More stories

  • in

    Ior, Cipriani e Tulli devono risarcire 40 milioni euro

    E’ stata confermata in appello la condanna degli ex amministratori dello Ior Paolo Cipriani e Massimo Tulli. La Corte di Appello ha pienamente riconosciuto le ragioni dell’Istituto per le Opere di religione e ha condannato Cipriani e Tulli -rispettivamente ex direttore e vicedirettore generale della ‘banca vaticana’ – a risarcirgli circa 40 milioni di euro. Lo comunica lo Ior. 
    E’ stata depositata il 18 gennaio 2022 la sentenza con cui la Corte di Appello vaticana ha rigettato integralmente le istanze degli ex direttore generale e vice direttore dell’Istituto e, confermando integralmente la sentenza emanata in primo grado nei loro confronti, li ha condannati a risarcire allo Ior i danni da essi cagionati, che ha liquidato in euro 35.740.587 a titolo di danno emergente, nonché in euro 4.799.445 a titolo di lucro cessante (pertanto per un totale di euro 40.540.032, oltre svalutazione monetaria e interessi legali).
    La Corte ha posto le spese di giudizio a carico degli appellanti, incluso quelle relative al primo grado. Il giudizio riguarda la ‘mala gestio’ con cui Paolo Cipriani e Massimo Tulli hanno disposto alcuni investimenti dell’Istituto tra il 2010 e il 2013, e che si sono rivelati sin da subito dannosi in quanto problematici e, in diversi casi, anche illegittimi e oggetto di procedimenti penali.
    “Il giudizio fa seguito ad una profonda opera di rinnovamento e trasformazione dell’Istituto in attuazione delle importanti riforme del settore finanziario vaticano e della Santa Sede – sottolinea lo Ior -, grazie alle quali l’Istituto ha potuto identificare gli abusi commessi ai suoi danni e difendere il proprio patrimonio, che poi è patrimonio della Chiesa”. È stato il primo nel suo genere all’interno dello Stato della Città del Vaticano, che è servito da apripista ad altri casi analoghi, tuttora in corso.

  • in

    Benedettini Norcia, nuovo monastero segno speranza

    (ANSA) – NORCIA (PERUGIA), 21 GEN – La costruzione del nuovo
    monastero dei benedettini di Norcia “rappresenta un segno di
    grande speranza”. Lo sottolinea la comunità religiosa guidata da
    padre Benedetto Nivakoff che dopo i terremoti del 2016, si è
    trasferita sulla collina di San Benedetto in Monte, pochi
    chilometri fuori dal centro storico della città. Le giornate dei
    religiosi sono ancora scandite dalla preghiera e dal lavoro.   
    Da un paio di anni sono iniziati i lavori di ricostruzione di
    un antico convento cappuccino che diventerà la casa “ufficiale”
    dei 20 monaci oggi presenti in Valnerina. Il priore ha aperto
    all’ANSA le porte del cantiere, ma anche quelle della preghiera
    e del pranzo assieme all’intera comunità. Permettendo così di
    vivere un’intera giornata immersi nella fede e nella
    progettazione di un futuro che passerà inevitabilmente da
    un’altra ricostruzione, quella della Basilica del santo patrono
    d’Europa.   
    E sull’ipotesi che i monaci facciano ritorno in Basilica, dice
    che i nursini e i tanti visitatori “troveranno sicuramente la
    nostra presenza”. “Nel senso – aggiunge – che il nostro cuore
    sta nella Basilica e in particolare nella cripta dove nacquero
    San Benedetto e Santa Scolastica. Non appena sarà terminata la
    ricostruzione sarà nostra speranza di presentare quello spirito
    benedettino che è rimasto lì per secoli”. (ANSA).   

