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    8 Marzo: Mattarella, 'Il pensiero va al coraggio delle donne ucraine. Mai indifferenza, si fermino le armi'

    “La nostra responsabilità di cittadini, di europei, ci chiama oggi a un più forte impegno per la pace, perché si ritirino le forze di occupazione e si fermino le armi, perché sia ripristinato il diritto internazionale e siano rispettate le sovranità nazionali. L’indifferenza di fronte all’arbitrio e alla sopraffazione è il peggiore dei mali. In gioco non c’è solo la libertà di un popolo ma la pace, la democrazia, il diritto, la civiltà dell’Europa e dell’intero genere umano”. Lo ha detto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, parlando al Quirinale in occasione della Festa della donna.

    “Non è tollerabile – e non dovrebbe essere neppure concepibile – che, in questo nuovo millennio, qualcuno voglia comportarsi secondo i criteri di potenza dei secoli passati; pretendendo che gli stati più grandi e forti abbiano il diritto di imporre le proprie scelte ai paesi più vicini, e, in caso contrario, di aggredirli con la violenza delle armi. Provocando angoscia, sofferenze, morti, disumane devastazioni. Va fermato – subito; con decisione – questo ritorno all’indietro della storia e della civiltà. Opporsi – oggi – a questa deriva di scontri e di conflitti comporta dei prezzi; potrebbe provocare dei costi alle economie dei Paesi che vi si oppongono ma questi sarebbero di gran lunga inferiori a quelli che si pagherebbero se quella deriva non venisse fermata adesso”.

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    M5S, il tribunale di Napoli rigetta l'istanza di revoca dell'ordinanza

    Il Tribunale di Napoli ha rigettato, a quanto si apprende, l’istanza avanzata da M5s per la revoca dell’ordinanza di sospensione dello Statuto e della nomina del presidente 5s. Il giudice Francesco Paolo Feo nel rigettare l’istanza ha fissato per il 5 aprile l’udienza nel merito.
        Per i giudici civili napoletani, “non sussistono i presupposti per la chiesta revoca” anche perché “nell’avviso di convocazione dell’assemblea del 17 Luglio 2021…” , “…erano stati ammessi al voto solo gli iscritti da oltre sei mesi; inoltre, nel verbale di udienza del 2 Febbraio 2022 (innanzi al Collegio, in sede di reclamo), i ricorrenti contestavano ancora che l’avviso di convocazione dell’assemblea faceva riferimento ad un regolamento che doveva esser ritenuto inesistente”. “L’istanza in esame – continuano i giudici – si fonda sulla produzione del documento qualificato ‘regolamento’, datato 8 Novembre 2018, dunque già da tempo esistente al momento dell’adozione delle delibere impugnate e che avrebbe legittimato l’esclusione dal voto degli iscritti da meno di sei mesi (sicché sarebbe superata, secondo l’istante, la motivazione sulla base della quale il Tribunale è giunto alla pronuncia di sospensione); tale documento, stante quanto prospettato nell’istanza di revoca, non sarebbe stato prodotto prima in giudizio perché, di esso, l’istante Associazione sarebbe venuta a conoscenza solo dopo la pronuncia dell’ordinanza di sospensione”.
    “Per i giudici quindi è illegittima l’elezione di Giuseppe Conte alla presidenza del Movimento 5 Stelle”: così Lorenzo Borrè, legale dei tre iscritti al M5s, che presentarono il ricorso contro l’elezione di Conte e contro lo Statuto che lo portò all’elezione nell’agosto del 2021, commenta la decisione del Tribunale Civile di Napoli (settima sezione) che ha rigettato l’istanza presentata dai legali di Giuseppe Conte contro la decisione adottata dalla settima sezione civile dello stesso Tribunale con la quale era stata sospesa la sua elezione alla carica di presidente del Movimento.
    Il legale che ha presentato ricorso sullo statuto Lorenzo Borrè, in una lettera pubblica inviata al presidente del Movimento chiede in quanto iscritto di “differire a nuova data l’assemblea” del Movimento 5 stelle convocata per il prossimo 10 e 11 marzo.

