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    Bianca Berlinguer si dimette dalla Rai

    Una biografia scarna per una giornalista ‘corsara’ ma insieme una donna discreta che ha vissuto nel segno della difesa della privacy e della professione in cui crede fino al punto da arrivare alla direzione del Tg3, alla conduzione di #cartabianca e ora infine a dire addio alla Rai dopo 34 anni per una nuova avventura, probabilmente a Mediaset. Bianca Berlinguer, figlia di un padre tanto ingombrante quanto gelosamente difeso, come lo storico leader del Pci Enrico, e di Letizia Laurenti, giornalista tv, è nata a Roma il 9 dicembre del 1959 ed è iscritta all’Albo dei giornalisti professionisti dal 1990.
    Non ha molti dubbi la giovane Bianca sulla carriera che vuole intraprendere e inizia scrivendo per il Messaggero, per passare poi nel 1985 alla redazione di Mixer dove Gianni Minoli le insegna il mestiere del giornalismo di approfondimento e d’inchiesta che le sarà utile nella futura conduzione di Primo Piano dove si dimostra esperta come poche nell’arte della diretta. Del 1991 è il passaggio al Tg3 dove si occupa prima di cronaca, poi di politica interna per condurre infine l’edizione serale del notiziario dal 1993 e poi l’approfondimento di seconda serata della testata Primo Piano.
    Il primo ottobre del 2009 del Tg3 Bianca Berlinguer diventa direttrice al posto di Antonio Di Bella. Sostenitrice scettica delle quote rosa, dice che “certi automatismi possono risultare anche soffocanti. Poi, ti guardi intorno; vedi solo uomini nei posti chiave; e ti rendi conto che non ci sono grandi alternative”. Forte anche il suo legame con un altro direttore della testata, Sandro Curzi, con il quale rimarrà solo due anni e del quale dirà che era “trascinante e sapeva motivare la redazione”. Una biografia tutta a sinistra, non solo per nascita, ma vissuta con il tono discreto che la contraddistingue. Rimane fino all’aprile del 2016, quando lasciando dice: “Sette anni fa quando ho assunto la direzione del Tg3 dissi in un editoriale che avrei voluto un Tg3 corsaro e evidentemente questo non poteva piacere a tutti. Negli ultimi tempi non sono mancate pressioni sgraziate e attacchi sguaiati da settori importanti delle classi politiche, ma il Tg3 non ha perso la sua identità e gli auguro di rimanere saggio e irriverente come è sempre stato. Quanto a me resterò a lavorare in Rai. Ci rivedremo presto, prestissimo”.
    Nel febbraio del 2017 inizia la sfida di #Cartabianca e sottolinea: “non è nostra intenzione fare un talk show, cioè cinque o sei ospiti che si scontrano e che urlano. Quel genere è ormai tramontato dappertutto, in tanti lo hanno compreso, del resto”.
    Ma all’ex direttrice del Tg3 la sfida del martedì sera costerà molte polemiche, proprio per quanto riguarda gli ospiti, a partire da quelli fissi come Mauro Corona (che ora è disposto a seguirla nella sua migrazione altrove) ad Alessandro Orsini: insomma anche qui una conduzione “corsara” che porterà ora per la prima volta altrove.

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    Algeria: colloquio telefonico fra Tebboune e Mattarella

    (ANSA) – ALGERI, 03 LUG – Il presidente algerino Abdelmadjid
    Tebboune “ha avuto un colloquio telefonico” con il capo di Stato
    italiano, Sergio Mattarella, durante il quale si è discusso dei
    rapporti bilaterali e di questioni regionali e internazionali,
    compresa la mediazione di Algeri nel “dossier ucraino-russo”. Lo
    ha indicato la presidenza algerina in un testo diffuso ieri sera
    sulla propria pagina Facebook.   
    Nella nota si legge che i due presidenti “hanno discusso
    diversi punti, tra cui le forti e radicate relazioni bilaterali,
    che uniscono i due popoli amici, e i mezzi per rafforzarle”.   
    “I due presidenti hanno anche discusso della possibilità che
    il Presidente della Repubblica partecipi a due importanti
    incontri in Italia, il primo a luglio e il secondo a novembre”,
    viene aggiunto.   
    Tebboune e Mattarella hanno passato in rassegna, prosegue la
    nota, “i dossier regionali e internazionali di interesse
    comune”, “la stabilità della regione, nonché la mediazione
    algerina nel dossier ucraino-russo”. (ANSA).   

