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    Chi è Mantovano, magistrato prestato alla politica

     Pugliese, classe 1958, Alfredo Mantovano è il nuovo sottosegretario alla presidenza del Consiglio del governo guidato da Giorgia Meloni. In magistratura del 1983, Mantovano fa il suo esordio in politica nel 1996 quando viene eletto deputato con Alleanza Nazionale. In quella legislatura fece parte delle commissioni Giustizia ed Antimafia.    Nelle elezioni del 2001 non viene eletto, ma entra nella squadra dell’esecutivo come sottosegretario all’Interno del governo Berlusconi. Torna in Parlamento nel 2006, in Senato sempre con Alleanza Nazionale e diviene membro del Copasir. Rieletto nel 2008 fa il suo ritorno al Viminale nel ruolo di viceministro con delega alla pubblica sicurezza. Dopo aver deciso, nel 2012, di votare la fiducia al governo Monti, Mantovano alla scadenza della legislatura sceglie di non ricandidarsi e torna in magistratura. Prima diviene consigliere alla IV sezione penale della Corte di appello di Roma e poi, dal maggio 2018 è consigliere di sezione penale alla Corte di Cassazione.    Mantovano è giornalista pubblicista dal 1984 e collabora con la rivista Tempi. Dal 2015 è inoltre presidente della sezione italiana della fondazione pontificia Aiuto alla Chiesa che Soffre. (ANSA).   

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    Chi è Roccella, la pro vita alla Famiglia-Pari opportunità

    Eugenia Maria Roccella, 69 anni, è nata a Bologna e figlia di uno dei fondatori del Partito Radicale, Franco Roccella, e della pittrice e femminista Wanda Raheli. E’ il nuovo ministro della Famiglia, natalità e pari opportunità.    Laureata in lettere moderne, è dottore di ricerca presso l’Università La Sapienza. Dal 2000 è giornalista professionista.    Negli anni ottanta ha lasciato i Radicali, colpevoli, a suo dire, di portare avanti «battaglie che stanno conducendo verso la distruzione dell’individuo». Si è allontanata per vent’anni dalla politica attiva. È diventata editorialista del quotidiano Avvenire e ha collaborato con Il Foglio, con Il Giornale e con la rivista bimestrale di cultura politica Ideazione. Nel 1997 ha scritto “La leadership di Berlusconi”, e nel 2001 “Dopo il femminismo” (Ideazione editrice).    Nel 2007 è portavoce, insieme con Savino Pezzotta, del Family Day, la manifestazione di sostegno alla famiglia formata da un uomo e una donna organizzata per il 12 maggio dall’associazionismo cattolico.    Deputata PdL e sottosegretario al Welfare nel 2008 e alla Salute nel 2009, alle elezioni politiche del 2008 viene eletta alla Camera nelle liste del Popolo della Libertà (quota Forza Italia) per la circoscrizione Lazio 2. Nel maggio dello stesso anno diventa sottosegretario al ministero del Lavoro, della salute e delle politiche sociali. In seguito alla ricostituzione del Ministero della salute quale autonomo dicastero, il 5 febbraio 2010 è divenuta sottosegretario alla salute.    Nel 2013 ha fondato “Di mamma ce n’è una sola”, il primo comitato italiano contro l’utero in affitto.    Alle elezioni politiche del 2013 è stata rieletta alla Camera nella circoscrizione Lazio 1 nelle liste del Popolo della Libertà. Ha poi aderito al Nuovo Centrodestra guidato da Angelino Alfano. Nel 2015 ha lasciato il Nuovo Centrodestra, nonché il gruppo Area Popolare, passando quindi al Gruppo misto e divenendo una delle fondatrici del Movimento Identità e Azione, guidato da Gaetano Quagliariello. Alle elezioni politiche del 2022 viene ricandidata alla Camera nel collegio uninominale Puglia – 01 (Foggia) per il centrodestra e in terza posizione nelle liste di Fratelli d’Italia nei collegi plurinominali Calabria e Sicilia    

