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    Quirinale: portavoce Mattarella pubblica foto scatoloni

    La foto di un ufficio, ingombro di scatoloni. L’ha pubblicata su Twitter Giovanni Grasso, portavoce del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. “Fine settimana di lavori pesanti…”, scrive Grasso, con riferimento al trasloco in atto dagli uffici del Quirinale. 

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    Quirinale: Da bis a scoiattolo, le parole della corsa al Colle

    Le strategie, gli obiettivi, le variabili: le parole chiave che hanno dato ritmo ai dibattiti di questa corsa al Colle. ATREJU – La versione invernale della kermesse di FdI apre i giochi facendo sfilare sul palco l’intero arco costituzionale. Ma più che lanciare larghe intese, fa emergere qualche crepa nell’asse Meloni-Salvini.
    BIS – C’è chi lo chiede apertamente, chi lo esclude, chi ancora si augura senza dirlo una conferma di Mattarella. Che però lo esclude pubblicamente almeno una dozzina di volte.
    COVID – La variante che ha costretto a introdurre il voto al ‘drive in’ per contagiati e in quarantena. Niente da fare per i no vax, esclusi dai 1.009 grandi elettori.
    DONNA – Il 60% degli italiani ne vorrebbero una al Colle, si sprecano petizioni e ipotesi, da Moratti a Casellati, e si propone anche Gianna Nannini. Intanto su 58 grandi elettori solo sei sono donne.
    ELEZIONI ANTICIPATE – Lo spauracchio degli onorevoli che temono di non essere confermati alle prossime Politiche, le prime con il taglio dei parlamentari.
    FRANCHI TIRATORI – Sono stati fatali anche per Merzagora, Fanfani, Leone, Forlani e Prodi. Oggi ancor più temuti in un Parlamento balcanizzato.
    GIACCHETTA – Tutti raccomandano che non va tirata né a Draghi né a Mattarella, ma non pochi ci provano. “A chi lo fa con me – la battuta di Prodi – gli lascio la giacca”.
    INCONTRI – Pubblici, istutuzionali, segreti, su zoom, in ristoranti o salotti, scandiscono l’avvicinamento all’elezione. Manca solo il più evocato, il tavolo dei leader.
    KINGMAKER – Chi non può ambire al trono ma indirizza la scelta del nuovo sovrano: un ruolo conteso fino all’ultimo fra Berlusconi e Salvini.
    LARGO (campo) è l’orizzonte di Letta e Conte, alle prossime elezioni si vedranno i risultati, le trattative sui Quirinale ne hanno sottolineato le insidie.
    MANNY TUTTOFARE – Renzi pesca dal mondo dei cartoni per descrivere il suo il ruolo, promettendo di replicare il blitz risolutivo di sette anni fa.
    NUMERI – Il quorum è sempre quello: 673 voti ai primi tre scrutini, 505 dal quarto, quando secondo i più si sbloccherà lo stallo.
    OPERAZIONE SCOIATTOLO – La strategia di Berlusconi per cercare i voti fra i parlamentari degli altri gruppi non allineati, affiancato da Sgarbi nell’inusuale ruolo di telefonista.
    PATRIOTA – Deve esserlo il candidato ideale per FdI. Patriota è Pertini, replica il Pd. Patriottismo è rendere “la Repubblica unita e solidale”, il promemoria di Mattarella.
    QUIRINAL GAME – Brutale come il gioco del gambero della serie tv corerana, la corsa al Colle costringe mosse spregiudicate a passi avanti, indietro e di lato.
    RUOLO – Nel messaggio di fine anno Mattarella ha definito così il suo incarico: non mandato, perché quello può essere replicabile.
    SEMIPRESIDENZIALISMO – A novembre Giorgetti dà il primo scossone al Palazzo affermando che “Draghi potrebbe guidare il convoglio anche dal Quirinale”.
    TRASFORMISMO – Vecchio vizio politico, e il traffico si intensifica con l’avvicinarsi del voto per il capo dello Stato con un paio di cambi di casacca anche alla vigilia.
    VETI – Il centrodestra non ne accetta, il centrosinistra ne oppone uno sostanziale, su Berlusconi.
    ZAN (il ddl) – A fine ottobre al Senato viene affossata la legge, naufragano le prove tecniche di intesa sul Quirinale.   

