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    Casellati scrive a Draghi: 'Disagio dei senatori sul ruolo della Ragioneria'

    Lettera di monito e protesta dei capigruppo in Senato che chiedono una maggiore tutela del Parlamento che ha “margini sempre più ristretti” per esercitare la propria funzione, tra decretazione d’urgenza e uso della fiducia e le “inappellabili” decisioni della Ragioneria di Stato. Un “disagio” del quale la presidente del Senato ha informato il capo del governo. 
    LA LETTERA ALLA CASELLATI”Illustre Presidente, la conversione del decreto Pnrr2 ha reso macroscopicamente evidenti problemi antichi concernenti la salvaguardia del ruolo del Parlamento, la reale titolarità del potere legislativo, la legittimità delle decisioni politiche”. E’ quanto si legge in una lettera al presidente del Senato Elisabetta Alberti Casellati, dai relatori del Pnrr2, Andrea Cangini e Tatjana Rojc, dai presidenti della Prima e Settima commissione, Dario Parrini e Riccardo Nencini, e da tutti i capigruppo di maggioranza a palazzo Madama. “In questi giorni – prosegue la lettera – abbiamo riscontrato un allarmante squilibrio tra poteri dello Stato e tra questi e le sue strutture tecnico-contabili. Il problema non riguarda più, solo, la dialettica tra esecutivo e legislativo. L’accavallarsi di avvenimenti straordinari ed epocali, dalla pandemia di Covid19 al Pnrr con le sue rigide procedure e le sue tassative scadenze, ha creato una situazione d’eccezione caratterizzata da un sempre più massiccio ricorso ai decreti legge e alla questione di fiducia sullo sfondo di uno scivolamento di fatto del nostro bicameralismo paritario verso una anomala condizione di monocameralismo alternato”. “In questo quadro, che è in parte frutto di circostanze emergenziali e che perciò sbaglieremmo a reputare fisiologico, o un qualcosa a cui assuefarsi – scrivono ancora sentiamo di dover deplorare con nettezza i margini sempre più ristretti all’interno dei quali il Parlamento è costretto ad esercitare la propria funzione costituzionale e il soggiacere di Governo e Parlamento alle inappellabili decisioni della Ragioneria Generale dello Stato. Come Lei saprà, ieri, durante la fase finale dell’esame in aula del provvedimento, il tema è stato posto con forza in sede di replica da uno dei due relatori e a seguire da tutti gli intervenuti. Le chiediamo, in ragione della funzione che ricopre e della sensibilità che La contraddistingue, di farsi carico dell’urgenza di arrestare una tendenza che presenta ormai i tratti della patologia e mette a repentaglio la credibilità stessa dell’attività legislativa”.
    LA PRESIDENTE SI RIVOLGE A DRAGHI”Il disagio espresso dai senatori riguarda un punto più specifico all’interno della dialettica tra potere legislativo e potere esecutivo. Si tratta infatti di una questione che investe il ruolo della Ragioneria generale dello Stato alle cui “inappellabili decisioni” sarebbero costretti a “soggiogare” non solo il Parlamento ma lo stesso governo”. Lo scrive Elisabetta Casellati, a quanto si apprende da fonti parlamentari, in un passaggio della lettera inviata al premier Mario Draghi. Il presidente di palazzo Madama allega la missiva ricevuta dai capigruppo che dopo l’ok al dl Pnrr chiedono la salvaguardia del ruolo del Parlamento. “Gentile presidente – si legge nella lettera del presidente del Senato al premier – a conclusione dell’esame, da parte del Senato, al disegno di legge di conversione del decreto legge 30 aprile 2022, n.36, recante ulteriori misure urgenti per l’attuazione del piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), ritengo opportuno sottoporle copia della lettera inviatami dai presidenti dei gruppi parlamentari di maggioranza, nonchè dai presidenti delle commissioni competenti prima e settima, dai due relatori, a tutela e salvaguardia del ruolo del Parlamento”. “Pur nella consapevolezza – conclude – del persistente stato di straordinaria emergenza che, per diverse ragioni, caratterizza questo momento storico, ma comunque nella certezza della sua sensibilità istituzionale, ritengo opportuno richiamare la sua attenzione sulla sensazione di grave disagio e profondo malessere vissuto da molti senatori, affinchè possa essere motivo di riflessione e di ricerca comune di adeguate soluzioni”.    

