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    Morte Rossi: pm,distrutti fazzoletti sangue?Per me erano rifiuti

    (ANSA) – SIENA, 18 FEB – I fazzoletti insanguinati nel
    cestino dell’ufficio di David Rossi al Monte dei Paschi trovati
    dopo la sua morte furono distrutti perché considerati “rifiuti”.   
    Lo dice uno dei pm delle indagini, Aldo Natalini, in audizione
    alla Commissione parlamentare d’inchiesta. La Commissione ha
    chiesto, tra l’altro, a Natalini quale sarebbe stata un’attività
    di indagine che avrebbe potuto scalfire la certezza “granitica”
    della procura sulla tesi del suicidio. “Col senno di poi
    probabilmente questa sui fazzoletti”, ha detto l’ex pm a Siena,
    oggi magistrato in Cassazione. (ANSA).   

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    Papa Francesco: 'Il mondo è campione nel fare guerra'

    “Il mondo è campione nel fare la guerra e questo è una vergogna per tutti”. Lo ha detto il Papa nell’incontro con le Chiese orientali. “Siamo attaccati alle guerre e questo è tragico”, ha detto il Pontefice ricordando che “in questo momento ci sono tante guerre dappertutto e l’appello” alla pace lanciato dal Papa ma anche “dagli uomini e dalle donne di buona volontà è inascoltato”.
    “Come in questo momento, in cui ci sono tante guerre dappertutto, questo appello sia dei Papi sia degli uomini e donne di buona volontà è inascoltato. Sembra che il premio più grande per la pace si dovrebbe dare alle guerre: una contraddizione! Siamo attaccati alle guerre, e questo è tragico. L’umanità, che si vanta di andare avanti nella scienza, nel pensiero, in tante cose belle, va indietro nel tessere la pace. È campione nel fare la guerra. E questo ci fa vergognare tutti. Dobbiamo pregare e chiedere perdono per questo atteggiamento”, ha detto Papa Francesco nell’udienza alle Chiese orientali.    

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    Milleproroghe: Fdi, Parlamento ridotto alla corte del re

    (ANSA) – ROMA, 18 FEB – “Il governo è qui per fare le cose e
    il Parlamento per garantirgli i voti. Insomma a Draghi la storia
    degli emendamenti di Fratelli d’Italia (come per esempio quello
    del no al limite del contante a 1000 euro), che hanno mandato
    sotto il governo nelle Commissioni Bilancio e Affari
    costituzionali della Camera nelle votazioni sul decreto
    Milleproroghe, proprio non gli è andata giù. Strano modo di
    vivere una Repubblica parlamentare. Praticamente il Parlamento
    ridotto a corte del Re. Qualcuno dovrebbe spiegare al presidente
    Draghi, magari il Quirinale, che il governo si chiama Esecutivo
    perché esegue le leggi che fa il Parlamento e non viceversa”.   
    Lo dichiara Lino Ricchiuti, viceresponsabile del dipartimento
    Imprese e Mondi produttivi di Fratelli d’Italia. (ANSA).   

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    Sei miliardi contro caro bollette, nessuno scostamento

