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    M5s: passo indietro di Cancelleri per le primarie in Sicilia

    Il sottosegretario M5s Giancarlo Cancelleri annuncia il passo indietro alla vigilia della presentazione delle candidature alle primarie per le Regionali in Sicilia. Come confermano fonti parlamentari, Cancelleri lo ha reso noto in una riunione con gli eletti siciliani del M5s, spiegando che si tratta di una scelta per il bene del Movimento, considerato che i media e alcune narrazioni avevano quasi personalizzato la questione. 

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    Conte, grave che Draghi si intrometta nella vita di un partito

    (ANSA) – ROMA, 29 GIU – Le dichiarazioni del sociologo
    Domenico De Masi, secondo cui il premier Mario Draghi avrebbe
    chiesto a Beppe Grillo di rimuovere dal M5s il presidente
    Giuseppe Conte hanno portato a livelli di guardia le tensioni
    fra Movimento e governo.   
    “Coprite con le vostre storielle la verità”, ha detto di
    primo mattino Beppe Grillo, rispondendo ai giornalisti prima di
    iniziare gli incontri con i senatori pentastellati. Dura è stata
    la presa di posizione di Conte verso il presidente del
    Consiglio. “Vorrei precisare che Grillo mi aveva riferito di
    queste telefonate, vorrei chiarire che siamo una comunità,
    lavoriamo insieme – ha chiarito -. Lo trovo sinceramente grave
    che un premier tecnico che ha avuto da noi investitura, si
    intrometta nella vita di forze politiche che lo sostengono per
    altro”.   
    Dicendosi “sconcertato”, Conte ha aggiunto: “Il nostro
    atteggiamento, che ho sempre definito leale, costruttivo,
    corretto nei confronti del governo, non cambia neppure di fronte
    a episodi che reputo così gravi. Perché il nostro obiettivo non
    è sostenere Draghi, il nostro obiettivo è sostenere e tutelare
    gli interessi degli italiani”. (ANSA).   

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    Ius scholae: al via l'esame alla Camera, ecco cosa prevede

    L’Aula della Camera inizia l’esame della proposta di legge sullo ius scholae. Il testo consente l’acquisto della cittadinanza italiana al minore straniero che sia nato in Italia o vi abbia fatto ingresso entro il compimento del dodicesimo anno di età e che abbia risieduto legalmente e senza interruzioni nel nostro Paese, qualora abbia frequentato regolarmente per almeno cinque anni nel territorio nazionale uno o più cicli presso istituti appartenenti al sistema nazionale di istruzione o percorsi di istruzione e formazione professionale triennale o quadriennale idonei al conseguimento di una qualifica professionale.+
    Lo ius scholae è, dunque differente dallo ius sanguinis e dallo ius soli. Il primo è il principio attualmente in vigore in Italia per l’acquisizione della cittadinanza: è italiano chi nasce da almeno un genitore in possesso della cittadinanza e ne “eredita il sangue”. Gli stranieri, che arrivano nel paese, possono chiedere la cittadinanza per naturalizzazione solo dopo 10 anni di permanenza continuativa sul suolo italiano. I loro figli, invece, devono aspettare il compimento della maggiore età, dimostrando di aver vissuto ininterrottamente qui dalla nascita.
    In base al principio dello ius soli, il diritto di cittadinanza si sostanzia con la nascita sul territorio di uno Stato indipendentemente dalla nazionalità di appartenenza dei genitori. I principali paesi europei (Regno Unito, Germania e Francia) applicano forme modificate di ius soli (oltre alla nascita sul territorio dello stato sono richieste diverse condizioni variabili da stato a stato). Ad applicare lo ius soli sono il Brasile, il Canada, gli USA, e in genere quasi tutti i paesi del continente americano.
    In base al testo all’esame dell’Aula di Montecitorio, perchè acquisisca la cittadinanza italiana, i genitori dell’interessato in possesso dei requisiti, purchè siano entrambi residenti in Italia, dovranno rendere una “dichiarazione di volontà” entro il compimento della maggiore età del ragazzo. L’interessato può rinunciare alla cittadinanza acquisita entro due anni dal raggiungimento della maggiore età, purché in possesso di altra cittadinanza, e, viceversa, fare richiesta di acquisto della cittadinanza all’ufficiale di stato civile entro due anni dal raggiungimento della maggiore età, ove i genitori non abbiano reso la dichiarazione di volontà.
    Una norma del testo specifica che il requisito della minore età si considera riferito al momento della presentazione dell’istanza o della richiesta da parte dei genitori.

