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    Cittadinanza: 728 emendamenti a ius scholae, 484 da Lega

    Sono 728 gli emendamenti presentati in commissione Affari Costituzionali alla Camera al testo sullo ius scholae elaborato dal relatore e presidente, Giuseppe Brescia (M5S). Lo rende noto lo stesso Brescia. Di questi 484 sono presentati dalla Lega, 167 da Fratelli d’Italia, 15 da Pd, 11 da Italia Viva, 10 da Forza Italia, 9 dal M5Se, 5 rispettivamente da Leu e Coraggio Italia, 11 da Azione-+Europa, 9 da Europa Verde, 2 da Alternativa.
    “Nei prossimi giorni incontrerò i rappresentanti di tutti i gruppi per definire possibili punti di incontro sulle diverse richieste di modifica. In queste ultime settimane in Commissione abbiamo discusso in maniera ordinata di tutto e continueremo a farlo anche su questa proposta di legge molto attesa. È una questione di civiltà che va sottratta dalla campagna elettorale di qualsiasi partito”, ha affermato Brescia. Il testo unificato presentato dal relatore prevede che possa acquistare su richiesta la cittadinanza italiana il minore straniero nato in Italia o che abbia fatto ingresso in Italia entro il compimento del dodicesimo anno di età, che abbia risieduto legalmente e senza interruzioni in Italia e abbia frequentato regolarmente, nel territorio nazionale, per almeno 5 anni, uno o più cicli scolastici presso istituti appartenenti al sistema nazionale di istruzione o percorsi di istruzione e formazione professionale triennale o quadriennale idonei al conseguimento di una qualifica professionale.

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    Ucraina: rifugiata bielorussa, nostro popolo è contro Putin

    (ANSA) – TORINO, 28 MAR – “Tutto il mondo pensa che i
    bielorussi vogliano la guerra contro l’Ucraina e sostengano
    Putin. Non è vero. I bielorussi non sono Lukashenko, abbiamo
    combattuto contro di lui anche se nessuno ci ha aiutati”. Sono
    le parole della bielorussa Yuliya Tarasevich, 32 anni, ex
    insegnante di musica e modella, che ha portato la sua
    testimonianza al congresso della Cisl Piemonte al Lingotto di
    Torino come ha già fatto in altri congressi sindacali in tutta
    Italia.   
    “Lukashenko, come dicono gli italiani, è il burattino di
    Putin e purtroppo il nostro territorio è usato da Lukashenko e
    Putin insieme per fare la guerra in Ucraina. Il popolo della
    Bielorussia è contro il regime di Putin, questo non si
    percepisce in Italia per questo io sono venuta qui, oggi è il
    decimo congresso che faccio in Italia, i bielorussi sono contro
    la guerra e sono con il popolo ucraino. La Bielorussia di
    Lukashenko è una cosa, La Bielorussia del popolo è un’altra
    cosa”, osserva Yuliya Tarasevich.
    “Io sono una rifugiata politica – racconta – sono andata via
    dalla Bielorussia 7 mesi fa perché sono stata due volte in
    carcere, se torno nel mio Paese mi chiudono in carcere per 5-7
    anni. Mi hanno arrestato perché indosso il braccialetto con i
    colori bianco e rosso della nostra bandiera. Lukashenko odia la
    nostra bandiera, la nostra storia. Per lui è meglio stare con
    Putin e Putin ha sempre sostenuto Lukashenko. Vedere la
    Bielorussia occupata per me è un grande dolore. Abbiamo più di
    500 mila rifugiati politici su una popolazione di 9 milioni di
    abitanti, è una cifra molto grande. Vinceremo perché siamo uniti
    con gli ucraini, c’è un battaglione che sta combattendo per la
    libertà in Ucraina. E poi combattiamo per la Bielorussia, perché
    se finisce la guerra in Ucraina è un bene anche per noi”.   
    (ANSA).   