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    Forza Italia pronta a votare di nuovo contro la riforma catasto

     I deputati di Forza Italia in commissione Finanze della Camera voteranno a favore dell’emendamento soppressivo dell’ articolo 6 sul catasto, contenuto nella delega sul fisco, presentato da Alternativa c’è.    Secondo quanto si apprende, diversamente dall’orientamento che era emerso ieri per un voto di astensione, gli azzurri manterranno la stessa posizione della scorsa settimana quando il centrodestra unito aveva votato a favore per l’abolizione delle nuove norme sul catasto.   

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    Qui Bruxelles, Draghi vede von der Leyen

    Nuove sanzioni alla Russia, focus sulla diversificazione delle fonti energetiche e sul mercato, in particolare rispetto all’impatto del caro energia su consumatori e imprese: sono i temi sui quali è al lavoro la Commissione Ue, al centro anche dell’incontro in corso tra la presidente Ursula von der Leyen e il premier italiano Mario Draghi. Dopo la “prova di straordinaria unità” europea, Draghi ha poi esortato a mantenerla in particolare sull’accoglienza ai rifugiati – “è il momento della solidarietà e dell’accoglienza”, ha detto, e sulla tutela energetica di cittadini e imprese.
    Von der Leyen ha annunciato che la Commissione è al lavoro “anche su ulteriori sanzioni” considerata “l’evoluzione della situazione in Ucraina” e l’attacco “sconsiderato del Cremlino a cittadini, donne, bambini. Il focus è ridurre in tempi rapidi la dipendenza dal gas russo. Arrivando a Bruxelles Draghi ha anche sottolineato che il governo italiano “è pienamente impegnato per cercare tutte le vie diplomatiche per porre fine al conflitto”.
    Nell’ agenda dell’incontro con anche la tutela dei consumatori e delle imprese rispetto all’impennata dei prezzi dell’energia Intanto l’alto rappresentante dell’Ue per la politica estera Josep Borrell ha avvertito che se proseguiranno i bombardamenti sulle città ucraine “possiamo aspettarci 5 milioni di rifugiati”, rispetto agli 1,5 milioni che si stima siano già arrivati.    

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    Ucraina: Marche pronte a assistenza e solidarietà concreta

    (ANSA) – ANCONA, 07 MAR – “Le Marche sono pronte a fornire
    assistenza e solidarietà concreta ai cittadini ucraini in fuga
    dalla guerra”. In base all’ordinanza n. 872 del Capo
    Dipartimento della Protezione Civile nazionale, recepita da
    tutte le Regioni, che individua nei presidenti delle giunte
    regionali i Commissari per l’attuazione delle disposizioni
    urgenti che riguardano l’accoglienza, il soccorso e l’assistenza
    alla popolazione ucraina, il presidente della Regione Marche
    Francesco Acquaroli, in accordo l’assessore alla Protezione
    Civile Stefano Aguzzi, ha firmato il decreto che nomina come
    responsabile per coordinare il gruppo di lavoro il dirigente
    della Protezione Civile delle Marche Stefano Stefoni.   
    “E’ urgente adesso – spiega l’assessore Aguzzi – creare il
    gruppo di lavoro, che interesserà numerosi dipartimenti della
    Regione Marche, Anci e Prefetture: il responsabile della
    Protezione civile regionale predisporrà un atto deliberativo a
    questo scopo che sarà portato in giunta mercoledì pomeriggio”.   
    La Regione si è attivata già per portare aiuti e organizzare
    l’accoglienza di eventuali profughi: “un primo camion di
    medicinali e apparecchiature sanitarie è partito venerdì e un
    altro diretto al confine polacco partirà nei prossimi giorni.   
    Fino alla fine di marzo è attivo il Covid hotel di Porto
    Sant’Elpidio (Fermo). Al cessare dello stato di emergenza
    pandemica, – riferisce – i profughi che dovessero risultare
    positivi al loro arrivo o che necessitassero di una quarantena
    verranno ospitati in un’altra struttura alberghiera. Abbiamo già
    contattato a tal proposito l’associazione albergatori”. (ANSA).   