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    Quirinale: il centrodestra si vede su Zoom, il vertice questa volta è virtuale

    Niente pranzi o faccia a faccia, per la prima volta tutti collegati via Zoom. A due giorni dal primo voto per il Quirinale, con Silvio Berlusconi rimasto ad Arcore e Matteo Salvini e Giorgia Meloni a Roma, il centrodestra sceglie di riunirsi in modalità ‘virtuale’ per fare il punto sul cruciale appuntamento per l’elezione del nuovo capo dello Stato.
    Segno dei tempi e della pandemia che con i primi lockdown ha ormai sdoganato le riunioni da remoto. Anche la politica si adegua, perfino su una partita così delicata com’è quella del presidente della Repubblica.
    Critico per i rischi sulla riservatezza è Osvaldo Napoli, deputato di Coraggio Italia: “Convocare un vertice da remoto, senza sapere quante persone ascoltano, è l’ultima scivolata, almeno si spera, del centrodestra”. E si chiede “come sia pensabile, senza perdere in credibilità, trattare una vicenda tanto cruciale come è l’elezione del presidente della Repubblica con tanta superficialità e approssimazione”. 

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    Ultimo saluto a Sergio Lepri, alla camera ardente in Campidoglio tanti amici e colleghi

    L’abbraccio di tanti colleghi, che hanno ricordato i suoi insegnamenti, la sua vicinanza anche negli ultimi anni e il suo supporto nei momenti difficili, le immagini di alcuni momenti di intimità familiare, le dedica di tre poesie dalle tre amate nipoti. È stata una cerimonia ricca di commozione e affetto quella che si è svolta alla Sala della Protomoteca in Campidoglio per l’ultimo saluto a Sergio Lepri, maestro di giornalismo e storico direttore dell’ANSA, scomparso due giorni fa a 102 anni.
     Ascolta “La lezione di Sergio” su Spreaker.

     Ad attendere il feretro assieme ai tre figli Maria, Paolo e Stefano il sindaco di Roma Roberto Gualtieri. “Roma – ha detto – rende omaggio ad una leggenda del giornalismo, storico direttore dell’agenzia ANSA, che con la sua autorevolezza è stato punto di riferimento per generazioni di professionisti dell’informazione”. Erano presenti anche tutti i vertici dell’ANSA, il presidente Giulio Anselmi, l’amministratore delegato Stefano De Alessandri e il direttore Luigi Contu, che ha ricordato di essere stato assunto da Lepri nel 1987 e ha sottolineato quanto il patrimonio di esperienze che gli ha donato, da direttore e poi nei tanti incontri avuti con lui negli ultimi anni, gli sia stato prezioso nel lavoro quotidiano.
    In Campidoglio anche molti dei colleghi che hanno lavorato con lui all’agenzia che ha diretto per 30 anni, fino al 1990, con i quali Lepri ha continuato ad avere una corrispondenza fittissima, fondando anche una rivista online. Tutti hanno sottolineato il suo rigore professionale, la ricerca continua della massima obiettività possibile e la sua attenzione alla scrittura delle notizie. Un’attenzione – come ha ricordato Silvia Garambois, presidente dell’associazione Giulia – a tutti gli aspetti del linguaggio, in particolare in relazione al rispetto della parità di genere. Dietro al libro con tutte le firme, anche una corona di fiori rossi della redazione dell’ANSA, con la scritta “Ciao direttore”.
    Non è stato dimenticato il ruolo di partigiano e difensore della libertà di stampa che Lepri ebbe già nei tempi del fascismo. L’Associazione Nazionale Partigiani gli ha reso omaggio, ricordando che tutti gli anni, fino alla fine, un rappresentante gli portava a casa la tessera dell’Anpi. Il presidente della Fnsi Giuseppe Giulietti ha rimarcato che “il potere di Lepri consisteva proprio nell’esercizio della libertà che metteva in pratica ogni giorno”.
    Tanti momenti di intimità familiare nelle fotografie proiettate nel corso della cerimonia: immagini dalla sua casa in montagna, a Cortina, le partite di tennis, praticato fino a tarda età, ritratti con l’amatissima moglie Laura e le tre nipoti Virginia, Laura ed Emma, che hanno letto tre poesie, tra cui l’Infinito di Leopardi, che le univano al nonno. Anche il direttore di Radio 1 Andrea Vianello ha voluto sottolineare quanto il rapporto con Lepri, il dialogo avuto con lui e la lettura dei suoi libri, sia stata utile per ricominciare a parlare dopo l’ictus che lo ha colpito. Le ceneri di Lepri saranno deposte nel cimitero fiorentino di San Miniato al Monte, accanto a quelle della moglie Laura, morta nel giugno 2011.

