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    Siccità: Cirio chiede stato calamità agricoltura in Piemonte

    (ANSA) – TORINO, 16 GIU – Il presidente della Regione
    Piemonte, Alberto Cirio, ha inviato a Roma la richiesta di stato
    di calamità per l’agricoltura. Lo riferisce la Regione Piemonte,
    annunciando per l’indomani un incontro per fare il punto della
    situazione. (ANSA).   

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    Mattarella: 'Protezione civile decisiva per l'Italia'

    “Il volontariato è una risorsa di primaria importanza in Italia e nasce dalla spontanea determinazione delle persone. E’ una scelta personale. Poi possono conseguire forme istituzionalizzate, ma l’anima, la motivazione, è la personale scelta autonoma” e “io sono qui per ringraziarvi per quello che avete fatto, per quello che state facendo e per quello che farete”. Lo ha detto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, intervenendo agli Stati generali della Protezione civile. “Il volontariato – ha aggiunto il capo dello Stato – interpreta in materia concreta ciò che esprime l’articolo 2 della costituzione. E la libera facoltà di associarsi è una delle forme con cui si dà sostanza al nostro Paese. L’articolo 2 della Carta richiama i doveri inderogabili di solidarietà. Mettere insieme formazioni sociali è il volontariato. Lo abbiamo visto tante volte in questi, in Abruzzo, in Emilia e Lombardia, e, di recente, per l’emergenza pandemica per cui l’impegno del volontariato è stata decisivo. Tutto questo dimostra il valore del volontariato nella protezione civile. Gli stati generali sono un’occasione di riflettere sulle prospettive future, come un impegno per l’ambiente, per lo sviluppo sostenibile, per la prevenzione”.

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    Di Maio ammette: il M5s mai così male alle Comunali

    “E’ normale che l’elettorato sia disorientato ma alle elezioni amministrative non siamo andati mai così male”. Lo ha detto il ministro degli Esteri Luigi Di Maio (M5s) parlando con i cronisti davanti alla Camera. Secondo Di Maio “non si può risolvere l’analisi del voto facendo risalire i problemi all’elezione del presidente della Repubblica”.
    “Credo che M5S debba fare un grande sforzo nella direzione della democrazia interna: nel nuovo corso servirebbe più inclusività, anche a soggetti esterni”, ha osservato Di Maio aggiungendo, rivolto ai cronisti: “lo dico a voi perché non esiste un altro posto dove poterlo dire”.
    Parlando della presenza pentastellata nella maggioranza: “Non credo che possiamo stare nel governo e poi, per imitare Salvini, un giorno sì ed uno no, si va ad attaccare il governo”, ha sottolineato Di Maio.
    “La diplomazia lavora sette giorni su sette dal primo giorno di questa guerra, anche da prima che scoppiasse, non lavora solo la domenica”, ha dichiarato il ministro degli Esteri.
    Negli scorsi giorni il Presidente del M5s, Giuseppe Conte, parlando del conflitto in Ucraina aveva sostenuto che “gli sforzi per la pace non vanno fatti solo di domenica. Non va fatto un tentativo e poi si continua a fare la guerra”.
    “Quando era leader Luigi Di Maio come organismo del M5s c’era solo il capo politico: che ci faccia lezioni lui oggi fa sorridere”, ha detto il leader M5s, Giuseppe Conte, a Roma, parlando con i giornalisti. “Negli ultimi giorni ho riunito un consiglio nazionale e ho fatto due conferenze stampa in cui abbiamo analizzato il risultato del voto: io so come assumermi le responsabilità”.  

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    Siccità, la Lombardia chiederà stato di emergenza

    (ANSA) – MILANO, 16 GIU – “Chiederemo sicuramente lo stato di
    emergenza” E’ quanto ha detto oggi il presidente della Regione
    Lombardia, Attilio Fontana, parlando del tema siccità.   
    “C’è già stata una richiesta a livello parlamentare della
    Lombardia. Penso sia una richiesta che andrà fatta
    congiuntamente – ha aggiunto il governatore – perché è una
    situazione drammatica per la Lombardia, il Piemonte, l’Emilia
    Romagna ma anche il Veneto”.   
    “È una situazione estremamente delicata. Oggi c’è un incontro
    tra l’assessore Sertori e i regolatori del servizio
    idroelettrico per cercare di concordare un rilascio maggiore di
    acqua”, aggiunge Fontana dopo il campanello d’allarme lanciato
    nei giorni scorsi dall’Autorità distrettuale del Po sulla
    situazione di siccità in Piemonte e in Lombardia. “Sono
    preoccupato da parecchi mesi”, ha aggiunto. (ANSA).   

