi. È una mentalità distorta, che invece di farci riconoscere fratelli, ci fa vedere come avversari, come rivali, quando non come oggetto da vendere, o da sfruttare”. Lo ha detto papa Francesco durante la preghiera ecumenica con i migranti nella Chiesa di Santa Croce a Nicosia, dopo averne ascoltato quattro testimonianze.

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    Occhiuto,no ad alibi 'ndrangheta,in Calabria si può lavorare

    (ANSA) – CATANZARO, 03 DIC – “Noi abbiamo la necessità di
    raccontare un’altra Calabria, diversa da quella che viene spesso
    raccontata come una una regione dove non si lavora e non serve
    lavorare e dove la ‘ndrangheta impedisce lo svolgimento di
    attività che sono normali in altre aree. E’ bello che qui ci
    siano gli uomini delle istituzioni che insieme salutano
    eccellenze della Calabria che hanno dimostrato che qui, invece,
    si può lavorare perché la ‘ndrangheta fa schifo, ma non deve
    diventare un alibi per dire che non si può fare nulla”. Lo ha
    detto il presidente della Regione Calabria Roberto Occhiuto
    intervenendo a Catanzaro alla cerimonia di consegna delle Stelle
    al merito a 51 calabresi nuovi “Maestri del lavoro”.   
    Alla manifestazione, svoltasi nella Prefettura di Catanzaro alla
    presenza del prefetto Maria Teresa Cucinotta, hanno partecipato
    il Console regionale della Federazione Maestri del Lavoro
    Francesco Saverio Capria ed il direttore dell’Ispettorato
    regionale del Lavoro Giuseppe Patania. Presenti anche i prefetti
    di Cosenza, Vibo Valentia e Crotone, Vittoria Ciaramella,
    Roberta Lulli e Maria Carolina Ippolito.
    “C’è molto da fare – ha aggiunto Occhiuto – proprio nella
    direzione di costruire nuovo lavoro. Il mio governo sta operando
    su due direttrici: da un lato andare incontro alla necessità di
    rendere più dignitoso, dal punto di vista economico e della
    stabilità, il lavoro precario, che c’è ed è tanto, e, inoltre,
    di crearne di nuovo, intervenendo sulle politiche attive. In
    accordo con il sindacato, istituiremo un organismo che si
    occuperà di vigilare per garantire la sicurezza sui luoghi di
    lavoro”.   
    La cerimonia si è conclusa con la consegna delle onorificenze ai
    nuovi “Maestri del lavoro”, provenienti da tutta la Calabria.   
    (ANSA).   

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    Le Facoltà di Medicina restano a numero chiuso

     Le Facoltà di Medicina restano a numero chiuso. Lo ha ribadito la ministra dell’Università e della Ricerca, Maria Cristina Messa, oggi a Sassari. “Per il momento escludo l’eliminazione del numero chiuso per l’accesso alle Facoltà di Medicina. Lo scorso anno abbiamo avuto 70mila aspiranti per 14 mila posti disponibili, ospedali e atenei non sono in grado di assorbire 70 mila aspiranti, anche perché dobbiamo fare in modo che la qualità della formazione resti alta. È vero che la pandemia ha fatto emergere una mancanza di medici, ma si tratta di una carenza della presenza di medici sul territorio, non della presenza complessiva”.  La ministra Messa è giunta stamani a Sassari per partecipare alla cerimonia di premiazione dei vincitori della sezione ‘Arti figurative, digitali e scenografiche’ del Premio nazionale delle arti (PNA).    “Se noi guardiamo il numero di medici per abitante – ha spiegato Messa a margine di una visita nelle nuove strutture dell’Accademia di Belle Arti “Mario Sironi – l’Italia è fra le prime in Europa, manca però la distribuzione corretta di questi medici e quindi è un incrocio che Università, territori regioni e comuni devono fare”.    “Il numero programmato degli studenti di Medicina è aumentato nel corso degli anni, siamo arrivati a più di 14mila partendo da circa 10mila. Adesso abbiamo sbloccato l’imbuto che c’era tra la laurea in medicina e la scuola di specializzazione, e ora arrivano 19mila borse di studio. Bisogna poi fare in modo – ha concluso l’esponente del Governo – che i medici restino nel nostro Paese, cercando di dare loro una valorizzazione per quello che hanno studiato”. (ANSA).   

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    Salvini, rispettare volontà Mattarella, giusto il cambio

    “Mi sembra che Mattarella abbia detto (cosa intende fare, ndr). Va rispettata la sua volontà ed è giusto il cambio”. Così il segretario della Lega, Matteo Salvini rispondendo a una domanda sull’ipotesi di un mandato bis dell’attuale presidente della Repubblica, a margine dell’assemblea dell’Udc a Roma. Poi ha ribadito l’intenzione di “fare un regalo agli italiani” con la scelta di un capo dello Stato “equidistante” e ha concluso: “Io sto lavorando per unire, spero che nessuno lavori per dividere”.
    “Il governo Draghi – ha ribadito intanto Silvio Berlusconi – deve andare avanti tutto il tempo necessario fino al 2023, ma è destinato a rimanere un’eccezione giustificata dall’emergenza”. Così il presidente di Forza Italia, Silvio Berlusconi in una lettera inviata all’assemblea nazionale dell’Udc, in corso a Roma, e letta dal coordinatore nazionale di FI, Antonio Tajani. 

