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    Dl Rilancio: governo pone questione fiducia al Senato

    Il governo ha chiesto il voto di fiducia sul decreto Rilancio in Aula al Senato. Ad annunciarlo in aula è stato il ministro per i Rapporti con il Parlamento Federico D’Incà. Il testo è stato approvato dalla Camera il 9 luglio. Il voto finale è previsto per domani all’ora di pranzo.
    Il provvedimento ha messo in campo interventi da 55 miliardi di euro per limitare l’impatto ecnomico su imprese, partite Iva, dipendenti, famiglie e terzo settore. Fra le misure originarie: i contributi a fondo perduto per le aziende, lo stop ai pagamenti dell’Irap, il Reddito di emergenza, l’innalzamento da 600 euro a 1200 del bonus baby sitter. Il passaggio alla Camera ha portato una serie di novità, come l’allargamento alle seconde case del superbonus al 110%, gli incentivi per l’acquisto di auto Euro 6, l’aumento dei fondi destinati alle scuole paritarie, lo slittamento di un mese dei congedi per i genitori, l’anticipo della cig prevista per l’autunno. Non c’è da aspettasi altre modifiche: il testo arriverà blindato a Palazzo Madama. Nel giorno del giro di boa del Dl Rilancio a Montecitorio, l’Ue ha dato il via libera allo schema da 6,2 miliardi di euro per sostenere le piccole imprese e gli autonomi, con le sovvenzioni dirette.
    LE MISURE   

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    Mattarella: 'Vertice Ue decisivo, non fermarsi'

    Quello di venerdì a Bruxelles sarà un Consiglio europeo “decisivo” per cui va ribadita la necessità che il passo deciso in avanti in direzione europeista e comunitaria mostrato in questi ultimi mesi non conosca battute d’arresto o addirittura retromarce”. E’ quanto ha auspicato il presidente Sergio Mattarella ricevendo oggi al Quirinale il premier Giuseppe Conte e alcuni ministri in vista del vertice Ue.
    Il capo dello Stato, si è appreso, ha fatto gli auguri al governo auspicando una soluzione positiva per l’Italia. 
    Oggi alla Camera e al Senato via libera alle risoluzioni di maggioranza in vista dell’appuntamento europeo. Nel testo non si fanno espliciti riferimenti al Fondo Salva Stati. 
    “Riteniamo cruciale – ha detto Conte in Aula – che la decisione dell’Ue sia assunta entro luglio e non sia svilita da un compromesso a ribasso’.    

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    Csm: Curzio primo presidente della Cassazione

