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    Trenta anni fa la battaglia del “Checkpoint pasta” in Somalia

    Ricorre oggi il trentesimo anniversario della battaglia nota come “Battaglia del pastificio” o “Checkpoint pasta”, del 2 luglio 1993 quando il Comando italiano presente in Somalia nell’ambito dell’Operazione IBIS II, venne coinvolto negli scontri con dei miliziani. Tre soldati, Andrea Millevoi, Stefano Paolicchi e Pasquale Baccaro morirono e altri 31 soldati rimasero feriti. 
    E’ considerata la prima battaglia nella quale è stato impegnato l’esercito italiano dopo la Seconda Guerra Mondiale.
    Mattarella: “Una pagina di grande significato per il Paese””Rivolgo un deferente pensiero alla memoria dei tre soldati italiani che persero la vita in terra somala, per contribuire a ripristinare la pace in un Paese stremato da anni di guerra civile, di carestia e di pestilenze. In quel 2 luglio 1993, nel corso di una operazione di ricerca di armi nascoste da miliziani, soldati di leva operarono fianco a fianco con le forze speciali in un ambiente complesso e ostile, affrontando un soverchiante avversario con grande coraggio, meritando la concessione di quattro Medaglie d’Oro al Valor Militare per meriti individuali. Nelle ore dei combattimenti si susseguirono innumerevoli atti di eroismo frutto di un alto senso dell’onore militare e del dovere, segnando una pagina di grande significato per il nostro Paese e l’intera Comunità internazionale. Agli uomini impegnati nell’operazione la Repubblica guarda con ammirazione e rispetto e il loro atto eroico rimane esempio per tutti coloro che servono in armi l’Italia. Con questi sentimenti, il Paese si stringe oggi ai familiari dei caduti e dei feriti con riconoscenza»
    Meloni: “Onoriamo i caduti””Sono trascorsi trent’anni dalla tragica battaglia del Checkpoint Pasta a Mogadiscio. Il 2 luglio 1993, miliziani somali attaccarono una colonna del contingente nazionale italiano impegnato nella missione condotta sotto egida ONU per garantire l’arrivo degli aiuti umanitari al popolo della Somalia, ridotto alla fame e alla sofferenza dalla lotta di potere tra fazioni tribali. Tre giovani e valorosi militari italiani – il Sottotenente Andrea Millevoi, il Sergente Maggiore Stefano Paolicchi e il Caporale Pasquale Baccaro – caddero vittime dell’attacco. Altri trentadue rimasero feriti, alcuni dei quali anche molto gravemente. Uno di loro, il Tenente Colonnello Gianfranco Paglia, perse l’uso delle gambe ma in questi anni non ha mai fatto venire meno il suo impegno per mantenere vivo il ricordo di quello che è successo e dei suoi commilitoni. Nel trentennale di quel tragico evento il Governo onora la memoria dei caduti e si stringe con affetto ai loro famigliari e ai loro cari. Oggi ribadiamo il nostro ringraziamento per tutti i militari che servono la Patria e le Istituzioni e tengono alto il Tricolore nel mondo, mettendo anche a rischio la propria vita nell’assolvimento del dovere e per contribuire a portare pace, sicurezza e stabilità negli scenari più complessi”.
    Bernini, ricordo vivo nella memoria nazionale”Il ricordo di quel giorno è ancora vivo nella memoria nazionale come lo è il sacrificio dei nostri militari caduti, fulgido esempio di coraggio e abnegazione.Tenere per sempre alta la memoria di quei momenti è un dovere perché il sacrificio dei nostri soldati non venga disperso”
    Sangiuliano, penso commosso al sacrificio di tre italiani”Da trent’anni mi onoro dell’amicizia della medaglia d’oro Gianfranco Paglia. Nel trentesimo anniversario della Battaglia del ‘Pastificio’, penso commosso al sacrificio di tre soldati italiani”. “Tre eroi – aggiunge il ministro in un altro tweet – che facevano parte di un contingente delle Nazioni Unite, e persero la vita in terra somala, il #2luglio del 1993 per aiutare una nazione dilaniata da anni di guerra civile e di carestia”.
    Crosetto, episodio che racconta il coraggio dei soldati italiani”Oggi ricordiamo i nostri caduti a Mogadiscio del 2 luglio del 1993, un episodio che racconta il coraggio dei soldati italiani e della continuità con cui l’Italia si è sempre adoperata per aiutare Paesi amici, bisognosi di sicurezza, libertà, pace”.

