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    Ucraina:92 profughi accolti in Sardegna da Protezione civile

    (ANSA) – CAGLIARI, 29 MAR – Sono 92, tra cui 50 tra bambini e
    bambine, gli sfollati dalla guerra in Ucraina accolti oggi in
    Sardegna dalla protezione civile regionale che ha coordinato
    l’operazione autorizzata da un provvedimento del governo. La
    macchina si è messa in moto con la notizia dell’arrivo di un
    gruppo composto in maggioranza da minori provenienti da
    case-famiglia. La prefettura aveva già informato che era urgente
    trovare un alloggio “in attesa che si definiscano eventuali
    altre soluzioni di accoglienza”.   
    La Regione, attraverso “un avviso esplorativo di
    manifestazione di interesse” pubblicata sul sito istituizionale,
    ha poi trovato una sistemazione per il gruppo in una struttura
    alberghiera.   
    Varie associazioni di volontari hanno collaborato alle
    operazioni – fanno sappere da viale Trento – mentre la Caritas
    ha provveduto a fornire il pranzo per i profughi. Nella stessa
    sala dell’hotel è stata allestita un’area gioco per i bambini.   
    (ANSA).   

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    Ucraina: Draghi al Quirinale per vicenda spese militari

    A quanto si apprende il premier Mario Draghi si sarebbe recato al Quirinale per aggiornare il capo dello Stato sulla vicenda degli investimenti militari. Oggi il presidente del Consiglio ha incontrato il leader M5s sul tema dell’Ucraina. Il Governo intende rispettare e ribadire con decisione gli impegni Nato sull’aumento delle spese militari al 2% del Pil. Questo è quanto avrebbe detto il premier Mario Draghi nel corso dell’incontro con Giuseppe Conte nel quale, però, il leader M5s avrebbe tenuto il punto sul nodo delle spese militari.
    “Non possono essere messi in discussione gli impegni assunti, in un momento così delicato alle porte dell’Europa. Se ciò avvenisse verrebbe meno il patto che tiene in piedi la maggioranza”, il commento che filtra da Palazzo Chigi.
    “I piani concordati nel 2014 – sottolineano ancora fonti di palazzo Chigi – e seguiti dai vari governi che si sono succeduti, prevedono entro il 2024 un continuo progressivo aumento degli investimenti. Il bilancio della difesa nel 2018 era sostanzialmente uguale al 2008. Nel 2018 si registravano circa 21 miliardi, nel 2021 24,6 miliardi (un aumento del 17 per cento). Questi sono i dati del Ministero della difesa nei governi Conte. Tra il 2021 e il 2022 il bilancio della difesa sale invece a 26 miliardi: un aumento del 5,6 per cento”.
    “Ho portato a Draghi la preoccupazione del M5s e di tutti italiani. Ho chiesto al premier di lavorare per maggiori risorse per la salute italiani. Abbiamo discusso del caro bollette, che sono anche triplicate, dell’aumento del prezzo dei generi alimentari. Questioni prioritarie rispetto all’ incremento spesa” militare. Lo ha detto il presidente dei 5 stelle, Giuseppe Conte, al termine dell’incontro con il premier Mario Draghi. “Siamo rimasti che ci aggiorneremo”, ha quindi aggiunto. “In commissione al Senato – ha spiegato – c’era un odg che evocava questo impegno. M5s ha chiesto di votarlo” ma non è stato fatto. “Ora i lavori della commissione si sono aggiornati. Su questo (con il premier Draghi, ndr) abbiamo discusso. Abbiamo valutazioni diverse”. Conte ha aggiunto: “non metto in discussione l’accordo nè che il governo lo faccia con la Nato”.
    “Nel Def ragionevolmente – ha detto Conte –  non ci sarà scritto qualcosa del genere, ma questo non toglie che è una prospettiva che dobbiamo affrontare. Il problema può essere procrastinato ma dobbiamo affrontarlo dal punto di vista politico”.
    Il segretario del Pd Enrico Letta segue con preoccupazione questi momenti. Così fonti del Nazareno rispondono, interpellati, alla domanda su cosa pensi il leader dem dello scontro tra il premier Draghi e il leader M5s Conte.
    “Draghi è uno statista, Conte è un populista. Noi stiamo con Draghi, noi stiamo con l’Italia”. Lo scrive su Twitter il leader di Italia viva, Matteo Renzi.
    Il dl Ucraina arriverà in Aula al Senato domani alle 18 anche se non concluso in commissione, non è previsto orario di chiusura. L’esame proseguirà giovedì con il voto finale con o senza fiducia. Lo si apprende a margine della conferenza dei capigruppo di palazzo Madama. La decisione del governo sulla possibilità di porre questione di fiducia si avrà nelle prossime ore.
    Tensione in commissione. “È inaccettabile che il governo abbia deciso di accogliere l’ordine del giorno di FdI sull’aumento delle spese militari al 2% del Pil entro il 2024 malgrado la forte contrarietà della principale forza di maggioranza. Un ordine del giorno che inizia con ‘Il Senato impegna il governo’ non può essere accolto senza un voto di verifica”. Lo dichiarano la vicepresidente del M5S Paola Taverna e i senatori Vito Crimi, Gianluca Ferrara, Ettore Licheri, Andrea Cioffi e Gianluca Castaldi che stanno partecipando alla seduta congiunta delle commissioni Difesa ed Esteri.
    “Malgrado la nostra insistente richiesta – proseguono Taverna, Crimi, Ferrara, Licheri, Cioffi e Castaldi – , la presidente della commissione Difesa Roberta Pinotti non ha voluto metterlo ai voti. Di cosa ha paura? Forse dopo le parole di Papa Francesco temono che in molti abbiano un rigurgito di coscienza e si oppongano a questa scelta scellerata? Di cosa ha paura il Governo? La forza di un Paese non si misura con il numero di carri armati e cacciabombardieri, ma con la solidità economica delle proprie imprese, con il benessere dei suoi cittadini, con la capacita di resistere alle crisi economiche ed energetiche. Un paese forte è un paese con una forte coesione sociale. Insisteremo quindi sulla richiesta di mettere al voto questo ordine del giorno”, concludono.
       