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    Chi è Giorgia Meloni, la prima premier donna

    Quarantacinque anni, romana, Giorgia Meloni è la prima presidente del Consiglio donna nella storia d’Italia. iornalista professionista cresciuta nel quartiere Garbatella di Roma, madre di una figlia, si innamora della politica nel 1992, quando a 15 anni aderisce al Fronte della Gioventù, l’organizzazione giovanile del Msi. Fonda il coordinamento Gli Antenati, che partecipava alla contestazione contro il progetto di riforma della pubblica istruzione promossa dal ministro Rosa Russo Iervolino. Nel 1996 diviene responsabile nazionale di Azione Studentesca.
    In politica non fa che bruciare le tappe. Nel 1998 viene eletta consigliere della Provincia di Roma per Alleanza Nazionale, rimanendo in carica fino al 2002. Nel 2000 diviene dirigente nazionale di Azione Giovani. Nel 2004 viene eletta presidente di Azione Giovani. Nel 2006, a 29 anni, viene eletta alla Camera, divenendo la più giovane parlamentare della XV Legislatura. Dal 2006 al 2008 è una dei vicepresidenti della Camera dei deputati. Nel 2008 è nominata Ministro (la più giovane della storia dell’Italia repubblicana) per la gioventù.
    Nel novembre 2012 si candida alle primarie del Popolo della Libertà ma con la rinuncia di Berlusconi a disputarle il 20 dicembre lascia il PdL e fonda, assieme a Guido Crosetto, Ignazio La Russa e altri esponentei provenienti da An, PdL e Msi, il nuovo movimento politico di destra Fratelli d’Italia, nelle cui liste viene eletta alla Camera nelle Politiche del 2013.

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    Chi è Casellati, dalla guida del Senato alle Riforme

    Veneta, 76 anni, giurista, Elisabetta Casellati è stata nella scorsa legislatura presidente del Senato: la prima donna ad essere stata eletta alla seconda carica dello Stato. Ora guiderà il ministero delle Riforme del governo Meloni.    Dopo la laurea in Legge a Ferrara diventa avvocato (lo è anche il marito): ha esercitato a lungo come matrimonialista a Padova. Aderisce a Forza Italia sin dalla fondazione. Dal 1994 per il partito di Silvio Berlusconi è stata eletta sette volte a Palazzo Madama.    E’ stata due volte sottosegretario ma mai ministro, ed è stata eletta dal Parlamento membro laico del Consiglio Superiore della Magistratura. Il 18 aprile del 2018, quando era alla guida del Senato, riceve dal capo dello Stato Sergio Mattarella l’incarico di verificare l’esistenza di una maggioranza parlamentare tra i partiti della coalizione di centrodestra e il Movimento Cinque Stelle per la formazione di un nuovo governo.    La composizione si rivelerà complessa e prima di dare vita a un esecutivo ci vorranno altri tentativi.    Il 28 gennaio 2022, durante le votazioni per eleggere il presidente della Repubblica, viene indicata come candidata dal centrodestra; al quinto scrutinio, tuttavia, il suo nominativo non raggiunge il quorum di preferenze, per cui si sfila dalla corsa al termine della quale ci sarà la rielezione al Quirinale di Sergio Mattarella.    

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    Dall'incarico alla manovra, il timing

