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    Mattarella, Csm presto presieduto da nuovo Capo dello Stato

    Pietro Curzio resta il presidente della Cassazione. Il plenum del Csm, in una seduta presieduta dal capo dello Stato, ha confermato con nuove motivazioni la nomina fatta nel 2020 e annullata dal Consiglio di Stato, che con due sentenze rese pubbliche il 14 gennaio scorso ha “decapitato” l’intero vertice della Cassazione facendo decadere anche la vice di Curzio, Margherita Cassano.La decisione arriva alla vigilia della cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario in cui il presidente della Cassazione tiene la relazione sullo stato della giustizia alla presenza delle più alte cariche dello Stato.
    La conferma è passata a larga maggioranza al plenum del Csm, con 19 voti favorevoli, tre contrari e tre astenuti. Hanno votato contro i togati indipendenti Nino Di Matteo e Sebastiano Ardita e il laico della Lega Stefano Cavanna. Astenuto i tre consiglieri di Unicost.Il plenum del Csm ha anche confermato Margherita Cassano, nell’incarico di presidente aggiunto della Suprema Corte. Le delibere con cui Curzio e Cassano erano stati nominati nel 2020 sono state annullate dal Consiglio di Stato. La nuova nomina di Cassano è stata approvata con 19 voti favorevoli, 3 contrari e tre astensioni.
    “Colgo l’occasione per ripetere a distanza di pochi giorni gli auguri più intensi al Consiglio e a ciascuno dei suoi membri per l’attività che il Consiglio svolgera con la presidenza di un nuovo Capo dello Stato”. Lo ha detto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella alla seduta del Plenum del Csm, l’ultimo da lui presieduto. “Mi limito – ha proseguito – a esprimere auguri al presidente Curzio e alla presidente Cassano ribadendo le considerazioni fatte per il presidente Curzio nella seduta del 20 luglio e per la presidente Cassano la fiducia che ispira la sua lunga attività in magistratura. Ringrazio per la tempestività con cui la Commissione ha formulato le proposte e con cui il Plenum ha assunto le decisioni relative, assicurando la piena operatività dell’esercizio delle funzioni di rilievo per l’ordinamento giudiziario”.
    “Per me e il Consiglio lei è stato in questi anni guida saggia e autorevole, esempio di etica istituzionale e fermo sostegno nei frangenti più amari”.Così il vice presidente del Csm David Ermini ha ringraziato a nome suo e di tutto il Consiglio il capo dello Stato a conclusione della seduta presieduta da Sergio Mattarella e in cui sono stati confermati i vertici della Cassazione. Ermini ha anche ricordato l’impegno preso con il capo dello Stato quando fu eletto vicepresidente: dismettere “la casacca indossata fino a quel momento, perché quando si assume un incarico istituzionale è doveroso spogliarsi di ogni precedente appartenenza per poterlo svolgere con spirito libero e nell’interesse generale, nel solo rispetto della Costituzione e delle leggi. A quell’impegno, in coscienza- ha detto – credo di aver tenuto fede”.

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    Covid, si lima il Dpcm per le attività senza pass