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    M5s: De Santis (Civica Raggi), passo con Di Maio

    Antonio De Santis, ex assessore della Giunta Raggi, e ad oggi capogruppo della Lista Virginia Raggi in Campidoglio, annuncia a “Il Foglio” la sua scelta di lasciare M5S ed andare con il partito di Luigi Di Maio, ‘Insieme per il Futuro’.
    “Da otto mesi – dice al quotidiano – nessuno apre con gli eletti a Roma un tavolo politico” e poi “Di Maio ha il merito di aver portato il movimento oltre il 30%. E’ un leader politico vero…” e lamenta che Giuseppe Conte si è poco occupato della Capitale. Parlando dell’ex sindaca di Roma ha aggiunto: “E’ la prima persona che ho sentito e mi ha detto di fare ciò che ritenevo giusto”.    

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    Il Premio Agnes internazionale a tre fotoreporter ucraini

    (ANSA) – ROMA, 24 GIU – “Teniamo moltissimo a questo premio e
    lo ospiteremo anche in futuro. Biagio Agnes è uno dei direttori
    generali che viene più ricordato perché ha fatto un grandissimo
    lavoro. E’ un pezzo di storia della Rai, la coscienza sul
    servizio pubblico è anche suo merito. Dobbiamo ricordare quello
    che siamo stati, per questo motivo questo premio è importante”.   
    Così l’amministratore delegato Rai, Carlo Fuortes, alla
    conferenza stampa di presentazione della quattordicesima
    edizione del Premio Biagio Agnes – Premio Internazionale del
    Giornalismo e dell’Informazione. La cerimonia si terrà sabato 25
    giugno a Piazza del Campidoglio a Roma, sarà condotta da Mara
    Venier e Alberto Matano e andrà in onda su Rai 1 lunedì 27
    giugno in seconda serata, dalle 23.20.
    Tra i vincitori annunciati dal presidente della giuria Gianni
    Letta, i fotoreporter ucraini Mstyslav Čhernov, Evgeniy
    Maloletka e Vasilisa Stepanenko a cui va il Premio
    Internazionale e Monica Guerzoni a cui va il Premio per la Carta
    Stampata. Il Premio per la Televisione va al Festival di Sanremo
    e sarà ritirato da Amadeus, mentre il Premio Giornalismo
    Televisivo va alla prima donna direttrice del Tg1, Monica
    Maggioni. “Gli anni della direzione generale di Agnes sono
    stati anni di battaglia in condizioni di cessato monopolio – ha
    ricordato Letta -. Biagio Agnes amava quest’azienda e ha fatto
    il suo lavoro con intelligenza. Auguro a Carlo Fuortes di
    diventare il terzo direttore generale, dopo Biagio Agnes e
    Ettore Bernabei ad essere ricordato come un grande direttore e
    di raccogliere l’eredità di Biagio Agnes”.
    “Siamo onorati che il premio si svolga a Piazza del
    Campidoglio – ha detto la presidente della Fondazione Biagio
    Agnes, Simona Agnes -. Anche quest’anno, in continuità, abbiamo
    posto al centro il valore delle donne. Crediamo fermamente che
    si debbano creare occasioni per riflettere sul ruolo femminile
    nel lavoro. Il Premio Agnes valorizza le capacità delle donne,
    temi che l’amministrazione del Comune di Roma ha condiviso fin
    da subito. L’eguaglianza di genere è un tema molto caro anche
    alla Rai”. (ANSA).   