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    Prima intervista del presidente Zelensky ai giornalisti russi

    Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha rilasciato oggi per la prima volta dall’inizio della guerra un’intervista ai giornalisti russi, che hanno promesso di pubblicare l’intera conversazione senza censure. Lo riporta l’Ukrainian Pravda. La conversazione è durata due ore. Tra i giornalisti che hanno intervistato il presidente ucraino, il caporedattore di Meduza Ivan Kolpakov, il caporedattore di Dozhd TV Tikhon Dzyadko, lo scrittore e giornalista Mikhail Zigar e il corrispondente di Kommersant Vladimir Solovyov. Ma in serata, l’ente regolatore dei media di Mosca ha avvertito di non pubblicare né trasmettere l’intervista del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, rilasciata ad alcuni media russi per la prima volta dall’inizio della guerra, riferisce Sky News.
    “Ho sentito molte persone che sostengono che la mia eliminazione è pianificata. Probabilmente ci sono stati diversi tentativi da parte di diverse persone”: lo afferma il presidente ucraino Zelensky nella sua prima intervista a media russi dall’inizio della guerra pubblicata sul sito anti Putin Meduza.
    “La città di Mariupol sta vivendo una catastrofe umanitaria”, ha detto Zelensky nell’intervista rilasciata ad alcuni media russi. “La città è bloccata dall’esercito russo. Tutti gli ingressi e le uscite dalla città sono bloccati. Il porto è minato. E’ impossibile – prosegue Zelensky – arrivarci con cibo, medicine e acqua, anche per il fuoco dei militari russi sui convogli umanitari, con i conducenti che vengono uccisi. Molti dei carichi sono stati ripresi”. L’Ucraina “sta attentamente prendendo in considerazione la questione della neutralità”.
    L’Ucraina “sta attentamente prendendo in considerazione la questione della neutralità”, ha affermato Zelensky nell’intervista rilasciata ad alcuni media russi diffusa da Meduza malgrado il divieto di Mosca.

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    'I'm a gaffe machine', tutti gli scivoloni di Biden

     “I’m a gaffe machine”, sono una macchina che macina gaffe. Joe Biden, con una certa dose di autoironia, già anni fa ammetteva la sua involontaria propensione a lasciarsi prendere la mano. A lasciarsi andare, spesso goffamente e in maniera impacciata, a frasi sconvenienti e poco opportune. Ma stavolta con le sue parole su Vladimir Putin – prima definito un macellaio e poi un tiranno con le ore contate – sembra davvero essere andato oltre. Uno scivolone che per le sue implicazioni non ha eguali tra i clamorosi precedenti del passato.    E di questi ce ne sono tanti, molti dovuti all’irrefrenabile passione di Biden per la battuta a tutti i costi. Come quando, lanciando la sua campagna presidenziale del 2008, descrisse il giovane senatore Barack Obama come “il primo afroamericano in politica eloquente, brillante, pulito e di bell’aspetto”.    Battuta che costò a Biden anche qualche critica di strisciante razzismo. Come quando, citando due popolari catene alimentari statunitensi, affermò che “è ormai impossibile andare ad un 7-Eleven o un Dunkin’ Donuts se non si ha un leggero accento indiano”. Era invece già vicepresidente quando fece davvero infuriare Obama con la sua fuga in avanti sulle nozze gay, annunciando il suo sostegno alla loro legalizzazione e bruciando così il presidente. Col quale non sempre il ticket alla Casa Bianca fu rose e fiori: come nel 2010 testimoniò un microfono galeotto catturando un’imprecazione di Joe rivolta all’amico Barack mentre firmava la storica riforma sanitaria dell’Obamacare.    Gli americani poi non possono dimenticare quando Biden, sempre durante la campagna presidenziale del 2008, in un comizio in Missouri si rivolse con grande enfasi e trasporto a un senatore locale ripetendo più volte: “Dai alzati Chuck! Fatti vedere, goditi i meritati applausi. Alzati!”. Peccato che Chuck Graham fosse paraplegico. Per non parlare dell’ex premier irlandese Brian Cowen, che nel giorno di San Patrizio del 2010 sentì dire da Biden: “Sua madre ha vissuto per 10 anni a Long Island, che riposi in pace…”. Di fronte allo stupore generale e a qualche risata si rivolse quindi a un Cowen allibito: “Ah…è tuo padre che è morto, tua madre è ancora viva”. Una delle ultime gaffe risale al 2019, durante una riunione di raccolta fondi: “Margaret Tatcher – disse con tono grave – è seriamente preoccupata per gli Stati Uniti sotto la guida di Donald Trump”, scambiando l’allora premier britannica Theresa May con la Lady di ferro morta nel 2013. 