    E’ in dirittura di arrivo il Dpcm che individuerà negozi per i quali non sarà necessario il green pass: secondo quanto si apprende sarebbero in corso ultime limature al testo e la firma potrebbe arrivare domani. Tra le novità ci sarebbe anche l’ingresso pass free alle poste per il ritiro della pensione, mentre per gli altri servizi postali resterà necessario il green pass (base o rafforzato). In generale l’accesso sarà libero nei supermercati e in farmacia, dall’ottico e per il riscaldamento. Lo stesso per le attività all’aperto come benzinai, mercati, edicole. Il pass servirà invece per comprare le sigarette dal tabaccaio.
    Niente super pass per attraversare lo stretto di Messina, basterà un tampone negativo: Sicilia e Calabria sfidano il governo con un’ordinanza che viola il decreto in vigore dalla vigilia di Natale in base al quale può salire sui mezzi di trasporto, compresi “navi e traghetti adibiti a servizio di trasporto interregionale”, solo chi è vaccinato o guarito dal Covid. Una forzatura che arriva con le Regioni sempre più in pressing per modificare le regole anti Covid, a partire dai parametri di conteggio dei ricoveri in ospedale per evitare il passaggio nella zona con più restrizioni: Friuli Venezia Giulia, Piemonte e la stessa Sicilia hanno infatti già parametri da zona arancione mentre Abruzzo, Calabria, Lazio, Liguria, Marche, Toscana e provincia di Trento rischiano di sforarli entro venerdì. Sembra invece rientrato l’allarme per la Valle d’Aosta, che ha chiesto comunque una deroga al governo per evitare di finire in zona rossa se dovessero risalire le terapie intensive. Le ordinanza firmate dal governatore siciliano Nello Musumeci e da quello della Calabria Roberto Occhiuto stabiliscono che per passare dalla Sicilia alla Calabria basterà avere il green pass base e non quello rafforzato, anche se bisognerà restare nella propria auto o all’aperto e indossare la Ffp2. “Poniamo fine ad un’assurda ingiustizia ai danni dei siciliani – dice Musumeci – una norma discriminatoria del governo. Con l’ordinanza si garantisce e salvaguardia la continuità territoriale”. Nelle prossime ore si capirà se il governo impugnerà i due provvedimenti, come ha già fatto con quella della Campania che posticipava la riapertura delle scuole. Un confronto tra tutti i governatori ci sarà nelle prossime ore: la Conferenza delle Regioni si riunirà per approvare il protocollo sullo sport che ha avuto il via libera dal Cts ma è chiaro che sul tavolo ci saranno le richieste avanzate in questi giorni: la cancellazione del sistema dei colori, una revisione del sistema con il quale vengono conteggiati i ricoveri in ospedale, distinguendo tra ricoverati per covid e pazienti che entrano per altri motivi e risultano positivi al virus (alcune regioni hanno già cominciato a farlo in autonomia, anche se non influisce sui dati riportati nel bollettino), la modifica delle regole della quarantena. Su questo fronte l’ultima proposta è quella del presidente della Liguria Giovanni Toti: dopo 3 giorni senza sintomi si può terminare l’isolamento. Tra le richieste delle Regioni ci sarebbe anche quella di far rimanere in servizio i sanitari positivi, un escamotage per ovviare alla mancanza di personale. Richiesta rispedita al mittente dai medici. “E’ una proposta irresponsabile” dice Filippo Anelli della Fnomceo e aggiunge: “se venisse attuata, tanto varrebbe abolire l’obbligo di vaccinazione”. Anche il maggior sindacato dei medici, l’Anaao Assomed la definisce “sciagurata”: “Provocherebbe danni alla salute, trasformando i reparti ospedalieri in cluster di contagio, non possiamo proprio consentirlo”. Le proposte dovranno poi essere discusse con il governo, con il ministro della Salute Roberto Speranza che ha già aperto al confronto sulle modifiche anche se ha invitato tutti a rimanere con “i piedi per terra”. In concreto significa che ci sono dei margini di intervento sia sulle regole per la quarantena sia sul metodo di conteggio dei casi negli ospedali ma non verrà cancellato il sistema delle fasce. E comunque il tutto non avverrà prima di fine mese. Nelle prossime ore, invece, arriverà il Dpcm che individua quelle attività “necessarie al soddisfacimento di esigenze essenziali e primarie della persona” alle quali si potrà accedere senza il pass: i negozi che vendono generi alimentari, compresi i mercati e gli ambulanti, farmacie, parafarmacie, studi medici e veterinari, laboratori di analisi, negozi di ottica e per acquistare pellet o legna per il riscaldamento. Esclusi dal pass sarà anche tutto il settore dei carburanti, le edicole e i negozi di beni essenziali all’interno dei centri commerciali. Resta invece l’obbligo del pass per le librerie e per i tabaccai. Una scelta criticata dalla Federazione italiana tabaccai. “Ogni giorno entrano in tabaccheria 13 milioni di persone – sottolinea il presidente Giovanni Risso – Tutti ricordano che siamo rimasti aperti anche durante il lockdown, perché servizi essenziali per i cittadini, anche per pagamenti. Imporre ora il green pass sarebbe una complicazione ulteriore per la vita dei cittadini e per gli stessi esercenti”.