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    Ballottaggi: a Lucca un voto tra le polemiche per gli apparentamenti del centrodestra

    Si gioca a Lucca la principale partita dei ballottaggi in Toscana dove sono state forti le polemiche in vista del voto, specie per gli apparentamenti nel centrodestra. L’esito del primo turno vede in vantaggio il candidato del centrosinistra Francesco Raspini con il 42,7%. Il candidato sindaco unitario del centrodestra Mario Pardini, arrivato secondo col 34,3%, ha trovato l’accordo per il sostegno al ballottaggio da parte di Fabio Barsanti (9,5%), già eletto consigliere comunale nel 2017 con CasaPound e ora sostenuto dalle liste Difendere Lucca, Centrodestra per Barsanti e Prima Lucca-Italexit con Paragone. Accordo anche con il candidato civico Elvio Cecchini, che ha ottenuto il 2,96%.
    L’apparentamento con Barsanti ha scatenato numerose polemiche, in primis a gran voce da parte del Pd che è insorto per l’accordo con la destra, ma anche in Fi con il caso del deputato Elio Vito, già capogruppo alla Camera e ministro nel quarto governo Berlusconi, che ha annunciato le dimissioni da Forza Italia e anche dal Parlamento. Un aiuto a Pardini potrebbe arrivare anche dall’area dei no Green pass con l’appoggio in chiave anti Pd di Andrea Colombini (4,19%), candidato sindaco sostenuto da liste civiche e Ancora Italia, forza partitica chiaramente contraria al certificato verde.
    Anche il candidato sindaco Alberto Veronesi (3,65%) ha annunciato il suo appoggio a Pardini, venendo subito ‘scaricato’ e smentito dalle liste che lo hanno sostenuto: Italia Viva, +Europa e Azione con Calenda che ha ribadito il sostegno “al candidato del centrosinistra (senza i 5s)”. Ha poi annunciato il suo sostegno a Pardini Giorgio Del Ghingaro, sindaco di Viareggio (Lucca) eletto con il centrosinistra ma da tempo in rotta con il Pd che è passato all’opposizione in consiglio comunale Altra partita tutta toscana è il ballottaggio a Carrara (Massa Carrara) che vede la candidata del centrosinistra, senza M5s, Serena Arrighi (29,92%) e il candidato della Lega Simone Caffaz (18,93%) che potrà contare sul sostegno del candidato di Fi e Fdi Andrea Vannucci (16,98%) e del deputato Iv Cosimo Ferri che ha rotto l’alleanza con socialisti.    

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    Ue: ok alla proroga della decontribuzione per il Sud. Carfagna: 'Un successo'

    La “Commissione europea ha autorizzato la proroga della decontribuzione per le assunzioni nelle regioni del Sud Italia”. Così il ministro per il Sud e la Coesione territoriale Mara Carfagna annuncia l’esito positivo della trattativa da tempo in corso a Bruxelles per evitare la decadenza in luglio della misura della decontribuzione, ora prorogata fino a tutto il 2022. “Buone notizie per l’Italia e soprattutto per il Mezzogiorno, le sue imprese, i suoi lavoratori e cittadini. Si tratta di una deroga temporanea alla disciplina europea sugli aiuti di Stato, giustificata dalle ripercussioni economiche del conflitto in Ucraina”.
    “È una decisione – ha spiegato il ministro Carfagna – che riconosce gli sforzi del governo per migliorare le condizioni economiche del Sud Italia, ridurre i divari tra le varie aree del Paese e promuovere investimenti e occupazione nelle regioni meridionali. Ringrazio il sottosegretario Vincenzo Amendola, che ha portato a termine con abilità e determinazione il negoziato, e la rappresentanza italiana a Bruxelles: la “squadra Italia” ha conseguito un risultato fondamentale per sostenere le imprese e lo sviluppo del Sud in questo momento complicato”.
    “Sono certa che il sistema produttivo – conclude il ministro – saprà cogliere questa occasione e voglio, ancora una volta, dare atto alla Commissione di avere saputo utilizzare in modo intelligente, come ha dimostrato di sapere fare fin dall’inizio della crisi pandemica, i margini di flessibilità previsti dalle regole europee. Resta la nostra intenzione di esplorare ogni strada per rendere la decontribuzione una misura strutturale, che sostenga lo sviluppo del Sud in un arco pluriennale”.   

