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    Lettera Tiziano Renzi a Matteo, 'Per te io sono un ostacolo'

    (ANSA) – FIRENZE, 14 FEB – C’è e resterà agli atti del
    processo per bancarotta con imputati a Firenze i genitori
    dell’ex premier Matteo Renzi, Tiziano e Laura Bovoli, una
    lettera attribuita allo stesso Tiziano Renzi e indirizzata al
    figlio Matteo. Il tribunale, con un’ordinanza, ha rigettato
    un’eccezione della difesa di Tiziano Renzi secondo cui il
    documento sarebbe stato sequestrato violando le regole sulla
    corrispondenza e sulle guarentigie dei parlamentari. Ma per il
    tribunale in questa circostanza non sarebbero applicabili le
    regole per i sequestri di corrispondenza. Il testo è stato
    estrapolato da un computer di Tiziano Renzi sequestrato dalla
    guardia di finanza nell’ottobre 2019. Lo scritto, digitato su
    file, risalirebbe al marzo del 2017.   
    “In questi anni ho avuto la netta percezione, la certezza, di
    essere considerato un ostacolo e comunque un fastidio. Come sai
    gli unici colloqui erano conditi di rimproveri”, si legge nel
    testo che pare contenere accuse al figlio Matteo. “Riguardo al
    tuo auspicio che io vada in pensione – si legge ancora – devo
    con forza affermare che in pensione mi ci manda il buon Dio, non
    te”. “Questa vicenda – affermerebbe ancora Tiziano Renzi,
    ritenuto l’autore della missiva nell’istanza con cui la sua
    stessa difesa chiedeva di non accoglierlo come prova del
    processo – mi ha tolto la capacità di relazione. Tutti quello
    che hanno avuto rapporti con me sono stati attenzionati solo per
    questo fatto. Sono come il re Mida della m.., concimo tutti,
    stanno interrogando tutti”.   
    “Ora tu hai l’immunità, non esiste più il rischio che tramite
    me arrivino a te. Spero che inizi una nuova stagione di lotta
    per i valori che hanno animato la nostra vita”, si legge sempre
    nella stessa lettera dove, inoltre, l’estensore punta il dito
    sulle persone più vicine al figlio nella sua carriera politica
    di vertice, citando Carrai, Bianchi, Bonifazi e Boschi. Persone
    che “hanno lucrato senza ritegno dalla posizione di accoliti
    tuoi e io sono stato quello che è passato per ladro”. (ANSA).   

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    Papa: torna a celebrare Mercoledì Ceneri in chiese Aventino

    (ANSA) – CITTÀ DEL VATICANO, 14 FEB – Il Papa torna a
    celebrare le Ceneri, mercoledì 2 marzo, nelle chiese
    dell’Aventino con la ‘statio’ e la processione penitenziale
    dalla chiesa di Sant’Anselmo alla basilica di Santa Sabina, dove
    celebrerà la Messa con la tradizionale imposizione delle ceneri.   
    Il rito apre la Quaresima.   
    Lo scorso anno, a causa del Covid, le Ceneri furono celebrate
    da Papa Francesco nella basilica di San Pietro con una presenza
    limitata di fedeli. (ANSA).   

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    Ucraina: appello della Cei, scongiurare il ricorso alle armi

    (ANSA) – ROMA, 14 FEB – La Conferenza Episcopale Italiana
    lancia un appello per fermare le tensioni in Ucraina. “Quanto
    sta accadendo al confine tra Ucraina e Russia preoccupa il mondo
    intero. Il rischio concreto di una guerra, o anche solo
    l’ipotesi che si possa scatenare un conflitto, turba gli animi,
    scuote le coscienze, aggiunge preoccupazioni alle tante che
    l’umanità sta già vivendo per la pandemia e per le altre
    ‘pandemie’ che attraversano il pianeta: povertà, malattie,
    mancanza di istruzione, conflitti locali e regionali… È
    responsabilità di tutti, a cominciare dalle sedi politiche
    nazionali e internazionali, non solo scongiurare il ricorso alle
    armi, ma anche evitare ogni discorso di odio, ogni riferimento
    alla violenza, ogni forma di nazionalismo che porti al
    conflitto”.   
    I vescovi italiani sottolineano che “non c’è più posto per le
    armi nella storia dell’umanità! È la convinzione che ci muove
    alla vigilia dell’incontro dei vescovi e dei sindaci del
    Mediterraneo che si terrà a Firenze dal 23 al 27 febbraio. I
    popoli sono chiamati a convivere in pace. La cooperazione e il
    dialogo, accompagnati dalla diplomazia, siano regola e stile
    delle relazioni internazionali. E nel giorno in cui ricordiamo i
    santi Cirillo e Metodio, compatroni d’Europa, facciamo appello
    alle comuni radici nella fede cristiana, che è messaggio di
    pace, affinché nel Vecchio Continente ci sia sempre convivenza
    rispettosa, collaborazione sul piano economico, rispetto e
    dialogo duraturi”.   
    La Cei sottolinea ancora che “la pace è un bene prezioso al
    quale l’umanità non può e non deve mai rinunciare”. I vescovi
    pregano “perché sia risparmiato un terribile flagello. Invitiamo
    tutte le Chiese d’Italia ad unirsi a questa intenzione di
    preghiera”. (ANSA).   

