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    IL PUNTO ALLE 15:30 – L'Onu al lavoro per corridoio a Mariupol

       Mentre la missione del segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres -ieri a Mosca, oggi a Kiev- si concentra sulla definizione di un accordo fra le parti che permetta la creazione di corridoi umanitari per l’evacuazione dei civili, in primis dall’acciaieria Azovostal a Mariupol, la situazione sul terreno in Ucraina pare stabile oggi, e gli sviluppi fondamentali del conflitto sembrano svolgersi fuori dalle frontiere dell’Ucraina.    Guterres è stato amaramente realista in quanto alle possibilità della sua mediazione. “La guerra non finirà con le riunioni. La guerra finirà quando la Federazione Russa deciderà di finirla e quando ci sarà, dopo un cessate il fuoco, la possibilità di un accordo politico serio”, ha detto in un’intervista con la Cnn, e intanto l’Onu è sostanzialmente impegnata sul fronte dell’evacuazione dei civili.    Il segretario Onu ha detto che funzionari stanno negoziando con le due parti, “per vedere se possiamo avere una situazione in cui nessuno può incolpare l’altra parte per le cose che non accadono”, come è successo finora. La rappresentante dell’Onu in Ucraina, Osnat Lubrani, ha informato che sta andando a Zaporizhzhia per preparare un nuovo tentativo di evacuazione da Mariupol.    Prima del suo previsto incontro con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, Guterres ha visitato vari dei centri nella regione di Kiev dove, dopo il ritiro dei russi, gli ucraini hanno denunciato atrocità da parte delle truppe di occupazione.    “Quando vedo questi palazzi distrutti dalla guerra, immagino la mia famiglia, mia nipote nel panico e in fuga. Questa distruzione è inaccettabile nel XXI secolo”, ha detto sostando nella via principale di Borodianka, davanti a cinque palazzi di 10 piani parzialmente crollati e bruciati.    A Strasburgo, il ministro degli Esteri Luigi Di Maio sottolinea che il vertice della Difesa a Ramstein “ha rappresentato un’ulteriore evoluzione nel coordinamento del sostegno all’Ucraina” ma “allo stesso tempo abbiamo l’obiettivo di raggiungere la pace attraverso una soluzione diplomatica”. “Oggi quello che dobbiamo avere a cuore è lavorare per una soluzione diplomatica e politica ma aspettando segnali di Putin: non c’è alcuna minima sicurezza che fermando il supporto all’Ucraina Putin si fermi”, ha spiegato.    E intanto il Bundestag – con voti di maggioranza ed opposizione – ha approvato la consegna di armi pesanti all’Ucraina, mentre il ministro di Difesa britannico Ben Wallace ha assicurato che a breve il Regno Unito fornirà a Kiev non solo missili a lungo raggio Brimstone, usati come armi terra-terra, ma anche specifiche batterie “anti nave”. Wallace ha respinto le accuse russe di un coinvolgimento della Nato nel conflitto, sostenendo che Londra fornisce armi “come 40 altri Paesi in base ad accordi bilaterali”. Ma il portavoce del Cremlino insiste: l’invio di armi in Ucraina costituisce “una minaccia per la sicurezza dell’Europa” e la Cina denuncia che la Nato è “uno strumento di singoli Paesi per cercare l’egemonia” non solo nel Nord Atlantico, ma anche nell’Asia-Pacifico, verso cui si è rivolta negli ultimi anni “per mostrare la sua potenza e fomentare conflitti”.    Zelensky, intanto, ha annunciato che le perdite totali inflitte all’Ucraina dall’inizio dell’invasione russa hanno raggiunto i 600 miliardi di dollari. “Sono stati distrutti o danneggiati oltre 32 milioni di metri quadrati di aree vivibili, oltre 1.500 strutture educative e oltre 350 strutture mediche”, ha spiegato, dopo una riunione con i responsabili dei governi regionali ucraini. Ma l’impatto travolgente del conflitto sull’economia non si limita alla sola Ucraina. Il vicepresidente della Banca centrale europea, Luis de Guindos, ha detto all’Europarlamento di Strasburgo che “l’invasione russa dell’Ucraina ha gettato un’ombra oscura sul nostro continente”.    “La guerra in corso è prima di tutto una tragedia umana che causa enormi sofferenze, ma sta colpendo anche l’economia, in Europa e non solo”, ha detto de Guindos, secondo il quale in ogni caso l’Eurozona non andrà in recessione del 2022. Il governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco, da parte sua, ha indicato che “nello scenario peggiore”, ossia con “uno stop completo delle forniture di gas dalla Russia” ci sarà una recessione moderata in Italia nei prossimi due anni, che dovrà essere contrastata dalle politiche di bilancio”. Ma il vicecancelliere tedesco avverte: “Nel caso di un embargo energetico dalla Russia, la Germania entrerà in recessione”.    Per Mosca al costo della guerra bisogna aggiungere quello delle sanzioni internazionali. L’Unione europea sta preparando un sesto pacchetto, da varare in settimana, che includerà anche lo stop graduale alle importazioni di petrolio russo. Ma al centro della questione resta il nodo del gas. Dopo la sospensione degli invii verso Polonia e Bulgaria -perché il pagamento non è stato effettuato in rubli, come vogliono i russi- ora il presidente della Duma vuole estendere la misura a “tutti i Paesi ostili”. Gazprom sostiene che quattro acquirenti europei hanno di fatto pagato in rubli, fra i quali l’Austria, ma Vienna risponde che si tratta di “fake news” e Berlino assicura, “noi paghiamo il gas dalla Russia in euro”. Dura la reazione della presidente delle Commissione europea, Ursula von Der Leyen: “Non accettiamo ricatti”. 

