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    Via libera al decreto agosto, bonus ristorazione da 2.500 euro

    Rinvio delle tasse per gli autonomi per 2,2 miliardi e tempi più lunghi per saldare quelle sospese in pieno lockdown. Niente bonus sui consumi, per non disperdere le risorse in micro-misure, ma interventi selettivi per i settori più colpiti, dall’auto al turismo. E un piano cashback che partirà dai pagamenti elettronici di dicembre e potrà portare un bonus “fino a 2mila euro”, come spiega in una lunga conferenza stampa il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, dopo il varo salvo intese “tecniche” del decreto agosto. Un intervento che porta gli sforzi anti-Covid del governo “a 100 miliardi” e che “aiuta imprese e famiglie e li orienta verso la crescita, la ripartenza economica e l’occupazione”, sottolinea anche il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, guardando già al Recovery plan da presentare a ottobre, una “occasione storica”.
    BONUS RISTORANTI- Uno specifico finanziamento per gli esercizi di ristorazione che abbiano subito una perdita di fatturato da marzo a giugno 2020 di almeno il 25% rispetto allo stesso periodo del 2019, con un contributo minimo di 2.500 euro. E’ la misura in dettaglio del bonus filiera della ristorazione contenuto nel decreto agosto approvato dal cdm. Il contributo a fondo perduto servirà all’acquisto di prodotti di filiere agricole, alimentari e vitivinicole da materia prima italiana. Plauso di Filiera Italia. “Ben investiti i 600 milioni dedicati dal governo alla ristorazione e alla filiera agroalimentare italiana”: così Luigi Scordamaglia, consigliere delegato di Filiera Italia, commenta il dl Agosto appena approvato, in una nota, ricordando come gli investimenti in questo settore “che si auspicavano più alti ma che comunque rappresentano un’iniziativa fondamentale – siano i più efficaci moltiplicatori di indotto, sia di ricchezza che di occupazione”. “Negli ultimi 12 anni i consumi alimentari domestici delle famiglie italiane sono crollati in Italia di oltre 16 miliardi. Unico dato in controtendenza – ricorda Scordamaglia – è stata la crescita dei consumi fuori casa, aumentati, nello stesso periodo, di circa 5 miliardi”. Consumi che arrivano così ad un totale del 34% dei consumi alimentari totali del Paese con ben 84 miliardi su 250.
    Il complesso puzzle delle misure viene composto a sera, dopo giornate di trattative, e il testo avrà bisogno ancora di qualche giorno per essere ultimato e pubblicato in Gazzetta Ufficiale. E il Parlamento, maggioranza e opposizioni, afferma il premier, potrà “migliorarlo”. La parte più consistente, 12 miliardi, andrà al lavoro, dice la ministra Nunzia Catalfo, e altre risorse andranno anche agli enti locali, alla sanità, alla scuola. Ma una delle scelte “di portata storica” scandisce Conte, è la fiscalità di vantaggio per il Sud, per cui si è battuto il ministro Peppe Provenzano, con cui si pongono le basi “di una reindustrializzazione dell’intero Sud” e non si divide il Paese, si colma un “gap”. Al posto del bonus consumi, poi, arrivano 600 milioni per il “bonus Filiera per i ristoranti” che acquistano prodotti made in Italy, dice orgogliosa la ministra Teresa Bellanova, ricordando che questo incentivo sarà alternativo ai contributi a fondo perduto per le attività dei centri storici di 29 città d’arte, compresa Bergamo, voluto da Dario Franceschini.
    I licenziamenti, è il compromesso raggiunto nel governo, resteranno bloccati finché durano sgravi a carico dello Stato e ammortizzatori, quindi al minimo fino a metà novembre. La cassa integrazione con causale Covid viene rinnovata per altre 18 settimane a partire dal 13 luglio (e utilizzabili fino al 31 dicembre) con lo schema 9+9, con le seconde nove settimane saranno gratuite solo per le imprese con perdite oltre il 20%, mentre le altre dovranno pagare un ticket dal 9% al 18% in caso di fatturati non toccati dalla crisi. Non si potrà licenziare nemmeno finché si sfrutta l’incentivo a fare rientrare i dipendenti dalla Cig (4 mesi di sgravi). Il divieto di licenziare ha però delle eccezioni per chiusure e fallimenti e, nelle ultime versioni del testo, si concede la Naspi a quei lavoratori che lasceranno volontariamente il posto in seguito ad accordi collettivi siglati con i sindacati.
    Confermata la decontribuzione per 6 mesi per nuove assunzioni e trasformazioni di contratti a tempo determinato, cui si aggiunge uno sgravio per 3 mesi per gli stagionali del turismo e la fiscalità di vantaggio per il Sud. Per gli stagionali che non abbiamo ritrovato un impiego, per i lavoratori dello spettacolo e i più precari (dagli intermittenti ai venditori a domicilio) arriva anche una nuova indennità una tantum da 1.000 euro, mentre per chi non le famiglie più in difficoltà e senza altri sussidi ci sarà una nuova quota del Reddito di emergenza (tra 400 e 800 euro secondo la composizione del nucleo familiare), con nuove domanda entro il 15 ottobre.
    Sul fronte del fisco ossigeno per gli autonomi (i soggetti Isa e i forfettari con perdite di almeno il 33% pagheranno ad aprile anziché a novembre) e per chi doveva saldare le tasse sospese a marzo, aprile e maggio: il 50% va saldato entro dicembre in 4 rate, l’altro 50% in 24 rate a partire da gennaio.
    Al posto del bonus consumi prende forma il piano cashback: sarà un meccanismo a punti, in cui si accumulano le transazioni per ottenere ogni sei mesi un rimborso. Il primo, ha spiegato Gualtieri “arriverà prima dell’estate”. Per incentivare i pagamenti elettronici sono ripristinati fondi per 1,75 miliardi.
    Tra gli oltre 100 articoli del decreto spuntano anche 3 milioni per la formazione delle casalinghe, niente Imu pure per le discoteche, fondi triplicati per il bonus babysitter per medici e infermieri. Ma anche l’aumento delle pensioni di invalidità già dai 18 anni, che arriveranno “fino a 648 euro al mese per 13 mensilità”, lo sblocco della Cig per Air Italy, fondi per le fiere, per le crociere, per il trasporto pubblico locale e la norma ‘salva-pertinenziali’ delle spiagge, con annessa sanatoria sul passato e nuovi canoni minimi a 2.500 euro a partire dal 2021. 