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    Il Senato dice sì a Cartabia, la riforma del Csm è legge

    Il Senato ha approvato la riforma dell’ordinamento giudiziario e del Csm, confermando il testo Camera, che è dunque legge.
    I sì sono stati 173, i no 37, gli astenuti 16.
    “Solo pochi mesi fa le Camere rispondevano con un lungo applauso all’appello del presidente Matterella che sollecitava l’approvazione di questa riforma. Oggi siamo qui per mantenere l’impegno di trasformare in legge un provvedimento che viene da lontano e che è stato costruito con il contributo di molti. Un provvedimento preceduto da un lungo lavoro, non semplice, portato avanti con il contributo di molti”, aveva detto la ministra Marta Cartabia stamani in aula al Senato prima dell’inizio delle dichiarazioni di voto sulla riforma del Csm. “Ringrazio ciascuna forza politica – ha aggiunto – per l’impegno e la disponibilità”.
    “Questo è un passaggio importante nella storia del nostro Paese – aveva detto Cartabia – in cui troppo a lungo la giustizia è stata terreno di scontro. Permettetemi di ricordare e ringraziare tutti coloro che ci hanno consentito di giungere a questo momento”.
    “Un disegno di legge di riforma – aveva ricordato la Guardasigilli – era già stato elaborato dal precedente Governo e su quel testo si sono innestati gli emendamenti approvati dal Consiglio dei Ministri lo scorso 11 febbraio, anche sulla base delle preziose proposte della Commissione di esperti presieduta dal professor Luciani. È seguito un intenso confronto con tutte le forze politiche di maggioranza per giungere a un articolato ampiamente condiviso, in cui ciascuna forza politica può riconoscere il suo apporto”.
    “Ciascuno ha portato il suo contributo – aveva sottolineato Cartabia – sia sostenendo le proprie iniziative con forte convinzione, sia lasciando spazio alla voce delle altre forze di maggioranza. Ringrazio ciascuna forza politica per questo impegno costruttivo e per questa disponibilità e ringrazio sentitamente il Ministro dei rapporti con il Parlamento D’Incà che si è speso moltissimo per permetterci di giungere a questa votazione finale. Non meno decisivo è stato il contributo convinto e determinato dei Sottosegretari Sisto e Macina e quello tecnico degli uffici del Ministero della Giustizia, il cui supporto professionale, svolto con dedizione lontano dai riflettori, è semplicemente imprescindibile”.
    “L’approvazione di questa legge, il terzo grande pilastro delle riforme della giustizia vòlte a rinsaldare la fiducia dei cittadini nell’amministrazione della Giustizia, consentirà – aveva detto ancora Cartabia – che l’imminente rinnovo del Consiglio superiore della magistratura si svolga con nuove regole affinché questa istituzione, presidio costituzionale e imprescindibile dei principi dell’autonomia e dell’indipendenza dell’ordine giudiziario, principi irrinunciabili, «possa – per riprendere proprio le parole del presidente Mattarella – svolgere appieno la funzione che gli è propria, valorizzando le indiscusse alte professionalità su cui la Magistratura può contare. Un grazie sentito a tutti e a ciascuno di voi”, ha concluso.

