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    Il sindaco di Kyrylivka rapito dai soldati russi

     Il sindaco di Kyrylivka, nella regione di Zaporizhzhia (Sud-Est dell’Ucraina) Ivan Malieiev, è stato rapito dai soldati russi. Lo afferma l’amministrazione militare regionale di Zaporizhzhia, citato da Ukrinform. In precedenza Malieiev aveva rifiutato di collaborare con gli occupanti russi.    Secondo la pubblicazione locale di Melitopol, i veicoli militari russi hanno circondato il villaggio. Le truppe sono andate di casa in casa.    Anche il figlio 16enne del governatore della regione del Sud-Est Zaporizhia è stato rapito dai soldati russi a un posto di blocco. Lo ha reso noto lo stesso governatore Oleg Buryak parlando con Ukrinform. Il ragazzo, stando al racconto del padre, l’8 aprile scorso stava guidando un’auto che faceva parte di un convoglio di evacuazione da Melitopol a Zaporizhia. In macchina c’erano due donne che conosceva e tre bambini piccoli. Il convoglio è stato fermato dall’esercito russo al posto di blocco di Vasylivka, i soldati si sono avvicinati per controllare. “Hanno visto il telefono di mio figlio e lo hanno tirato fuori dall’auto”, ha detto Buryak, “loro hanno i tablet e hanno scoperto che sono il padre di Vlad. Per tutto questo tempo abbiamo cercato di risolvere il problema da soli, ma non ha funzionato”. Secondo testimoni oculari, l’auto è stata trattenuta al posto di blocco per tre ore. Dopo, tutti, tranne il ragazzo, sono stati rilasciati. I conoscenti hanno detto di aver implorato di rilasciare Vlad, ma invano.

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    Ucraina: Papa, basta mostrare muscoli, si scelga la pace

    Sono circa 100mila i fedeli che hanno partecipato all’Urbi et Orbi di Papa Francesco in Vaticano. Lo riferisce la sala stampa della Santa Sede riportando i dati forniti dalla Questura. Era piena non solo piazza San Pietro ma anche tutta via della Conciliazione fino a Castel Sant’Angelo. “Sia pace per la martoriata Ucraina, così duramente provata dalla violenza e dalla distruzione della guerra crudele e insensata in cui è stata trascinata. Su questa terribile notte di sofferenza e di morte sorga presto una nuova alba di speranza! Si scelga la pace. Si smetta di mostrare i muscoli mentre la gente soffre”. Lo ha detto il Papa. “Chi ha la responsabilità delle Nazioni ascolti il grido di pace della gente. Ascolti quella inquietante domanda posta dagli scienziati quasi settant’anni fa: ‘Metteremo fine al genere umano, o l’umanità saprà rinunciare alla guerra?'”, ha detto citando il Manifesto Russell-Einstein del 1955.La pace è “possibile”. E’ quanto torna a dire il Papa. “Ogni guerra porta con sé strascichi che coinvolgono tutta l’umanità: dai lutti al dramma dei profughi, alla crisi economica e alimentare di cui si vedono già le avvisaglie. Davanti ai segni perduranti della guerra, come alle tante e dolorose sconfitte della vita, Cristo, vincitore del peccato, della paura e della morte, esorta a non arrendersi al male e alla violenza”. “Lasciamoci vincere dalla pace di Cristo! La pace è possibile, la pace è doverosa, la pace è primaria responsabilità di tutti!”, ha detto nel Messaggio Urbi et Orbi.Il Papa ha ricordato che “abbiamo alle spalle due anni di pandemia, che hanno lasciato segni pesanti. Era il momento di uscire insieme dal tunnel, mano nella mano, mettendo insieme le forze e le risorse… E invece stiamo dimostrando che in noi non c’è ancora lo spirito di Gesù, c’è ancora lo spirito di Caino, che guarda Abele non come un fratello, ma come un rivale, e pensa a come eliminarlo”.   

