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    La Commissione Giustizia approva la riforma del Csm

    La Commissione Giustizia della Camera ha approvato il mandato al relatore sulla riforma del Consiglio superiore della magistratura (Csm) e dell’ordinamento giudiziario.
    Tutta la maggioranza ha votato a favore, con l’eccezione di Italia Viva che si è astenuta. Hanno votato contro Fratelli d’Italia e Giusi Bartolozzi, del Gruppo misto. Il testo arriverà in aula martedì 19 aprile.     

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    Elezioni, ipotesi anche voto negli uffici postali

    Consentire di votare nei giorni precedenti l’election day, in qualunque parte d’Italia, in uffici postali o comunali: è fra le proposte per contrastare le cause dell’astensionismo lanciate in occasione della presentazione del libro bianco ‘Per la partecipazione dei cittadini’, della commissione sull’astensionismo istituita dal ministro per i Rapporti con il Parlamento, Federico D’Incà. Per la commissione, coordinata da Franco Bassanini, condizione per il voto anticipato presidiato è l’introduzione del certificato elettorale digitale (election pass). La scheda sarebbe inserita poi in apposita busta e spedita al seggio ‘naturale’. 
    Introdurre un election pass, un certificato elettorale digitale in sostituzione delle tessere elettorali cartacee, utilizzando la tecnologia sperimentata con il green pass. E’ una delle proposte avanzate dalla commissione sull’astensionismo, che ha presentato un Libro bianco sulle cause del calo di affluenza alle urne. L’election pass potrà essere scaricato sul proprio smartphone o stampato e sarà verificato in tempo reale al seggio attraverso una apposita app. Inoltre la commissione suggerisce di concentrare le date di voto, con due “appuntamenti” elettorali all’anno, predeterminati, uno in primavera e uno in autunno.

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    Draghi tiene sul catasto e assicura: 'Resto al mio posto'

     La riforma del catasto si farà, perché all’archivio degli immobili italiani serve un aggiornamento e più trasparenza, ma non porterà a nuove tasse sulla casa. E’ il doppio punto fermo del governo sulla delega fiscale. Mario Draghi rassicura così – ancora una volta – il centrodestra che lo sostiene e implicitamente blinda il suo posto a Palazzo Chigi. Nessun trasloco anticipato, fa intendere, perché non è stanco e il suo impegno continuerà a essere “al massimo, facendo tutto quello che è nelle sue facoltà” fino alla fine della legislatura.    Nel faccia a faccia chiesto da Lega e Forza Italia, dunque, l’ex banchiere centrale conferma la linea sul nuovo catasto che agita tanto il centrodestra. Non lo cancella, ma nemmeno alza un muro. Anzi, mette al lavoro i tecnici del ministero dell’Economia per correggere il testo insieme ai partiti (sul sistema duale, ad esempio, si farà un lavoro tecnico per affinare il testo). Prossima verifica, dopo Pasqua. Tanto basta a Matteo Salvini e Antonio Tajani per mostrarsi fiduciosi, a fine incontro.
    Soddisfatto per “l’ampia disponibilità di Draghi a risolvere i problemi”, il leader leghista accenna veloce al mantra del ‘niente tasse in più’ e si sfila dai cronisti augurando buona Pasqua. In serata puntualizza il no a stangate “né oggi né tra qualche anno”, visto che la riforma dovrebbe entrare in vigore dal 2026 e che questa “è e resta la condizione imprescindibile per votare la delega fiscale”.  Positivo pure il numero due di FI che sorride alla ‘minaccia’ della fiducia, perché “se si trova l’accordo, non serve”, fa notare. Un’ipotesi che in realtà aleggia ancora sul provvedimento che giovedì scorso ha trasformato la commissione Finanze della Camera in un ring, fino allo stop forzato e in attesa dell’approdo in Aula, ancora da definire.    Il vertice chiarificatore però sembra aver riportato il sereno. Non a caso Carlo Calenda liquida il colloquio come “teatro, non politica” con “proclami e minaccia di non voto a fronte di un rischio inesistente” e finito con un “ci siamo sempre amati”, secondo il leader di Azione. E Giorgia Meloni sminuisce: “Da Draghi solo parole”. In realtà la quiete è apparente e dettata da un’attesa vigile e inevitabile.    Soprattutto fra i leghisti, restano i dubbi su come di fatto si concilierà l’aggiornamento del catasto con la garanzia sulle tasse. I più oltranzisti si soffermano sull’apertura di Palazzo Chigi a limare la legge, segno che i timori sollevati erano fondati. In ogni caso il primo round, durato un’ora e mezza, si chiude in un clima più di confronto che scontro, come raccontano molti. Draghi accoglie la delegazione del centrodestra di governo al completo: oltre a Lega e FI, ci sono i vertici di Udc, Coraggio Italia, Noi con l’Italia e non mancano i capigruppo parlamentari. Assieme al premier c’è il ministro dell’Economia, Franco. Salvini e Tajani ribadiscono che non è in forse il sostegno al governo, ma sulle aliquote e su casa e risparmi non si scherza. E al coro si associano i piccoli della coalizione: tutti presenti anche per mostrare la compattezza del fronte. Lo rimarca Marco Marin di Coraggio Italia, aggiungendo che non c’è “nessuno strappo ma solo proposte costruttive per tutelare gli italiani in un momento così difficile”. Il centrodestra replica soprattutto a Enrico Letta del Pd che poco prima del colloquio a Chigi, twitta: “Oggi il centrodestra che sostiene Draghi fa propaganda e va a protestare su questioni su cui Draghi ha già chiarito. Noi incontriamo sindacati e imprese su salari, inflazione e carovita”. Da qui la risposta trattenuta di Salvini: “Spero che Pd e M5s la smettano con le provocazioni”.    Nell’incontro il premier ignora le polemiche. Ma non avrebbe nascosto il rammarico per essere stato descritto dalla stampa come il capo di governo che vuole aumentare le tasse, assicurando che con il suo esecutivo non accadrà. Idem sull’impegno, smentendo ogni sospetto di stanchezza: “Mi stancherei moltissimo se non fossi messo nelle condizioni di poter operare, ma non è questo il caso”.    