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    Sale la tensione tra i partiti. Scontro M5s-Lega su Superbonus

    Il Movimento si sente accerchiato, per gli attacchi al Superbonus che arrivano da tutte le parti e sanno di “campagna elettorale”, soprattutto quelli da parte della Lega. Il partito di Matteo Salvini si prepara, insieme a Forza Italia, a dare battaglia sulla riforma del Csm, forte anche della campagna referendaria che potrebbe partire già in settimana, se la Consulta darà il via libera ai quesiti sulla giustizia. E Fratelli d’Italia cerca di inserirsi nelle divisioni tra gli alleati con una mozione sulle concessioni balneari che punta a spaccare la maggioranza. Si presenta tutt’altro che tranquilla la navigazione delle prossime settimane per il governo Draghi, che si appresta a chiudere, tra giovedì e venerdì, un provvedimento che sulla carta mette tutti d’accordo, quello contro il caro bollette.    Sono gli sconti per l’edilizia a fare traballare le larghissime intese: a scatenare le polemiche erano state a dire il vero le parole dello stesso premier e del ministro dell’Economia, Daniele Franco sulle “truffe più grandi della storia” che si nascondono dietro a incentivi pensati per dare una spinta all’economia. Ma quelle parole hanno fatto riemergere dubbi da parte degli altri partiti che “si sono subito accodati” a Draghi, dicono dalle file pentastellate, pur avendo sostenuto finora la misura di bandiera del Movimento, da ultimo anche con la battaglia in manovra per levare il tetto Isee per le villette. “Mi pare che la strategia sia ormai chiara, tutti contro il movimento. Se è già iniziata la campagna elettorale basta che ce lo dicano”, va giù duro il ministro capodelegazione 5S, Stefano Patuanelli. Nel mirino ci sono soprattutto le parole del collega leghista Giancarlo Giorgetti che in una lunga intervista al Corriere della Sera di fatto smonta la misura che sta “drogando l’edilizia” e chiede che i fondi vengano dirottati a sostegno delle politiche industriali. Tra le righe, ed è il timore maggiore del Movimento, riemergono le ipotesi di un decalage dello sconto più rapido di quanto previsto finora, per spostare le risorse altrove. Un’idea che al momento non sarebbe sul tavolo, assicura chi sta lavorando ai correttivi da apportare ai meccanismi di cessione del credito per i vari bonus edilizi. Ma che potrebbe essere ripresa più avanti, forte anche delle storture emerse nel dibattito di questi giorni.    Le frodi però sono da imputare soprattutto agli altri bonus, ripetono deputati e senatori 5 Stelle, citando il presidente dell’Ance, intervenuto in tv. Il problema sarebbe non tanto il Superbonus, che richiede l’asseverazione e ha un prezzario fin dal suo esordio e rappresenta il 3% dei reati scoperti finora, quanto l’ingresso sul mercato – ha detto Buia – solo negli ultimi 6 mesi di “11.600 imprese con codice Ateco costruzioni senza neanche un dipendente”. Ecco quindi che si richiedono maggiori controlli soprattutto nella fase iniziale, per verificare che il cantiere esista davvero prima di concedere il credito d’imposta, ma anche di subordinare il 110% alle ditte che applicano i contratti sottoscritti dalle organizzazioni più significative, come chiede il ministro del Lavoro Andrea Orlando d’accordo con le categorie.    Il ministro dem, però, è più preoccupato dalla tenuta della maggioranza fino al 2023 che da queste prime scaramucce sul Superbonus, e avvisa che “se la regola sono le mani libere”, come sta accadendo sulla riforma del Csm, “il governo finisce”.    Un nuovo test si avrà in settimana, quando l’Aula della Camera sarà chiamata a votare il decreto sulla proroga dello stato di emergenza Covid e le commissioni si misureranno con gli emendamenti al decreto Milleproroghe. Proprio quella sarà la sede, tra l’altro, per le correzioni al Superbonus. E’ solo rinviato, intanto, lo stress test sulle spiagge. L’esame della mozione di Fdi inizierà domani ma al voto si arriverà solo la prossima settimana. Nel frattempo la maggioranza sta preparando una propria mozione, in attesa di capire come si orienterà il governo che, a breve, dovrebbe produrre un testo con le nuove regole per le concessioni. 