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    L'appello di Draghi: 'Andiamo avanti senza dividerci. A Putin ho chiesto di fermarsi'

    “In un momento pieno di incertezze, di potenziali instabilità, di fragilità interne ed esterne, questo governo di unità nazionale continua a voler governare. Abbiamo fatto molto e lo abbiamo fatto insieme”. Lo dice il premier Mario Draghi in un’intervista al Corriere della Sera” nella quale ripete che l’esecutivo “va avanti fino in fondo” se riuscirà a fare le cose “che servono al Paese”. Draghi afferma di “non essere stanco”, nega di avere intenzione di mollare e assicura che il governo reggerà in aula sulla riforma del Fisco e sulla giustizia. 
    “Ci siamo telefonati con il presidente Putin prima dell’inizio della guerra. Ci siamo lasciati con l’intesa che ci saremmo risentiti. Alcune settimane dopo però ha lanciato l’offensiva. Ho provato fino alla fine a parlargli”  rivela il premier spiegando che anche in un’ultima telefonata “l’ho chiamato per parlare di pace” e gli ha chiesto di incontrarsi con Zelensky e di imporre un cessate il fuoco, “mi ha risposto che i tempi non sono maturi”. Sulle eventuali ricadute delle sanzioni sul gas dice: “Stiamo parlando di uno, due gradi di temperatura. La pace vale dei sacrifici”.

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    Ucraina, Anpi: 'Con armi a Kiev reazione a catena apocalittica'

     “Assistiamo ad un riarmo generalizzato come avvenne prima della prima e della seconda guerra mondiale. Tutto ciò inasprisce le tensioni. Si sta creando a una reazione a catena apocalittica che potrebbe portare ad una catastrofe”. Lo ha detto il presidente dell’Anpi, Gianfranco Pagliarulo, presentando le celebrazioni per il prossimo 25 aprile. “Faremo il possibile per impedire qualsiasi incidente o provocazione. Le bandiere Nato sono inappropriate in questa circostanza in cui bisogna parlare di pace” ha ribadito Pagliarulo.
    Ma non tutti sono d’accordo. I radicali ad esempio. “Alle manifestazioni per il 25 aprile siano benvenute tutte le bandiere, quelle della Nato e soprattutto quelle dell’Ucraina”, così in una nota Massimiliano Iervolino, segretario di Radicali Italiani. “Il popolo ucraino si sta difendendo dall’aggressione di Putin. Sono loro i partigiani da sostenere oggi e l’equidistanza che trasuda dalle parole del presidente Anpi non si addice alla Resistenza né ai partigiani. Proprio per questo abbiamo organizzato il convegno ‘Un 25 aprile anche per l’Ucraina’ con molti esperti che tratteranno i temi dei crimini di guerra di cui si è macchiato lo zar e gli strumenti della giustizia internazionale per giudicarlo di fronte alla Corte Penale dell’Aja. Ci auguriamo che il sostegno all’Ucraina e alla sua lotta per la liberazione sia forte e diffuso in una giornata così importante per il nostro Paese”, concludono.   

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    Biden non andrà a Kiev, Mariupol sotto assedio IL PUNTO