  • in

    Papa: forte impegno della Chiesa a dare giustizia alle vittime di abusi

    “Nella lotta contro gli abusi di ogni tipo” la Chiesa “sta portando avanti con ferma decisione l’impegno di rendere giustizia alle vittime degli abusi operati dai suoi membri, applicando con particolare attenzione e rigore la legislazione canonica prevista”. Così il Papa. “In questa luce ho recentemente proceduto all’aggiornamento delle Norme sui delitti riservati alla Congregazione per la Dottrina della Fede, con il desiderio di rendere più incisiva l’azione giudiziaria. Questa, da sola, non può bastare per arginare il fenomeno, ma costituisce un passo necessario per ristabilire la giustizia, riparare lo scandalo, emendare il reo”.

  • in

    Caro bollette, cabina di regia e poi il Cdm

    Stamani la cabina di regia tra Draghi e i capi delegazione della maggioranza di governo sulle misure contro i rincari delle bollette e sui ristori per le attività colpite dalle restrizioni anti Covid. A seguire previsto il Cdm. Affrontare i dossier più urgenti, dai ristori per le attività in crisi a causa delle restrizioni anti-Covid al nuovo scudo contro il caro-bollette. Valutare gli effetti delle ultime misure per contenere il virus, a partire dalla situazione della scuola. Mentre i partiti cercano – e per ora non trovano – una intesa sul nuovo presidente della Repubblica, Mario Draghi non ferma l’attività del governo, chiama il presidente di Confindustria Carlo Bonomi a Palazzo Chigi per discutere delle misure per calmierare i rincari dell’energia, vede il ministro Bianchi, prepara la cabina di regia che precederà, stamattina, il Consiglio dei ministri per il varo del nuovo pacchetto che vale complessivamente attorno ai 6 miliardi. I nuovi interventi per arginare gli aumenti di luce e gas sono i più complessi da preparare: i tecnici lavorano tutto il giorno per mettere a punto le norme ma non si trova ancora, salvo novità dell’ultima ora, una soluzione a prova di costituzionalità per chiedere un contributo alle società energetiche che hanno incassato extra-profitti in questo periodo, come più volte auspicato dallo stesso Draghi. Ci saranno, però, il rinnovo del meccanismo delle aste per l’emissione di CO2 – da destinare a ridurre i rincari anziché il debito pubblico – e anche il taglio attraverso la cartolarizzazione di parte degli oneri di sistema. Si tratterebbe di circa 4 miliardi (1,5 dalle aste Ets e 2,5 dalle cartolarizzazioni) che si aggiungono ai 3,8 già stanziati per far fronte ai super-rincari di luce e gas nel primo trimestre. Se le misure della manovra guardavano soprattutto alle famiglie, questa volta l’intervento dovrebbe dare una mano anche alle imprese – e agli enti locali – che a loro volta sono alle prese con bollette extra-large. Gli industriali si dicono soddisfatti, dopo l’incontro con Draghi a Palazzo Chigi che avevano chiesto nei giorni scorsi. Il premier ascolta le richieste di Bonomi e spiega le linee di intervento, garantendo attenzione all’industria che è ripartita di slancio dopo lo stop della pandemia e ora rischia di fermarsi proprio a causa del caro-energia. Un tema su cui tutti i partiti sono in pressing da settimane: Matteo Salvini ormai non passa giorno senza elencare nel dettaglio le difficoltà di un settore specifico (oggi era la volta delle imprese di Abruzzo e Molise, con bollette “quadruplicate” e “migliaia di posti a rischio”). Ma anche Enrico Letta ha chiesto “un intervento più strutturale e meno una tantum per evitare che le imprese chiudano”. La maggioranza avrebbe voluto di più, mettendo mano al deficit con un nuovo scostamento di bilancio, ma l’elezione del Capo dello Stato tra 4 giorni ha imposto di muoversi intanto con quello che si è recuperato tra nuove misure e le pieghe del bilancio. Le risorse anti-Covid, poco più di un miliardo che andrà a discoteche, impianti sportivi, mondo dello spettacolo e della cultura, oltre al turismo, sono recuperati da fondi già a disposizione dei ministeri che verranno reindirizzati verso le attività in crisi (tra le misure, 200 milioni andranno a quelle più impattate dal Covid, mentre 160 milioni andranno al tessile). Poi si vedrà, una volta capito chi sarà il nuovo inquilino del Colle e il destino del governo. Nel frattempo Draghi – che dovrebbe mantenere la linea del silenzio e non fare conferenza stampa dopo il Cdm – procede con un’agenda fitta di incontri tra cui spicca, poco prima dell’ora di pranzo, quello con il presidente di Stellantis, John Elkann. Un incontro tenuto riservatissimo e del quale non emergono dettagli. Ma che arriva dopo le parole dell’ad Tavares sui costi delle fabbriche italiane e l’assenza di adeguati incentivi alla transizione verso l’auto elettrica.