     Un intervento da 5 o 6 miliardi contro il caro bollette, fondi da mettere insieme senza ricorrere a nuovi scostamenti, per alleviare soprattutto i costi delle imprese. Il governo sta preparando il decreto con cui tagliare i costi dell’energia, ma lo fa in un clima politico da guerriglia. Tanto che, in vista del consiglio dei ministri previsto per domani, nella cabina di regia convocata nel pomeriggio è andata in scena la strigliata del presidente del consiglio Mario Draghi ai rappresentanti della maggioranza, dopo che nella notte il governo era andato sotto quattro volte, in commissione, sugli emendamenti al milleproroghe. “Così non va”, ha detto Draghi. “Però il governo cambi metodo”, gli è stato risposto da alcuni capidelegazione, con la sottintesa richiesta di maggior coinvolgimento del Parlamento nelle decisioni importanti.    In mattinata, il dossier bollette era stato al centro di un incontro tra il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Roberto Garofoli, il ministro dell’Economia Daniele Franco, il capo di gabinetto Mef Giuseppe Chinè e il Ragioniere Generale Biagio Mazzotta. Fra gli interventi allo studio del governo per tagliare il costo delle bollette, ci sarebbe una proroga delle misure già adottate nel primo trimestre per le famiglie e le imprese, oltre a prezzi del gas calmierati per le industrie ad alto consumo di energia e una spinta alla produzione italiana di gas. “Quello che dobbiamo fare – ha detto il ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti – è cercare di aumentare la produzione nazionale e in qualche modo introdurre dei meccanismi, che sono allo studio, e che credo e spero riusciranno a diventare norma a breve di calmierazione di prezzo con riferimento a determinati settori produttivi”. L’auspicio è che i provvedimenti possano essere necessari per affrontare un periodo di tempo contenuto, nella speranza che la crisi in Ucraina possa trovare una soluzione pacifica e che, di conseguenza, la corsa del prezzo del gas possa frenare, o invertire la rotta. Nel decreto che sarà all’esame del consiglio di ministri ci sarà anche l’istituzione di un fondo unico per la riconversione del settore automotive, in modo da puntare sul green. Al momento non è stata definita la cifra che, in ogni caso, non dovrebbe essere inferiore a 7-800 milioni. Non è escluso che in consiglio dei ministri si parli anche di nuovi interventi sui superbonus edilizi: potrebbero essere inasprite le sanzioni penali a carico di chi commette frodi sui bonus. In particolare, si starebbe valutando la responsabilità per chi fa asseverazioni false. Un’altra ipotesi allo studio prevede che la detrazione al 110% del superbonus, recuperabile oggi in cinque anni, possa essere ‘sospesa’ in caso di sequestro del credito.    Se poi gli accertamenti non si concludono con una confisca, il credito potrebbe essere recuperato anche una volta scaduti i tempi. Si va poi verso la reintroduzione delle cessioni multiple, con un limite massimo di tre, una all’impresa e due nel mondo bancario. “Guardando all’orizzonte del medio e lungo termine – ha spiegato Giorgetti – dobbiamo fare determinati tipi di politiche. Quello che possiamo fare oggi, in particolare sul gas naturale, è aumentare la produzione, gestire molto meglio lo stoccaggio”. In questa ottica, ieri il sottosegretario Roberto Garofoli ei ministri Roberto Cingolani e Daniele FrancoIn hanno incontrano l’ad di Eni, Claudio Descalzi, per verificare le possibilità di aumentare la produzione nazionale di gas. Il progetto del governo è di spingere al massimo le capacità dei siti già attivi e di valutare la possibilità di far ripartire in parte sottoposti a divieti, fra moratoria del blocco alle trivellazioni e estrazione entro le 12 miglia.   

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    Draghi chiede chiarimento su milleproroghe

    E’ in corso a Palazzo Chigi la riunione presieduta dal presidente del Consiglio Mario Draghi con i capi delegazione delle forze politiche di maggioranza: i ministri Stefano Patuanelli, Giancarlo Giorgetti, Maria Stella Gelmini, Andrea Orlando, Elena Bonetti e Roberto Speranza. Sul tavolo, il caro bollette, tema all’ordine del giorno del prossimo Consiglio dei ministri, previsto per domani.Nel corso della cabina di regia a Palazzo Chigi, in base a quanto si apprende, si è parlato anche delle ‘falle della maggioranza’, col governo che la notte scorsa è andato sotto quattro volte, in commissione alla Camera, durante l’esame delle modifiche al dl Milleproroghe. L’incontro è stata l’occasione per Draghi per chiedere un chiarimento sull’accaduto. Un Mario Draghi molto irritato, che ha chiesto ai capi delegazione se i loro partiti siano in grado di garantire i voti, la tenuta della maggioranza, perché ciò che è accaduto la notte scorsa col Milleproroghe, col governo che in commissione è andato sotto 4 volte, è un pessimo segnale e così il governo non può andare avanti. E’, secondo quanto si apprende da alcuni partecipanti alla riunione, il senso della ‘strigliata’ del premier.Occorre garantite i voti in Parlamento sui provvedimenti che sono stati decisi in cdm o così non va. Mario Draghi va dritto al sodo parlando con i capi delegazione in una breve cabina di regia chiedendo con nettezza la garanzia di risultati fattivi e invitando tutti a valutare la situazione politica che si è creata anche dopo il voto parlamentare sul milleproroghe. I capidelegazione hanno tentato di derubricare a dinamica parlamentare – si racconta – quanto accaduto, ma il premier ha ribattuto con nettezza che si tratta invece di sostanza e merito politico. E al riguardo ha ricordato che il Capo dello Stato Mattarella lo ha voluto a capo del governo per fare determinate cose che devono essere portate avanti, come ad esempio la concorrenza, la giustizia, gli appalti . Draghi ha spiegato che non sfugge a nessuno il fatto che provvedimenti approvati all’unanimità in cdm poi vengano smentiti con atteggiamenti che negano l’unanimità iniziale. Bisogna quindi recuperare un rapporto politico -secondo il presidente del Consiglio – per concludere e ottenere risultati, tutto va tradotto in azione. Il presidente ha fatto l’esempio della delega fiscale: così non si può andare avanti, questo governo non esiste per stare al potere, non faccio buon viso a cattivo gioco – ha detto – sto qui per fare cose e per idealismo. La questione è politica e se non si riprende un percorso fattivo orientato ad ottenere i risultati, questa questione politica diventa un problema.