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    Lungo il confine, la Polonia rafforza le difese

     Al valico di frontiera di Medyka avviene tutto, quasi tutto, alla luce del sole: le tv di mezzo mondo trasmettono in diretta 24 ore al giorno il flusso costante e inarrestabile di donne e bambini che attraversano il confine a piedi, la prima assistenza umanitaria, le file di chi ritorna in Ucraina per portare medicinali, cibo o andare ad arruolarsi nella difesa territoriale. E lo stesso accade ai valichi di Korczowa, 30 chilometri più a nord, o a Hrebenne e Doruhusk, nella regione di Lubino. Ma il resto dei quasi 600 chilometri di confine tra Polonia e Ucraina è un’altra cosa: è il luogo dove i militari stanno lentamente ma inesorabilmente rafforzando il lato est dell’Alleanza Atlantica. E’ il luogo dove passano gli altri aiuti destinati all’Ucraina in guerra: le armi.    Basta lasciarsi alle spalle l’autostrada, la E40 che porta a Korczowa o la E372 che va dritta da Lubino a Hrebenne, le due principali vie d’accesso a Leopoli, e tutto cambia: un dedalo di stradine di campagna che finiscono in boschi a perdita d’occhio.    Poche case, qualche fattoria, sterrati che puntano dritti fino al confine. Per contare le macchine che passano in un’ora basta una mano. In compenso però, al decimo giorno di guerra al di là del confine, si vedono aggirarsi sempre più mezzi militari. E non solo da trasporto. Sono comparse anche le squadre antiterrorismo, a bordo di furgoni neri. Ai valichi dove passano i profughi ma anche lungo le strade di campagna. E gli incroci più importanti sono presidiati dalla polizia di frontiera. E’ vero che era atteso il segretario di Stato americano Antony Blinken al confine di Korczowa, ma non è solo quello il motivo.    Gli agenti sono quasi sempre gentili, ma la tensione gliela leggi negli occhi.

       D’altronde, la Polonia ha chiesto ufficialmente il rafforzamento del fianco orientale della Nato e la garanzia che gli alleati non si nascondessero. E l’ha ottenuta, a guardare cosa si muove lungo il confine. Nei giorni scorsi, inoltre, il ministro degli esteri ha annunciato che nel sud est del paese si sta provvedendo a creare un hub regionale che ha un compito specifico: raccogliere tutti gli aiuti militari indirizzati all’Ucraina e consegnarli in sicurezza al paese in guerra. Un hub che è di fatto già operativo nei pressi della città di Rzeszow, un’ottantina di chilometri dal confine: all’aeroporto di Jasionka venerdì sono atterrati tre aerei militari nel giro di un quarto d’ora; il giorno dopo altri due e altrettanti sono ripartiti. Ai margini dello scalo c’è una zona recintata dove una trentina di tende mimetiche nascondo chissà cosa. Inutile chiedere, ovviamente. Quel che è certo è che qui ci sono gli americani: avrebbero già consegnato il 70% delle armi promesse nel pacchetto di aiuti da 350 milioni di dollari e venerdì il capo di stato maggiore congiunto delle forze armate Usa Mark Milley si è presentato in Polonia per vedere di persona come stessero andando le operazioni di trasferimento e incontrare il personale di ben 22 paesi che stanno lavorando attivamente per scaricare le armi e consegnarle al di là del confine.