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    Blinken, 'nessun cambio regime a Mosca'- Il punto alle 14

    Gli Stati Uniti non hanno alcuna strategia per un cambio di regime in Russia, spiega il segretario di Stato Antony Blinken all’ indomani dello scontro con Mosca innescato dalle parole a del presidente Joe Biden, secondo cui il leader russo Vladimir Putin – che da Varsavia il commander in chief aveva definito prima ‘macellaio’ e poi ‘dittatore’ – “non può restare al potere”. Parlando nella sua visita in Israele, Blinken dice di ritenere che “il presidente e la Casa Bianca ieri sera abbiano sottolineato semplicemente che Putin non può avere il potere di fare una guerra o impegnarsi in un’aggressione contro l’Ucraina o contro chiunque altro”.    Già ieri sera la Casa Bianca aveva precisato le parole di Biden. “Come ci avete sentito dire ripetutamente – aggiunge oggi il segretario Usa -, non abbiamo una strategia per un cambio di regime a Mosca”. Ma dal Cremlino immediata era arrivata la replica al discorso di Biden: ‘non sta agli Usa decidere chi governa sulle rive della Moscova’. E oggi il presidente francese Emmanuel Macron dice che non userebbe nei confronti di Putin la parola ‘macellaio’, e invita a non alimentare una escalation di parole o di azioni, facendo sapere che domani o dopodomani parlerà al telefono con Putin per organizzare un’operazione di evacuazione di civili dalla città di Mariupol. Da Londra, invece, il segretario all’Istruzione, Nadhim Zahawi, afferma che “sta al popolo russo decidere da chi essere governato”; mentre la Turchia sottolinea che non bisogna bruciare i ponti con Mosca, perché il dialogo deve continuare.    La guerra intanto non conosce soste e, secondo Kiev, dopo aver fallito nel tentativo di prendere il controllo di tutta l’Ucraina, la Russia ora cerca di dividerla in due per creare una regione controllata dal Cremlino. Lo sostiene il capo dell’ intelligence militare ucraina, e annuncia che Kiev lancerà presto la guerriglia nel territorio occupato dai russi.    Peraltro, nell’autoproclamata Repubblica di Lugansk, est del paese, riconosciuta come indipendente insieme quella di Donetsk, presto potrebbe arrivare un referendum per decidere l’annessione a Mosca, anche se dalla Duma il presidente della commissione Affari delle ex repubbliche sovietiche invita per ora alla prudenza, sconsigliando una consultazione. “Se ci sarà mai un referendum sarà fasullo”, commenta da parte sua Maksim Zhorin, terzo comandante della brigata Azov, originario della città del Donbass, attualmente operativo nell’Oblast di Kiev.    Una zona, anche quest’ultima, dove proseguono i raid russi, mentre nella capitale la situazione sta peggiorando e secondo una deputata ucraina le persone stanno morendo di fame e sono costrette a bere acqua di scarico. Il governo ucraino denuncia inoltre l’uso da parte di Mosca di ordigni a grappolo in una zona residenziale nella regione di Donetsk, e riferisce della morte di un altro generale russo, sarebbe il settimo. Per questo servono per la difesa del paese più armi, e il leader ucraino Zelensky incalza l’Occidente e polemicamente si chiede se non sia Mosca con l’intimidazione a guidare la comunità euroatlantica.    E mentre la centrale nucleare di Chernobyl, occupata dai militari russi, riesce a far ruotare il personale ucraino ostaggio degli occupanti – dopo che l’agenzia internazionale dell’ atomo (Aiea) aveva espresso preoccupazione sui turni di lavoro per gli addetti alla centrale per l’occupazione da parte dei militari russi della vicina cittadina di Slavutych, dove molti dei dipendenti vivono – forte si leva da San Pietro ancora una volta la voce del papa contro la guerra. Francesco sollecita a ripudiare quello che è un luogo di morte, “dove i potenti decidono e i poveri muoiono”. Una guerra crudele e insensata, che come ogni guerra è una sconfitta per tutti. E parla della sua “bestialità, atto barbaro e sacrilego”. E da abolire, prima che sia lei a cancellare l’uomo dalla storia. 