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    Schlein, il governo è campione di rinvii e scarica barile

    (ANSA) – ROMA, 03 LUG – “Il mio giudizio è molto negativo
    perché il governo è campione di rinvii e scarica barile. Il
    governo nella sua prima manovra ha cancellato 330 milioni di
    fondo per l’affitto e smantellato l’unico strumento di sostegno
    contro la povertà. Il governo non concepisce che chi lavora
    possa essere povero. Tralasciando le ipocrisie di un governo che
    mentre dice che il lavoro povero non esiste e ha da rispondere
    per una ministra che pare non pagasse i dipendenti e i
    fornitori, che finalmente verrà a riferire in Aula. Noi
    chiedevamo in entrambe le aule, ma verrà a rispondere solo in
    una. Non è un governo inconsapevole. È una precisa strategia
    politica, di aumentare diseguaglianze, precarietà, mentre
    ritardano sull’attuazione del Pnrr che ci darebbe strumenti per
    produrre una buona impresa. Il Paese ha un potenziale
    significativo, il Pd inizierà un ciclo di incontri per capire
    quali politiche industriali servono e mancano da troppo tempo.   
    Il salario minimo è un passo fondamentale oggi ma non
    sufficiente”. Lo ha detto la segretaria del Pd Elly Schlein
    durante il convegno “Inflazioni e salari: quali politiche?”,
    organizzato dall’Università Roma Tre. (ANSA).   

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    Conte, il governo sta programmando un incendio sociale

    (ANSA) – ROMA, 03 LUG – “Abbiamo un governo reazionario e
    della restaurazione. Getta benzina sul fuoco. In modo
    consapevole sta programmando un incendio sociale”. Lo dice il
    leader M5S Giuseppe Conte ad un convegno cui interviene con il
    segretario Pd Elly Schlein.   
    “Sul piano interno hanno una visione: il darwinismo sociale.   
    Hanno detto: ‘vogliamo consentire a chi vuol fare di fare’. Ma
    se uno non ha da mangiare che può fare? Si può solo disperare.   
    Hanno usato un principio di meritocrazia fasullo e ci hanno dato
    solo delle prese in giro”, conclude. (ANSA).   

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    Ue: Tajani, punto ad una maggioranza Ppe-Conservatori-Liberali

    (ANSA) – ROMA, 03 LUG – “L’idea che io ho per il futuro è dar
    vita ad una maggioranza con Popolari, Conservatori e Liberali,
    che è la maggioranza che mi ha permesso di sconfiggere la
    sinistra nel 2017 e mi ha permesso di essere eletto Presidente
    del Parlamento europeo, non grazie ad accordi di Palazzo, ma
    grazie al voto di parlamentari che condividevano un progetto
    politico. Questo è quello che si poteva fare, ho dimostrato che
    si può fare ancora oggi; per sconfiggere la sinistra questa è la
    strada unica. Naturalmente dipende dal risultato elettorale:
    prima bisogna avere i voti e fare le maggioranze in Parlamento e
    nelle istituzioni”. Lo ha detto il ministro degli Esteri e
    coordinatore di Fi Antonio Tajani, parlando con i cronisti a
    Montecitorio. (ANSA).   

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    Bonelli, il governo Meloni è pronto solo agli slogan

    (ANSA) – ROMA, 03 LUG – “La premier Meloni, per nascondere la
    sua totale difficoltà in Europa, attacca le opposizioni e i
    governi precedenti: è surreale. In una sola intervista, la
    Presidente Meloni è stata capace di accusare le opposizioni di
    ‘tafazzismo’, i governi precedenti per aver sbagliato i
    progetti, dice no al salario minimo e infine difende i
    nazionalismi di Polonia e Ungheria, due Paesi che attaccano sia
    l’interesse nazionale italiano che gli accordi europei
    Il suo è un sovranismo a targhe alterne, totalmente incapace di
    governare in questa fase delicata che rischia di far perdere al
    Paese risorse importanti del Pnrr. Il governo che si presentava
    a suon di “siamo pronti” in realtà non è pronto a nulla, se non
    agli slogan e alle urla in stile piazza Venezia”. Così in una
    nota il co-portavoce di Europa Verde e deputato Angelo Bonelli.   
    (ANSA).   

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    Meloni, metteremo a terra il Pnrr, costi quel che costi

    (ANSA) – ROMA, 03 LUG – Sul Pnrr “non è in gioco il governo
    ma la modernzzzazione dell’Italia e la sua credibiità a livello
    internazionale. C’è chi tifa perché si fallisca come se non
    fosse interesse” di tutto il Paese. “Vi assicuro che i fondi li
    metteremo a terra costi quel che costi, modificheremo le parti
    che non vanno bene priviligeremo il profilo strategico” negli
    investimenti, “contratteremo con la Ue, faremo le norme
    necessarie a superare le lungaggini e le difficolta degli enti
    locali. Se qualcuno vuole rimanere a guardare vorrà dire che
    quando avremo terminato avrà imparato una lezione”. Così la
    premier Giorgia Meloni ad Assolombarda. (ANSA).   

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    Meloni, l’Italia cresce, è la più affidabile dell’Eurozona

    L’Italia ha mostrato una ripresa post-Covid che ci consegna una economia in crescita oltre le aspettative, con la stima di una previsione al rialzo a +1,2% nel 2023, una crescita superiore alla media Ue, superiore alle principali economie continentali, 0,7% per la Francia, 0,2 quando va bene per la Germania: stiamo dimostrando una affidabilità maggiore rispetto al resto dell’eurozona”.
    Così la presidente del Consiglio Giorgia Meloni nell’intervento all’assemblea di Assolombarda.