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    Bollette: riunione con Draghi, Franco, Giorgetti e Cingolani

    Riunione a Palazzo Chigi sul caro-energia con il premier Mario Draghi e i ministri dell’Economia Daniele Franco, dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti, della Transizione ecologica Roberto Cingolani, oltre al sottosegretario alla presidenza Roberto Garofoli e il consigliere economico del premier Francesco Giavazzi.
    Le riunioni si susseguono in questi giorni in vista del Cdm di domani che potrebbe varare nuove misure per calmierare gli aumenti delle bollette di luce e gas, insieme a una nuova tornata di ristori per le attività colpite dalle restrizioni anti-Covid. 
    Nell’arco di “queste due-tre settimane” il governo lavorerà “sulla norma contingente sulla mitigazione del costo delle bollette”, ha detto il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani al question time alla Camera.
    Nelle misure che il Cdm si appresta a varare per calmierare i costi delle bollette ci sarà il rinnovo delle aste Ets, strumento già usato che potrebbe raccogliere almeno 1,5 miliardi. Ma non ci sarà nessun intervento sugli extra-profitti delle aziende energetiche, più complicato da mettere a punto e quindi rinviato. Secondo quanto si apprende, dopo la riunione di circa tre ore tra il premier Draghi e i ministri Franco, Giorgetti e Cingolani, il confronto sulle misure proseguirà. Nel provvedimento potrebbe entrare anche la cartolarizzazione di alcuni oneri di sistema che valgono 2,5 miliardi.
    “Ho partecipato insieme al ministro Giorgetti alla riunione di oggi con i rappresentanti del sistema produttivo e c’è un grido d’allarme in particolare su alcuni settori. E’ naturale la necessità immediata un intervento almeno per i prossimi mesi e poi di misure più strutturali”. Così il viceministro dello sviluppo Gilberto Pichetto a Sky Tg24 Economia. Parlando di cifre, Pichetto ha aggiunto: “Senza scostamenti di bilancio, gli spazi non sono un granché: al di là dei 2 miliardi circa per i ristori, il ragionamento può arrivare a 4-5 miliardi ma su questo il governo è al lavoro”.

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    Covid, Modifiche all'assegnazione dei colori. I governatori: 'Non servono più'

    Confronto tra governo e Regioni sui provvedimenti di contenimento della pandemia, dalle quarantene all’eventuale nuovo conteggio dei casi Covid, al sistema dei colori.
    Modificare significativamente il sistema delle fasce di colori per le regioni valutando i casi Covid soltanto tra i pazienti ricoverati che hanno sviluppato la malattia e, dunque, senza includere gli asintomatici ricoverati per altre patologie. E’ questa – a quanto si apprende – una delle ipotesi emerse al tavolo a cui hanno partecipato tecnici del ministero della Salute – tra questi il direttore Generale della Prevenzione, Giovanni Rezza, e il presidente del Consiglio superiore di sanità e coordinatore del Cts, Franco Locatelli – e quelli delle Regioni, oggi riuniti per un primo incontro. Inoltre, frenata sulla riduzione a 5 giorni delle quarantene per i positivi sintomatici perchè mancano, ad oggi, sufficienti evidenze scientifiche, e rimodulazione del contact tracing con l’obiettivo di focalizzarlo sui sintomatici visti gli alti numeri dei contagi. Questi, secondo quanto si apprende, i punti sui quali oggi si è raggiunta una prima condivisione nel tavolo fra ministero Salute e Regioni, che è aggiornato alla prossima settimana per arrivare a decisioni finali operative. Disponibilità, inoltre, ad un aggiornamento per il conteggio dei positivi ricoverati, non includendo chi è entrato in ospedale per altre patologie. 
    “Con gli altri presidenti abbiamo parlato di abolire i colori delle regioni, non è più il caso, ne ho parlato con Fedriga. I colori servono a poco, su questo siamo pressoché tutti d’accordo”. A parlare, ospite di Un Giorno da Pecora, su Rai Radio1, è il governatore del Molise ed esponente di Forza Italia Donato Toma. 
    D’accordo anche il sottosegretario alla salute Andrea Costa (Noi con l’Italia), ora che c’è il super green pass, in un’intervista al Corriere della sera ha sottolineato che bisogna avviare con le Regioni un percorso per il superamento dei “colori”. Lo dice in un’intervista al Corriere della Sera, in cui spiega: “C’è una platea del 90 per cento di vaccinati. Di fronte a questo il sistema dei colori generalizzati non ha più senso. L’unico criterio che deve rimanere è quello della zona rossa”. “Il sistema dei colori, nel momento in cui la politica è quella delle vaccinazioni, e quando uno è vaccinato regolarmente può circolare, non sembra avere più molto senso”. Lo ha affermato Eugenio Giani, presidente della Regione Toscana, a margine della presentazione di un accordo con l’Unione italiana ciechi. “Faremo richieste al governo in una logica di semplificazione”, compresa quella di “smetterla con questi colori”, perché “chi si è accorto – ha proseguito – che siamo in giallo? Aveva un senso quando c’erano delle misure relative alla mobilità, ma oggi sono misure relative alla mobilità dei non vaccinati”.