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    Ballottaggi: a Frosinone il centrodestra unito tenta la volata

    A Frosinone per il ballottaggio, la sfida tra il candidato del centrodestra Riccardo Mastrangeli, assessore uscente, e quello di centrosinistra, già sindaco del capoluogo, Domenico Marzi, risulta più che accesa. Mastrangeli, appoggiato da 7 liste, ha sfiorato di poco la vittoria al primo turno, con il 49,2 % dei consensi, e sembra aver dietro di sè una colazione più che unita e al secondo turno tenta la volata.
    A sostenere l’assessore, infatti, i tre partiti principali del centrodestra: Fratelli d’Italia (8,74 %), Forza Italia (4,51%), e Lega (4,33 %). Domenico Marzi, candidato del Pd, partito più votato dalla coalizione con il 12.49%, anche lui sostenuto da 7 liste, tra cui il Movimento 5 stelle che, con il proprio simbolo, ha raggiunto l’1,32 %. A giocare un brutto tiro a Marzi e al centrosinistra in questo ballottaggio, è stata Azione. Il partito di Carlo Calenda, al primo turno, ha infatti appoggiato Mauro Vicano. L’ex direttore della Asl locale, da sempre vicino ai dem era stato inizialmente indicato come candidato di coalizione del centrosinistra, poi la richiesta del passo indietro e la scelta di candidarsi in solitaria. Azione al ballottaggio ha cosi sparigliato le carte del centrosinistra. Il partito locale aveva reso pubblica la volontà di appoggiare il candidato del centrodestra Mastrangeli poi il coordinamento provinciale ha lasciato la libertà di voto.
    La parola fine alle speranze del centrosinistra l’ha messa Mauro Vicano. Inizialmente la posizione dell’ex direttore Asl era incerta ma poi è arrivata la dichiarazione ufficiale: “Dopo un’analisi approfondita del voto del 12 giugno, avendo recepito le indicazioni espresse dalla liste della coalizione che hanno sostenuto la mia candidatura a Sindaco, e solo dopo una più lunga e a tratti sofferta riflessione comunico che, nella piena libertà di scelta che abbiamo sempre rivendicato, al ballottaggio di domenica 26 giugno sosterrò la candidatura di Riccardo Mastrangeli”, ha spiegato Vicano. Nessun accordo ufficializzato invece per il Psi che, assieme candidato Vincenzo Iacovissi, ha deciso di lasciare libertà di voto.
    “L’Assemblea ha ritenuto opportuno lasciare piena libertà di voto agli elettori in occasione del turno di ballottaggio. Siamo certi che i cittadini sapranno individuare la scelta migliore nell’interesse di Frosinone”, hanno comunicato con una nota i socialisti. 

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    Ballottaggi: A Piacenza sfida al femminile sul filo dei voti