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    C.destra: Salvini, serve un vertice allargato su priorità Italia

    “Dopo l’incontro in presenza con Giorgia e Silvio che speriamo di organizzare al più presto, il Centrodestra unito dovrà condividere le priorità per rilanciare l’Italia: per questo auspico, già settimana prossima, un altro appuntamento non solo con Giorgia e Silvio ma anche con Lorenzo, Maurizio, Giovanni, Luigi, Vittorio e tutti coloro con cui costruiremo il programma del prossimo governo”. Lo dice il leader della Lega Matteo Salvini riferendosi a Meloni, Berlusconi, Cesa, Lupi, Brugnaro, Sgarbi.    

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    Crisi Svp: domani voto di 'sfiducia' per assessore Widmann

    (ANSA) – BOLZANO, 28 APR – L’assessore altoatesino Thomas
    Widmann ha annunciato a sorpresa una conferenza stampa per
    domani mattina, alle ore 9, poco prima della seduta del
    consiglio provinciale che dovrà votare la sua uscita dalla
    giunta.   
    Un mese fa il governatore Arno Kompatscher aveva ritirato a
    Widmann le competenze dopo la pubblicazione di un libro
    inchiesta con intercettazioni sul caso Sad, la società che per
    molti anni ha gestito il trasporto pubblico locale in Alto
    Adige. Widmann non si è però dimesso, pretendendo il passaggio
    in consiglio provinciale, che lo aveva nominato. Per questo
    motivo Kompatscher ha fatto convocare per domani una seduta
    straordinaria del consiglio provinciale per votare la riduzione
    della giunta da nove a otto assessori. La Svp, nei giorni
    scorsi, aveva dato indicazioni ai suoi rappresentanti di votare
    a favore. Il voto in aula sarà palese. (ANSA).   

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    Sabino Cassese e Giampiero Massolo insieme con la Scuola Politica Vivere nella Comunità

    L’ordinamento internazionale dopo l’aggressione russa è stato al centro del seminario dal titolo ‘Scenari e mutamenti geopolitici. Quali equilibri nel futuro?’ al quale hanno partecipato come relatori il professor Sabino Cassese e l’ambasciatore Giampiero Massolo. Il seminario, ieri a Roma alla Casina Valadier, è stato promosso dalla Scuola Politica Vivere nella Comunità, fondata proprio da Sabino Cassese insieme a Pellegrino Capaldo e Marcello Presicci. L’incontro è stato moderato da Paolo Boccardelli.
    Durante il seminario il giurista Sabino Cassese ha ricordato le parole profetiche del presidente della Federazione russa Vladimir Putin, pronunciate nel 2015 all’assemblea delle Nazioni Unite, in occasione del settantesimo anniversario dell’organizzazione, sottolineando come Putin “non stia lottando nei confronti dell’Ucraina ma contro l’allargamento degli ordinamenti democratici nel mondo, specie in zone che ritiene sotto il suo diretto controllo”.
    L’ambasciatore e Presidente ISPI, Giampiero Massolo, ha affermato come ci sia “il rischio di una lunga guerra d’attrito fra Russia e Ucraina che manterrà l’Europa sotto una sorta di nube tossica duratura” aggiungendo come “un ridimensionamento degli obiettivi di Putin non porterà purtroppo ad una pace imminente”. L’ ambasciatore ha sottolineato come sia necessario ora analizzare davvero sul campo quello che sta avvenendo per avere una percezione delle mosse future da parte della Russia in ottica di territori contesi.
    Al seminario hanno partecipato, oltre agli studenti, i membri del supervisory board della Scuola Politica, fra cui Giulio Anselmi presidente ANSA (media partner dell’iniziativa), Stefano Lucchini di Banca Intesa Sanpaolo, Maurizio Basile per Cassa Depositi e Prestiti, Magda Bianco della Banca d’Italia, Bianca Maria Farina presidente di Poste Italiane, Francesca di Carrobio amministratore delegato di Hermès, Andrea Abodi presidente dell’Istituto di Credito Sportivo, insieme agli accademici Bernardo Giorgio Mattarella, Luisa Torchia e Nicola Lupo. Durante il ciclo di lezioni, iniziato a novembre scorso, la Scuola Politica Vivere nella Comunità ha ospitato oltre 40 differenti docenti per un totale di circa 100 ore di alta formazione interdisciplinare ed apartitica.
    Le lezioni hanno spaziato dalla politica all’economia, dall’ambiente al digitale, dalla geopolitica alla comunicazione e dalla salute al lavoro. Nelle prime due edizioni sono giunte oltre 1000 candidature per soli 70 posti disponibili. Nella Scuola Politica Vivere nella Comunità figurano docenti e personalità di grande rilievo come la ministra Marta Cartabia, Carlo Messina, Luigi Ferraris, Massimo Lapucci, Gabriele Galateri, Dario Scannapieco, Giuliano Amato, Francesco Profumo e Patrizia Sandretto Re Rebaudengo.