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    Quirinale: positivi dopo voto in isolamento a casa o Covid hotel

    I grandi elettori positivi al Covid potranno uscire dall’isolamento soltanto per votare e dunque dovranno indicare una casa a Roma o un Covid hotel dove tornare in quarantena dopo ogni scrutinio. Lo prevede il decreto approvato ieri dal governo, che chiede alla Camera di comunicare al prefetto della capitale la fascia oraria in cui i positivi – che ad oggi sarebbero circa 35 – saranno chiamati a votare per il nuovo presidente della Repubblica, nel ‘drive in’ creato all’esterno di Montecitorio.
    A quanto confermano diverse fonti, non è allo studio l’allestimento di un Covid hotel ad hoc per i parlamentari e delegati regionali positivi o in quarantena, ma chi non risiede a Roma potrà fare richiesta di alloggiare in uno dei Covid hotel già esistenti nella capitale. In alternativa dovranno indicare “altro luogo idoneo dove proseguire il periodo di isolamento o di quarantena” e quindi scegliere un appartamento o anche una struttura ricettiva adeguata. Chi è in quarantena potrà infatti uscire solo per andare a votare con la propria auto o un mezzo sanitario e poi dovrà tornare nel proprio domicilio, se non vuole violare il “divieto” previsto dalla legge di dormire o consumare i pasti in altro luogo.
    I questori della Camera hanno già indicato le modalità per chiedere le procedure speciali di voto. Una mail dovrà essere inviata entro le 17 di domani o alla vigilia di ciascuna successiva votazione, per chi si scoprisse positivo in un secondo momento. Alla mail dovrà essere allegata una liberatoria per accettare di rendere “conoscibile” la propria condizione sanitaria, nell’ambito delle procedure di voto.
    A tutti i grandi elettori sarà misurata la temperatura all’ingresso di Montecitorio: chi ha più di 37,5 farà subito un tampone rapido e se negativo potrà entrare in Aula a votare, se positivo verrà indirizzato al ‘drive in’. 

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    Appalti: intesa governo-Anac, più efficienza accorpando acquisti

    Accorpare e centralizzare il più possibile gli acquisti per spuntare prezzi migliori, arginare deficit organizzativi dovuti alla frammentazione e istituire un’anagrafe unica delle stazioni appaltanti: con un protocollo d’intesa tra il premier Mario Draghi e il presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione Giuseppe Busia, entra nel vivo il processo di riqualificazione delle stazioni appaltanti e delle centrali di committenza, tra i punti qualificanti del Pnrr.
    “Da tempo Anac sosteneva l’urgenza di intervenire sul caos delle oltre 36mila stazioni appaltanti, in direzione di una riduzione e semplificazione”, sottolinea il presidente dell’Autorità Anticorruzione Giuseppe Busia: “Va superato il limite territoriale. Se una regione è capace e si è specializzata in una tipologia di acquisti, deve poterlo fare senza limiti regionali, favorendo acquisti a prezzi migliori di beni di maggiore qualità, con maggiore conoscenza del mercato e capacità di spuntare condizioni migliori. Pensiamo a cosa sarebbe accaduto se i vaccini anti-Covid fossero stati acquistati da ogni singola Asl, invece che a livello europeo”.
    Si punta ad agire in tempi stretti: il tavolo di lavoro congiunto Governo-Anac dovrà rendere operativo il nuovo sistema perché risulti pronto e collaudato prima dell’entrata in vigore della riforma del Codice degli appalti. Entro il 31 marzo verranno adottate le Linee guida con le modalità operative.   

