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    Lunedi 2 maggio Cdm e conferenza di Draghi

     Questi gli appuntamenti della prossima settimana del presidente del Consiglio Mario Draghi.  Lunedì 2 maggio si terrà il Consiglio dei Ministri a Palazzo Chigi e, a seguire, conferenza stampa presso la Sala polifunzionale della Presidenza del Consiglio. Il 3 maggio  il premier Draghi interverrà alla seduta plenaria del Parlamento europeo a Strasburgo alle 11.30. Mercoledì 4 maggio alle 12.30 a Roma incontro con il Primo Ministro del Giappone, Fumio Kishida. Previste dichiarazioni congiunte alla stampa a Palazzo Chigi

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    Colpito villaggio russo. Kiev, stop propaganda, il punto alle 14.30

    Il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, assicura che i “difficili negoziati” tra Mosca e Kiev stanno andando avanti, ma sul campo le armi non si fermano. Il governatore della regione russa di Bryansk, Alexander Bogomaz, dice che “un caccia ucraino” avrebbe colpito “con 2 missili un villaggio russo nel distretto di Starodubsky, al confine con l’Ucraina” e che “l’onda d’urto” avrebbe “danneggiato impianti usati per il carico di petrolio”, anche se non si sarebbero registrate vittime. Grave anche la denuncia del capo della polizia della regione di Kyiv, Andriy Nebytov, che parla del ritrovamento di “una fossa con i corpi di tre uomini torturati, imbavagliati e uccisi con un colpo al capo”. La macabra scoperta sarebbe stata fatta nel bosco vicino al villaggio di Myrotske, nel distretto di Bucha. Le vittime sarebbero state “torturate a lungo” e “ferite di proiettili” sarebbero state trovate “negli arti”. I tre uomini sarebbero stati “finiti con colpi di arma da fuoco a un orecchio”. In totale, finora, gli investigatori ucraini avrebbero “esaminato 1.202 corpi di civili uccisi” nella regione di Kiev.
    Combattimenti sempre più aspri si registrerebbero soprattutto a Mariupol dove molti soldati ucraini resterebbero asserragliati nell’acciaieria, si dice anche insieme a civili e a stranieri. E proprio da qui, il comandante della 36ma brigata marina ucraina Sergiy Volynsky (Volyn), lancia un appello al presidente turco Erdogan affinché applichi per loro la procedura di “estradizione” portandoli direttamente in Turchia. Il comandante aggiunge che la situazione nell’acciaieria di Azovstal “è molto difficile” e che “i combattimenti” non si sarebbero “mai fermati”. Il negoziatore ucraino e consigliere del presidente Zelensky, Mikhailo Podoliak, accusa Mosca, infatti, di aver “respinto tutte le proposte per aiutare a salvare la popolazione di Mariupol dai bombardamenti”.
    Mentre proseguono gli scontri, la Bbc scrive che diversi “enti di beneficenza” starebbero lavorando “per consegnare pillole contraccettive d’emergenza agli ospedali ucraini in seguito alle crescenti segnalazioni di stupri”. E sono state inviate pillole “per l’aborto farmacologico che possono essere usate fino alla 24ma settimana di gravidanza”.
    Sul fronte delle evacuazioni, Mosca respinge le critiche sostenendo, con il ministro Lavrov, che “più di un milione di persone” sarebbe stato “evacuato dall’Ucraina in Russia dal 24 febbraio scorso”. E questo, mentre il ministro dell’Informazione ucraino Oleksandr Tkachenko, accusa il Cremlino di diffondere la propria propaganda anche in Europa creando “il caos”. Tkachenko, chiede, infatti, “ai colleghi europei di sanzionare” tutti i canali russi “che ancora trasmettono sulle piattaforme satellitari”.
    Decisamente pessimista il giudizio che la pronipote di Krusciov dà sul conflitto in corso. Secondo Nina Khrushcheva, docente di affari internazionali negli Stati Uniti, la Russia e l’Occidente non sarebbero mai stati così vicini “alla guerra nucleare di quanto non lo fossero stati l’Urss e gli Usa durante la crisi dei missili di Cuba”. Forse anche perché la guerra rischia ogni giorno di più di uscire dai confini di Russia e Ucraina. L’assistente Segretario di Stato Usa per Europa e Eurasia, Karen Donfried, ha appena concluso un giro in Kosovo, Serbia, Bosnia-Erzegovina, Macedonia del Nord, Albania e Montenegro per assicurare il sostegno degli Stati Uniti. “Gli Usa – spiega Donfried – appoggiano fortemente il cammino euroatlantico di tutti i sei Paesi dei Balcani occidentali”.
    Intanto, per colpa della guerra, i prezzi dei vari prodotti continuano ad aumentare. In Italia, Assoutenti lancia l’allarme per gli straordinari rincari di pasta, pane e olio di semi. La maglia nera spetta senza dubbio all’olio di semi di girasole, che in soli due mesi, tra gennaio e marzo 2022, registra aumenti di prezzo superiori anche al 40%. 