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    Quirinale, Letta: 'Da noi nessun nome'. M5s: 'Draghi resti a palazzo Chigi'

    Primo vertice dei leader del centrosinistra sul Quirinale, con Letta e Speranza a casa di Conte per due ore. Alla fine nessun nome per “lasciare aperte tutte le opzioni”. “Ne parleremo con il centrodestra nei prossimi giorni”, dice il segretario del Pd. “Aperti al confronto, nessun diritto di prelazione, serve un nome condiviso”. Il M5s conferma il no a Berlusconi, se il suo nome sarà in campo i Cinque Stelle diserteranno le prime tre votazioni. Il centrodestra aspetta le decisioni dell’ex premier, ma cresce la tensione.
    Il leader M5s Giuseppe Conte, il segretario dem Enrico Letta e il leader di Leu Roberto Speranza hanno condiviso lo stesso tweet al termine dell’incontro sul Quirinale, svoltosi nell’abitazione romana dell’ex premier: “Ottimo incontro. Lavoreremo insieme per dare al Paese una o un Presidente autorevole in cui tutti possano riconoscersi. Aperti al confronto. Nessuno ha diritto di prelazione. Tutti abbiamo il dovere della responsabilità”.Per il Quirinale il M5s spinge ancora per trovare un nome alternativo a quello di Mario Draghi, in modo da poter far rimanere il premier a Palazzo Chigi. Così fonti qualificate 5s dopo l’incontro Conte-Letta-Speranza. Per questo, si aggiunge, l’obiettivo resta di cercare un nome condiviso per garantire continuità al governo nella consapevolezza della “difficoltà di proseguire in un quadro di maggioranza di governo che senza Draghi difficilmente potrebbe reggere”. Ma soprattutto Conte, così come Letta e Speranza, si sarebbero confrontati sulla contrarietà della “stragrande maggioranza” dei loro gruppi alla soluzione Draghi al Colle.
    “Non poniamo assolutamente dei veti. Guardiamo soltanto all’interesse del Paese e facciamo valutazioni nell’interesse del Paese e dei cittadini italiani. In questo momento va garantita una continuità dell’azione di governo. Quindi nessun veto, noi non poniamo veti”, ha detto in serata il presidente del M5s Giuseppe Conte ai microfoni del Tg3 rispondendo ad una domanda sull’esistenza di un veto del Movimento al nome di Draghi per il Quirinale.”In attesa delle mosse del centrodestra è sempre più concreta l’idea di non presentarsi in aula alle prime tre votazioni per dare un segnale forte nel caso rimanga il nome di Berlusconi sul tavolo. “Continuità di governo”: è questa, spiegano fonti qualificate del M5s, la linea del Movimento espressa durante il vertice da Giuseppe Conte con gli altri due leader Letta e Speranza. Dal vertice trapela infatti che “non si sono fatti nomi” proprio per “lasciare aperte tutte le opzioni”. E anche che è “fondamentale restare compatti” anche perché “nessuno ha la maggioranza”. “Ottimo incontro con Giuseppe Conte e Roberto Speranza. Lavoreremo insieme per dare al paese una o un presidente autorevole in cui tutti possano riconoscersi. Aperti al confronto, nessuno può vantare un diritto di prelazione. Tutti abbiamo il dovere della responsabilità”. Così il leader del Pd Enrico Letta su twitter.”Non c’è alcuna intesa sui nomi perchè ne parleremo con il centrodestra nei prossimi giorni”, ha detto Letta al termine del vertice.