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    Pg Perugia, “inquietante” situazione criminalità minorile

    (ANSA) – PERUGIA, 22 GEN – Appare “inquietante” per il
    procuratore generale presso la Corte d’appello di Perugia,
    Sergio Sottani, “la situazione della criminalità minorile” in
    Umbria, “espressione di un disagio che da anni investe la
    regione”. Lo ha sottolineato in occasione della cerimonia di
    inaugurazione dell’anno giudiziario svoltasi a Perugia.   
    Il procuratore generale ha sottolineato come “dai dati
    pubblicati dalla Regione Umbria nell’anno 2020 emerge un
    preoccupante aumento di consumo di sostanze stupefacenti tra gli
    adolescenti, così come il numero di ricoverati, a causa del
    consumo, supera la media nazionale”.   
    In aumento “sia pure in termini limitati” i procedimenti per
    maltrattamenti e stalking. “Le misure dirette ad evitare la
    diffusione del contagio – scrive Sottani -, con una diminuzione
    della mobilità, hanno avuto l’effetto indiretto di una
    diminuzione dei reati contro il patrimonio ma rimane alta la
    preoccupazione per i furti in abitazione, cioè per i reati di
    maggiore allarme sociale in tema di tutela della proprietà
    individuale e della libertà personale”.   
    Diminuisce anche, sempre quale effetto collaterale della
    ridotta mobilità, la criminalità collegata allo “spaccio da
    strada” di stupefacenti, ma rimane “preoccupante” il numero di
    reati collegati al traffico di droga. “Particolare attenzione”
    da parte delle Procure del distretto per i reati di omicidio
    colposo e di lesioni colpose commessi con violazione delle norme
    in materia di circolazione stradale, “per i quali si confida, a
    breve, di redigere un protocollo distrettuale, e per quelli
    legati alla prevenzione degli infortuni sul lavoro, in costante
    aumento e di cui poco si parla se non in occasione di alcuni
    gravi incidenti”. (ANSA).   

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    Tre no vax sospesi, sindaco ha uffici vuoti e chiede aiuto

    (ANSA) – BADALUCCO, 22 GEN – Il sindaco di Badalucco
    (Imperia) Matteo Orengo è costretto a sostituire tre dipendenti
    ultracinquantenni no vax del proprio Comune, che dal prossimo 15
    febbraio dovranno per forza restare a casa, in base alla nuova
    normativa che prevede l’obbligo di Green Pass rafforzato sui
    luoghi di lavoro. Il primo cittadino ha annunciato la volontà di
    firmare una convenzione con il vicino Comune di Taggia (Imperia)
    per usufruire dell’attività di tre dipendenti per qualche ora a
    settimana per evitare che gli uffici, Anagrafe e Stato civile,
    Servizi Sociali e Segreteria e Bilancio e Commercio, restino
    vuoti.   
    “Dopo due alluvioni e il Covid, speravo finalmente di potere
    avere un anno tranquillo per lavorare con serenità, e invece
    niente – afferma il sindaco -. In Comune lavorano cinque
    dipendenti, tre dei quali sono senza vaccino e con obbligo
    vaccinale”.   
    Prima di arrivare alla decisione di sostituirli il sindaco
    aveva provato a contattarli, ma senza esito. “Prima che uscisse
    il decreto ci siamo riuniti, cercando di capite lo scenario, ma
    loro hanno ribadito l’intenzione di non vaccinarsi andando
    incontro a conseguenze lavorative ed economiche, come la
    rinuncia dello stipendio e la sospensione”.   
    Prosegue il primo cittadino: “E’ una scelta che non condivido
    e non capisco, ma indubbiamente ritengono di dover combattere
    questa battaglia e di trovarsi nel giusto. Ora sto cercando di
    ristrutturare questi uffici, ma non sarà semplice, visto che chi
    subentrerà dovrà prendere confidenza con nuove password e metodi
    di archiviazione”. Nei prossimi giorni, grazie alla
    disponibilità del sindaco di Taggia, Mario Conio, Orengo dovrà
    firmare una convenzione per usufruire dell’aiuto dei dipendenti,
    almeno fino al 15 giugno, quanto dura la sospensione per i non
    vaccinati. (ANSA).