    Con il voto favorevole di tutti i componenti – ad eccezione del consigliere laico della Lega Stefano Cavanna – il plenum del Csm ha dato il via libera alla nomina di Pietro Curzio a Primo presidente della Cassazione che subentra a Giovanni Mammone. L’esito della votazione è stato dato dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che come di consueto si è astenuto, e che ha espresso apprezzamento per la nomina e “l’eccellente profilo professionale” di Curzio e per l’attività svolta da Mammone.
    Il plenum del Csm si è tenuto nel Salone delle Feste del Quirinale. Mammone ha salutato la scelta del successore con “tutto il suo apprezzamento” perchè ha ricoperto “con grande significativa perizia” gli incarichi presso la Suprema Corte, come presidente della sezione ‘filtro’, della lavoro e delle Sezioni Unite. Mammone ha ricordato la “comune” provenienza di giuslavoristi. Il Procuratore generale della Suprema Corte Giovanni Salvi ha sottolineato la piena “convergenza” del Csm su Curzio e l’importanza di questo “percorso”. Salvi ha ricordato Curzio come un magistrato “appassionato, aperto alla società e ai suoi contributi”, e ha citato l’Ecclesiaste che esorta a ‘non essere eccessivamente giusto nè eccessivamente saggio’ e che lo stesso Curzio ha citato come ispirazione nel suo libro di memorie ‘Quasi saggio’.
    Il nuovo primo presidente della Cassazione Pietro Curzio “saprà svolgere l’impegnativo incarico con consapevolezza e lungimiranza, contribuendo a promuovere quel rinnovamento nel governo autonomo di cui vi è necessità da tutti avvertita”. Lo ha detto il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella al plenum del Csm. “Congratulazioni al presidente Curzio per la sua nomina a Primo Presidente”, ha detto ancora Mattarella. “Dalla relazione e dagli interventi svolti è emerso l’eccellente profilo professionale del presidente Pietro Curzio, lo spessore e la varietà delle sue esperienze giudiziarie. Con la sua attività di studio ha contribuito al dibattito dottrinario e offerto il suo apporto all’attività formativa del Csm”.
    “Il presidente Curzio succederà tra qualche giorno al presidente Giovanni Mammone che desidero ringraziare molto per l’impegno profuso nella sua lunga eccellente, apprezzata attività di magistrato. Negli anni in cui ha guidato il Consiglio ha svolto il suo ruolo con ragionevolezza e pacatezza dimostrandosi aperto al dialogo e al confronto così da motivare i magistrati e il personale amministrativo. Il suo contributo è stato prezioso anche per l’attività del Consiglio superiore nell’ambito del quale ha agito senza alcun condizionamento e con equilibrio. Al presidente Mammone rivolgo un saluto riconoscente e i migliori auguri per il suo futuro”. CosìMattarella ha ringraziato il Primo presidente uscente della Cassazione, Giovanni Mammone
    “L’esercizio sapiente e corretto della discrezionalità amministrativa – ha detto Mattarella – consente di selezionare tempestivamente, con cura e obiettività, i dirigenti degli uffici giudiziari nelle varie articolazioni che l’ordine giudiziario presenta. Ad essi spetta un ruolo di rilievo nel percorso di rinnovamento perché compete loro promuovere moduli organizzativi efficaci attraverso i quali possono dare concretezza a principi di irrinunziabile autonomia e indipendenza della magistratura”.
    A maggioranza, con la sola astensione del consigliere della Lega Stefano Cavanna, Margherita Cassano – presidente della Corte di Appello di Firenze, 64 anni, in magistratura dal 1980 – è stata nominata dal Csm Presidente Aggiunto della Cassazione. E’ la prima volta che una donna arriva così il alto nelle funzioni apicali della Suprema Corte e della magistratura italiana. Anche il vicepresidente del plenum David Ermini ha votato per Cassano che sarà la vice del Primo presidente Pietro Curzio.   

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    Aspi: le reazioni all'intesa. Di Maio: 'Benetton fuori, ottimo'. Zingaretti: 'Buona scelta'

     “La soluzione della vicenda Aspi del Governo tutela l’interesse pubblico di tutti gli italiani e i lavoratori dell’azienda. Ora avanti con gli investimenti già definiti per le infrastrutture e le fondamentali opere di manutenzione per la sicurezza delle nostre autostrade”. Così la ministra delle Infrastrutture Paola De Micheli su Twitter.
     “I Benetton hanno accettato le condizioni del governo. Lo Stato diventerà il primo azionista di Autostrade, la famiglia Benetton avrà meno del 10% delle quote ed entro qualche mese uscirà definitivamente da Aspi. Questo significa che i Benetton non gestiranno più le nostre autostrade. Era il nostro principale obiettivo. E ce l’abbiamo fatta”. Lo scrive su Fb il ministro Luigi Di Maio. “Dopo molte battaglie, lasciatemi dire che è un ottimo risultato. Impensabile fino a un anno fa, quando nella precedente esperienza di governo c’era chi continuava ogni giorno a mettersi di traverso”
    “Ritorna agli italiani ciò che era sempre stato loro. Una importante infrastruttura autostradale. Solo con questo Governo e con questo Presidente del Consiglio questo sarebbe stato possibile”. Così il ministro dello sviluppo economico Stefano Patuanelli, a margine di una iniziativa a Roma. “Siamo soddisfatti – aggiunge – perchè anche senza la revoca abbiamo raggiunto il risultato di togliere la gestione ai Benetton senza i rischi della revoca”.
    Zingaretti,buona scelta, tutela interesse pubblico –  “Le scelte e i risultati del Governo sulla vicenda Aspi sono molto positivi per l’Italia. La sicurezza e l’interesse pubblico prima di tutto. È stato premiato il lavoro di squadra: la fermezza del Presidente Giuseppe Conte che ha indicato una strada, il grande impegno di tutti i ministri del Governo, la collaborazione fattiva di tutte le forze di maggioranza anche nei passaggi più difficili”. Lo scrive su Fb il segretario del Pd Nicola Zingaretti. Andiamo avanti così. Ora, dopo Alitalia e Aspi, ci si impegni sul dossier Ilva. La strada indicata è quella giusta: un grande polo siderurgico per l’acciaio green”, conclude
    Attacca la Lega, mesi di chiacchiere e danni miliardari – “Mesi di chiacchiere per non cambiare nulla: niente revoca ad Autostrade (nonostante le promesse dei grillini) e solo danni miliardari a viaggiatori e imprese, solo in Liguria per oltre 4 miliardi”. Questa la posizione della Lega sul Cdm che questa notte ha affrontato il tema dell’Aspi.