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    Il Papa prega per l'Ucraina, 'flagellata da barbari attacchi'

    “Porto ogni giorno nel cuore la cara e martoriata Ucraina, che continua a essere flagellata da barbari attacchi, come quello che ha colpito ilcentro commerciale di Kremenchuk”. Così il Papa all’Angelus. “Prego perché questa folle guerra possa vedere presto la fine – ha proseguito – e rinnovo  l’invito a perseverare senza stancarsi nella preghiera per la pace”.  “Che il Signore apra quelle vie di dialogo che gli uomini non vogliono o non riesconoa trovare – ha detto ancora il Pontefice -. E non trascurino di soccorrere la popolazione ucraina tanto sofferente”. 
    Precedentemente, durante la messa per la festa dei santi Pietro e Paolo, Bergoglio ha detto che “nella Chiesa, ciascuno è chiamato ad essere discepolo missionario e a offrire il proprio contributo”.  “E qui mi vengono in mente due domande – ha proseguito -. La prima è: cosa posso fare io per la Chiesa? Non lamentarsi della Chiesa, ma impegnarsi per la Chiesa.  Partecipare con passione e umiltà: con passione, perché non dobbiamo restare spettatori passivi; con umiltà, perché impegnarsi nella comunità non deve mai significare occupare il centro della scena, sentirsi migliori e impedire ad altri di avvicinarsi”.     E allora la seconda domanda è: “cosa possiamo fare insieme, come Chiesa, per rendere il mondo in cui viviamo più umano, più giusto, più solidale, più aperto a Dio e alla fraternità tra gli uomini?”, ha chiesto il Papa. “Non dobbiamo certamente chiuderci nei nostri circoli ecclesiali e inchiodarci a certe nostre discussioni sterili, ma aiutarci ad essere lievito nella pasta del mondo – ha avvertito Francesco -. Insieme possiamo e dobbiamo porre gesti di cura per la vita umana, per la tutela del creato, per la dignità del lavoro, per i problemi delle famiglie, per la condizione degli anziani e di quanti sono abbandonati, rifiutati e disprezzati”.    Insomma, “essere una Chiesa che promuove la cultura della cura, la compassione verso i deboli e la lotta contro ogni forma di degrado, anche quello delle nostre città e dei luoghi che frequentiamo, perché risplenda nella vita di ciascuno la gioia del Vangelo: questa è la nostra ‘buona battaglia’”, ha evidenziato.    Parlando a braccio, il Papa ha quindi invitato a “stare attenti a non cadere nel clericalismo. Il clericalismo è una perversione. Il ministro che si fa clericale, con atteggiamento clericale, ha preso una strada sbagliata. Peggio ancora sono i laici clericalizzati. Stiamo attenti a questa perversione del clericalismo”. E anche ad evitare le “nostalgie” verso le cose di un tempo e a “non cadere nell”indietrismo’, che oggi è alla moda”.    

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    Raggiunti i 45 obiettivi del Pnrr, chiesta la seconda rata

    Sono stati conseguiti nei tempi previsti tutti i 45 traguardi e obiettivi indicati dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza per il primo semestre 2022. Il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha quindi inviato alla Commissione europea la richiesta relativa al pagamento della seconda rata dei fondi del Pnrr del valore complessivo di 24,1 miliardi di euro, di cui 11,5 miliardi di contributi a fondo perduto e 12,6 miliardi di prestiti.L’importo effettivo che sarà erogato – spiega il ministero dell’Economia – “è pari a 21 miliardi di euro (suddivisi fra 10 miliardi di sovvenzioni e 11 miliardi di prestiti), al netto di una quota che la Commissione trattiene su ogni rata di rimborso, pari al 13% del prefinanziamento ricevuto ad agosto 2021 dall’Italia. L’erogazione delle risorse da parte della Commissione europea avverrà nei prossimi mesi all’esito dell’iter di valutazione previsto dai regolamenti”.

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    Primo sì allo Ius Scholae, atteso da oltre 1 milione 

     La Commissione Affari costituzionali della Camera ha dato il via libera alla proposta di legge sulla cittadinanza sulla base dello Ius scholae, votando il mandato al relatore a riferire in Aula. In base a quanto deciso nell’ultima capigruppo della Camera, il testo approderà nell’Assemblea di Montecitorio nel pomeriggio, con la discussione generale. La maggioranza si spacca sul voto. La Lega vota contro il testo con Fdi. Per Fi, Annagrazia Calabria ha votato contro e Renata Polverini a favore.