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    Dalle porte girevoli alle nomine, ecco cosa cambia

    La riforma del Csm è legge. Ecco le novità.
    SI TORNA A 30 COMPONENTII consiglieri togati salgono da 16 a 20 e saranno ripartiti tra 2 magistrati di legittimità, 5 pm e 13 giudici. I laici diventano 10: oggi sono 8.
    CAMBIA IL SISTEMA ELETTORALEIl sistema elettorale sarà misto: binominale maggioritario, con una quota proporzionale (per eleggere 5 dei 13 giudici di merito). Non sono previste liste, ma candidature individuali, senza firme di sostegno. In ogni collegio binominale dovranno esserci un minimo di 6 candidati , di cui almeno la metà del genere meno rappresentato: in mancanza ci sarà un sorteggio.
    BASTA CON LE NOMINE A PACCHETTOPer impedire accordi spartitori tra le correnti della magistratura, si impone al Csm di procedere in base all’ordine cronologico delle scoperture. In nome dalla trasparenza saranno obbligatorie le audizioni dei candidati e la pubblicazione online degli atti e dei curriculum. Non potranno far parte della Commissione che si occupa delle nomine i componenti della Sezione disciplinare: esclusa la loro presenza anche dalle Commissioni che decidono sui trasferimenti d’ufficio ordinari e per incompatibilità.
    STOP ALLE PORTE GIREVOLI POLITICA-GIUSTIZIATutti i magistrati che hanno ricoperto incarichi elettivi non potranno più tornare a indossare la toga: saranno collocati fuori ruolo presso il ministero di appartenenza o le sezioni consultive del Consiglio di Stato, le sezioni di controllo della Corte dei Conti e il Massimario della Cassazione. Chi non è stato eletto non potrà per 3 anni lavorare nella regione dove si è candidato, nè fare il capo di un ufficio giudiziario, il pm, il gip e il gup. E non sarà più possibile continuare a fare il magistrato mentre si ricoprono incarichi elettivi e governativi: obbligatoria l’aspettativa , senza assegni in caso di incarichi locali.
    STRETTA SUI PASSAGGI GIUDICE-PMSarà possibile un solo cambio di funzione da giudice a pm e viceversa nel penale entro i 10 anni dall’assegnazione della prima sede.
    GIRO DI VITE SUI MAGISTRATI FUORI RUOLOI magistrati potranno andare fuori ruolo solo dopo 10 anni di effettivo lavoro sul campo e al massimo per 7 anni (10 per chi è distaccato presso organi costituzionali e di governo). Si abbasserà il numero massimo dei fuori ruolo, oggi pari a 200, ma non è stato quantificato il taglio.
    PAGELLE, FASCICOLO MAGISTRATO E VOTO AVVOCATI Arriva un giudizio ad hoc, graduato in discreto, buono, ottimo, sulla capacità di ogni magistrato di organizzare il proprio lavoro. E si introduce il voto degli avvocati nei consigli giudiziari sulla professionalità dei magistrati, ma con alcuni paletti: sarà unitario e possibile solo in presenza, a monte, di un deliberato del Consiglio dell’Ordine. Il fascicolo personale del magistrato sarà aggiornato ogni anno(non più ogni 4) con provvedimenti a campione e statistiche sull’attività svolta: la novità è che si darà conto anche degli esiti, per avere una fotografia a tutto campo del lavoro, non per un giudizio sui singoli provvedimenti.

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    Etruria: Boschi, contro di me anche insulti sessisti

     “La vicenda Banca Etruria ci ha sconvolto la vita. La mia famiglia è stata additata per anni come responsabile dei più grandi scandali bancari del Paese. Non era vero nulla. Adesso lo sa tutta l’Italia”. Così Maria Elena Boschi, deputata di Italia Viva ed ex ministro, commenta l’assoluzione del padre sul crac di Banca Etruria in un’intervista a ‘La Repubblica’.

    Agenzia ANSA

    Bancarotta consulenze non sussiste. M.Elena, ‘pianto come bimba’ (ANSA)