  • in

    Alimentari e farmacie senza pass, arriva il nuovo Dpcm

    Alimentari e farmacie accessibili senza pass. Discussa la questione dei tabaccai visto che molti hanno i distributori esterni. Intanto oggi è stato il giorno del debutto per parrucchieri, barbieri e centri estetici per l’accesso con la certificazione verde.
    Anche nelle attività essenziali dove si potrà accedere senza il green pass verranno effettuati dei controlli a campione. E’ quanto prevede la bozza del Dpcm che il presidente del Consiglio Mario Draghi dovrebbe firmare nelle prossime ore. L’articolo è stato inserito, viene spiegato da fonti ministeriali, per garantire che chi accede in quelle attività e servizi esentati dal pass lo faccia solo per soddisfare le esigenze primarie. Ad esempio, chi va in questura può farlo senza il pass per presentare una denuncia ma non per rinnovare il passaporto e chi entra in un ipermercato, può fare la spesa ma non acquistare beni non primari.

  • in

    Green pass: Giovannini, Stato non impugnerà le ordinanze sulle isole minori

     Sulla questione delle isole, in particolare le ordinanze che hanno spostato in avanti di un mese l’utilizzo del green pass rafforzato nelle isole minori, “dopo una consultazione con i colleghi e la Presidenza del Consiglio, posso dire che lo Stato è orientato a non impugnare l’ordinanza.    C’è un dialogo con le autorità regionali per far sì che nonostante il diverso regime vengano assicurate al massimo le misure di sicurezza sanitaria. Lo Stato non conta di opporsi all’ordinanza dei due presidenti di regione”. Lo ha detto il ministro delle infrastrutture Enrico Giovanni in audizione alla commissione Trasporti della Camera. Il ministro ha evidenziato che il  “settore dei trasporti è uno di quelli maggiormente colpiti dall’emergenza pandemica. I Governi hanno reagito in maniera molto decisa stanziando complessivamente oltre 10 miliardi per sostegni ai diversi comparti trasporti tra 2020 e 2021. Sostegni che hanno riguardato tutti i vari comparti del trasporto e contribuito anche a cig, moratorie dei pagamenti e altre misure”. Così il ministro delle infrastrutture Enrico Giovannini in audizione alla Camera, sottolineando che “l’erogazione delle risorse attraverso decreti ministeriali ammonta a 10 miliardi su 10,2 complessivi: abbiamo accelerato al massimo l’erogazione attraverso i decreti”. 
    “Con l’obbligo del Green pass rafforzato un eventuale passaggio in zona arancione non comporterebbe più una riduzione dei limiti di capienza dall’80% attuale al 50%” ha chiarito il ministro. Sui controlli del green pass sui mezzi, “i dati in nostro possesso sui giorni di avvio delle nuove norme non sono significativamente diversi da quelli di avvio del green pass normale. I tassi di violazione delle regole sono molto contenuti e il numero di verifiche fatte sia dal personale delle aziende, non solo nel traporto ferroviario ma anche tpl, in molte aree del paese, è elevato. Il tasso di controllo è molto elevato e il tasso di violazione molto basso, dell’ordine del 2% nei primi giorni. Questo dimostra approccio collaborativo delle persone usano i mezzi e i dati sono molto confortanti”. Lo ha detto il ministro delle infrastrutture Enrico Giovannini in audizione alla commissione Trasporti della Camera    

  • in

    Quirinale: Berlusconi verso scelta entro domenica. Oggi incontro Salvini-Conte

    Giornata di riflessione per Silvio Berlusconi che comunque, a quanto risulta all’Ansa, starebbe seriamente valutando di sciogliere la riserva sulla sua eventuale candidatura entro domenica, alla vigilia della prima chiama.Ascolta “Veti e timori dominano i partiti, il silenzio di Berlusconi blocca centrodestra (di Fabrizio Finzi)” su Spreaker.