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    M5S: Di Maio, ha peso per sostegno popolare, non per statuto

    “Sono state giornate difficili, che però non devono né abbatterci né rallentare la nostra azione innovatrice”. Lo scrive in un post su Facebook il ministro degli Esteri ed esponente del M5S Luigi Di Maio.  “Le iniziative legali – spiega riferendosi alla battaglia legale in corso su nuovo statuto e leadership di Conte – sono sempre legittime, ma di certo non possiamo farci scoraggiare. Il peso politico di un MoVimento come il nostro deriva dal sostegno popolare, non dalle norme di uno statuto. Chi gioisce per il provvedimento del Tribunale Di Napoli non ha ancora capito questo concetto.La politica va al di là delle questioni tecniche”. 
    “Gli appuntamenti che ci aspettano – dice Di Maio – sono molto importanti. Dobbiamo lavorare a questi obiettivi in maniera compatta, forti della pluralità di idee esistenti nel MoVimento e a sostegno del nuovo corso. A chi dice che siamo morti, rispondiamo dicendo di aggiungersi a chi lo ripete da 10 anni. Noi andiamo avanti”.
       

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    Balneari, la maggioranza lavora a una mozione unitaria

    “Stiamo lavorando ad una mozione unitaria della maggioranza”. Lo dice all’ANSA Piero De Luca, vicecapogruppo del Pd alla Camera a proposito della direttiva Bolkenstein riguardante tra l’altro i balneari, su cui Fdi ha presentato una mozione la cui discussione inizierà domani alla Camera.
    De Luca spiega che in settimana inizierà solo la discussione di questi documenti di indirizzo, dato che la Camera è impegnata su due decreti urgenti, e che la mozione unitaria verrà depositata la prossima settimana quando si inizierà a votare.
    “Fratelli d’Italia – ha detto nei giorni scporsi Giorgia Meloni – sostiene da sempre l’esclusione dei balneari, come degli ambulanti, dalla direttiva Bolkestein. Per questo la prossima settimana verrà discussa la nostra mozione: quel giorno alla Camera vedremo in maniera chiara e definitiva chi sta dalla parte di imprese e lavoratori italiani e chi invece vuole regalare questo patrimonio del nostro turismo agli appetiti di multinazionali e grandi gruppi stranieri”.

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    REPORTAGE/ Kiev mantiene la calma, ma si prepara al peggio

    Il mondo dà l’allarme ma Kiev tenta di mantenere la calma: il traffico scorre regolarmente, si esce in strada, chi va al lavoro, chi fa una passeggiata in famiglia approfittando del clima che, attorno a un grado e con poca neve, da queste parti è considerato gradevole per la stagione. Ma sotto la coltre di apparente normalità, comincia a covare la paura e ci si prepara comunque al peggio: nelle scuole sono state ordinate prove di evacuazione nei rifugi, mentre c’è chi tiene già pronta in casa una valigia con i documenti e gli effetti personali più importanti per essere in grado fuggire in fretta, se la situazione dovesse precipitare da un momento all’altro e la Russia di Vladimir Putin dovesse decidere di attaccare.    Il resto del mondo sembra quasi darlo per scontato, questione se non di ore di pochi giorni, e ogni Paese invita – Italia compresa – i propri cittadini a lasciare il Paese. Il sentimento generale, o per lo meno quello ostentato, è che però l’allarme sia più mediatico che reale, e che faccia presa più in Occidente che tra gli stessi ucraini. “Noi siamo già in guerra dal 2014 – ripetono, quasi all’unisono -. E se Putin dovesse invaderci, siamo pronti”.    Diversi gli scenari presi in considerazione: un’invasione da est, oppure da nord attraverso il confine bielorusso più vicino a Kiev, o ancora un’azione dimostrativa a Odessa sul Mar Nero, fino agli attacchi cybernetici o ibridi. Tra questi si annoverano – riferiscono amministrazioni locali e politici – i falsi allarmi bomba che arrivano con regolarità, tramite email o telefonate, alle scuole o ai supermercati, paralizzando le attività e scatenando la paura tra la popolazione. “Riceviamo email simili una volta a settimana, ma è solo un’altra provocazione russa. Noi manteniamo la nostra tranquillità e cerchiamo di evitare il panico”, commenta con l’ANSA Viktor Kliminsky, segretario del Consiglio comunale di Zhytomyr, città di 260 mila abitanti che nella guerra del 2014 ne ha persi 100, oggi ricordati uno a uno con le loro foto e i loro nomi su un muro in una via del centro.    Anche a Zhytomyr, a 150 km da Kiev e altrettanti dalla Bielorussia – dove Mosca ha ammassato migliaia di truppe con il pretesto di esercitazioni congiunte -, il sabato pomeriggio appare a prima vista quello di sempre. Lungo il corso, si esibiscono gli artisti di strada, un violinista, persino due enormi pupazzi di orso bianco che attirano l’attenzione di tre soldati, senza armi, che si fermano a guardare la loro danza.    “Molti giovani si offrono per arruolarsi”, racconta Kliminsky.    Per le strade di Kiev campeggiano dei manifesti con i volti dei soldati, ragazzi e ragazze, con la scritta: “Gli eroi sono in mezzo a noi”. In uno di questi c’è la foto di una giovane in mimetica ed elmetto, occhi azzurri e lunghe trecce scure: “Natascia Borisoviska, la Mela”, è il suo nome di battaglia, “al fronte dal 2014”. L’invito ad imbracciare le armi ed entrare nelle forze armate è evidente: “Mentre tu leggi questo testo, lei è nell’est per difendere la nostra pace e la nostra possibilità di vivere senza preoccupazioni”, recita ancora il manifesto riferendosi al conflitto ancora in corso con i separatisti russi nel Donbass.    Ruslan Lavlinsky è uno degli sfollati da Donetsk, dove era docente di filosofia. Più pessimista, o realista, oggi si aspetta che Putin possa “attaccare l’Ucraina” da un momento all’altro: “Mi ricordo quando è successo a Donetsk e ho dovuto lasciare la mia città a causa delle ostilità. Tutti cercano di vivere in pace, ma lo spettro della guerra incombe”. Rifugiatosi a Kharkiv, al confine nordorientale del Paese, avverte: “Kharkiv non può non preoccuparsi. I russi si sono già presi il Donbass e la Crimea, perché non dovrebbe accadere di nuovo?”.    