    Il conferimento dell’incarico di formare un governo a Giorgia Meloni, che ha accettato senza riserve, rappresenta una accelerazione nel timing fino al voto di fiducia in entrambi i rami del Parlamento. Ecco un possibile elenco delle scadenze principali, da qui alla fine dell’anno, per il nuovo governo e per il Parlamento.
    – 22 OTTOBRE. Alle 10 nel Salone delle Feste del Quirinale si terrà il giuramento del governo Meloni. A quel punto il governo entrerà nella pienezza dei poteri. A Palazzo Chigi si svolgerà quindi, immediatamente a seguire, salvo decisioni dell’ultimo istante, il passaggio delle consegne con Mario Draghi. il cosiddetto ‘passaggio della Campanella’. E si terrà il primo Consiglio dei ministri.
    – 25 OTTOBRE. Il governo si presenta in Parlamento per la fiducia. Si comincia al mattino alla Camera; lì Meloni pronuncerà le sue dichiarazioni programmatiche. Al termine del discorso si sposterà al Senato per consegnare il testo appena svolto a Montecitorio. Non è ancora chiaro se la fiducia in entrambi i rami del Parlamento arriverà nella stessa giornata o si articolerà in due giorni, con il voto al Senato il 26 ottobre.
    – 26 OTTOBRE. La commissione speciale costituita per l’esame del decreto legge Aiuti Ter alla Camera inizia l’esame del testo, che approderà in Aula il 7 novembre.
    – DAL 27 OTTOBRE. Delineati con il primo voto di fiducia in entrambe le Camere i perimetri della maggioranza parlamentare, si costituiscono le commissioni permanenti. Nella settimana che parte il 7 novembre i presidenti di Camera e Senato potrebbero convocarle perchè eleggano i rispettivi presidenti. In questa stessa settimana si aprirà anche la partita delle commissioni permanenti di Camera e Senato.
    – LA MANOVRA. È scontato che dopo l’emanazione del decreto Aiuti Ter il governo debba varare una Nota di Variazione del Def (Nadef). A quel punto dovrà essere presentata la legge di Bilancio, che va approvata definitivamente dal Parlamento entro il 31 dicembre.

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    Chi è Musumeci, ex presidente Sicilia al Sud e al Mare

    Presidente della Regione siciliana nella legislatura appena conclusa, Nello Musumeci, 67 anni, bancario e giornalista pubblicista, è uno dei volti storici della destra in Sicilia degli ultimi trent’anni. Col governo Meloni sarà ministro del Sud e del Mare.    Giovane presidente della Provincia di Catania eletto con il Msi nel 1994, resta alla guida dell’ente per due mandati. Pochi mesi dopo diventa anche europarlamentare ed è rieletto nelle due successive tornate Europee del 1999 e del 2004. È stato anche coordinatore regionale di Alleanza Nazionale, partito che lascia nel 2005 in polemica con Gianfranco Fini, fondando il movimento regionale Alleanza Siciliana. Alla guida di questo nel 2006 si candida a Palazzo d’Orleans contro Totò Cuffaro e il centrodestra, ma non viene eletto.    Sottosegretario di Stato alle Politiche del Lavoro nel quarto governo Berlusconi nel 2011.    Nel 2012 ritenta l’avventura alla presidenza della Regione e viene sconfitto da Rosario Crocetta, candidato del centrosinistra. Nella stessa legislatura a Sala d’Ercole viene eletto presidente della commissione regionale Antimafia.    Negli stessi anni lancia il movimento siciliano #Diventerabellissima dalla citazione di una frase di Paolo Borsellino.    Nel 2017 è eletto governatore della Sicilia, incarico per il quale decide di non ricandidarsi a settembre scorso per favorire l’unità del centrodestra siciliano, quindi viene eletto senatore della Repubblica alle politiche del 25 settembre.    

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    Chi è Urso, dal Copasir allo Sviluppo Economico

