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    Desaparecidos, confermato l'ergastolo a ex dittatore Perù

    La Cassazione ha confermato la sentenza di condanna all’ergastolo per l’ex dittatore peruviano Francisco Morales Bermúdez, accusato della scomparsa di diversi italiani perpetrata attraverso il Piano Condor, il sistema di repressione degli oppositori politici in America Latina negli anni ’70 e ’80. La prima sezione ha respinto il ricorso presentato dopo le sentenze di primo e secondo grado a Morales Bermúdez, che lo scorso ottobre ha compiuto cento anni, e Martinez Garay. Un terzo ricorrente, Ruiz Figuroa, nel frattempo – nel 2019 – è deceduto.
    I precedenti procedimenti, in primo e secondo grado, avevano visto sotto esame la posizione degli ex Capi di Stato ed esponenti delle giunte militari e dei servizi di sicurezza di Bolivia, Cile, Perù e Uruguay in carica tra gli anni ’70 e ’80, accusati di aver realizzato in quegli anni una repressione ai danni degli oppositori.
    Tra i ventisette imputati, otto dei quali accusati dell’omicidio plurimo aggravato di 23 vittime italiane della repressione, c’erano anche Luis Garcia Meza Tejada (ex presidente della Bolivia), Luis Arce Gomez (ministro interno della Bolivia), Juan Carlo Blanco (ministero degli esteri dell’Uruguay), Jeronimo Hernan Ramirez Ramirez (militare del Cile), Valderrama Ahumada (ex colonnello dell’esercito del Cile) e Pedro Richter Prada (ex primo ministro del Perù, poi deceduto).    

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    Giorno ricordo: Sala, no a negazionismo

    (ANSA) – MILANO, 10 FEB – “Il Giorno del Ricordo è la
    ricorrenza attraverso cui il nostro Paese fa i conti con un
    passato a lungo negato. Un momento in cui abbiamo il dovere
    morale e civile di commemorare il sacrificio degli italiani
    dell’Adriatico orientale, le vittime e gli esuli dalla Venezia
    Giulia, dall’Istria, da Fiume e dalla Dalmazia”. Così il sindaco
    di Milano, Giuseppe Sala, ha parlato della giornata che si
    celebra oggi in cui si ricordano le vittime delle foibe in un
    post sulle sue pagine social, dove ha postato la foto del
    monumento dedicato ai martiri delle foibe che si trova a Milano.   
    “Gli orrori delle Foibe sono una macchia indelebile della
    nostra storia – ha concluso il sindaco – . Per questo è
    fondamentale ricordare e tramandare per scongiurare il male e il
    negazionismo”. (ANSA).   

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    Draghi, intervento ampio sulle bollette, fino a 7 miliardi

     Un nuovo decreto sulle bollette ci sarà. Presto. E di “ampia portata”. Il premier Mario Draghi sceglie lo sfondo del porto di Genova, dove è tornato ieri per promuovere il Pnrr, per lanciare un messaggio rassicurante: non solo il Piano coi fondi europei sosterrà crescita e stabilità del Paese nel medio periodo ma nel frattempo il governo non “dimentica famiglie e imprese in difficoltà” e, anzi, sta lavorando a un nuovo provvedimento per calmierare gli aumenti di luce e gas che hanno registrato un “boom”, certifica l’Arera, nonostante gli interventi messi in campo finora.   
    Il prezzo dell’energia elettrica nei primi tre mesi dell’anno è raddoppiato (+55%) e poco meno ha fatto il gas (+41,8%), creando problemi non solo alle attività produttive ma anche ai sindaci, che stasera in protesta “spegneranno” i monumenti, gli uffici pubblici, alle asl e agli ospedali.
    Di tutto questo dovrebbe tenere conto il nuovo intervento che potrebbe valere tra i 5 e i 7 miliardi, come ha spiegato la sottosegretaria al Mef Maria Cecilia Guerra, assicurando che questa volta si dovrebbero anche “rafforzare i bonus sociali”. Si parte da circa 4 miliardi che arrivano in parte (per circa 1,5 miliardi) dalla prima mini tassazione degli extraprofitti realizzati dagli impianti a fonti rinnovabili. Altre risorse dovrebbero arrivare dalla destinazione dell’intero incasso delle aste di Co2 alla riduzione delle bollette, misura che l’Arera invita a rendere “strutturale”. L’autorità per l’energia chiede anche al governo di rivedere in modo stabile gli oneri di sistema, eliminando dalla bolletta quelli che non hanno a che fare “con il sistema energetico”. Ma la ricerca dei fondi è in corso e il perimetro dell’intervento sarà definito nel dettaglio solo quando si avrà piena contezza delle risorse. Che non saranno a deficit perché, almeno per il momento, a Palazzo Chigi e al Mef si continua a escludere il ricorso a uno scostamento di bilancio.    Tutti i partiti, però, restano in pressing: Giuseppe Conte chiede soluzioni “strutturali”, la Lega lamenta in un flash mob alla Camera anche le difficoltà di piscine e impianti sportivi” ed esulta per l’annuncio di Draghi, mentre Enrico Letta insiste che bisogna fare presto per non azzoppare la ripresa, ed elenca tra le proposte del Pd anche quella di aumentare la produzione di gas nazionale, che pure è una delle opzioni sul tavolo. Per le misure di medio periodo si guarderebbe anche alla revisione degli stoccaggi mentre non si esclude, tra gli interventi immediati, di prevedere aiuti anche per il trimestre in corso per le imprese energivore.    Il nuovo decreto-energia dovrebbe arrivare la prossima settimana, mentre venerdì si dovrebbe chiudere in Consiglio dei ministri sulla riforma del Csm, mentre i ministri leghisti Garavaglia e Giorgetti stanno lavorando per portare al più presto il testo sulle concessioni balneari, su cui con il ministro Mariastella Gelmini hanno incontrato gli enti locali.    Ma la questione più urgente restano le bollette.    Che si tratti di una “mina” sulla strada della ripresa, come ribadisce il presidente di Confindustria Carlo Bonomi, il governo è ben consapevole, tanto che si appresta a varare il quarto intervento in pochi mesi. Ma non cala la fiducia che l’economia possa superare la congiuntura e mantenere una crescita “sostenuta, equa e sostenibile” che è “il miglior custode della stabilità”, ha detto Draghi visitando oltre al Porto di Genova anche il cantiere del Terzo Valico. Per la prima uscita dell’anno – a cui dovrebbero seguirne altre – il premier sceglie una città che è diventata “modello”, che grazie al “coraggio dei genovesi” ha mostrato al Paese intero “come ripartire dopo una tragedia”. Con un pensiero alle vittime del crollo del Ponte Morandi, e l’altro alla “collaborazione, rapidità e concrettezza” di tutti i soggetti coinvolti nella ricostruizione, Draghi ha sottolinato che quelli che ci aspettano sono “anni cruciali”, in cui andranno centrati “tutti gli obiettivi del Pnrr” per “una questione di serietà” verso i cittadini e i partner europei, ma anche di “affidabilità”. E per i quali servirà “lo stesso spirito di rinascita che oggi vediamo a Genova”.    