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    Ucraina, a 10 anni seconda fuga da guerra

     A soli dieci anni è già la seconda volta che fugge dalla guerra. È la storia di un bambino ucraino arrivato a inizio marzo a Norcia, in provincia di Perugia, assieme alla mamma, la bisnonna ottantenne e un cagnolino. Da un paio di settimane vivono in una delle casette Sae degli sfollati del sisma, rimasta libera dopo che i precedenti occupanti sono tornati nella loro abitazione tornata agibile. Il bambino, capelli scuri e occhi furbi, sa cosa sia un terremoto.    “Le case che ho visto qui crollate – racconta all’ANSA – somigliano a quelle distrutte dai bombardamenti”. La mamma annuisce e con le lacrime agli occhi racconta il loro calvario che ormai dura da otto anni. “Nel 2014, quando di fatto è iniziata la guerra – spiega -, vivevamo, assieme anche a mio marito, a Donetsk e fummo costretti a fuggire. Lui era molto piccolo. Ci trasferimmo a Kramators’k da dove siamo dovuti di nuovo scappare. È dura fuggire, lasciare i genitori, il marito e tutti gli affetti. Voglio che la guerra finisca subito così da tornare nel mio Paese”. La nonna se ne sta seduta su una poltrona in un angolo della Sae, ascolta e non proferisce parola se non per dire che le manca la sua casa. Al piccolo, invece, manca soprattutto il suo papà. “Lo sento tutti i giorni – racconta -, mi chiede come mi trovo in Italia, se mangio e cosa faccio”. Sentono la nostalgia dell’Ucraina, ma mamma e figlio non scartano nemmeno l’idea di un futuro in Italia, “ovviamente se mio marito può raggiungerci”, precisa la donna. Al piccolo, appassionato di calcio e tifoso della Juventus, dell’Italia piace soprattutto il clima – “qui fa più caldo” – e la pasta.   

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    Mafia: Letta, politica di La Torre riscatto dei più deboli

    (ANSA) – PALERMO, 30 APR – Enrico Letta si inginocchia
    davanti alla lapide che ricorda Pio La Torre e Rosario Di Salvo.   
    È così che, nel luogo dell’agguato di 40 anni fa, il segretario
    del Pd esprime la sua commozione richiamando la concezione che
    La Torre aveva della politica: “Uno strumento di riscatto per i
    più deboli non un’occasione per la sistemazione degli interessi
    dei più forti”. In questo percorso Letta ritrova le origini
    stesse del segretario del Pci ucciso da Cosa nostra il 30 aprile
    1982. Figlio di contadini, era riuscito “con una politica fatta
    di sacrifici” a raggiungere risultati fondamentali nella lotta
    alla mafia cambiando le norme, codificando il reato di
    associazione mafiosa e introducendo nell’ordinamento penale la
    confisca dei patrimoni mafiosi.   
    “Con le sue battaglie – aggiunge Letta – ha cambiato la
    storia del nostro paese. Lo hanno ucciso ma lui ha vinto. La sua
    uccisione si è rivelata infatti per la mafia un fatale
    boomerang. Le norme da lui proposte hanno reso più efficace
    l’azione contro i poteri mafiosi”.   
    Letta ricorda anche l’ultima battaglia di La Torre per la
    pace, un tema che “ci riporta al momento presente”. E annuncia
    che a settembre Palermo ospiterà la Festa dell’Unità. Sarà
    intitolata a La Torre, dice abbracciando il figlio Franco che
    oggi a Palermo presenta un suo libro sull’antimafia tradita.   
    (ANSA).   

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    ==Pnrr: Luz, interesse delle mafie ma c'è capacità reazione