    Ius scholae, a Roma flash mob: ‘Oltre un milione lo attendono’

    In base a quanto previsto dai Capigruppo della Camera, il 29 giugno si inizierà con la discussione generale. Il testo punta a riconoscere il ruolo della scuola consentendo a quasi un milione di under 18 (nati in Italia o arrivati entro i 12 anni) la possibilità di chiedere la cittadinanza italiana dopo aver frequentato “almeno 5 anni di scuola”. Dare ai ragazzi la cittadinanza anche prima della maggiore età mette d’accordo tutto il centrosinistra (a favore sono M5S e Pd, Leu e Italia Viva) ma potrebbe spaccare il centrodestra.
    Se Forza Italia, che ha votato in commissione l’adozione di un testo base, ha una posizione più “dialogante” Lega e Fratelli d’Italia fanno muro: la cittadinanza “non è un biglietto a premi” e “si decide a 18 anni”, ha detto Matteo Salvini mentre per Fdi si tratta di “uno ius soli mascherato”. “Nel testo unico Pd-M5S la manifestazione di volontà è dei genitori stranieri e non dei ragazzi, il minore non è neppure ascoltato o considerato ma diventa uno strumento per un lasciapassare alla cittadinanza facile. E’ uno Ius soli neanche troppo mascherato e l’iniziativa ideologica sullo statuto del comune di Bologna ne è la conferma”, dicono i deputati di Fdi, Emanuele Prisco e Augusta Montaruli. Il riferimento è al consiglio comunale di Bologna che ha modificato il suo Statuto introducendo, appunto, il riconoscimento della cittadinanza onoraria per i minori stranieri. Proprio alla vigilia del voto si è svolto in piazza Capranica, a pochi passi da Montecitorio, un flash mob organizzato dalla Rete per la riforma della cittadinanza: in piazza è stato celebrato un matrimonio tra l’Italia e oltre un milione di giovani ancora senza cittadinanza. Sotto un arco floreale attivisti e attiviste hanno condiviso le promesse nuziali, simbolo delle aspettative di cambiamento in caso di approvazione della Riforma, alla presenza di testimoni come la modella e attivista Bianca Balti, la designer Stella Jean e Alberto Guidetti (Bebo) de lo Stato Sociale. “Italia, promettimi che 877 mila studenti riceveranno la cittadinanza, che mi considererai uguale ai miei compagni, che potrò andare a votare per la prima volta, che potrò indossare la maglia degli azzurri e non dovrò più stare in panchina”, sono alcune tra le promesse espresse dagli attivisti arrivati da tutta l’Italia. Dal canto suo l’assessora alle Politiche Sociali e alla Salute di Roma, Barbara Funari, intervenendo alla manifestazione ha affermato che la Capitale “è pronta a dire sì e a stare dalla parte giusta della storia. Abbiamo tanti bambini e cittadini che sono già romani e aspettano solo il riconoscimento legislativo. Nella Capitale sono più del 13% i minori residenti in attesa della cittadinanza. La norma deve essere approvata al più presto e come Comune ci impegniamo ad applicarla nel modo migliore possibile”.

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    Meloni prende di mira FI, Tosi aiuta la sinistra