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    Ucraina: Mattarella, fondamentale la stampa indipendente

     Il “fondamentale, importante e prezioso ruolo degli organi di informazione” è sottolineato dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ricevendo a Messina il premio internazionale Bonino Pulejo. “Lo stiamo vedendo adesso – aggiunge – con lo scenario inatteso e imprevedibile di guerra nel nostro Continente. Vi si agitano anche tentavi di notizie false, di nascondere la verità, la realtà e i fatti. L’importanza di organi indipendenti si manifesta ancora una volta fondamentale. Un sistema informativo che non si preclude alcuna voce, ma non subisce i falsi, sa informare con capacità critica i lettori su fatti e realtà” 
    Mattarella è anche intervenuto sul Pnrr. “Le risorse del Pnrr – ha affermato – sono una storica opportunità di rendere il nostro Paese più efficiente, una sfida che diventa ancora più importante e prioritaria per i giovani del Sud”

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    Ucraina, Irina e Albina alla via Crucis L'amicizia contro la guerra

    Irina e Albina sono amiche: condividono la corsia dell’ospedale al Campus biomedico di Roma, al Centro di cure palliative. Vivono insieme la fatica di dover alleviare le sofferenze delle persone, che spesso non possono essere guarite ma solo curate con amore e attenzione fino alla fine. E le due amiche lo hanno fatto, sempre insieme, in questi duri mesi del Covid. Ma poi è arrivata la guerra: Irina è un’infermiera ucraina, Albina una specializzanda russa.    A raccontare quel momento è Irina: “Quando ci siamo incontrate poco dopo l’inizio della guerra, Albina è venuta nel reparto. Io ero di turno. È bastato il nostro sguardo: i nostri occhi si sono riempiti di lacrime e Albina ha cominciato a chiedermi scusa. Si sentiva in colpa e mi chiedeva scusa. Io la rassicuravo che lei non c’entrava niente in tutto questo”.    Portare insieme la croce, in silenzio e preghiera, nel Venerdì Santo al Colosseo nella celebrazione presieduta dal Papa, era stata allora una decisione naturale perché, spiegano le due donne, “questa guerra ci ha unito di più”. Erano tra l’altro state scelte proprio per il messaggio di amicizia testimoniato in un servizio del Tg1 proprio nei primi giorni della guerra. Ma dopo le polemiche di queste ore, con l’ambasciata ucraina presso la Santa Sede che chiede al Vaticano di ripensare la scelta, le cose sono cambiate perché le due amiche sono state proiettate in una situazione più grande di loro, in scenari geopolitici lontani dalla semplice vita di due amiche che condividono la fatica del lavoro, ma anche il caffè alla macchinetta, la nostalgia di casa ma anche la spensieratezza della loro giovane età. Ora spezzata dal conflitto.    Le due donne saranno comunque al Colosseo, con la croce in mano. “Insieme si potrebbe fare tanto. L’umanità si deve unire insieme per cercare di trovare la pace e una soluzione a tutto quello che sta accadendo”, dice Irina ai media vaticani.    Stessa scelta, quella di far condurre una stazione della Via Crucis da due amiche, una russa e una ucraina, è stata fatta dai Francescani nella loro celebrazione online di questo pomeriggio.    Dina da Dnipro, città vicina all’area più calda del conflitto, e Julia di Mosca ma oggi a Danzica, in Polonia, dove ha trovato lavoro. Entrambe fanno parte dell’Ordine francescano secolare, il braccio laico della famiglia francescana. Insieme hanno pregato: “Signore, non lasciare che l’odio semini distruzione, sia nelle case di persone innocenti, sia nelle nostre anime; dona la grazia della riconciliazione e del perdono ai popoli dell’Ucraina e della Russia”.    