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    Mistero Abramovich, mediatore ombra anche a Istanbul

    Oligarca e mediatore, forse avvelenato, certamente molto influente sia per la Russia di Putin che l’Ucraina di Zelensky. Tra sospetti e segreti Roman Abramovich riappare ad Istanbul in un ruolo non ufficiale ma ben visibile nei colloqui di pace sotto la regia turca. Finito nel mirino delle sanzioni europee ma non di quelle americane e tantomeno di quelle turche, il miliardario ebreo, come peraltro lo stesso Zelensky, sembra essere sempre più al centro della scena negoziale. Lo conferma anche un colloquio privato avuto con il presidente Erdogan prima dell’inizio degli incontri di Istanbul.    Ormai è certo che sia Mosca che Kiev almeno su un aspetto siano perfettamente d’accordo: proteggere Abramovich, perché il suo ruolo serve ad entrambi i governi. E chissà che il miliardario non possa giocare anche un ruolo futuro nella Russia post-bellica.    Resta comunque la nebbia sul presunto avvelenamento ‘light’, confermato dall’entourage dell’oligarca ma smentito sia da Kiev che da Mosca. Mai come in queste settimane Abramovich è riuscito a mimetizzarsi politicamente, muovendosi segretamente tra Israele, Turchia e Russia con i suoi voli (e yacht) privati. Il riserbo è assoluto e gli analisti non riescono a decifrare quale sia il suo attuale grado di influenza su Vladimir Putin. Ben più chiara è l’attenzione che gli dedica Zelensky, che si sarebbe personalmente speso presso l’amministrazione Biden affinché gli Stati Uniti non applicassero sanzioni nei suoi confronti.    Oggi le immagini diffuse sui social media dell’incontro di Istanbul mostrano l’oligarca russo seduto accanto a Ibrahim Kalin, portavoce del presidente turco, Recep Tayyip Erdogan. Una fotografia diffusa dall’agenzia di stampa russa Ria Novosti mostra Abramovich in piedi accanto a Erdogan e al ministro degli Esteri turco, Mevlut Cavusoglu, mentre parla con una terza persona all’interno della sala dove sono in corso i negoziati.    Quel che è certo è che Roman Abramovich sta prendendo parte ai negoziati russo-ucraini con l’approvazione di entrambe le parti, anche se tutti si affrettano a sottolineare che non è un membro ufficiale della delegazione russa né di quella ucraina.    D’altra parte il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha spiegato che “Abramovich si è impegnato a garantire alcuni contatti tra la parte russa e quella ucraina. Non è un membro ufficiale della delegazione. Tuttavia, Abramovich è presente anche dalla nostra parte a Istanbul”.    Non si placano intanto le polemiche sull’avvelenamento di Abramovich e sull’uso delle ‘pozioni di Dio’, come vengono efficacemente chiamate le miscele venefiche attribuite ai servizi russi. “Consiglio a chiunque si trovi a negoziare con la Federazione russa di non mangiare o bere e preferibilmente evitare di toccare qualunque superficie”, ha infatti avvertito il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba proprio poco prima dell’inizio dei colloqui a conferma che il pericolo viene considerato reale. Ovviamente la Russia smentisce sdegnata: “Le informazioni riportate da alcuni media su un presunto avvelenamento del magnate russo Roman Abramovich “non sono vere, si tratta di disinformazione”, ha avvertito sempre Peskov.    