    Ottimo incontro con @GiuseppeConteIT e @robersperanza. Lavoreremo insieme per dare al Paese una o un Presidente autorevole in cui #tutti possano riconoscersi. Aperti al confronto. Nessuno può vantare un diritto di prelazione. Tutti abbiamo il dovere della #responsabilità
    — Enrico Letta (@EnricoLetta) January 19, 2022

     
    “L’incontro è andato bene. Siamo pronti a un’azione forte, a un confronto anche ampio e condiviso. Ovviamente andranno rimosse dal tavolo candidature di parte come quella di Berlusconi”. Lo ha detto Giuseppe Conte dopo l’incontro con Letta e Speranza.  “Siamo pronti ad offrire al paese e a tutti i cittadini che aspettano un presidente o una presidente autorevole che possa rappresentare tutti”. “Avrete sicuramente delle proposte più avanti quando avremo il confronto anche con le altre forze”, ha aggiunto Conte.
    Un colloquio di circa un’ora tra il leader M5s Giuseppe Conte e il ministro degli Esteri Luigi Di Maio si è svolto alla Farnesina, a margine della cerimonia di intitolazione della sala dei trattati europei alla memoria di David Sassoli. La notizia del colloquio è stata anticipata sul sito del Foglio.
    “Il centrodestra e la maggioranza dei cittadini che rappresenta hanno pieno diritto di cittadinanza e dignità per proporre personalità, anche non necessariamente provenienti dal mondo della politica, capaci di ricoprire ruoli istituzionali apicali, almeno quanto il centrosinistra”. È quanto riferiscono fonti di Fratelli d’italia dopo la riunione dell’esecutivo che si è svolta nella sede del partito. 
    Durante l’esecutivo di Fratelli d’Italia la leader Giorgia Meloni ha ricordato “la disponibilità di FdI, già ribadita nel corso dei vertici di coalizione, a sostenere la candidatura di Silvio Berlusconi. Nel caso in cui la sua disponibilità venisse meno, FdI è pronta a formulare le sue proposte per concorrere a costruire una convergenza più ampia su personalità autorevoli nel campo culturale del centrodestra che hanno tutte le caratteristiche per ricoprire l’incarico”. 

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    Quirinale: Berlusconi resta a Milano, vertice del centrodestra in stand by

    Stand by nel centrodestra sul tema Quirinale. Silvio Berlusconi, a quanto si apprende da Fi, non verrà a Roma domani, giorno in cui si sarebbe dovuto tenere il vertice della coalizione.
    Gli alleati non hanno ricevuto nessuna convocazione e la riunione, spiegano, potrebbe slittare al fine settimana anche se c’è chi nel centrodestra azzarda anche l’ipotesi che alla fine il vertice non si tenga affatto.
    L’ex premier, spiegano, ha deciso di restare ad Arcore dove anche oggi è stato impegnato in una serie di telefonate ai parlamentari per testare la lori disponibilità di fronte ad una sua candidatura ufficiale al Quirinale.   