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    Milleproroghe: arriva il bonus psicologo. Caos in commissione, il governo va sotto 4 volte

    Il bonus psicologo arriverà a 600 euro all’anno e potrebbe riguardare circa 18 mila persone: sarà parametrato in base all’Isee, con il tetto massimo fissato a 50mila euro puntando a favorire i redditi più bassi. L’emendamento, a prima firma del deputato Pd Filippo Sensi, è stata approvato in commissione Affari Costituzionali e Bilancio come modifica al dl milleproroghe dopo un lungo pressing. In tutto vengono stanziati ulteriori 20 milioni nel 2022, di cui metà per finanziare il bonus e l’altra metà per il reclutamento di professionisti per combattere il disagio mentale legato alle conseguenze del Covid.
    La seduta delle commissioni è stata piuttosto turbolenti, secondo quanto viene raccontato, registrando scontri anche all’interno della maggioranza. Il governo nella notte è andato sotto quattro volte, secondo quanto si apprende, e in alcuni casi la maggioranza si è spaccata. Contro il parere dell’esecutivo sono passati gli emendamenti che prevedono il dietrofront sull’Ilva e sul tetto al contante così come sono state approvate norme sulle graduatorie della scuola e i test sugli animali. Duro scontro anche sul tema della giustizia fra il Pd e la Lega. 
    La maggioranza si spacca durante l’esame degli emendamenti. La Lega e FI votano con FdI una retromarcia sul contante: il tetto che dallo scorso primo gennaio è sceso a mille euro torna ora per un anno a duemila euro. La modifica sposta infatti l’entrata in vigore della soglia più bassa dal primo gennaio 2022 al primo gennaio 2023. La modifica è passata, secondo quanto viene riferito, per un solo voto con il parere contrario del governo.
    “Ore 2.52. Le Commissioni riunite Affari Costituzionali e Bilancio approvano il #bonuspsicologo. Grazie al governo per il lavoro fatto, ai gruppi parlamentari per il sostegno, a tutti coloro che ci hanno creduto. Si va in aula alla Camera. Un passo avanti decisivo”. Lo annuncia su Twitter Filippo Sensi, deputato del Pd. 
    “Grazie anche al MoVimento 5 Stelle, nella notte di oggi è arrivato l’ok delle Commissioni Affari costituzionali e Bilancio al bonus psicologico. Un primo e importante passo per tutelare la salute mentale, anche dopo i segni lasciati dalla pandemia. Ora compatti per l’approvazione in Aula”. Lo scrive in un tweet il Deputato Questore Francesco D’Uva.
    Sarà ancora possibile, fino al primo luglio 2025, procedere con la sperimentazione animale negli studi sugli xenotrapianti d’organo (vale a dire l’utilizzo di organi prelevati a esseri viventi di una specie diversa da quella del ricevente) sulle sostanze d’abuso, tra cui rientrano i farmaci. Le commissioni Affari Costituzionali e Bilancio della Camera hanno approvato una serie di emendamenti identici al dl Milleproroghe, tra cui alcuni a firma Fausto Raciti (PD) e Magi. Il testo originario del governo prevede la proroga solo per sei mesi: l’esecutivo in commissione ha espresso parere contrario alle modifiche ed è stato battuto.

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    Quirinale: Mattarella ha ricevuto Mario Draghi

    Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha ricevuto al Quirinale il Presidente del Consiglio dei Ministri, Mario Draghi. Lo riferisce una nota della Presidenza della Repubblica. 

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    Fine vita approda in Aula, centrodestra pronto a dar battaglia

    La Camera ha respinto i primi due emendamenti alla legge sul suicidio assistito, due emendamenti identici di Fi e della Lega soppressivi del primo articolo e quindi dell’intero provvedimento. I voti contrari sono stati 262, i favorevoli 126. Diversamente da quanto inizialmente deciso, Fi e Lega hanno chiesto all’ultimo il voto a scrutinio segreto dell’emendamento, richiesta accordata dalla vicepresidente di turno, Maria Edera Spadoni. All’annuncio della richiesta di voto segreto due deputati di Iv, Maria Teresa Baldini ed Enrico Ferri, hanno dichiarato di voler votare a favore dell’emendamento soppressivo, spiegando di voler effettuare questa scelta alla luce del sole, discostandosi così dalla posizione del gruppo che è a favore della legge ma lasciando libertà di voto.