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    Bandiera pace e fiaccole per Ucraina davanti Basilica Assisi

    (ANSA) – ASSISI (PERUGIA), 02 MAR – Una grande bandiera con i
    colori dell’iride, illuminata dalle fiaccole, è stata dispiegata
    davanti all’ingresso della Basilica Inferiore di Assisi per
    chiedere la pace in Ucraina. Una manifestazione promossa dal
    Comune e dalla Tavola per la pace insieme alle Famiglie
    francescane.   
    In tanti, religiosi e non, hanno partecipato all’iniziativa.   
    Con loro diversi sindaci con la fascia tricolore. A prendere la
    parola, tra gli altri, Stefania Proietti, sindaco di Assisi e
    presidente della Provincia di Perugia, e il promotore della
    marcia della pace Flavio Lotti.   
    “Siamo qui a manifestare per la pace – ha detto Proietti – e
    ci sentiamo vicini ai sindaci delle citta ucraine colpite. Siamo
    in oltre 350 in questa piazza, anche una luce che ci accende
    nella notte può dare vita alla speranza”.   
    “La vita delle persone, compresi donne e bambini, ha meno
    valore di equilibri geopolitici, di affermate garanzie
    strategiche” ha sottolineato il custode del Sacro Convento di
    Assisi fra Marco Moroni in un messaggio sul sito “San
    Francesco”. (ANSA).   

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    Decreto Covid: approvato al Senato con 193 sì, è l'ok definitivo

    Il Senato dà il via libera definitivo alla conversione in legge del decreto Covid che disciplina, tra l’altro, l’obbligo vaccinale nei luoghi di lavoro e nelle scuole. Il provvedimento, su cui il governo ha posto la questione di fiducia, è stato approvato con 193 voti favorevoli, 35 contrari e nessun astenuto. Presenti alla votazione 229 senatori, votanti 228.       

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    Ucraina: ex combattente anti-Isis, non mi unirò a Legione

    (ANSA) – SENIGALLIA, 02 MAR – Non intende aderire alla
    Legione Internazionale di Difesa Territoriale dell’Ucraina,
    unità di volontari stranieri annunciata dal presidente ucraino
    Zelensky per combattere al fianco delle forze nazionali contro
    le milizie russe, il “combattente” Karim Franceschi, classe
    1989, l’attivista di Senigallia (Ancona), che nel 2015 e nel
    2016 andò in Siria a sfidare l’autoproclamato Stato Islamico
    arruolandosi nell’Unità di Protezione Popolare (Ypg). Aveva
    combattuto assieme ai curdi e ai siriani, prima a Kobane e poi a
    Raqqa. Franceschi, uno dei pochissimi italiani a recarsi in
    Siria contro l’Isis, ha detto all’ANSA che non parteciperà ad
    alcuna azione militare in Ucraina. “La situazione è complessa –
    ha spiegato – perché tra queste brigate internazionali ci sono
    diversi miliziani volontari che si rifanno a ideologie di
    estrema destra, quando non dichiaratamente neonazisti. Lo stesso
    nome scelto, ‘legione’, mi preoccupa molto, anche perché in esso
    sono confluiti tanti militari che si rifanno alla supremazia
    bianca propagandata dal Battaglione Azov che era già operativo
    nel 2014 e da altre formazioni paramilitari. Tante persone, come
    me, che hanno preso parte ai combattimenti tra le file dell’Ypg
    – ha aggiunto -, stanno prendendo le distanze da questi soldati
    che da tempo diffondono il loro messaggio anche attraverso delle
    piattaforme messe loro a disposizione. E’ ovvio che non tutte le
    milizie ucraine sono affini a queste personalità neonaziste, ma
    il non averle messe al bando in qualche modo le ha legittimate”.   
    (ANSA).   

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    Ucraina da casetta sisma Norcia, mio Paese entri in Ue

    (ANSA) – NORCIA (PERUGIA), 02 MAR – “Da Norcia, dalla città
    di San Benedetto, chiedo che il mio Paese venga ammesso
    nell’Unione europea”: è l’appello che Nataliya Tetyuk, ucraina
    di Ternopil, da 20 anni in Italia, lancia dalla sua casetta Sae
    dove vive, assieme al marito Antonio, dal 2017, dopo che il
    sisma un anno prima aveva distrutto la loro abitazione. Un
    appello che parte proprio dalla città del santo patrono del
    continente. “Per l’Ucraina entrare in Europa è l’unica strada
    per la salvezza, indietro non si torna”, aggiunge la donna.   
    “Come si sopravvive al terremoto, al Covid e ora alla guerra?
    Con coraggio e amore”, dice Nataliya all’ANSA. “Vedere le
    immagini del mio Paese bombardato mi provoca dolore e mi
    spaventa per mia mamma, mia sorella, mia nipote che vivono
    ancora in Ucraina”, aggiunge. Raccontando che “mia mamma Dana ha
    deciso di restare dentro la sua casa e anche quando vengono
    azionate le sirene d’allarme non scende più in strada.   
    Fortunatamente ancora non stanno bombardando nella mia città”.   
    Nataliya spiega, inoltre, di essere “rimasta sorpresa dal
    mondo intero che si è schierato dalla parte della mia Ucraina,
    speriamo che sia sufficiente a far fermare Putin”. (ANSA).   

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    Ucraina: Gualtieri,Roma venerdì torna in piazza per la pace

    (ANSA) – ROMA, 02 MAR – “Roma si mobilita per la pace, a
    sostegno del popolo ucraino”. Venerdì 4 marzo alle 19.30 il
    Comune di Roma organizza una fiaccolata contro la guerra e
    l’invasione russa dell’Ucraina. Ad annunciarlo il Sindaco di
    Roma, Roberto Gualtieri.   