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    Quirinale: I 1009 Grandi elettori, poli lontani da quota 505

    Con l’arrivo dei 58 elettori regionali, raggiunge 1009 il plenum dei Grandi elettori che da lunedì 24 eleggeranno il prossimo presidente della Repubblica. Il dato certo è entrambi i poli, centrodestra e centrosinistra, sono lontanissimi dalla maggioranza dei due terzi (673), richiesta nei primi 3 scrutini, ma anche lontani da quota 505 che è la maggioranza assoluta richiesta dal quarto voto.
    Il centrodestra ha sulla carta 452 grandi elettori, il centrosinistra, intesa come la somma Pd-M5s-Leu, ne ha 408 che diventano 463 se si aggiungono i 44 di Italia Viva e i 5 di Azione-Più Europa.
    Decisivi saranno quindi gli altri 94 grandi elettori provenienti dal gruppone del Misto o non iscritti ad alcuna componente. Elettori che non rispondono ad alcuna indicazione di partito ed è difficile darli per certi in un calcolo di maggioranze.
    Ecco la geografia dell’assemblea che deciderà il prossimo capo dello Stato:
    CENTRODESTRA: ha 452 elettori formati dai 212 della Lega, 134 di Fi, 5 dell’Udc, 63 di Fratelli d’Italia, 32 di Coraggio Italia-Cambiamo-Idea, 5 di Noi con l’Italia-Rinascimento, 1 di Diventerà Bellissima .
    CENTROSINISTRA:ha 463 voti formati da M5s che ha 236 elettori (ieri la senatrice Elvira Evangelista ha lasciato il gruppo ed è passata al Misto), dal Pd con 154, da Leu che conta 18 votanti, da Centro democratico con 6 eletti, da Italia Viva con 44 e da Azione-+Eu con 5.
    SENATORI A VITA: Per questa elezione del presidente della Repubblica sono 6: Giorgio Napolitano , Mario Monti, Liliana Segre, Elena Cattaneo, Renzo Piano, Carlo Rubbia.
    MINORANZE LINGUISTICHE e AUTONOMIE: sono 12 grandi elettori.
    MAIE: Il gruppo dei parlamentari eletti all’estero è composto tra Camera e Senato da 9 elettori.
    GRUPPO MISTO E NON ISCRITTI: In questa legislatura il gruppo Misto di Camera e Senato è lievitato e mutato a secondo della nascita di nuove componenti: il gruppo più nutrito è la pattuglia ex M5s di Alternativa C’è che per le votazioni del Quirinale ha 16 grandi elettori, Italexit ha 3 elettori, FacciamoEco ha 5 esponenti, 1 del Partito Comunista e 1 di Potere al Popolo. Ci sono poi 41 grandi elettori, soprattutto ex M5s, che non sono iscritti a nessuna componente.   

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    Lega: addio Radio Padania, da domani c'è Radio Libera

    Dopo 25 anni dall’inizio delle trasmissioni la voce della Lega Nord Radio Padania Libera, poi diventata Rpl, da domani 20 gennaio si chiamerà Radio Libertà. A dirigere la radio che avrà come logo una R azzurro cielo, un simbolo del microfono rosso e la parola libertà in bianco sarà l’attuale direttore di Rpl Giulio Cainarca e sono confermati anche gli speaker.E venerdì, in trasmissione, ci sarà anche il segretario della Lega Matteo Salvini. 
    “Il nostro credo? Essere la voce di chi non è mainstream, perché per noi essere liberi vuol dire partecipare, come cantava Giorgio Gaber nel 1972”, spiega il direttore. “Anche se molti credono di poter ‘comunicare’ e ‘partecipare’ sui social – aggiunge -, noi siamo convinti che la radio sia ancora quel mezzo davvero in grado di parlare a tutti e dare spazio alle mille sfaccettature di un mondo complesso, nel quale non è mai tutto nero o tutto grigio”.
    La radio sarà accessibile sui canali 740 del digitale terrestre e sul nuovo 252 (dove ci potrete anche vedere con la smartTv), attraverso la radio digitale DAB, il sito www.radioliberta.net, e infine le nostre pagine Youtube e Facebook.