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    Via libera definitivo alla Camera al dl bollette

    Via libera definitivo dell’Aula della Camera al decreto legge che contiene misure urgenti per il contenimento dei costi dell’energia elettrica e del gas naturale, per lo sviluppo delle energie rinnovabili e per il rilancio delle politiche industriali. I voti a favore sono stati 323, 49 i contrari.    

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    PerugiAssisi contro guerra, in marcia “con Papa Francesco”

    (ANSA) – ASSISI (PERUGIA), 13 APR – Si concluderà per la
    prima volta nella sua storia in piazza San Francesco anziché
    alla Rocca di Assisi la Marcia della pace e della fraternità in
    programma il 24 aprile che avrà come tema “Fermatevi, la guerra
    è una follia” per dire basta al conflitto in Ucraina e a tutti
    gli altri in corso nel mondo. “Marceremo con Papa Francesco”
    hanno sottolineato Flavio Lotti, anima della PerugiAssisi, e fra
    Marco Moroni, custode del Sacro Convento, presentando
    l’appuntamento. Richiamando le parole del Pontefice contro i
    conflitti e annunciando che sono già “tante” le adesioni.   
    “Papa Francesco sarà con noi – ha detto Lotti – con tutto il
    suo messaggio e il linguaggio dei segni che sta utilizzando in
    maniera così copiosa e significativa. Insieme a lui vogliamo
    dire la sola cosa che si può dire davanti a una guerra e cioè
    che bisogna fermarla. La sola cosa per la quale ci metteremo in
    cammino”. Ha quindi parlato di una marcia “necessaria per far
    crescere un movimento di cittadini e cittadine che si uniscano a
    Papa Francesco e al suo grido ‘fermatevi'”. “Abbiamo bisogno –
    ha aggiunto – che dal basso cresca un movimento per evitare
    l’escalation della guerra e altre stragi come quelle delle quali
    veniamo a sapere ogni giorno. Abbiamo bisogno di evitare che
    questa guerra arrivi anche da noi perché questo è il pericolo
    del giorno prima. C’è stato il grido importante dei sindaci
    perché già i bilanci stanno soffrendo, non è solo il prezzo
    della benzina. C’è un’onda d’urto della guerra che rischia di
    mettere tantissime persone in grande sofferenza. La PerugiAssisi
    sarà quindi la marcia delle persone che si vogliono prendere
    cura le une delle altre”.   
    “Camminiamo con Papa Francesco e con Francesco” ha
    sottolineato padre Moroni. “L’invito che facciamo – ha aggiunto
    – è, al termine della marcia, di recarsi sulla tomba di San
    Francesco per implorare la pace, per chiedere, per noi, per chi
    guida oggi le Nazioni, lo stesso spirito che lo ha animato. Che
    lui, fratello di tutti può davvero donarci”. (ANSA).   

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    Mussolini resta cittadino onorario Carpi, respinta delibera

    A Carpi il consiglio comunale non approva la delibera presentata dal sindaco Alberto Bellelli (Pd) e così, a 98 anni dal conferimento, la cittadinanza onoraria a Benito Mussolini resta. Nel ‘parlamentino’ della città in provincia di Modena sono stati 16 i voti favorevoli, ce ne sarebbe voluto uno in più per rendere possibile la revoca. A dare la notizia è la Gazzetta di Modena.
    I consiglieri di Lega, Fratelli d’Italia, Movimento Cinque Stelle e Carpi Futura sono usciti dall’aula parlando di una delibera “fuori tempo utile e strumentale nei giorni della Liberazione” e sempre dai banchi delle minoranze c’è chi ha chiesto al sindaco di occuparsi delle problematiche attuali e non di “tematiche del 1924” evidenziando come Carpi resti una città antifascista a prescindere dalla cittadinanza. Dopo quasi tre ore di dibattito, dunque, Benito Mussolini resta cittadino onorario della città di Carpi.