    “Sarà l’occasione per ribadire il nostro sostegno e la nostra
    vicinanza al popolo ucraino in questo momento difficile. Sono
    certo che parteciperanno tanti Sindaci e amministratori da tutta
    Italia a testimoniare con forza l’unità del nostro paese per la
    pace e contro un’aggressione militare gravissima e
    inaccettabile”, aggiunge Gualtieri. (ANSA).   

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    Fumata nera sul catasto, resta il nodo della riforma fiscale

    Nuova fumata nera sul catasto: la riunione tra maggioranza e governo, convocata in vista dell’avvio del voto sulla riforma fiscale in commissione Finanze alla Camera, non ha sciolto il nodo principale che tiene da settimane in stallo la delega. “Siamo al muro contro muro”, dice chi ha partecipato alla riunione nel corso della quale il governo ha chiesto a tutti i partiti di ritirare gli emendamenti sul catasto e la Lega ha opposto un secco “no”.   

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    Milano Press Report, nuove regole vulnus per media

    (ANSA) – MILANO, 01 MAR – “Il 2021 si è chiuso, ancora una
    volta, lasciandosi alle spalle i tanti fatti di una regione come
    la Lombardia da sempre ‘al centro della notizia’, dove
    l’organizzazione del territorio è tradizionalmente un modello
    per svariate altre realtà. Eppure in tutti i capoluoghi le
    segnalazioni dei giornalisti sul campo indicano crescenti zone
    d’ombra nella libertà di stampa, denunciano il restringimento
    degli spazi di cronaca e – questo è bene che si sappia – lo
    svilimento del ruolo di chi si occupa di informare, che parrebbe
    voler essere ridotto a mero ufficio stampa delle istituzioni”.   
    Comincia così il Milano Press Report 2021, il bilancio sullo
    stato dell’Informazione diffuso dal Gruppo Cronisti Lombardi
    dell’Associazione Lombarda dei Giornalisti.
    “Le nuove regole sulla comunicazione in ambito giudiziario
    stanno creando una situazione gravissima, un vero ‘vulnus’ per
    l’esercizio dell’informazione. Lo spirito positivo del
    cosiddetto Decreto Cartabia, volto alla tutela dei diritti, deve
    infatti trovare applicazioni diverse da quelle attuali, che
    ledono in modo grave non solo il diritto di cronaca ma gli
    stessi concetti alla base della libertà d’informazione, cardine
    – non lo diciamo certo noi, ma le massime autorità dello stato –
    dei principi democratici. Rileviamo quindi il paradosso di una
    situazione creata dalle istituzioni che va controcorrente
    rispetto alle raccomandazioni delle istituzioni medesime”.   
    (ANSA).   

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    IL PUNTO/Qui Berlino, Putin fermi il bagno di sangue

    Un Olaf Scholz dal volto turbato si rivolge dalla cancelleria di Berlino a Vladimir Putin: “fermi immediatamente questo bagno di sangue, ritiri le truppe e torni al dialogo”. Nel corso di una conferenza stampa con il premier lussemburghese avverte: “andiamo verso una fase anche più drammatica, le immagini che ci hanno sconvolto finora degli edifici distrutti e dei feriti sono solo l’inizio”. Al suo fianco Xavier Vettel usa toni altrettanto drammatici: “le nostre cittadine e i nostri cittadini si preoccupano per il domani. Non solo in Lussemburgo”. “Abbiamo grande fiducia negli sforzi della Germania e della Francia per ripristinare il canale della diplomazia. Serve una tregua per continuare a parlare”, il suo appello, “è di una importanza impagabile” ogni sforzo in questa direzione, aggiunge, mettendo in guardia dalle conseguenze incalcolabili del conflitto attualmente in corso in Ucraina, “una guerra mai vista prima dalla nostra generazione”. La ministra degli Esteri Annalena Baerbock vola a Lodz in Polonia per incontrare i colleghi polacco e francese, sottolineando il valore della coesione dell’Europa e dell’occidente. Nelle stesse ore il ministro delle finanze, Christian Lindner, presiede il G7: i paesi sono tutti d’accordo sul fatto che di fronte alla guerra di Putin non sia possibile alcun “business as usual con la Russia”.    “L’annuncio delle sanzioni, in particolare quelle che colpiscono la banca centrale e l’uscita degli istituti finanziari russi dallo Swift, stanno dando i primi massicci effetti”, il rublo è in caduta libera”, rileva. Altrettanto forte è la pressione della società civile e delle istituzioni locali: il sindaco di Monaco ha licenziato il direttore della Filarmonica Velery Gergiev, amico di Putin che non ha preso le distanze dall’invasione in Ucraina come gli era stato chiesto di fare entro ieri. I dipendenti dell’ufficio dell’ex cancelliere Gerhard Schroeder si licenziano, e il Borussia-Dortmund lo minaccia: lasci gli incarichi nel regime di Putin o non sarà più socio onorario dell’associazione calcistica.    Mentre Anna Netrebko, soprano, disdice i suoi concerti: “non è il momento giusto per me per fare musica”. Su Instagram aveva preso le distanze dalla guerra, sono russa amo il mio paese, ma ho tanti amici in Ucraina, vorrei la pace”, aveva scritto. Ma oggi ha anche aggiunto che gli artisti non dovrebbero esser costretti a pronunciarsi politicamente e a insultare il loro paese.