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    Qui Londra, la coda del Partygate su BoJo

    Lo scandalo Partygate torna a bussare alle porte di Downing Street ma questa volta trova una situazione molto diversa per il premier britannico Boris Johnson, più che mai impegnato in un ruolo di guida nella risposta occidentale contro il presidente russo Vladimir Putin per l’invasione dell’Ucraina. Oggi la Met Police ha inviato le prime 20 multe a persone coinvolte, in particolare funzionari (in carica o che si sono dimessi), nelle feste e negli altri eventi tenuti nel periodo 2020-2021 a Downing Street (e a Whitehall) in violazione delle restrizioni anti-Covid allora vigenti. Il portavoce del n.10 ha confermato che al momento Johnson, finito nei mesi scorsi al centro di una bufera politica per la gestione della vicenda e la partecipazione ad alcuni dei party sotto accusa, non risulta fra i multati ma che se nel prosieguo delle indagini lo fosse, l’opinione pubblica ne verrà informata, anche perchè Scotland Yard si limita a comunicare il numero di sanzioni emesse e pochi altri dettagli.
    La tempesta che aveva visto vacillare Boris, con richieste di dimissioni arrivate da alcuni deputati ‘ribelli’ del suo partito conservatore e con forza dalle opposizioni (laburista e dello scozzese Snp), è stata drasticamente ridimensionata, anche nell’attenzione dei media, da un conflitto che richiede ora più che mai un primo ministro al suo posto e non certo una crisi di governo. Anche se oggi la vice leader del Labour, Angela Rayner, ha parlato ancora di dimissioni per il premier, le ha comunque messe in relazione a una multa col suo nome e cognome, mentre in precedenza il partito di sinistra chiedeva a BoJo di farsi da parte per i dubbi emersi sulla sua gestione e soprattutto l’accusa di aver mentito, ancora prima che l’inchiesta di polizia sui 12 party incriminati venisse aperta. Gli osservatori ritengono che l’ipotesi di una uscita di scena del primo ministro per questa vicenda sia ormai archiviata o come minimo allontanata. Non solo, fra i Conservatori Boris ha riconquistato piena fiducia e secondo i sondaggi i Tory sono in graduale recupero dopo il sorpasso subito dal Labour prima della guerra quando la polemica per il Partygate era nella fase più accesa.    Se tutto questo non bastasse, Johnson ha creato un rapporto personale e diretto col presidente ucraino Volodymyr Zelensky: i due si sentono quasi ogni giorno e Kiev considera il Regno Unito come uno dei Paesi più vicini alla sua causa anche nella prospettiva di arrivare un giorno a un accordo di pace.    