    Torna ad occuparsi di temi economici, dopo la parentesi al Copasir, Adolfo Urso. Il nuovo ministro dello Sviluppo economico e del Made in Italy ha alle spalle una lunga storia di destra.    Nato a Padova 65 anni fa da genitori di Acireale (Catania), si laurea in Sociologia alla Sapienza di Roma, inizia l’attività politica nel Movimento sociale italiano e diventa giornalista.    Nel 1983 è tra gli autori del libro: ‘Atleti in camicia nera. Lo sport nell’Italia di Mussolini’. Nel 1986 diventa direttore responsabile di ‘Proposta’, bimestrale d’area. Nel 1988 è uno dei reggenti del Fronte della Gioventù; l’anno dopo entra nella segretaria politica dell’Msi-Dn, dove dirigerà il Dipartimento informazione. Tra i promotori di Alleanza Nazionale, entra in Parlamento nel 1994. Quella attuale è la sua settima legislatura, le ultime due da senatore. Con i Governi Berlusconi II e III è stato viceministro con delega al Commercio estero dal 2001 al 2006 e tra il 2009 ed il 2010. Nel 2013 non viene candidato dal Pdl. Forte dell’esperienza e dei contatti maturati nell’esecutivo di centrodestra fonda la società Italy World Services, che fornisce consulenza e assistenza per le imprese italiane all’estero. Nel 2015 aderisce a Fratelli d’Italia e nel 2018 torna alla politica attiva candidandosi al Senato. Eletto, ottiene la vicepresidenza del Copasir. La sua attività con la Iws gli viene contestata quando con il Governo Draghi gli si apre la strada verso la presidenza del Comitato di controllo sull’intelligence in quanto unico esponente dell’opposizione.    Lui spiega di aver passato al figlio la guida della società.    Viene quindi eletto presidente dell’organismo.    Il senatore è anche presidente della fondazione Farefuturo che, si legge sul sito, “promuove la cultura e i valori della Nazione, rifuggendo dal dilagante ‘presentismo’, nella convinzione che occorra il massimo impegno per disegnare il futuro dell’Italia nel contesto di una Europa delle Patrie”.    Padre di tre figli, è sposato con Olga, ucraina di Lugansk, città dell’Ucraina, autoproclamata Repubblica filorussa. “Mia moglie e nostro figlio dialogano in russo”, ha recentemente raccontato il senatore.    

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    Chi è Schillaci, alla Salute rettore Tor Vergata

    Torna un tecnico al ministero della salute. Orazio Schillaci è ;da novembre 2019 Rettore dell’Università di Roma “Tor Vergata”. 56 anni, romano, è stato dal 2013 preside della Facoltà di Medicine e Chirurgia, e dal 2007 è Professore Ordinario di Medicina Nucleare sia nel corso di laurea in Medicina e Chirurgia che nel corso di laurea in TRM (Tecniche di radiologia medica). Dal 2001 è poi direttore della UOC di Medicina Nucleare del Policlinico Tor Vergata; è anche presidente dell’Associazione Italiana Medici di Medicina Nucleare. Schillaci è stato membro del Comitato Scientifico dell’Istituto Superiore di Sanità, nominato dal ministro uscente, Roberto Speranza, lavorando a fianco del presidente dell’Istituto Silvio Brusaferro. Ha conseguito nel 1990 la laurea in Medicina e Chirurgia presso l’Università ‘La Sapienza’, dove nel 1994 si è specializzato in Medicina Nucleare.    Sempre presso l’Università “La Sapienza” di Roma, nel 2000, ha conseguito il titolo di Dottorato in “Imaging funzionale radioisotopico” e nel 2009 si è specializzato in Radiodiagnostica presso l’Università degli Studi di Roma ‘Tor Vergata’. E’ stato poi componente di Commissioni Sanitarie per la Regione Lazio e per il Ministero della Salute, oltre che responsabile di progetti di ricerca nazionali ed internazionali, ammessi al finanziamento sulla base di bandi competitivi, tra i quali Horizon 2020 della Unione Europea. Il rettore di Tor Vergata fa poi parte dell’Editorial Board delle 2 riviste internazionali più prestigiose nel settore della Medicina Nucleare, l’European Journal of Nuclear Medicine and Molecular Imaging e il Journal of Nuclear Medicine. E’ stato revisore per numerose riviste internazionali e autore di 354 pubblicazioni edite a stampa. E’ stato esperto del Consiglio Superiore di Sanità per il triennio 2006-2009.