    Oggi c’è stato un incontro tra Matteo Salvini e Giuseppe Conte. Come riferisce una nota della Lega, l’incontro tra il segretario e il presidente del M5s “è stato cordiale: hanno parlato di Quirinale e di governo, chiarendo i propri punti di vista. A proposito di Colle, il leader della Lega ha ribadito che il centrodestra è e resterà compatto in tutte le votazioni. Il faccia a faccia è durato un’ora: Salvini e Conte si sono visti dopo pranzo, in centro”.”Sul Quirinale procedono gli incontri con tutte le parti in causa e il centrodestra ragionerà e voterà compatto, sarà determinato e determinante e il ruolo di Berlusconi è e sarà fondamentale. Sono fiducioso”. Lo ha detto il leader della Lega Matteo Salvini facendo un punto stampa con i giornalisti sotto il Senato.”Di fronte all’assalto al Colle del centrodestra abbiamo dovuto trovare un equilibrio fra respingere l’assalto e tenere un canale di comunicazione, per un nome condiviso e non di parte, quindi non un nome di centrodestra. Dobbiamo trovare un accordo, su un nome super partes”. Lo ha detto il segretario del Pd, Enrico Letta, intervistato a Radio Immagina.”Berlusconi è ad Arcore e rimarrà ad Arcore, credo si esprimerà con dei bollettini. Mi pare chiaro che questa pausa sia diventata di riflessione, in cui lui possa elaborare un nome al posto del suo e lavorare con l’impegno di un padre della patria. Direi che da un giorno e mezzo siamo su questo punto”. Così Vittorio Sgarbi ha inquadrato la situazione del leader di Forza Italia rispetto alla corsa al Quirinale. “Io so quale è il nome che proporrà Berlusconi”, ha assicurato Sgarbi, ospite per il terzo giorno consecutivo di Un giorno da pecora, su Rai Radio 1. E a chi gli domandava delle tre donne considerate fra le possibili opzioni ha risposto: “La Moratti posso escluderla, Cartabia non sa chi sia, su Casellati non posso dire niente, è la presidente del Senato. Comunque mi auguro che dia un segnale di grande maturità, con la capacità di dire che occorre una figura che unisce”. “Escludo completamente che Berlusconi si faccia contare, il nome esce prima di lunedì, immagino anche che possa uscire per iscritto – ha aggiunto il deputato e critico d’arte, che nelle scorse settimane ha aiutato l’ex premier a contattare una serie di parlamentari -. Il vertice lo si può anche auspicare, ma costringerlo a venire a Roma… Se non deve essere eletto cosa viene a fare a Roma?”. Sgarbi ha poi spiegato di “non essere più convinto” della propensione di Berlusconi per una riconferma di Sergio Mattarella al Colle. “So che voleva il Mattarella bis come soluzione migliore in assoluto: è una cosa che mi ha detto venerdì scorso, ma da venerdì le cose sono mutate, non credo che proporrà il nome di Mattarella”.

  • in

    Lettera di minacce indirizzata al ministro Orlando

    Questa mattina è stata recapitata al ministero del Lavoro una busta con una lettera di minacce, indirizzata al ministro Andrea Orlando, il cui contenuto ora è oggetto delle analisi dei Vigili del Fuoco intervenuti insieme agli agenti dell’ispettorato della Polizia di Stato del ministero e al personale sanitario del 118. Lo fa sapere il ministero del Lavoro, spiegando che, al momento dell’apertura della lettera, Orlando non era negli uffici del ministero.    Nella busta era presente una sostanza. Ad aprirla un membro della segreteria che è stato preso in carico dal personale sanitario e messo in isolamento per le analisi di rito degli organi competenti, effettuate anche sul contenuto della busta.