        “Il tema non è l’inchiesta, ma il massacro mediatico. Se io non fossi stata così visibile, a quei tempi, nessuno avrebbe parlato di Banca Etruria e di mio padre – prosegue – gli scandali bancari erano altri, lo sanno tutti. Ma molti dei protagonisti di quelle vicende erano legati a doppio filo con parte della classe dirigente mediatica, finanziaria, culturale di questo Paese. E su di loro è sceso un silenzio impressionante”.    Secondo Boschi, il caso Etruria “dovrebbe far riflettere i media più dei magistrati. Sono stata condannata senza aver fatto nulla. E le opposizioni di allora, a cominciare dai Cinque Stelle, mi hanno insultato nel modo più becero. Nessun grillino ha ancora trovato il modo di pronunciare la parola ‘scusa’”, continua.    La cosa peggiore secondo l’ex ministra è stata “la violenza verbale che spesso sfociava in sessismo. Hanno smesso di chiamarmi col mio nome per storpiarmi in Maria Etruria Boschi – conclude – cambiarti il nome è il primo passo per disumanizzarti Hanno ironizzato su tutto, mi hanno riempito di allusioni e minacce nel silenzio imbarazzato e complice di tanti e tante.    Anche alcuni che debbono la carriera al renzismo hanno fatto a gara a dire che io ero il problema, che dovevo sparire”.    

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    Lega attacca su Csm ma governo tiene e procede

    Una Lega in difficoltà dopo il voto delle amministrative cerca il rilancio trovandosi unita negli attacchi al governo. E lo fa sulla tormentata riforma del Csm che si trova in Aula al Senato presentando una serie di emendamenti e soprattutto chiedendo il voto segreto. Ma il tentativo non passa e si spiana la strada al provvedimento. E’ stata comunque una mossa certo non gradita al governo che in queste ore è al lavoro su diversi dossier parlamentari che segneranno i prossimi giorni toccando il livello massimo di pericolosità il 21 giugno quando il premier Mario Draghi farà le sue comunicazioni al Parlamento in vista del Consiglio europeo.
    Una data cerchiata in rosso da palazzo Chigi che è già al lavoro per sminare le trappole sul delicatissimo tema dell’invio delle armi all’Ucraina. Anche le virgole saranno importanti nel discorso che il premier terrà al Parlamento visto il nervosismo del Movimento Cinque Stelle dopo il risultato altrettanto deludente alle elezioni di domenica scorsa. A segnalare l’innalzamento della tensione in maggioranza è il Pd che rimarca come la richiesta del voto segreto sia una tattica parlamentare che usa l’opposizione e non una forza politica che sostiene l’esecutivo: “Portare l’ostruzionismo sulla giustizia vuol dire minare le basi della convivenza stessa del governo, è un atteggiamento insostenibile”, ha accusato il segretario Enrico Letta”. “Sarebbe gravissimo se la Lega utilizzasse in Aula il voto segreto, un tipico strumento usato dall’opposizione, per mettere in difficoltà il governo. E’ una scelta irresponsabile da parte di un partito di maggioranza”, gli fa eco la presidente dei Senatori del Pd, Simona Malpezzi. Per questo i Dem consigliano al governo di porre la fiducia sul provvedimento. In serata la replica di Matteo Salvini che, pur confermando che la Lega non farà saltare il banco, tiene il punto: “noi peseremo il governo e l’incisività della Lega del governo su questo: lavoro, tasse e pensioni”, assicura a Porta a Porta facendo capire che la pressione sul governo non è destinata a scemare. Che il premier si possa trovare stretto in una tenaglia tra le strategie della Lega e dei Cinque stelle è evidente. Il partito di Salvini è in fibrillazione ma la sua leadership non sembra per ora in discussione.
    Infatti l’improvvisa richiesta dei ministri leghisti di riaprire – proprio in questa fase caldissima dell’agenda politica – il nodo dell’autonomia delle regioni del nord viene letto come un tentativo di ricompattamento tra l’ala governista e quella più barricadera che spinge per un’uscita dal governo. “L’Autonomia differenziata è una richiesta di tutto il Paese, un percorso istituzionale destinato a valorizzare le capacità territoriali e soprattutto la responsabilità degli amministratori, voluto per questo dal governo”, recita infatti una nota che improvvisamente viene vergata a diramata dai “ministri della Lega”. Il tema è spinoso e covava sotto le ceneri. Al di là dei tecnicismi la materia non è stata ancora risolta a livello politico e rischia di far deflagrare un conflitto tra regioni del nord e del sud ed anche tra due ministre (non leghiste) della maggioranza, cioè Maria Stella Gelmini e Mara Carfagna.