    La Casa Bianca sgombera il campo dall’ipotesi di un viaggio a Kiev del presidente Joe Biden.    Senza giri di parole, la portavoce Jen Psaki chiarisce: “Non manderemo il presidente in Ucraina”. È ancora sul tavolo invece il progetto di una missione a Kiev o del capo del Pentagono Lloyd Austin o del segretario di Stato Antony Blinken. Proprio Blinken, secondo la Cnn che cita fonti dell’amministrazione, ha detto agli alleati europei che la guerra in Ucraina potrebbe prolungarsi per tutto il resto dell’anno.    È ancora incandescente il nodo dell’adesione alla Nato di Svezia e Finlandia: “L’adesione avrebbe implicazioni negative per la pace e la stabilità nell’Europa del Nord” ha detto il ministero degli Esteri russo. Mosca ha avvertito Washington, con una nota diplomatica formale che le spedizioni americane e della Nato di sistemi d’arma “più sensibili” all’Ucraina stanno “alimentando” il conflitto e potrebbero portare a “conseguenze imprevedibili”. Nelle ultime ore il presidente Biden ha approvato l’invio di nuove armi, inclusi elicotteri Mi-17 e Howitzer da 155 mm, per altri 800 milioni di dollari.    Sul campo intanto continua l’assedio di Mariupol, dove la situazione starebbe “precipitando”. Il comandante della 36/a brigata della Marina ucraina, il maggiore Serhiy Volyna, ha lanciato un appello a “sbloccare” la città prima possibile, “militarmente o politicamente” perché sono in corso feroci combattimenti e i russi avanzano “in modo aggressivo”. Difficile mettere in sicurezza i corridoi umanitari in città e le persone tentano di fuggire a piedi. Nel villaggio di Borova, vicino a Kharkiv nell’Ucraina orientale, sette civili sono stati uccisi e ventisette sono stati feriti in un attacco russo contro gli autobus usati per le evacuazioni. Ancora sotto attacco anche la città meridionale di Mykolaiv dove almeno due persone sono state uccise davanti a una chiesa ortodossa in attacchi multipli.    Hanna Zamazeeva, capo del consiglio regionale di Mykolaiv, ha scritto su Telegram che le forze russe stanno colpendo oggi i quartieri residenziali di Mykolaiv: “Non ci sono strutture militari lì, i residenti sono sotto il fuoco”. Ad oggi il bilancio dei bambini uccisi nel conflitto è salito a 198, quelli feriti sono almeno 355.    Dall’inizio dell’invasione russa, il 24 febbraio, quasi cinque milioni di ucraini hanno lasciato il Paese e oltre 2,75 milioni si sono rifugiati in Polonia secondo i dati dell’Alto commissario per i rifugiati e delle Guardie di frontiera polacche. Oltre ai cittadini che sono scappati all’estero altri 7,1 milioni sono fuggiti dalle loro case ma si trovano ancora in Ucraina.    All’indomani dell’affondamento dell’incrociatore russo Moskva, il consigliere del ministro degli Affari interni ucraino Anton Gerashchenko ha fatto sapere che il comandante della nave ammiraglia russa Anton Kuprin è morto nell’esplosione e l’incendio a bordo della nave. Per l’intelligence britannica ora la Russia dovrà rivedere la sua posizione nel Mar Nero dal momento che la Moskva aveva un “ruolo chiave”. L’incrociatore affondato è la seconda nave persa dall’esercito di Mosca, dopo la nave d’assalto Saratov compromessa il 24 marzo, durante l’attacco ucraino al porto occupato di Berdyansk. Gli 007 ucraini hanno diffuso una conversazione tra un russo a Donetsk e la moglie, secondo la quale “l’esercito russo ha deliberatamente sparato contro il villaggio di Klimovo nella regione di Bryansk per incolpare l’Ucraina”. “Lo fanno per fingere che gli ucraini li provochino – si legge nelle intercettazioni diffuse dall’agenzia stampa Ukrinform – è per questo che sparano”, riferiscono i servizi segreti ucraini che hanno anche descritto il Cremlino come “indifferente non solo all’esercito russo, ma anche ai civili russi”.    Le truppe russe hanno fatto prigionieri in Ucraina anche “militari della Nato”, secondo quanto sostiene Andrei Klimov, vice presidente della commissione per le relazioni internazionali del Senato russo. “Abbiamo già prigionieri tra il personale militare dei Paesi Nato, mostreremo tutto questo quando condurremo processi e il mondo intero vedrà cosa davvero è successo”. Klimov ha aggiunto che “l’operazione militare speciale della Federazione Russa terminerà molto presto, non la allungheremo deliberatamente. Non appena renderemo l’Ucraina sicura per la Russia, la fase militare si fermerà”.    Il Papa anche oggi è tornato a parlare del conflitto in Ucraina dichiarando che “il mondo ha scelto lo schema di Caino e la guerra è mettere in atto il cainismo, cioè uccidere il fratello”. L’elemosiniere di Papa Francesco, il cardinale Konrad Krajewski è a Borodjanka, una delle città martiri, per la Via Crucis. Pregherà davanti ai corpi ritrovati, come alle stazioni della Via Crucis. (ANSA).   

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    E' morta Giusi Ferrè, storica firma della moda

    E’ morta nella notte a 75 anni Giusi Ferrè, storica firma della moda italiana e autrice di Io Donna.    Sue le fortunate rubriche Buccia di banana (diventata anche un libro e un docureality) e Tocco di classe. Lo annuncia il sito del Corriere della Sera.    Nata a Milano nel 1946, ha scritto per Epoca, Linea Italiana, Linea Sport, L’Europeo.    Tra le sue opere Timberlandia (1987), Alberta Ferretti: lusso, calma, leggerezza (1998), Gianfranco Ferré: la poesia del progetto (1998), Gianfranco Ferré: itinerario (1999), Now and…Moncler 1952-2002 (2002) e Buccia di Banana: lo stile e l’eleganza dalla A alla Z (2012).    