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    Il Papa, preghiamo per la pace, in Ucraina e nel mondo

    (ANSA) – CITTÀ DEL VATICANO, 02 LUG – “Anche in questo
    periodo estivo non stanchiamoci di pregare per la pace, in modo
    speciale per il popolo ucraino, tanto provato. E non trascuriamo
    le altre guerre purtroppo spesso dimenticate, i numerosi
    conflitti e scontri che insanguinano molti luoghi della terra.   
    Tante guerre ci sono oggi! Interessiamoci di quello che accade,
    aiutiamo chi soffre, preghiamo, perché la preghiera è la forza
    mite che protegge e sostiene il mondo”. Così il Papa all’Angelus
    ha rinnovato il suo appello per la pace. (ANSA).   

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    Il Papa, il cristiano non crede agli oroscopi o alle carte

    (ANSA) – CITTÀ DEL VATICANO, 02 LUG – “Il cristiano non crede
    alle superstizioni, come la magia, le carte, gli oroscopi o cose
    simili”. Lo ha detto il Papa all’Angelus, commentando il Vangelo
    di oggi nel quale si parla del profeta. “C’è chi lo immagina
    come una sorta di mago che predice il futuro; questa è un’idea
    superstiziosa”, ha sottolineato Papa Francesco. (ANSA).   

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    Il padre di Michelle: ‘era generosa, non è stata uccisa per soldi’

         “Flavio, il fidanzatino di Michelle, è andato a comprare le fedi. Il loro sogno era sposarsi tra un anno, al compimento della maggiore età. Mi ha detto che si sposeranno lo stesso, mercoledì, il giorno del funerale”. Così sul Corriere della Sera il padre di Michelle, la ragazza assassinata a Roma.
        “Michelle era buona, aiutava tutti, i bambini disabili, gli extracomunitari – aggiunge – Dove c’era qualcuno in difficoltà, là trovavi Michelle. Probabilmente, anche chi l’ha uccisa l’avrà attirata a sé chiedendole aiuto, poi, l’ho già detto, deve aver provato ad abusare di lei e davanti al suo rifiuto l’ha aggredita. Gente così, con i coltelli al posto delle mani”.
        “Secondo voi – prosegue – una persona che aiuta gli altri si mette a questionare perché uno le deve 20 euro? E poi lei i soldi li aveva, perché lavorava con i bimbi disabili in piscina e metteva da parte sempre un gruzzoletto: i carabinieri le hanno trovato 150 euro in un cassetto. Io sono due anni che non lavoro e non guadagno, Michelle per rispetto non mi ha mai chiesto un soldo e anzi dava il suo contributo in casa”.
        Rispetto alle sue precedenti dichiarazioni sulla ‘giustizia della strada’, l’uomo afferma oggi: “Ma quale Bronx. Se uno è un criminale, lo è a Primavalle come ai Parioli. Io non sono razzista, ho detto tante cose solo perché accecato dal dolore: se a quello daranno un anno o dieci di galera per me non cambia più niente. Otterrà la seminfermità mentale? Eh già, che bravo ragazzo vero? Michelle ormai non c’è più”.    

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    Lula, ‘la condanna di Bolsonaro è un problema della giustizia’

       Il presidente brasiliano, Luiz Inacio Lula da Silva (Pt) ha rilasciato il suo primo commento sulla condanna all’ineleggibilità del suo predecessore  ultraconservatore, Jair Bolsonaro, dichiarando che si tratta di un problema della giustizia e che non influirà sul suo governo.
        Bolsonaro “sa cosa ha fatto. Se ha avuto ragione sarà premiato, se ha sbagliato sarà giudicato e punito in base all’errore che ha commesso”, ha affermato Lula, evidenziando: “Questo è un problema di Giustizia che non interferisce con la tranquillità del governo”. 
        Il Tribunale superiore elettorale (Tse) ha condannato Bolsaro -con il voto di cinque giudici su sette- riconoscendo l’ex capo di Statocolpevole di abuso di potere e uso distorsivo dei media a fini elettorali. L’episodio della riunione con gli ambasciatori del luglio 2022, che ha portato Bolsonaro alla sbarra, è stata solo l’occasione da cui partire per esplorarne le responsabilità nelle trame cospirative, sfociate nell’attaccosovranista ai Palazzi della democrazia dell’8 gennaio a Brasilia.
       Dopo la sentenza, Lula ha criticato il suo predecessore, senza però fare il suo nome, in un evento pubblico a Rio Grande do Sul. “Per Dio del cielo, non so cosa sia stato fatto per quattro anni se non bugie, instillazione di odio,  bugie, e offese a tutti – ha affermato -. Questo Paese non è così. Il popolo brasiliano non è così. Il popolo brasiliano è molto fraterno, affettuoso, gentile. Non vogliamo litigare”. 