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    È scontro tra Orlando e Bonomi sul lavoro e i salari

    “Ministro Orlando non è quella la strada. Dire aiuti alle imprese con aumento salari è un ricatto. Che modo è di porsi da parte di un ministro della Repubblica? È questo il patto che ci proponete? Noi crediamo che sia un’altra strada”. Lo ha detto, intervenendo alle celebrazioni per i 50 anni di Confindustria Emilia-Romagna, il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi. “Il vero taglio che dobbiamo fare – ha aggiunto – è quello del cuneo fiscale: questa è equità sociale. Questa è la strada che dobbiamo perseguire”.
    A giudizio del numero uno di Confindustria “il Patto per l’Italia si costruisce tutti insieme, non con i ricatti. Vede, caro ministro Orlando – ha osservato – non è quella la strada, dire daremo aiuti alle imprese solo se aumenteranno i contratti perché quello è un ricatto. E’ questo il Patto per l’Italia che ci proponete? Noi crediamo invece che sia un’altra strada”. Questa, ha argomentato ancora, “è l’ennesima e ulteriore conferma di quel sentimento anti-industriale che pervade ancora una parte del nostro Paese. Noi siamo in un Paese in cui le competenze sono trascurate, noi siamo in un Paese in cui si pontifica sull’impresa da parte di chi non ha fatto un giorno di lavoro in fabbrica. Noi – ha sottolineato ancora Bonomi – è dalla formazione dell’ultima legge di bilancio che stiamo insistendo per mettere più soldi in tasca agli italiani con il taglio contributivo del cuneo fiscale, per rendere competitive le nostre imprese: specialmente oggi è impensabile con l’aumento del costo delle materie prime, del costo dell’energia, con margini che si sono contratti i margini, che noi si possa aumentare i salari. Dobbiamo mettere i soldi in tasca agli italiani diminuendo le tasse”.”Ricatto? Ho detto una cosa molto semplice, non ho capito cosa si vuol mettere in questo patto, se significa chiedere qualcosa non è patto, ma patto è se ognuno mette una disponibilità. La mia non mi sembrava una proposta eversiva. A me sorprende questa reazione, perché mi dà l’idea di una inconsapevolezza di quello che si può produrre nel Paese nei prossimi tempi. Noi rischiamo la crisi sociale e una caduta della domanda interna. Di questo le imprese si dovrebbero preoccupare”. Lo ha detto il ministro del Lavoro, Andrea Orlando, intervenendo all’Agorà, in corso al Nazareno, commentando il titolo de Il Sole 24 Ore.”Io ho detto che nel momento in cui c’è una situazione drammatica dei salari il patto può essere che a fronte di un supporto alle imprese loro si impegnano a un rinnovo e a un adeguamento dei salari, non mi sembra una cosa eversiva, ma il Sole24Ore vuole lesinare sui salari e non sui titoli”, ha aggiunto Orlando.

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    Mascherine al chiuso, in arrivo emendamento a dl e ordinanza

    Sarà un emendamento al decreto legge del 24 marzo scorso che ha sancito la fine dello stato di emergenza ed una ordinanza ‘ponte’ del Ministro della Salute, a stabilire le nuove regole per l’uso delle mascherine al chiuso. Lo si apprende da fonti qualificate. Secondo le stesse fonti dovrebbe essere prorogato l’obbligo di tenere le mascherine in alcuni luoghi come trasporti, ospedali, cinema, teatri.