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    Dnipro, l'ultimo bastione prima del Donbass IL REPORTAGE

     Al di là del fiume, negli uffici di un vecchio palazzo dell’epoca d’oro dell’Unione Sovietica, alcune donne si muovono freneticamente tra le stanze. In una di queste la porta si apre e si chiude centinaia di volte al giorno ed è sempre presidiata: qui si ragiona su approvvigionamenti, numeri, contatti e arrivi umanitari da tutto il mondo. E così negli inventari improvvisati, tra i pannolini e i barattoli di pomodoro, ci sono anche mostrine e gradi di stoffa: se ne trovano migliaia su uno scaffale da ufficio legati a mazzetti con una molla, ma si cercano sempre più giubbotti anti-proiettili, elmetti militari, razioni K e kit medici per i soldati. L’ultimo avamposto che garantisce sostegno e approvvigionamenti alla difesa dell’Est si trova a Dnipro: la città che da un lato tende la mano ai profughi e dall’altro arma il braccio della resistenza.

        Fin dai primi giorni della guerra qui arrivavano fino a cinquecento civili al giorno, che chiedevano un kalashnikov per andare al fronte: “Li indirizzavamo al commissariato militare perché sì, questo è il Centro di coordinamento dei volontari della difesa territoriale, ma l’arruolamento dovevano farlo lì.    Noi raccogliamo le cose che servono per poi portarle al fronte”, spiega Katerina Leonova, una delle responsabili. Poi è cominciata la fibrillazione dei territori del Sud e sempre più spesso quei furgoni ritornavano alla base carichi di persone in fuga.    Dnipro, dove si concentra la più grande comunità ebraica dell’Ucraina ma anche il più alto tasso di criminalità del Paese, ha sempre agito sfrontatamente all’assalto delle milizie russe, che qui finora hanno colpito ma senza affondare. Quattro giorni fa sono arrivati nel territorio una decina di missili che hanno distrutto l’aeroporto e qualche settimana prima nella vicina Pavlohrad era stata colpita la stazione ferroviaria. La città grigia tagliata a metà dal fiume, con i suoi palazzi vecchi e spesso malridotti, sembra però noncurante, nonostante i sacchi di sabbia e i cavali di frisia ovunque. “L’unica cosa a cui dobbiamo stare attenti è il bombardamento del ponte – dicono in tanti – affinché non si resti isolati a Sud o a Nord. Perché possiamo essere ancora decisivi”.    A fare la differenza intanto qui è la tenacia delle donne, che sostiene gli uomini al fronte. “Non è una novità – spiega Leonova – dal 2014 le donne hanno cominciato ad arruolarsi e rappresentano circa il 10% della difesa territoriale, molte altre vanno al fronte come infermiere e medici, fanno reti mimetiche, cucinano grossi quantitativi di cibo, gestiscono la distribuzione di medicine e si occupano dei registri. E c’è una differenza con le soldatesse dell’esercito, che invece hanno gli stessi ruoli degli uomini: sono cecchini, combattono dietro ai mortai o in fanteria”.    A un paio di chilometri, invece, Tatiana Yanushkevich, un avvocato bielorusso e polacco, mostra orgogliosa la stanza per i bambini profughi appena verniciata, che allestirà con disegni sulle pareti e i tappeti di gomma. “Finora abbiamo registrato centomila persone che arrivano da tutta la regione di Donestk qui a Dnipro. Nell’ex dormitorio degli operai russi che nella città costruivano la stazione della metro, ci sono adesso 323 rifugiati, tra cui 70 bimbi: popolano i cinque piani dell’edificio, sistemati nelle stanze percorse dai corridoi bui e asfissianti. Le notizie peggiori arrivano sempre da Mariupol, dove, dicono i nuovi ospiti, “l’unico modo per uscire da quell’incubo è andare in Crimea o Russia, dove alcuni ci dicono di essere stati costretti a stare nudi di fronte ai soldati. In quella città manca cibo e molti sono costretti a bere acqua di neve. I primi a morire sono i più piccoli, per la fame”. Ma per loro adesso Dnipro è una culla, che accoglie i bambini come una    

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    Putin:'Non potete sostituire il gas russo' IL PUNTO