    (ANSA) – MILANO, 30 APR – “Che ci siano interessi mi pare
    indubbio. Però sono ottimista, abbiamo il quadro normativo più
    avanzato dei Paesi occidentali e forze investigative preparate.   
    Abbiano capacità di reazione, del resto l’abbiamo pagata sulla
    nostra pelle in passato”. Lo afferma Teo Luz, comandante
    generale dell’Arma dei Carabinieri, in un’intervista al
    ‘Corriere della Sera’, parlando degli appetiti delle mafie sui
    fondi del Pnrr.   
    “Ci sono indagini in corso. È inevitabile”, prosegue aggiungendo
    che sul fenomeno della criminalità organizzata “non è calata la
    nostra attenzione né quella dei magistrati. Di sicuro,
    l’opinione pubblica è stata focalizzata sul Covid e ora
    sull’Ucraina”. Nella lotta alla mafia “l’aspetto giudiziario è
    essenziale perché taglia la malapianta. Ma le radici sono
    sociali. L’aspetto culturale è importante. In Sicilia o in
    Calabria trent’anni fa non si poteva dire la parola mafia. Ora i
    ragazzi ne parlano tantissimo. E lo Stato deve rispondere con
    efficienza”.   
    Secondo il comandante, le città italiane non rischiano
    problemi di ordine pubblico in autunno dovuti alla crisi
    energetica e ai contraccolpi economici del conflitto. “L’ordine
    pubblico in Italia ha tenuto. Fenomeni come i gilet gialli non
    li abbiamo avuti, tranne episodi sporadici. Ma grandi cifre non
    ne abbiamo avute. Il sistema ha retto – spiega – oggi la
    situazione di analisi criminale è migliore rispetto a venti,
    trenta anni fa. Gli omicidi in tutta Italia sono quasi la metà
    di quelli della sola città di New York”.   
    Infine, sulla vicenda di Stefano Cucchi, Luz sottolinea che
    “non è un fatto grave, è molto di più. Non deve succedere.   
    Abbiamo imparato dagli errori. Però abbiamo una nostra identità,
    l’istituzione tiene – conclude – la perdita di valori c’è. Nella
    società i ragazzi non hanno riferimenti. L’Arma ha valori che
    inculca nei suoi giovani. Da 4 anni abbiamo introdotto l’etica
    militare nelle nostre scuole. Noi siamo nel cuore degli
    italiani. A differenza della politica, che da tempo ha un po’
    perso smalto». (ANSA).   

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    Giorgia Meloni, noi pronti per il governo. E' arrivato nostro tempo

     Secondo giorno di conferenza programmatica di Fratelli d’Italia a Milano, con la leader Giorgia Meloni che ieri si è riproposta alla guida di un prossimo governo. “Ci faremo trovare pronti: abbiamo le idee e gli uomini giusti. E’ arrivato il nostro tempo”, ha detto.
    LA CRONACA DELLA PRIMA GIORNATA “Ci faremo trovare pronti: abbiamo le idee e gli uomini giusti. E’ arrivato il nostro tempo”. Giorgia Meloni, in doppiopetto marinaro, veste i panni del “Capitano” . Rivendica il merito di essere la prima “in mezzo a una tempesta a indicare la rotta”, spinge sulla credibilità del suo partito e soprattutto si rilancia alla guida del prossimo governo. “Trasformeremo questa epoca infame – assicura – in un nuovo Risorgimento italiano”. Si candida a futura premiership parlando agli oltre 4mila delegati della Conferenza programmatica, stipati in una sala ipertecnologica del Milano Convention Centre, il centro congressi più grande d’Europa. Una location molto in stile Usa: il palco in mezzo alla sala, circondato da militanti con le bandiere, e il maxi schermo a forma di cubo appeso al soffitto simili a quelli delle convention Usa conservatrici, quei Cpac trumpiani dove la leader di Fratelli d’Italia ha preso più volte la parola. Negli oltre 70 minuti della sua relazione non cita mai i leader del centrodestra, nè degli altri partiti, neppure le tante piaghe aperte nella coalizione. Pronuncia solo i nomi di Joe Biden e Mario Draghi. Al primo ricorda in modo acceso come l’Europa pagherà cara gli effetti della guerra: “Al presidente americano – attacca tra gli applausi – dico che non saremo i muli da soma dell’Occidente: noi pagheremo un prezzo superiore alla crisi, serve un fondo di compensazione”. Poi il premier: “Chiediamo a Draghi di prendere questa sua autorevolezza che sta in cantina, spolverarla, e andare in Europa per chiedere di rivedere le priorità del Pnrr, in modo da intervenire sugli effetti della crisi: bisogna tenere in equilibrio la sostenibilità ambientale con quella sociale”. Per il resto nessun nome, nessun ragionamento sulle formule politiche, ma solo una lunga e articolata presentazione del suo programma, della sua ricetta per sconfiggere “il globalismo e il mondialismo battuto dal combinato disposto pandemia-guerra”. Chiede alla civiltà occidentale di “non rinunciare ai suoi valori, alla sua anima”. Attacca le “utopie globaliste” e ricorda che lei, leader dei conservatori europei, ha il coraggio di parlare dei problemi che affliggono l’Unione, definendosi “molto più europeista dei Soloni di Bruxelles”. Si schiera con il popolo ucraino che difende la sua patria, definita “la prima delle madri”, e attacca “gli oligarchi di Silicon Valley che si permettono di censurare eletti dal popolo”. Quindi rilancia il primato del Made in Italy, chiede un ministero del mare, ribadisce le ragioni del presidenzialismo e su questo punto bacchetta Enrico Letta: “Il Pd non mi dica che questa riforma non funziona perchè uno va al governo con il 25%: loro ci stanno da 5 anni con il 18%”…”. Ma io suo obiettivo è parlare di difesa della famiglia, della lotta contro l’utero in affitto, a favore del merito, contro “l’idiozia dell’uno vale uno”. In mattinata, aveva ricordato insieme al Sindaco Sala, Ramelli, il militante di destra ucciso nel 1975. “Il valore della mia presenza qui è ricordare e fare memoria, impedire le violenze politiche”, dice ai cronisti prendendo poi le distanze nette dalla manifestazione dell’estrema destra di stasera. “Noi là non ci saremo” assicura. E i saluti romani? Le chiedono: “Sono gesti antistorici, l’ho detto tante volte”. Sullo sfondo la tensione permanente tra Fdi e Lega. Matteo Salvini dice di voler passare dalla Conferenza: “E’ nella mia città, conto di passare a salutarla domani o dopo”, dice. Ma Ignazio La Russa non ci sta: “Sarebbe un controsenso per noi e per lui. E’ una manifestazione di partito per cui siamo lieti se vengono i capigruppo ma sarebbe stato un fuor d’opera far venire e non far parlare i leader degli altri partiti”. Però il segretario leghista insiste: “Un saluto non è mai un controsenso poi non entro nel merito politico. Per cortesia, c’è un evento di un partito alleato nella mia città e quindi un saluto, non politico ma affettuoso, è il minimo che si possa fare. Poi lascio agli altri il contenuto politico”.Giorgia Meloni sul palco della conferenza programmatica di FdI   