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    M5s: aperto il voto online per confermare Conte presidente

    E’ cominciata alle 8 del mattino, e proseguirà fino alle 22 di domani, la consultazione in rete degli iscritti M5s, chiamati a confermare la presidenza di Giuseppe Conte, Gli iscritti dovranno rispondere a questi due quesiti: 1) Sei favorevole alla elezione del prof. Giuseppe Conte, indicato dal Garante, quale Presidente del Movimento 5 Stelle, anche in ripetizione della deliberazione adottata in date 5/6 agosto 2021, al fine della conferma/convalida della delibera stessa nonché dell’attività svolta? 2) Elezione di un componente del Comitato di Garanzia.
    Il voto si tiene dopo la decisione del Tribunale civile di Napoli di contestare la validità delle prime votazioni on line. Giuseppe Conte ieri ha chiarito che in presenza di un voto “risicato” farebbe un passo indietro rinunciando alla leadership. Ma se gli fosse confermata la fiducia ha annunciato di voler gestire il Movimento con una linea non moderata e senza più accettare divisioni.    

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    Papa, questa guerra vergognosa finisca presto

    “Speriamo e preghiamo perché questa guerra vergognosa per tutti noi, per tutta l’umanità, finisca al più presto: è inaccettabile; ogni giorno in più aggiunge altre morti e distruzioni”. Lo ha detto il Papa nell’udienza alla Federazione Italiana Ricetrasmissioni. “Tanta gente si è mobilitata per soccorrere i profughi. Gente comune, specialmente nei Paesi confinanti, ma anche qui in Italia, dove sono arrivati e continuano ad arrivare migliaia di ucraini. Il vostro contributo è prezioso, è un modo concreto, artigianale di costruire la pace”, ha sottolineato il Papa.
    Per Papa Francesco è un fattore “essenziale” avere “la libertà, l’indipendenza. Pensiamo come questo può diventare decisivo là dove un regime o un altro centro di potere voglia controllare le comunicazioni. È fondamentale mantenere la libertà, per essere veramente al servizio delle persone, del bene comune”, ha detto all’organizzazione di volontariato che si occupa appunto di comunicazione indipendente. 

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    Ucraina: terza missione Uip partita dalla Sardegna

    (ANSA) – CAGLIARI, 26 MAR – Nuova missione di solidarietà al
    popolo ucraino in Sardegna, la terza promossa dall’Unione
    interparlamentare.   
    “Cento bambini ucraini ci aspettano al confine tra il loro paese
    e la Polonia, andiamo a prenderli per portarli da ‘mamma
    Sardegna’”, ha dichiarato il deputato Ugo Cappellacci,
    presidente della sezione Ucraina dell’Unione interparlamentare,
    in partenza da Cagliari con il console Anthony Grande verso la
    Polonia.   
    Qui la delegazione sarda raggiungerà un centinaio di bambini
    accompagnati dalle mamme adottive per accompagnarli e
    accoglierli in Sardegna.   
    Il ritorno potrebbe avvenire già nella giornata di domani a
    bordo di un volo militare oppure 24 ore dopo via bus e nave.   
    (ANSA).