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    ‘L’ex rabbino capo di Mosca dichiarato agente straniero’

       Le autorità russe hanno dichiarato l’ex rabbino capo di Mosca Pinchas Goldschmidt “agente straniero”. Lo riportano i media israeliani. Il bando di Goldschmidt avviene ad un anno di distanza dalla sua partenza da Mosca a seguito dell’invasione dell’Ucraina. L’ex rabbino capo di Mosca aveva più volte espresso critiche all’operato di Mosca e invitato gli ebrei russi a lasciare il Paese nel timore che sarebbero potuti diventare dei capri espiatori per via delle difficoltà causate dalla guerra.
       Il nome di Goldschmidt, secondo i media israelian,i che citano l’agenzia Interfax, è stato inserito nell’elenco degli agenti stranieri venerdì scorso dal ministero della Giustizia russo per aver disseminato “informazioni false sulle decisioni prese dalle autorità russe e le loro politiche. Inoltre, per la sua opposizione “alla operazione militare speciale in Ucraina”. La risposta dell’ex rabbino capo non si è fatta attendere: “orgoglioso – ha detto citato dai media – di essere dalla parte giusta della storia e di raggiungere una lista di gente che è contro questa terribile guerra costata la vita a centinaia di migliaia di persone”.     

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    Santanchè, io tranquilla, risponderò in Senato molto volentieri