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    Casa Bianca, Biden riceverà Draghi il 10 maggio

    Joe Biden riceverà alla Casa Bianca il premier Mario Draghi il 10 maggio. Lo afferma la portavoce della Casa Bianca, Jen Psaki. L’incontro alla Casa Bianca “sarà l’occasione per riaffermare la storica amicizia e il forte partenariato tra i due Paesi. Al centro dell’incontro il coordinamento con gli Alleati sulle misure a sostegno del popolo ucraino e di contrasto all’aggressione ingiustificata della Russia”. Lo comunica Palazzo Chigi.
    Nell’incontro alla casa Bianca saranno discusse “le eccellenti relazioni bilaterali e riaffermata la solidità del legame transatlantico”, comunica Palazzo Chigi, aggiungendo che “sarà affrontata la cooperazione nella gestione delle sfide globali, dalla sicurezza energetica al contrasto ai cambiamenti climatici, dal rilancio dell’economia allo sviluppo della sicurezza transatlantica”. I due leader si confronteranno anche su questioni regionali e sui preparativi in vista dei vertici G7 e Nato di giugno.
    Il presidente del Consiglio Mario Draghi, intanto, si è negativizzato dal Covid ed è arrivato a Palazzo Chigi. A quanto si apprende incontrerà subito il sottosegretario Roberto Garofoli in vista del Cdm di domani, in cui è atteso il decreto aiuti e energia.

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    Ucraina: Guerini annuncia nuovo decreto. Conte, no ad aiuti che esulino dal diritto di difesa

    Il ministro della Difesa Lorenzo Guerini dal vertice di Ramstein annuncia un nuovo decreto sull’invio di armi all’Ucraina. Mentre M5s avverte che non appoggerà invii di armi che non siano di difesa.
     “L’Italia continuerà a fare la propria parte sulla base delle indicazioni decise dal Parlamento italiano. Da questo punto di vista, ci sarà un nuovo invio da parte italiana di equipaggiamenti militari, indispensabili per continuare il supporto alla resistenza ucraina”, lo ha detto a Ramstein il ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, riferendosi, sottolinea la Difesa, al secondo decreto interministeriale “attualmente in via di finalizzazione, della stessa natura della precedente tranches di aiuti, forniti sulla base delle richieste da parte ucraina e in ossequio alle risoluzioni del Parlamento italiano”. “La nostra volontà di continuare a sostenere le Forze Armate di Kiev è quanto ho già di recente ribadito al ministro della Difesa ucraino, Reznikov, nel corso della telefonata della scorsa settimana in cui ci siamo confrontati sulle esigenze del suo Paese in termini di aiuti”, ha proseguito Guerini, che ha pure sottolineato l’importanza della riunione di oggi, a Ramstein, tra i Paesi che sostengono l’Ucraina e di un formato come quello odierno, “estremamente utile per coordinare al meglio le azioni in corso”.
    “Il M5s si oppone all’invio di aiuti militari e a controffensive che esulino dal perimetro del legittimo esercizio del diritto di difesa di cui all’articolo 51della Carta dei diritti dell’uomo”. Così il leader M5s Giuseppe Conte al termine del Consiglio nazionale del Movimento che ha deliberato la decisione. “Abbiamo chiesto – ha detto il leader M5s – al premier Draghi e al ministro Guerini di riferire in Parlamento in modo che ci sia piena condivisione sull’indirizzo politico e piena possibilità di conoscere gli interventi programmatici del governo ” sulle armi all’Ucraina.
    “Giovedì si svolgerà una ulteriore audizione del ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, al Copasir per un aggiornamento sulla situazione in Ucraina anche alla luce della riunione degli alleati svoltasi oggi nella base di Ramstein in Germania. Nel corso della audizione sarà anche data informazione sul nuovo decreto interministeriale inerente l’invio di equipaggiamento ed armi in Ucraina secondo quanto previsto dal decreto legge 14/2022”. Lo fa sapere il presidente del Copasir, Adolfo Urso. Il Copasir, informa Urso, “si riunirà già stasera per il seguito del dibattito sulla Relazione al Parlamento sulle conseguenze del conflitto tra Russia e Ucraina nell’ambito della sicurezza energetica. Esame che continuerà anche nella seduta di domani”. Sempre domani, continua il presidente del Comitato, “è prevista anche l’audizione dell’onorevole Paolo Guzzanti, già presidente di Commissione di inchiesta parlamentare, nell’ambito dell’indagine conoscitiva ‘sulle modalità di attuazione della desecretazione degli atti per una migliore conservazione e accessibilità dei documenti’; mentre giovedì è prevista l’audizione del capo di Stato Maggiore della difesa pro tempore, generale Ezio Vecciarelli nell’ambito della indagine conoscitiva su intelligence e difesa europea”.