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    Aspi: il comunicato di palazzo Chigi, i punti dell'accordo

    Arriva il passo indietro dei Benetton che apre all’accordo su Autostrade per l’Italia. L’intesa passa dall’ingresso di Cdp con il 51%, che renderà di fatto Aspi una public company. E da una revisione complessiva della concessione, dai risarcimenti alle tariffe.
    Ecco il comunicato diffuso da palazzo Chigi al termine della riunione:
    Il Ministro delle infrastrutture, Paola De Micheli, ha svolto un’informativa sullo stato di definizione della procedura di grave inadempimento nei confronti di Autostrade per l’Italia S.p.a. (ASPI), nella quale sono state esposte le possibili alternative sulla definizione della vicenda.
    Durante la riunione, sono state trasmesse da parte di ASPI due nuove proposte transattive, riguardanti, rispettivamente, un nuovo assetto societario di ASPI e nuovi contenuti per la definizione transattiva della controversia. Considerato il loro contenuto, il Consiglio dei Ministri ha ritenuto di avviare l’iter previsto dalla legge per la formale definizione della transazione, fermo restando che la rinuncia alla revoca potrà avvenire solo in caso di completamento dell’accordo transattivo.
    La proposta prevede specifici punti qualificanti riguardo alla transazione e al futuro assetto societario del concessionario.
    Punti relativi alla transazione
    – Misure compensative ad esclusivo carico di ASPI per il complessivo importo di 3,4 miliardi di euro;- riscrittura delle clausole della convenzione al fine di adeguarle all’articolo 35 del decreto-legge “Milleproroghe” (decreto-legge 30 dicembre 2019, n. 162);- rafforzamento del sistema dei controlli a carico del concessionario;- aumento delle sanzioni anche in caso di lievi violazioni da parte del concessionario;- rinuncia a tutti i giudizi promossi in relazione alle attività di ricostruzione del ponte Morandi, al sistema tariffario, compresi i giudizi promossi avverso le delibere dell’Autorità di regolazione dei trasporti (ART) e i ricorsi per contestare la legittimità dell’art. 35 del decreto-legge “Milleproroghe”;- accettazione della disciplina tariffaria introdotta dall’ART con una significativa moderazione della dinamica tariffaria.
    Punti relativi all’assetto societario del concessionario
    In vista della realizzazione di un rilevantissimo piano di manutenzione e investimenti, contenuto nella stessa proposta transattiva, Atlantia S.p.a. e ASPI si sono impegnate a garantire:- l’immediato passaggio del controllo di ASPI a un soggetto a partecipazione statale (Cassa depositi e prestiti – CDP), attraverso:- la sottoscrizione di un aumento di capitale riservato da parte di CDP;- l’acquisto di quote partecipative da parte di investitori istituzionali;- la cessione diretta di azioni ASPI a investitori istituzionali di gradimento di CDP, con l’impegno da parte di Atlantia a non destinare in alcun modo tali risorse alla distribuzione di dividendi;- la scissione proporzionale di Atlantia, con l’uscita di ASPI dal perimetro di Atlantia e la contestuale quotazione di ASPI in Borsa. Gli azionisti di Atlantia valuteranno la smobilizzazione delle quote       di ASPI, con conseguente aumento del flottante.