    Anche per i prossimi cinque anni Piacenza sarà una delle poche città italiane ad avere una sindaca e questa è una delle poche cose certe in vista del ballottaggio di domenica. Si affronteranno infatti la sindaca uscente Patrizia Barbieri, sostenuta dal centrodestra e la consigliera regionale del Pd Katia Tarasconi, in una sfida che si annuncia piuttosto equilibrata.
    Tarasconi, un po’ a sorpresa, è risultata la candidata più votata al primo turno, ma con un margine di vantaggio di due punti percentuali. L’esponente del Pd, infatti, si è fermata appena sotto il 40%, mentre la sindaca in carica è arrivata vicina al 38%.
    A decidere le sorti del Comune saranno così, con ogni probabilità, gli elettori dei due candidati che al primo turno hanno drenato una fetta consistente di voti alle due coalizioni principali. Stefano Cugini, che ha messo insieme una serie di liste alla sinistra del Pd e il Movimento 5 Stelle, ha raccolto quasi l’11%, mentre i liberali piacentini, capitanati dallo storico esponente Corrado Sforza Fogliani, hanno preso l’8%.
    Sono a questi due schieramenti che le candidate al ballottaggio si rivolgono, ma il travaso di voti appare tutt’altro che automatico. Non sono stati siglati apparentamenti ufficiali, le coalizioni, quindi rimangono quelle del primo turno e visto che a Piacenza le divisioni si sono basate più su questioni locali che su riflessi della politica nazionale, la ricomposizione può essere più complicata.
    Tarasconi punta agli elettori di Cugini che, aritmeticamente, sarebbero sufficienti a consegnarle il Comune: le frizioni che hanno preceduto la definizione delle candidature avranno però i loro strascichi. I liberali piacentini si collocano nell’area del centrodestra, ma la decisione di correre da soli è dovuta proprio a una posizione critica nei confronti dell’amministrazione Barbieri. La differenza potrebbe stare così in una manciata di voti, con la variabile affluenza alle urne che in una domenica estiva potrebbe rendere anche non scontata la mera conferma dei voti raccolti al primo turno.   

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    Ballottaggi: Viterbo sceglierà una donna, la sfida è tutta al femminile

    Una sfida tutta al femminile dagli esiti finali incerti e non scontati: parte il countwdown per il ballottaggio di Viterbo. A contendersi il capoluogo Chiara Frontini, con una candidatura civica, e la dem Alessandra Troncarelli. Frontini, consigliera uscente, ex di Alleanza Nazionale, esponente della società civile, sostenuta da sei liste tra cui IoApro assieme a ‘Rinascimento’ di Vittorio Sgarbi, è la terza volta che corre per diventare la prima cittadina. Troncarelli, assessora della giunta del presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, sostenuta da 8 liste tra cui il Pd, il Movimento 5 Stelle, candidati di Azione nella civica “Viterbo, sul serio” e i ‘fuoriusciti’ di Forza Italia con la lista ‘Viterbo Cresce’, capitanata dal sindaco uscente sfiduciato Giovanni Arena, è arrivata seconda al primo turno con il 27, 9 %. Ufficialmente l’assessora non avrebbe dato il via a nuove alleanze in vista del secondo turno. Anche la consigliera Frontini, prima al primo turno con il 33,08 %, ha sottolineato che al ballottaggio arriverà senza apparentamenti.
    A Viterbo a fare da ago della bilancia potrebbe essere il centrodestra. Presentatosi diviso al primo turno – con Fratelli d’Italia che ha infatti sostenuto la vice sindaca uscente Laura Allegrini, arrivata terza con il 16,74%, mentre la Lega, Forza Italia e Udc hanno appoggiato Claudio Ubertini, arrivati quarti con l’8,53% – il cdx al ballottaggio potrebbe decretare la vittoria o la sconfitta di una delle due candidate. FdI ha già indicato chiaramente che non non appoggerà un candidato del Pd e del Movimento 5 stelle, quindi chiusura totale nei confronti dell’assessora Troncarelli.
    Il centrosinistra sperava forse in un appoggio dei moderati schierati inizialmente per Ubertini ma, al momento, il coordinatore regionale della Lega, Claudio Durigon, ha allontanato questa ipotesi bollando come “follia” un eventuale appoggio a Troncarelli e non sbilanciandosi sulla Frontini.
    Per Troncarelli a scendere in campo è stato quindi Zingaretti: “Il 26 giugno tutti a votare per i ballottaggi. Ora attiviamoci al fianco delle candidate e dei candidati”, ha scritto su twitter.