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    Mamma di Ronaldo dona al Papa la maglietta di Cr7

    Papa Francesco ha salutato, alla fine dell’udienza generale nell’Aula Paolo VI, Maria Dolores dos Santos Viveiros da Aveiro, la mamma di Cristiano Ronaldo che gli ha donato la maglia di gioco del figlio. 

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    Afghanistan: il faro del Parlamento italiano sulle donne

     “Sono vittime silenziose e a noi spetta il compito di non lasciarle sole”. Recita così l’ultimo messaggio, ultimo solo in ordine di tempo, apparso sui social in difesa delle donne afgane. A scriverlo oggi, su Facebook, è la senatrice del M5s Donatella Agostinelli, che ha aderito alla staffetta #donneafganelibere, avviata dall’Osservatorio sui Diritti delle donne in Afghanistan: un organismo istituito dalla Commissione per i Diritti Umani del Senato, all’indomani del ritiro da Kabul delle truppe americane. E sono molte le parlamentari italiane che si sono mobilitate per non far cadere nell’oblio il dramma che coinvolge migliaia di donne, costrette a vivere sotto il regime dei talebani, spesso in condizioni di miseria assoluta, private di ogni libertà, a cominciare da quella del diritto allo studio.    Oltre alla staffetta sui social, in loro aiuto è nato anche un Intergruppo parlamentare, proposto dalla presidente della Commissione Difesa del Senato ed ex ministro Roberta Pinotti. “E ora – incalza la capogruppo del Pd in Commissione per la tutela dei Diritti Umani, Valeria Fedeli, che è anche componente dell’Intergruppo – è giunto il momento di fare il punto. E’ mia intenzione, infatti, chiedere alla vice ministra degli Affari Esteri, Marina Sereni, di avviare una riflessione pubblica sul tema”. Perché, come ha spiegato la senatrice Paola Binetti nel primo tweet della staffetta social, “mantenere alta l’attenzione è nostro dovere”. “Siamo chiamati almeno a dare un sostegno per offrire loro una via d’uscita. Non ci sono altre strade”, twitta Laura Boldrini, presidente del Comitato per la difesa dei Diritti Umani della Camera che ha invitato ad aderire all’iniziativa anche deputati e senatori uomini, rimasti sinora silenti. “E stiamo lavorando – aggiunge Valeria Fedeli – affinché in quest’azione a difesa delle donne afgane vengano coinvolte anche le parlamentari europee”.    Nell’attesa, anche fuori dal Parlamento ci si mobilita per l’Afghanistan, come dimostra l’impegno del Pam Italia. “In linea con il progetto parlamentare a sostegno delle donne afgane, motore trainante delle famiglie – spiega il presidente del Wfp Italia, professor Vincenzo Sanasi d’Arpe – il Wfp Italia, con Banca Intesa, ha lanciato un progetto secondo i principi del World Food Programme che da oltre 60 anni aiuta le categorie più deboli e sofferenti. Il sostegno al progetto – aggiunge – rafforza la comunità che si batte per eliminare fame e discriminazioni di razza e di genere. È importante agire insieme in difesa di un Paese che soffre e rischia di diventare una delle crisi umanitarie più gravi al mondo”. https://www.forfunding.intesasanpaolo.com/DonationPlatform-ISP/nav/progetto/famiglie-afghanistan