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    Qui Washington, Contractor Usa ucciso in Ucraina

    Un americano che combatteva a fianco delle forze militari ucraine, Willy Joseph Cancel, è stato ucciso lunedì scorso in Ucraina. Si tratta del primo contractor americano morto dall’inizio della guerra, il secondo cittadino Usa rimasto ucciso dopo James Whitney Hill, che viveva e lavorava in Ucraina da 25 anni.
    Il 22enne, che lascia una moglie e una figlia di soli 7 mesi, lavorava per una società militare privata e dopo che la Russia ha lanciato l’invasione ha accettato di andare in Ucraina: “Credeva in ciò per cui gli ucraini combattono e voleva esserne parte, facendo in modo che la guerra restasse lì e non si allargasse”, ha detto la madre Rebecca Cabrera.
    Il Dipartimento di Stato e il Pentagono continuano a ribadire ai cittadini americani di non andare a combattere in Ucraina. “È una zona di guerra. Se volete sostenere gli ucraini ci sono altri modi”, è il monito del portavoce del dipartimento della Difesa, John Kirby.
    Il Pentagono ha anche commentato l’iniziativa dell’Indonesia, presidente di turno del G20, di invitare il presidente russo Vladimir Putin e il leader ucraino Volodymyr Zelensky a partecipare al vertice che si terrà a Bali in novembre.
    “Putin non dovrebbe essere invitato al G20”, ha detto Kirby sottolineando che il leader del Cremlino “ha isolato la Russia, deve pagare per le conseguenze di quello che ha fatto e sta facendo” all’Ucraina.
    Intanto, secondo il Washington Post l’intelligence Usa ha concluso che ci sono gli 007 russi dietro l’attacco dell’inizio di aprile contro il premio Nobel per la pace Dmitri Muratov, l’editore del quotidiano russo indipendente Novaya Gazeta che ha criticato la guerra del Cremlino in Ucraina. Il 7 aprile Muratov stava viaggiando in treno da Mosca a Samara quando un assalitore lo ha attaccato con un misto di pittura rossa e acetone che ha causato una bruciatura chimica sui suoi occhi. L’aggressore ha gridato “Muratov, eccone uno per i nostri ragazzi”, un riferimento ai soldati russi che combattono in Ucraina.    

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    M5s: nuovo ricorso attivisti Napoli contro voto Statuto

    Nuovo ricorso degli attivisti pentastellati a Napoli che chiedono l’annullamento delle nuove votazioni sullo Statuto M5s. “A chi derubrica le regole a cavilli abbiamo contestato 18 violazioni di carattere sostanziale, perché la democrazia è questione di sostanza” affermano i ricorrenti rappresentati sempre dall’avvocato Borrè.    “Sino all’ultimo abbiamo sperato in un intervento riparatorio di Beppe Grillo in qualità di Garante, che nell’ultima occasione in cui il Tribunale di Napoli accolse le nostre istanze si dichiarò ‘condom per la protezione del Movimento’ ma purtroppo da parte sua c’è stato solo silenzio” aggiungono.