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    Ucraina: militari italiani in 2 missioni fianco Est

    “L’Italia ha già confermato la disponibilità a fornire il proprio contributo, qualora la Nato decidesse in tal senso”. Mentre crescono gli alert su una possibile invasione russa in Ucraina e la Farnesina ha inviato gli italiani a lasciare il Paese, il ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, ha illustrato martedì scorso in Parlamento la strategia nazionale sulla crisi. E ieri è volato a Riga, in Lettonia, dove opera il contingente italiano schierato nell’operazione Nato ‘Baltic Guardian’. Sempre nell’area Est dell’Europa altri militari italiani operano in Romania con 4 Eurofighter in un’altra missione, ‘Enhanced Air Policing Area South’. Possibile che l’impegno italiano si allarghi presto ulteriormente. Alla ministeriale Nato di martedì e mercoledì prossimi, infatti, si valuterà proposta di prevedere una presenza stabile anche nei paesi del fianco Sud – Est dell’Alleanza e di aumentare l’offerta di assetti aerei.
    Negli ultimi 10 anni all’attivismo russo verso Ovest è corrisposto un progressivo riorientamento in chiave di deterrenza della postura militare della Nato sul fianco Est dell’Alleanza Atlantica. E l’Italia, ha sottolineato Guerini, è pienamente attiva in “queste iniziative di rafforzamento, innalzando le prontezze operative dei propri assetti e incrementando la partecipazione alle attività operative e esercitative”.
    In Lettonia sono presenti 238 militari italiani con 135 mezzi terrestri. ‘Baltic Guardian è operativa dal 2016, in risposta ad una richiesta avanzata alla Nato da parte dei Paesi Baltici e della Polonia. Nel Paese si è appena conclusa l’esercitazione ‘Ajax Strike”, promossa con l’obiettivo di testare e confermare il livello delle capacità operative e di rassicurare la popolazione dei Paesi delle aree di confine. Più a Sud, in Romania, la task force italiana ‘Black storm’ è schierata con 140 militari presso l’aeroporto di Costanza per contribuire a garantire l’integrità dello spazio aereo del Paese.
    Ma la Nato – e di conseguenza l’Italia – gioca la sua partita a scacchi con la Russia anche nel Mediterraneo, dove si è svolta nei giorni scorsi si è svolta l’esercitazione Neptune strike che ha coinvolto la portaerei della Marina Militare ‘Cavour’, insieme a quella americana ‘Uss Truman’ e francese ‘Charles de Gaulle’.
    Nella riunione dei ministri dell’Alleanza del 15 e 16 febbraio si decideranno eventuali modifiche degli schieramenti nel quadrante dell’Europa orientale in risposta alla possibile escalation russa che ha schierato già oltre 130mila militari in prossimità dell’Ucraina.