     L’incrociatore lanciamissili russo Moskva, colpito ieri nel Mar Nero da un missile anti nave Neptune delle forze di Kiev, si è capovolto e sta affondando dopo una potente esplosione delle munizioni a bordo. Lo rende noto l’ufficio stampa del Comando operativo meridionale ucraino. A bordo c’erano 16 vettori antinave Vulkan con una gittata di almeno 700 km, l’equipaggio, secondo alcune fonti più di 500 marinai sarebbero stati evacuati. “L’incrociatore rimane a galla”, aveva comunicato Mosca che sta indagando per ‘stabilire le cause dell’incendio che ha provocato l’esplosione delle munizioni’.    Intanto il Pentagono annuncia l’invio di nuove armi all’Ucraina in meno di una settimane, ‘le forze di Kiev le porteranno nell’est del Paese” dove i russi si preparano a sferrare una nuova offensiva, ha detto il portavoce John Kirby, alla Cnn.    Sull’attacco della Russia nel Donbass il dipartimento della Difesa Usa non conferma ne’ smentisce sia già iniziato.    Dalla guerra di bombe e missili a quella economica con Putin che minaccia l’occidente sul gas. “Adesso non c’è possibilità di sostituire il gas russo in Europa”, ha assicurato Putin secondo il quale gli attacchi dei partner europei sul rifiuto delle forniture di risorse energetiche russe destabilizzano la situazione e fanno salire i prezzi. Non solo. I tentativi di rinunciare alle fonti energetiche russe ‘influenzeranno inevitabilmente tutta l’economia globale’. Intanto il presidente russo fa sapere d’aver chiesto al governo di reindirizzare l’export di energia dai Paesi occidentali e dall’Europa all’Asia e verso il sud e l’est.    La Bce dal canto suo annuncia che intraprenderà qualsiasi azione necessaria per adempiere il mandato di perseguire la stabilità dei prezzi e per contribuire a preservare la stabilità finanziaria. Perchè la guerra in Ucraina sta “influenzando pesantemente” la fiducia dell’Eurozona, e i prezzi energetici stanno riducendo la domanda e frenando la produzione. E gli sviluppi economici dipenderanno in misura cruciale da come evolve il conflitto. La presidente Lagarde assicura che le decisioni di politica monetaria della Bce “dipenderanno dai dati economici e dall’evolvere della situazione” che “manterrà opzioni, gradualità, e flessibilità” da qui in avanti. E ammette che aumentano i rischi al rialzo per le prospettive d’inflazione, specie nel breve termine.    Prosegue lo scambio di accusa Russia-Ucraina sugli attacchi.    Secondo Mosca elicotteri ucraini avrebbero effettuato almeno sei attacchi aerei nella regione russa di Bryansk. Inoltre due villaggi russi nella regione di Belgorod, al confine con l’Ucraina, sarebbero stati bombardati dalle forze ucraine, secondo il governatore della regione citato dalla Tass. Non ci sarebbero vittime civili, evacuati i residenti. Secondo quanto riferisce Kiev, invece, proseguono gli attacchi missilistici Mosca sulle infrastrutture militari e civili nelle regioni di Kharkiv, Donetsk e Zaporizhzhia, mentre alcuni marine della 36ma brigata sono stati fatti prigionieri dai russi mentre tentavano di sfondare il fronte a Mariupol per raggiungere il reggimento Azov, ma sono molti meno dei mille dichiarati da Mosca.    Altolà del Cremlino ai progetti di Finlandia e Svezia entrate in pressing per il loro ingresso nella Nato. Nell’eventualità la Russia rafforzerà i suoi confini occidentali, perché “la lunghezza del confine terrestre dell’alleanza con la Russia sarà più che raddoppiata. Dichiarazioni che la premier lituana Ingrida Šimonytė definisce “piuttosto strane”, visto che “tutti sanno che già da prima della guerra in Ucraina, i russi tengono le armi a 100 chilometri dal confine della Lituania. Le armi nucleari sono sempre state tenute a Kaliningrad”, e vengono usate come una minaccia.    Da autorità locali, invece, arriva la denuncia di bombardamenti da parte delle forze ucraine sulla cittadina russa di Klimovo, poco lontana dal confine, dove sono stati colpiti edifici residenziali e ferite delle persone. Nell’attacco alla stazione ferroviaria di Kramatorsk, nell’est ucraino, sono 59 le vittime, tra cui 7 bambini. Kiev sostiene di aver ucciso quasi 20mila soldati russi dall’inizio della guerra. E raccomanda ai cittadini di aspettare a tornare nelle case abbandonate a causa dell’elevata probabilità di attacchi missilistici e di un’offensiva su larga scala. In Italia si moltiplicano le iniziative per l’accoglienza dei profughi ucraini. Il Tribunale di Milano ha messo a disposizione 30 appartamenti nel grossetano sottratti a un imprenditore ritenuto “socialmente pericoloso” per “violazioni di natura fiscale” in serie e reati finanziari.