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    M5s: Di Maio, con elezione di Conte passo deciso in avanti

    “Con la nuova elezione di Giuseppe Conte come presidente M5S, il MoVimento fa un altro passo deciso in avanti. Complimenti anche a Laura Bottici, eletta componente del Comitato di garanzia, e a Danilo Toninelli, Fabiana Dadone e Barbara Floridia, eletti componenti del Collegio dei probiviri. Rimaniamo concentrati sulla guerra in Ucraina e i suoi effetti drammatici. L’Italia lavora costantemente per mettere fine alle ostilità e tutelare gli italiani dalle conseguenze di questa atroce guerra”. Così il ministro degli Esteri Luigi Di Maio.”La fiducia al decreto Ucraina? Il M5s si è dichiarato in modo chiaro e univoco favorevole agli aiuti all’Ucraina . Questo provvedimento non c’entra nulla con il riarmo”. Così il leader M5s Giuseppe Conte in conferenza stampa al termine della plenaria dei Comitati M5s.”Non voglio mettere in difficoltà nessuno ma non voglio neppure mettere in difficoltà il paese sull’onda emotiva del conflitto. Io non intendo mettere in discussione l’accordo siglato con la Nato: non lo chiedo neppure al premier. Però gli accordi presi illo tempore devono tenere conto delle sopravvenienze e quelle dell’Italia sono superiori a quelle di altri paesi. Quindi ci si mette attorno ad un tavolo e si discutono le tempistiche e gli impegni”, ha aggiunto Conte.Sulle spese militari “non può essere assolutamente che il governo non ci ascolti e che nel Def ci siano quelle fughe in avanti che abbiamo sentito negli scorsi giorni: abbiamo il diritto di farci ascoltare perché rappresentiamo una parte importante del paese”. Così il leader M5s Giuseppe Conte in conferenza stampa al termine della plenaria dei Comitati M5s.

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    Conte confermato presidente del M5s con il 94,19% dei voti: “Un'indicazione forte e chiara”

    Gli iscritti M5s chiamati a votare per confermare la nomina di Giuseppe Conte alla Presidenza del M5s hanno riconvalidato l’elezione. Hanno risposto Sì 55.618 iscritti, pari al 94,19% dei voti validi.

    Gli iscritti del @Mov5Stelle mi hanno riconfermato con un’indicazione forte e chiara. Un sostegno così importante è anche una grande responsabilità. Ora testa alta, ancor più coraggio e determinazione nelle nostre battaglie. Abbiamo un Paese da cambiare. pic.twitter.com/KWlGYphGG7
    — Giuseppe Conte (@GiuseppeConteIT) March 28, 2022

    “Gli iscritti del M5s mi hanno riconfermato con un’indicazione forte e chiara”: così il leader del M5s Conte commenta il risultato del voto degli iscritti. “Un sostegno così importante è anche una grande responsabilità. Ora testa alta, ancor più coraggio e determinazione nelle nostre battaglie. Abbiamo un Paese da cambiare” scrive in un tweet.
    Sono Danilo Toninelli, Fabiana Dadone e Barbara Floridia i tre nuovi componenti del Collegio dei probiviri del M5s. Li hanno indicati gli iscritti M5s che li hanno scelti in una rosa di 6 candidati . Lo annuncia il blog del M5s al termine della nuova consultazione degli iscritti al Movimento.
    Laura Bottici è la nuovo componente de Comitato di Garanzia, attualmente composto da Roberto Fico e da Virginia Raggi, già eletti. L’ hanno votata gli iscritti al M5s nel corso della votazione che si è conclusa questa sera alle 22. Bottici ha ricevuto 40.060 preferenze pari al 67,84% dei voti validi. L’altro candidato era Jacopo Berti che ha ricevuto 18.987 preferenze pari al 32,16% dei voti validi.
    “La grande partecipazione registrata al voto dimostra che la comunità del Movimento 5 Stelle ha tanta voglia di fare, al fianco di Giuseppe Conte a cui è stata rinnovata la fiducia in modo chiaro e netto. È un segnale politico forte. Adesso avanti nell’impegno che ci aspetta per occuparci dei problemi dei cittadini e delle soluzioni che vanno messe in campo”. Così il presidente della Camera ed esponente del M5s, Roberto Fico in un post in cui augura inoltre “buon lavoro ai vicepresidenti e ai comitati politici, così come ai nuovi componenti dei Collegio dei probiviri e del Comitato di garanzia”.
       