        Non sono però solo i militari a prepararsi. Perché tutti qui attendono l’onda dei profughi. Venerdì c’è stato il record, 106mila in un giorno; dall’inizio della guerra ne sono passati 800mila. Ma nessuno crede davvero che i colloqui possano portare a qualcosa di concreto, almeno per il momento. Dunque sulla Polonia si riverseranno milioni di persone. Il governo, raccontano fonti italiane, sta attrezzando palazzetti dello sport, stadi e ogni possibile struttura in tutto il paese per fronteggiare i numeri previsti. Ma allo stesso tempo, però, ha rafforzato i controlli nei confronti di chi entra dall’Ucraina: la voce che girà è che i profughi che Lukashenko aveva ammassato al confine in autunno avrebbero capito che se riescono a mischiarsi con chi scappa dall’Ucraina non solo potrebbero entrare in Europa ma potrebbero anche ricevere la protezione temporanea. Il risultato è che dopo il viaggio estenuante per raggiungere il confine, donne e bambini continuano a rimanere in fila anche per giorni. Da qualche altra parte tra i boschi, si passa in un attimo. (ANSA). 

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    Ucraina: Papa, prevalga il negoziato, assicurare corridoi

    “In Ucraina scorrono fiume di sangue e di lacrime: non si tratta solo di un’operazione militare ma di guerra, che semina morte, distruzione e miseria”. Così il Papa. “Rivolgo il mio accorato appello perché si assicurino davvero i corridoi umanitari e sia garantito e facilitato l’accesso degli aiuti alle zone assediate per offrire il vitale soccorso ai nostri fratelli e sorelle oppressi dalle bombe e dalla paura. Ringrazio tutti coloro che stanno accogliendo i profughi. Soprattutto imploro che cessino gli attacchi armati e prevalga il negoziato, e prevalga il buon senso pure, e si torni a rispettare il diritto internazionale”, ha detto.
    “Le vittime sono sempre più numerose, così come le persone in fuga, specialmente mamme e bambini. In quel Paese martoriato cresce drammaticamente di ora in ora la necessità di assistenza umanitaria”, ha sottolineato papa Francesco all’Angelus.
    “La Santa Sede è disposta di fare del tutto, a mettersi in servizio per questa pace”, lo ha detto il Papa all’Angelus. “In questi giorni sono andati in Ucraina due cardinali, per servire il popolo, per aiutare – ha annunciato -: il cardinale Krajewski, elemosiniere, per portare gli aiuti ai più bisognosi, e il cardinale Czerny, prefetto ‘ad interim’ del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo umano integrale”. “Questa presenza di due cardinali lì – ha aggiunto- è la presenza non solo del Papa, ma di tutto il popolo cristiano che vuole avvicinarsi e dire: ‘la guerra è una pazzia, fermatevi per favore, guardate questa crudeltà”.
    “E vorrei ringraziare anche le giornaliste e i giornalisti, che per garantire l’informazione mettono a rischio la propria vita. Grazie fratelli e sorelle per questo vostro servizio”, ha detto papa Francesco all’Angelus, applaudito dai fedeli, nel suo appello per l’Ucraina. “Un servizio – ha affermato – che ci permette di essere vicini al dramma di quella popolazione e ci permette di valutare la crudeltà di una guerra! Grazie, fratelli e sorelle”. “Preghiamo insieme per l’Ucraina, qui davanti abbiamo le sue bandiere. Preghiamo insieme, come fratelli, la Madonna Regina dell’Ucraina”, ha quindi aggiunto, recitando un’Ave Maria.
    Rispondere “alle tentazioni con la Parola di Dio, che dice di non approfittare, di non usare Dio, gli altri e le cose per sé stessi, di non sfruttare la propria posizione per acquisire privilegi. Perché la felicità e la libertà vera non stanno nel possedere, ma nel condividere; non nell’approfittare degli altri, ma nell’amarli; non nell’ossessione del potere, ma nella gioia del servizio”. E’ il messaggio, ha detto papa Francesco all’Angelus, dell’odierno Vangelo sulle tentazioni di Gesù nel deserto, in particolare di quella relativa al proprio “profitto”, “seducente”, ha spiegato, ma che “porta alla schiavitù del cuore: rende ossessionati dalla brama di avere, riduce tutto al possesso delle cose, del potere, della fama”. “E’ questo il nucleo delle tentazioni, il potere, la fama: è ‘il veleno delle passioni’ in cui si radica il male”, ha sottolineato. “Queste tentazioni – ha affermato il Pontefice – accompagnano anche noi nel cammino della vita. Dobbiamo vigilare – non spaventarsi, succede a tutti -, perché spesso si presentano sotto un’apparente forma di bene. Infatti, il diavolo, che è astuto, usa sempre l’inganno”. “Mai entrare in dialogo con il diavolo, è più astuto di noi. Arriva spesso ‘con gli occhi dolci’, ‘con il viso angelico’; sa persino travestirsi di motivazioni sacre, apparentemente religiose!”, ha avvertito Francesco. “Se cediamo alle sue lusinghe, finisce che giustifichiamo la nostra falsità, mascherandola di buone intenzioni – ha proseguito -: ‘Ho fatto affari strani, ma ho aiutato i poveri’; ‘ho approfittato del mio ruolo, ma anche a fin di bene’; ‘ho ceduto ai miei istinti, ma in fondo non ho fatto male a nessuno’, e così via”. “Per favore: con il male, niente compromessi! – ha quindi esclamato il Papa -. Col diavolo niente dialogo! Con la tentazione non si deve dialogare, non bisogna cadere in quel sonno della coscienza che fa dire: ‘in fondo non è grave, fanno tutti così’!”. “Questo tempo di Quaresima sia anche per noi tempo di deserto – ha aggiunto -. Prendiamoci degli spazi di silenzio e di preghiera, un pochettino, ci farà bene, durante i quali fermarci e guardare ciò che si agita nel nostro cuore. Facciamo chiarezza interiore, mettendoci davanti alla Parola di Dio nella preghiera, perché abbia luogo in noi una benefica lotta contro il male che ci rende schiavi, una lotta per la libertà”.    