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    Camera: dal 15/2 ingresso solo con green pass rafforzato

    Approvata dall’ufficio di presidenza di Montecitorio la delibera che impone il green pass rafforzato per accesso alla Camera dal 15 febbraio. Da allora gli over 50 entreranno nelle sedi della Camera solo se vaccinati o guariti.
    Dopo la Camera anche il Senato si adegua alla normativa che impone l’obbligo di green pass rafforzato per l’accesso. Si dovrà esibirlo per entrare nelle sedi del Senato dal 15 febbraio. Così ha deciso il Consiglio di presidenza di Palazzo Madama, come si apprende da fonti parlamentari. Da martedì prossimo, quindi, gli ultracinquantenni dovranno esibire il super green pass (ottenuto con la vaccinazione o se guariti) all’ingresso.

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    Tweet choc del figlio di Enrico Montesano sulle bare di Bergamo

    “Le bare di Bergamo stanno al Covid come il lago della duchessa sta al sequestro Moro”: lo ha scritto sul suo profilo twitter (il tweet diffuso ieri sera è stato cancellato) il giornalista del quotidiano ‘Libero ‘ Tommaso Montesano, figlio dell’attore Enrico. Tempo addietro aveva scritto di essere “un negazionista”, ma contestava questa definizione per il padre che è un noto No Green Pass.    Il messaggio ha provocato l’immediata reazione dell’organismo sindacale della testata: “Il Comitato di redazione del quotidiano Libero si dissocia dagli interventi con i quali un collega nella sostanza nega una correlazione tra la foto simbolo delle bare di Bergamo e il Covid. E si scusa con le famiglie delle decine di migliaia di persone che hanno perso la vita a causa della pandemia. Si possono avere le idee più diverse su vaccini e Green pass, ma le teorie negazioniste sono quanto di più lontano dai valori dei giornalisti di Libero”.
    Il direttore Alessandro Sallusti ha spiegato all’ANSA “di aver chiesto all’azienda di valutare con gli uffici legali se ci sono gli estremi per un licenziamento”. “Trovo quanto scritto di una gravità inaccettabile – ha aggiunto il direttore -. Non solo è un falso ma è un falso che offende la nostra testata e la redazione: i più arrabbiati sono proprio i colleghi”.    “Il mio tweet, su cui in molti in queste ore si stanno scagliando, è stato gravemente equivocato. Il mio pensiero era un semplice parallelismo – espresso in modo icastico ma evidentemente infelice – tra la forza simbolica dei camion militari di Bergamo, che hanno avuto il merito di far aprire gli occhi anche ai più scettici che negavano la gravità della pandemia, e le immagini della ricerca del corpo dell’onorevole Moro nel lago della Duchessa che, secondo le ricostruzioni storiche, convinsero l’opinione pubblica ad accettare l’ineluttabilità del destino di Moro”, afferma, sul suo profilo Facebook il giornalista. 
     “Volevo, in sostanza, sottolineare la forza evocativa di due immagini simbolo che hanno segnato in modo indelebile la storia, anche recentemente, del nostro Paese – prosegue -. Non ho mai inteso offendere il ricordo delle Vittime né i parenti che ancora oggi ne piangono la scomparsa. Né, tantomeno, contestare l’attendibilità dell’evento che ha colpito l’intera Comunità e la Nazione”. “Se ciò è avvenuto, me ne scuso e a loro esprimo la mia più sincera vicinanza, oltre – conclude Tommaso Montesano – all’augurio di trovare al più presto conforto e giustizia. Così come mi scuso con i miei colleghi, con il direttore e con l’Azienda. Chiedo che il tweet – peraltro rimosso – non sia ulteriormente strumentalizzato per fini estranei a quello che era il mio pensiero”. 
    “Il vergognoso tweet del giornalista Tommaso Montesano offende la memoria dei morti di Bergamo e di tutte le vittime del Covid. Bene la dissociazione dei colleghi di Libero e la netta presa di posizione del direttore Sallusti, ma si è passato il segno. Quereleremo Montesano”, annuncia il sindaco di Bergamo Giorgio Gori con un tweet

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    M5s: Conte, vedrò Grillo, studiamo soluzioni con i legali

    “Sì certo ci incontreremo e ci confronteremo, stiamo studiando anche con i legali le varie soluzioni. La vita e l’azione di una forza politica non può interrompersi ovviamente per un procedimento giudiziario cautelare e provvisorio e quindi stiamo cercando soluzioni per procedere ancora più forti”. Lo afferma Giuseppe Conte a chi gli chiede se sia in programma un incontro con Grillo. 
    “Il problema del caro bollette – ha detto poi Conte – in questo momento è il piu’ serio. Il governo sta lavorando a una soluzione e noi come M5s chiediamo sia una soluzione strutturale. Tutto il sistema produttivo sta soffrendo e il rischio serio è che senza interventi strutturali la crescita isa completamente compromessa e la ripartenza dimezzata”.