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    Coronavirus: Conte firma nuovo Dpcm

    Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha firmato questa mattina il nuovo Dpcm con le misure per il contrasto al coronavirus. Le disposizioni, si legge nel provvedimento, “si applicano dalla data del 9 agosto in sostituzione di quelle del decreto del presidente del Consiglio dei ministri 11 giugno 2020, come prorogato dal decreto del presidente del Consiglio dei ministri 14 luglio 2020 e sono efficaci fino al 7 settembre 2020”.  

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    Conte, approvata la riforma del Csm

    In Consiglio dei ministri è stata approvata la riforma dell’ordinamento giudiziario e del Csm, ha annunciato il premier Giuseppe Conte. 
    La riforma del Csm garantisce “criteri oggettivi e meritocratici di assegnazione degli incarichi”. 
    “Sono molto orgoglioso di questa riforma, molto importante per il buon funzionamento del Csm. Voglio chiarire che l’obiettivo è scardinare quanto più possibile il sistema creato con le degenerazioni del correntismo”, ha detto il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede in conferenza stampa al termine del Cdm che ha approvato la riforma del Csm. Riforma “essenziale anche in assenza degli scandali”, dice, ma che rappresenta un “passo importante per ricostruire la credibilità della magistratura agli occhi dei cittadini”.

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    La gente tra le macerie per ripulire Beirut

    Si vedono a malapena nella Beirut devastata dall’esplosione di martedì gli uomini dell’esercito e della protezione civile libanese, mentre i quartieri più colpiti sono invasi da un esercito di volontari, per lo più giovani, armati di scope, pale e badili per sgomberare le macerie, rimuovere una quantità mai vista di vetri e lamiere precipitati dai palazzi danneggiati sulle auto, sui marciapiedi, sugli alberi abbattuti.Questi giovani, gli stessi che la sera affollavano i bar e i locali del centro di Beirut ora distrutti, vogliono proseguire la “rivoluzione” contro il sistema politico. Sono infatti gli stessi manifestanti da ottobre scorso in piazza per chiedere “la fine del sistema regime” clientelare al potere in Libano da decenni. Si sono riversati sin dalle prime ore dopo il disastro per sostenere chi è rimasto in vita e ha bisogno di tornare a una sembianza di normalità. Una donna anziana affacciata al balcone di un palazzo disastrato nella zona di Mar Mikhail chiede ai ragazzi di salire da lei per essere aiutata: “Sono da sola, tutte le finestre sono distrutte. Ho vetri dappertutto ma non posso usare il braccio”.Lungo la scalinata del Vendome – così chiamata in ricordo di un omonimo vecchio cinema della Beirut degli anni d’oro – tra i più affollati di Beirut, il ministro dell’economia Raoul Nehme, membro del partito del presidente della Repubblica, si aggira con la scorta per rassicurare le famiglie dei palazzi più danneggiati. Un signore anziano, in pantaloncini e canottiera si rivolge al ministro in maniera polemica: “Io la aspetto qui, fino a quando non realizza le promesse!”.Più rabbiosa la reazione dei manifestanti nel vicino quartiere di Gemmayze contro un altro ministro, quello della giustizia Marie-Claude Najem, impegnata in un tour nelle zone del disastro: le persone assiepate in strada hanno bloccato il suo passaggio con cori esplicitamente offensivi. In cima alla collina di Ashrafiye, vicino all’ospedale San Giorgio, di fatto reso inagibile.