    Scintille tra Forza Italia e Fratelli d’Italia. Il primo ad attaccare è l’ex sindaco di Verona, il neo forzista Flavio Tosi che paragona su Repubblica Giorgia Meloni a Marine Le Pen: “Ha tanti voti, ma è destinata a perdere”.    Durissima la replica dell’ex ministro della Gioventù: “Un esponente di Forza Italia oggi in un’intervista dice che il centrodestra dovrebbe liberarsi di FdI, vorrei sapere se questa è la linea di Forza Italia”, afferma arrivando al convegno di Ecr, il partito europeo di cui è presidente. Quindi va oltre: “Tosi – aggiunge – sembra essere fiero di aver fatto vincere la sinistra, e mi sembra che lo voglia fare anche a livello nazionale”.    Da Arcore sulle prime nessun commento. “Non rispondiamo in alcun modo, non alimentiamo polemiche di nessun genere. Andiamo avanti – è la replica del partito azzurro – a lavorare sereni cercando un clima migliore”. Poi però un big del partito si toglie un sassolino dalla scarpa: “Giorgia ha risposto non ha un leader ma a uno che fa il consigliere comunale a Verona che può dire quello che vuole in virtù del suo ruolo. Avete mai sentito Berlusconi e Salvini rispondere a un consigliere comunale di Verona?”.    Tensioni che arrivano alla Camera, dove il partito azzurro apre allo Ius Scholae, fortemente osteggiato da FdI.    Insomma, le tante scorie accumulate prima e dopo i ballottaggi si fanno ancora sentire in una coalizione che fatica persino a trovare un momento di confronto. Da giorni i pontieri sono al lavoro per organizzare un vertice dei leader, ma al momento, al di là delle dichiarazioni di maniera, questa riunione non è stata convocata. Antonio Tajani ammette che c’è l’ipotesi di farlo ad Arcore”, ma che non crede che sarà questa settimana. Ma dai capannelli di Montecitorio i dissapori sono tali che alcuni esponenti di Fratelli d’Italia mettono anche in dubbio che la riunione si tenga ad Arcore. Insomma, dentro il partito di Giorgia Meloni c’è chi, eufemisticamente, suggerisce al resto della coalizione di dare un segnale di svolta, convocando il vertice invece che nella residenza privata del Cavaliere in una qualsiasi sede di uno dei partiti della coalizione.    Ovviamente non si tratterebbe solo di una novità di carattere logistico: il retropensiero della richiesta di FdI sarebbe quello di contestare in radice il ruolo di Berlusconi come federatore dell’intera coalizione, ruolo che Forza Italia rivendica strenuamente. Non a caso, alla domanda diretta se Berlusconi abbia ancora questa funzione, Meloni risponde in modo un po’ evasivo ma lanciando sottotraccia un messaggio chiaro: “Noi vorremmo essere tutti federatori del centrodestra.    A me interessa la sostanza, mi interessa lavorare per l’unità della coalizione”. Sul tema del vertice sì, vertice no, la Lega evita polemiche, soprattutto con il partito azzurro: non vediamo la location – commentano in tanti – come un problema. A noi interessa che si riprenda il lavoro per l’unità della coalizione. 

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    Ex nazista di 101 anni condannato a 5 anni di prigione

    Condannato all’età di 101 anni per avere favorito esecuzioni nelle camere a gas naziste. A oltre settant’anni dalla fine della Seconda Guerra mondiale la giustizia tedesca ha inflitto cinque anni di carcere ad un ex guardiano di un campo di concentramento nazista, Josef Schuetz, la persona più anziana finora accusata di complicità in crimini di guerra durante l’Olocausto. La sentenza è stata emessa al termine di un processo in un tribunale del Brandeburgo in Germania.    L’uomo è accusato di aver partecipato all’uccisione di 3.518 prigionieri nel campo di Sachsenhausen a Oranienburg, a nord di Berlino, tra il 1942 e il 1945. Le accuse includono il favoreggiamento della “esecuzione per fucilazione di prigionieri di guerra sovietici nel 1942” e l’omicidio di prigionieri “usando il gas Zyklon B”.    Schuetz, che all’epoca dei fatti aveva 21 anni, si è dichiarato innocente, dicendo di non aver fatto “assolutamente nulla” e che non era a conoscenza dei raccapriccianti crimini commessi nel lager. “Non so perché sono qui”, ha detto al termine del processo. Ma i pubblici ministeri affermano che “consapevolmente e volontariamente” ha partecipato ai crimini come guardiano del campo. Il suo avvocato, Stefan Waterkamp, ;;ha detto all’Afp che sarà presentato un ricorso, il che significa che la sentenza non sarà applicata prima del 2023. Durante il processo, Schuetz aveva rilasciato diverse dichiarazioni incoerenti sul suo passato, lamentandosi del fatto che la sua testa si stava “confondendo”. Ad un certo punto, aveva detto di aver lavorato come bracciante agricolo in Germania per la maggior parte della Seconda Guerra mondiale, affermazione contraddetta da diversi documenti storici. Dopo la guerra, Schuetz venne trasferito in un campo di prigionia in Russia prima di tornare in Germania, dove lavorò come contadino e fabbro.    Più di 200.000 persone tra cui ebrei, rom, oppositori del regime e gay furono detenute nel campo di Sachsenhausen tra il 1936 e il 1945. Decine di migliaia di detenuti morirono per lavori forzati, omicidi, esperimenti medici, fame o malattie prima che il campo fosse liberato dai sovietici, secondo il Sachsenhausen Memorial and Museum.    Fino ad ora la giustizia tedesca ha emesso diverse sentenze di colpevolezza nei confronti dei criminali nazisti sopravvissuti. Tra questi Oskar Groening, un contabile ad Auschwitz, e Reinhold Hanning, un’ex guardia delle SS ad Auschwitz. Entrambi sono stati condannati all’età di 94 anni per complicità nell’omicidio di massa, ma sono morti prima di poter essere imprigionati.