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    Ucraina: ancora nodi nella maggioranza, avanza l'ipotesi della fiducia

    E’ terminata la riunione della maggioranza con il governo sul decreto Ucraina in arrivo nell’aula del Senato. Avanza l’ipotesi che l’esecutivo metta la questione di fiducia sul provvedimento. Dopo l’ascolto dei gruppi il ministro per i rapporti con il Parlamento Federico D’Incà, a quanto si apprende, avrebbe spiegato che se permangono le problematiche sollevate da alcuni gruppi verrà posta la questione di fiducia in Aula.
    Nel corso della riunione di maggioranza sul dl Ucraina, il M5S ha ribadito la sua “ferma contrarietà all’odg al decreto Ucraina, di minoranza o maggioranza, che prevedano incrementi straordinari della spesa militare”. Lo riferiscono fonti del Movimento in Senato. “Se la maggioranza voterà in maniera difforme non sarà certo la prima volta e ciascuno si prenderà la responsabilità delle sue scelte. Ai rappresentanti del Governo presenti in riunione abbiamo chiarito che questa è la posizione del M5S e abbiamo chiesto loro di tenerne conto nella stesura del Def”, spiegano.
    “Per noi non è questa la priorità del Paese nell’attuale momento di crisi – spiegano dal M5s -. Anche perché prima di stanziare fondi aggiuntivi per la difesa dobbiamo razionalizzare le spese nazionali che sono sbilanciate sul personale e troppo basse per l’addestramento e procedere spediti sulla strada di una difesa comune europea. Se la maggioranza voterà in maniera difforme non sarà certo la prima volta e ciascuno si prenderà la responsabilità delle sue scelte”.

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    Ucraina, martedì incontro Draghi-Conte

    Martedì alle 17.30 è previsto l’incontro tra il premier Mario Draghi e il leader del M5s Giuseppe Conte. La riunione si terrà a Palazzo Chigi, alla vigilia dell’approdo del dl Ucraina nell’Aula del Senato.
    Se il riarmo fosse nel Def lo votereste? “La nostra linea è chiara, siamo contrari al riarmo, è inutile, sarebbe una follia. Nessun passo indietro, sarà il governo a fare un passo avanti”. Lo ha detto il presidente del M5s Giuseppe Conte mentre è in corso a Roma, allo Scout center, la riunione plenaria dei Comitati politici e tematici del MoVimento 5 Stelle con l’ex premier. L’incontro proseguirà martedì. Intanto è in corso anche la votazione online del movimento sulla conferma di Conte alla presidenza. “Adesso c’è un’emergenza energetica, le posizioni che stiamo assumendo sono chiare, non ci lasciamo distrarre dai media e dalla stampa che dicono che abbiamo cambiato idea, la nostra posizione è lineare. Andiamo avanti”. “Il movimento – ha detto in un ltro passaggio – è un pilastro di questa esperienza di governo, non è quello dei nostri sogni ma lo sosteniamo con responsabilità. In questo momento non possiamo volta le spalle a Draghi”.
    “Non permetteremo più a nessuno – ha detto Conte in un appello all’unità –  che si parli male di noi, ma noi per primi dobbiamo volerci bene. Volersi bene vuol dire parlarsi e confrontarsi con sincerità”. “Significa avere piena fiducia reciproca, e quando parleremo tra noi senza avvertire la necessità di trasmettere fuori frammenti di discorso, saremo pienamente maturi e potremo anche all’occorrenza anche litigare perché la politica è anche conflitto, confronto duro, l’importante è che tutti si tenda al bene comune, senza personalismi, che deve essere la sintesi superiore” .
    C’è soddisfazione, a quanto si apprende, nel M5s per l’andamento delle votazioni degli iscritti alla nuova consultazione sulla riconferma di Giuseppe Conte alla presidenza e sulle altre cariche in votazione. “Il voto sta andando molto bene” filtra dal Movimento dove risulta che abbiano già votato oltre 50 mila ammessi al voto. Anche rispetto all’affluenza i dati sono vicini al 50% anche se per quanto riguarda questo fattore occorre valutare il fatto che è aumentata la platea degli ammessi al voto rispetto alla precedente votazione.