    “Non ho alcun tipo di imbarazzo per l’inchiesta di Report. Mercoledì prossimo andrò in Senato a rispondere tranquillamente a tutto”. Lo ha detto Daniela Santanché, Ministro del turismo, al microfono di Giuliano Guida Bardi su Giornale Radio. “Lo farò non perché me l’hanno chiesto ma perché voglio difendere il mio onore, la mia storia imprenditoriale. Quindi ci vado molto volentieri”.”Ma quali accuse pesanti… Sono contenta di andare e dire tutto quello che devo dire. Se ne inventeranno altre? Risponderò a tutto senza alcun tipo di problema – ha aggiunto – mettendoci la faccia come ho sempre fatto da 23 anni che faccio politica”.
    L’indagine su VisibiliaDovrebbe arrivare in autunno e comunque dopo la decisione dell’Agenzia delle Entrate sulla richiesta di transazione avanzata da Visibilia srl in liquidazione e dei Tribunale sul capitolo fallimentare, la chiusura delle indagini sul gruppo fondato da Daniela Santanchè e in cui la ministra del Turismo e senatrice di Fdi, è tra gli indagati per bancarotta e falso in bilancio. La risposta del fisco alla proposta avanzata di saldare il debito di un milione e 200 mila euro, in pratica spalmato in 10 anni, potrebbe essere una sorta di spartiacque con ricadute sul profilo fallimentare e penale. Si chiuderebbe la posizione di Visibilia srl in liquidazione con la revoca da parte della Procura dell’istanza di fallimento come è già accaduto per Visibilia Editore e Visibilia Holding. Rimarrebbe aperta la posizione solo di Visibilia Concessionaria oggetto, come si legge in una memoria difensiva, di “rilevanti interventi posti in essere tempestivamente dalla Società e dai suoi Soci” in base ai quali “i rilievi contenuti nel ricorso per la dichiarazione di apertura della liquidazione giudiziale presentata dal Pubblico Ministero sono da considerarsi superati”. Nel caso in cui la situazione venisse in qualche modo sistemata, cadrebbe per legge l’accusa di bancarotta. Rimarrebbe solo il falso in bilancio, accusa per la quale dopo la conclusione dell’indagine, salvo ripensamenti dei pm e indagini difensive solide, si profila per la ministra – nonostante nel 2022 non abbia più incarichi e le quote di maggioranza – e i suoi coindagati una richiesta di processo. A sostengo delle irregolarità “estremamente significative” nei bilanci del gruppo ai tempi in cui l’imprenditrice Santanchè era alla guida, è il quadro offerto da due consulenze disposte dai pubblici ministeri. Nelle relazioni si parla di “situazione paradossale” e deficit “occultato” e si descrivono operazioni che secondo Nicola Pecchiari, commercialista e docente della Bocconi, avrebbero “ritardato l’emersione di un dissesto patrimoniale” testimoniato, per esempio, dal fatto che in Visibilia S.r.l. in liquidazione “il patrimonio netto rettificato assume un valore negativo per oltre 5,4 milioni di euro già al 31 dicembre 2014 e che tale aggregato peggiora nel periodo sino ad assumere al 31 dicembre 2018 un valore negativo per oltre 8,2 milioni di euro”. Nella relazione del consulente ci sono anche passaggi dedicati alla D1 Partecipazione, con sede in Piazza Duse, in pieno centro di Milano e alla quale nel maggio 2019 Visibilia srl aveva concesso” un finanziamento di 680 mila euro. “Dalla visura camerale” del marzo scorso, “risulta che tale società è partecipata al 10% da Visibilia S.r.l. e per il restante 90% da Daniela Garnero Santanchè a titolo di nuda proprietà e da Alessandro Sallusti a titolo di usufrutto”. E poi che la senatrice è stata “Amministratore Unico” fino al “25 novembre 2019 quando è stato nominato Luciano Moggi, attualmente liquidatore della società”. Ma ciò che inquirenti e investigatori, vorrebbero capire, è il senso del contratto con cui Visibilia “intende cedere – si legge nell’atto del gennaio 2016 – a titolo oneroso e pro solvendo al Signor Sallusti, che intende acquistarla, una porzione” del credito vantato nei confronti di D1 Partecipazione per 240.000 euro. A Milano ci sono altre due inchieste legate, in qualche modo alla ministra. Quella, ancora conoscitiva, su Ky Group in cui aveva qualche quota, e quella per aggiotaggio su Negma, il fondo, con base negli Emirati e alle British Virgin Islands, che ha tra le varie socieà in difficoltà, ha finanziato, attraverso la sottoscrizione di un prestito obbligazionario convertibile, Visibilia Editore. Il pm Paolo Filippini, tra l’altro, è in attesa di una relazione di Consob sull’analisi delle operazioni per verificare se ci siano state o meno condotte manipolative per poi eventualmente fare iscrizioni nel registro degli indagati. Dal canto suo la Commissione si è già espressa ufficialmente sui Poc lo scorso 3 maggio e, da ambienti Consob, si è saputo che le recenti operazioni di prestiti obbligazionari convertibili sono all’attenzione dell’organismo di vigilanza in tutti i loro aspetti.    

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    Ricci, per migranti servono ‘flussi più larghi e legali’

    (ANSA) – PESARO, 01 LUG – “Occorre gestire l’emergenza
    migranti con la testa, non con la pancia. Con flussi più larghi
    e legali, salvando le persone e dando loro la possibilità di
    concretizzare il diritto alla ricerca della felicità”. Lo ha
    detto il sindaco di Pesaro Matteo Ricci, durante l’incontro sul
    soccorso umanitario organizzato nell’ambito del CaterRaduno
    2023, sul palco di teatro Sperimentale insieme a Cecilia Strada
    della Onlus ResQ – People Saving People, l’attore Renato Sarti,
    Cristina Cattaneo responsabile Labanof (Laboratorio di
    antropologia e odontologia forense dell’Università degli Studi
    di Milano), Massimo Cirri e Sara Zambotti di Caterpillar.   
    “La disperazione è più forte di qualsiasi propaganda. – ha
    aggiunto Ricci – Quella migratoria è un’emergenza che si
    contrasta con pragmatismo e razionalità. Su questi temi si
    perdono o si guadagnano voti, ma dire che chi scappa dal proprio
    paese se l’è cercata, significa che dal punto di vista valoriale
    non riconosce il diritto alla ricerca della felicità per tutti”.   
    (ANSA).