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    Papa a Cipro, incontro con gli ortodossi

    Nella sua seconda giornata a Cipro, Papa Francesco incontra gli ortodossi, è a una messa per la piccola comunità cattolica locale e sarà in preghiera con i migranti. Al mattino, all’ Arcivescovado ortodosso di Nicosia, la visita di cortesia di a Chrysostomos II, arcivescovo ortodosso di Cipro. Poi l’incontro con il Santo Sinodo presso la Cattedrale ortodossa e la celebrazione della messa per la comunità cattolica al ‘Gsp Stadium’ della capitale cipriota. Nel pomeriggio la preghiera ecumenica con i migranti nella Chiesa parrocchiale di Santa Croce, prima del rientro alla Nunziatura apostolica, dove il Papa alloggia nel suo soggiorno a Cipro.
    “Dinanzi a ogni oscurità personale e alle sfide che abbiamo davanti nella Chiesa e nella società, siamo chiamati a rinnovare la fraternità. Se restiamo divisi tra di noi, se ciascuno pensa solo a sé o al suo gruppo, se non ci stringiamo insieme, non dialoghiamo, non camminiamo uniti, non possiamo guarire pienamente dalle cecità”. Così papa Francesco nella messa celebrata al Gsp Stadium di Ncosia per la comunità cattolica di Cipro. “La guarigione – ha affermato – viene quando portiamo insieme le ferite, quando affrontiamo insieme i problemi, quando ci ascoltiamo e ci parliamo. È la grazia di vivere in comunità, di capire il valore di essere comunità”. “Lo chiedo per voi – ha proseguito -: possiate stare sempre insieme, essere sempre uniti; andare avanti così e con gioia: fratelli cristiani, figli dell’unico Padre. E lo chiedo anche per me”. “E’ bello vedervi e vedere che vivete con gioia l’annuncio liberante del Vangelo – ha detto Francesco -. Vi ringrazio per questo. Non si tratta di proselitismo, ma di testimonianza; non di moralismo che giudica, ma di misericordia che abbraccia; non di culto esteriore, ma di amore vissuto. Vi incoraggio ad andare avanti su questa strada”. “Usciamo a portare la luce che abbiamo ricevuto – ha esortato -, usciamo a illuminare la notte che spesso ci circonda! C’è bisogno di cristiani illuminati ma soprattutto luminosi, che tocchino con tenerezza le cecità dei fratelli; che con gesti e parole di consolazione accendano luci di speranza nel buio. Cristiani che seminino germogli di Vangelo nei campi aridi della quotidianità, che portino carezze nelle solitudini della sofferenza e della povertà”. Secondo il Pontefice, “ciascuno di noi è in qualche modo cieco a causa del peccato, che ci impedisce di ‘vedere’ Dio come Padre e gli altri come fratelli”. “Questo fa il peccato, distorce la realtà – ha spiegato -: ci fa vedere Dio come padrone e gli altri come problemi. È l’opera del tentatore, che falsifica le cose e tende a mostrarcele sotto una luce negativa per gettarci nello sconforto e nell’amarezza”. “E la brutta tristezza, che è pericolosa e non viene da Dio, si annida bene nella solitudine – ha aggiunto Francesco -. Dunque, non si può affrontare il buio da soli. Se portiamo da soli le nostre cecità interiori, veniamo sopraffatti. Abbiamo bisogno di metterci l’uno accanto all’altro, di condividere le ferite, di affrontare insieme la strada”.
    E saranno 50 i rifugiati che, per iniziativa di papa Francesco, verranno trasferiti da Cipro in Italia e tutte le operazioni riguardanti il trasferimento, l’ospitalità in Italia e il percorso di integrazione saranno economicamente a carico della Santa Sede. A quanto si apprende da fonti ben informate, il primo gruppo di 12-15 persone dovrebbe partire prima di Natale, gli altri seguiranno tra gennaio e febbraio 2021. Dal punto di vista normativo, l’operazione viene definita un “ricollocamento per motivi umanitari”. L’accompagnamento dei 50 rifugiati in Italia e il percorso di integrazione saranno curati dalla Comunità di Sant’Egidio. Tra le 50 persone attualmente ospitate a Cipro e che saranno trasferite in Italia, ve ne sono di nazionalità della Siria, del Congo, del Camerun e alcune dall’Iraq. Tra loro anche delle famiglie con bambini.