    In alternativa, Atlantia ha offerto la disponibilità a cedere direttamente l’intera partecipazione in ASPI, pari all’88%, a CDP e a investitori istituzionali di suo gradimento.

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    Card. Bassetti, calo nascite è emergenza

    (ANSA) – PERUGIA, 15 LUG – “Il calo delle nascite, oggi, è una vera emergenza italiana. E probabilmente è la più grande emergenza dell’Europa”: a sottolinearlo è il cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Cei e arcivescovo di Perugia-Città della Pieve. “Non è una questione politica di destra o di sinistra – aggiunge -, e non è neanche soltanto una questione di soldi o di sgravi fiscali (seppur necessari): è una questione di civiltà. Questo calo della natalità, infatti, è il segno di una crisi culturale che ha radici profonde nel nostro recente passato”.   

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    Amb. Iran, accordo nucleare ormai 'in serio pericolo'

    (ANSA) – ROMA, 15 LUG – L’accordo sul programma nucleare iraniano è ormai “in serio pericolo” a causa delle “politiche Usa di massima pressione e della sostanziale conformità ad esse dell’ Europa”. E’ quanto scrive l’ambasciata iraniana in Italia in un comunicato diffuso in occasione del quinto anniversario della firma dell’intesa fra Iran, Usa, Russia, Cina, Gran Bretagna e Francia, abbandonata nel 2018 da Washington, che ha reintrodotto pesanti sanzioni contro la Repubblica islamica.    L’ambasciata sottolinea che l’ unico risultato ottenuto dall’Iran in seno all’accordo, che è alla base della risoluzione 2231 del Consiglio di Sicurezza dell’Onu, è la fine delle restrizioni sull’acquisto di armi convenzionali, a partire dal prossimo ottobre. Ma se le restrizioni venissero prorogate in seno al Consiglio di Sicurezza, come vogliono gli Stati Uniti, “verrebbe meno ogni aspettativa nei confronti dell’ Iran di rimanere nell’accordo”. “L’ Ambasciata della Repubblica islamica dell’ Iran – si legge ancora nella nota – nutre l’ aspettativa nei confronti delle autorità e dell’ opinione pubblica italiana che nel nome dei diritti del popolo iraniano vengano condannate le disumane politiche di massima pressione americana e chiede ai governi dei Paesi europei di agire fattivamente in direzione di un rafforzamento dell’accordo, osservando gli impegni sottoscritti e adottando politiche indipendenti realmente efficaci” .    Nel comunicato si sottolinea in particolare che, dopo la reintroduzione delle sanzioni americane, i Paesi europei firmatari dell’intesa si erano impegnati a salvaguardare le relazioni economiche con la Repubblica islamica, per consentire la continuazione della vendita di petrolio, prodotti petrolchimici e derivati , la continuazione di transazioni bancarie, di trasporti efficaci, crediti all’export, investimenti in Iran , sostegno alle attività economiche e commerciali. “Con questo intento – sottolinea l’ambasciata – sono stati annunciati strumenti come Instex (nel 2019), che seppur in tempi lunghi sono stati parzialmente attivati, si sono rivelati di ben poca utilità purtroppo a causa della fondamentale mancanza di un meccanismo in grado di offrire copertura finanziaria”. (ANSA).   

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    “Benzinai allo stremo”, blitz CasaPound

    (ANSA) – CAGLIARI, 15 LUG – Blitz dei militanti di CasaPound in tutta Italia per chiedere al governo di sostenere i benzinai e calmierare i prezzi del carburante. Volantini di solidarietà sono stati affissi, in Sardegna, a Cagliari Olbia, Sassari, Carbonia e Iglesias nei distributori di benzina mentre cartonati a grandezza d’uomo sono stati piazzati nella notte davanti alle sedi di Confcommercio “Tra le tante categorie penalizzate dal Covid-19 – spiega il movimento in una nota – quella dei benzinai rientra tra quelle più in difficoltà: se già prima della pandemia versava in una crisi senza fine, oggi nonostante i vari proclami politici di aiuto, viene sistematicamente dimenticata dallo Stato”.