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    Bennett vede Putin, chiama Zelensky e poi vola da Scholz

    È terminato al Cremlino il colloquio tra il presidente Vladimir Putin e il premier israeliano Naftali Bennett, volato a sorpresa in giornata a Mosca. L’incontro è durato circa 3 ore: sul tavolo, secondo fonti politiche riferite dai media, il conflitto in Ucraina, la situazione delle Comunità ebraiche a seguito del conflitto stesso e anche il possibile accordo a Vienna sul nucleare dell’Iran a cui – come è noto – Israele si oppone. Della visita in Russia – Bennett è il primo leader occidentale ad andare a Mosca dopo lo scoppio della guerra – Israele, secondo le fonti, ha avvisato in precedenza gli Usa, la Germania, la Francia ed è stato “in costante contatto” con l’Ucraina. Israele in questi giorni ha avuto una posizione ritenuta mediana: pur condannando, come ha fatto il ministro degli esteri Yair Lapid, l’invasione dell’Ucraina e votando contro all’Onu, Bennett ha sempre mantenuto il filo con Mosca con cui, tra l’altro, ha un coordinamento di sicurezza sulla Siria. 
    Il premier Naftali Bennett alla fine del colloquio di 3 ore con il presidente russo Vladimir Putin a Mosca sta volando per Berlino dove è atteso dal cancelliere tedesco Olaf Scholz. Lo dice la tv pubblica israeliana. Bennett e Scholz si erano già visti mercoledì scosro a Gerusalemme.
    Al termine del colloquio con Putin, Bennett ha telefonato da Mosca al presidente ucraino Zelensky. Lo riferiscono i media israeliani.