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    Dl Semplificazioni: ok commissioni Senato, mandato ai relatori

    Sono terminate poco prima dell’alba le votazioni sul dl Semplificazioni nelle commissioni Affari costituzionali e Lavori pubblici del Senato. E’ stato dato mandato ai relatori, i senatori Vincenzo Garruti (M5s) e Valeria Sudano (Iv). In mattinata il testo del decreto approda in Aula.
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    Università: test atenei, matricole vogliono stare vicino casa

    Con la prova d’accesso alle facoltà di Veterinaria, inizia il primo settembre ufficialmente la stagione dei test d’ingresso universitari a livello nazionale e locale. Un appuntamento fisso del mese di settembre che, così come sta avvenendo per il back to school, è stato stravolto dall’emergenza sanitaria. Non solo dal punto di vista organizzativo, con il quiz che verrà svolto nella sede più vicina a casa, a prescindere da quella indicata nella domanda.    Perché sono tanti i ragazzi – tra le 2.500 aspiranti matricole intercettate dal portale Skuola.net – che hanno dovuto cambiare i proprio piani o che si sono dovuti confrontare con nuovi sistemi di selezione. E molto spesso è stato proprio il Covid-19 ad aver avuto un ruolo determinante.    I test a numero chiuso nazionale avranno il proprio clou con la prova d’ingresso a Medicina di dopodomani, 3 settembre. Quasi 9 studenti su 10 cercheranno d’iscriversi nei dintorni del proprio luogo di residenza: il 70% nella stessa regione, il 17% in una regione confinante o non troppo lontana. Una scelta, questa, che in un quarto dei casi è stata determinata proprio dai problemi generati dal virus: il 12% avrebbe voluto entrare da un’altra parte (in un ateneo più distante) ma le condizioni economiche della famiglia al momento glielo impediscono, il 13% ha paura di rimanere bloccato da un eventuale nuovo lockdown.    Numeri che al Sud, area da cui tradizionalmente partono i flussi maggiori di fuori sede, crescono ulteriormente: qui il Covid frena le ambizioni di oltre 1 ragazzo su 3 (nel 18% dei casi alla base ci sono ragioni economiche, per il 16% i timori sono di tipo logistico).    Che la scelta della sede sia stata in qualche modo condizionata dagli eventi lo conferma anche un altro dato. La metà degli studenti che resteranno forzatamente nei paraggi di casa, se l’anno prossimo il quadro sanitario dovesse migliorare definitivamente, non escludono di chiedere il trasferimento nell’università dei propri sogni: il 25% lo ritiene molto probabile, una quota simile valuterà a seconda di come si troverà nell’ateneo su cui ha dovuto ripiegare.    Ma c’è anche il rovescio della medaglia: quelli che nonostante tutto inseguiranno la laurea a centinaia di chilometri di distanza da casa – fenomeno visibile specie tra i ragazzi del Mezzogiorno, tra i quali la proporzione di nuovi fuori sede classici sarà di circa 1 su 4, quindi in linea col passato – ma che stavolta in molti casi lo faranno a malincuore. Più di 1 su 5, tra quelli che proveranno il test per frequentare in una regione lontana, è stato quasi ‘costretto’ a indicare quella sede per assenza di alternative di qualità nella sua zona.    Ciò che rimane sostanzialmente invariato sono tempi e costi dedicati dai ragazzi alla preparazione dei test. Anche quest’anno lo studio per i quiz inizia da lontano: in 1 caso su 5 addirittura un anno prima dell’appuntamento. E, più in generale, per 7 studenti su 10 quantomeno dalla fine dell’anno scolastico. Quanto alla spesa media, le famiglie di dividono in tre blocchi: 1 su 3 non supererà i 100 euro, altrettante si attesteranno tra i 100 e i 300 euro, un altro terzo immagina di investire qualcosa in più (a volte sforando addirittura il tetto dei 500 euro).    Le norme di contenimento del virus, unite alle difficoltà negli spostamenti, hanno però inciso pesantemente pure su tutte le altre future matricole che non dovranno cimentarsi con prove d’accesso nazionali ma che comunque dovranno passare per una selezione a livello locale. In questo particolare 2020 anche i test d’ingresso organizzati dalle singole facoltà, infatti, cambiano volto. Quasi estinte le prove tradizionali in presenza (solo il 17% degli studenti sarà ‘scelto’ così), sostituite nella stragrande maggioranza dei casi (73%) da un test in modalità online, forse scelto dagli atenei per abituarli all’idea che anche i futuri esami si possano svolgere così.    Mentre 1 università su 10 ha preferito filtrare le domande sulla base del curriculum o di un colloquio individuale.    Si conferma, anche nel caso dei corsi a numero chiuso locale, il peso dell’emergenza sugli spostamenti dei ragazzi. In media, infatti, è sempre 1 studente su 4 – tra quelli che rimarranno vicino casa (in totale sono più di 8 su 10, con la consueta flessione al Sud) – ad essere stato condizionato dalle difficoltà economiche o dalla paura dei blocchi. Così come nelle regioni meridionali circa 1 su 3 senza questi ostacoli avrebbe sicuramente preso strade diverse. Ecco perché, di nuovo, oltre la metà tra dodici mesi valuterà se riprendere in mano i piani originari e chiedere il trasferimento altrove.    Ma, per tutti, prima di iscriversi bisogna superare le selezioni. In tanti, purtroppo, non ce la faranno. Nel caso dei test a numero chiuso nazionale, la determinazione che da sempre contraddistingue questo tipo di studenti spingerà il 66% dei delusi a riprovare l’anno prossimo e nel frattempo a iscriversi a un corso simile dove poter sostenere qualche esame comune a entrambe le facoltà; il 17%, invece, attenderà direttamente l’anno prossimo facendo dell’altro; la stessa quota (17%) abbandonerà definitivamente la missione.    

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    >ANSA-INTERVISTA/ 'Roma e Seul partner, anche contro virus'

    (di Antonio Fatiguso)
    La Corea del Sud è un partner strategico per l’Italia e la pandemia del Covid-19 è stata un’ulteriore occasione per rinsaldare le relazioni scientifiche, economiche e culturali: l’ambasciatore italiano a Seul, Federico Failla, ritiene che i legami tra i due Paesi siano destinati a consolidarsi di più grazie all’appeal e alla conoscenza reciproca maturata.    “In linea generale, la situazione è sotto controllo in Corea del Sud, con alcuni focolai riemersi di recente a Seul e nella circostante provincia di Gyeonggi. Il numero di casi positivi rimane comunque relativamente basso, di cui una parte per gli arrivi dall’estero”, dice Failla in un’intervista all’ANSA. In Corea, “è bene ricordarlo, non c’è mai stato un lockdown vero e proprio, grazie anche all’esperienza maturata con la MERS e all’efficace lavoro di contrasto descrivibile con le tre T, Testing, Tracing & Treating (‘testa, traccia e cura’, ndr)”.    Il calo del Pil è stato limitato a -1,3% nel primo trimestre e a -3,3% nel secondo trimestre del 2020: “prima a causa della frenata della produzione in Cina e per l’interruzione dei flussi turistici, soprattutto cinesi, e poi per la riduzione della domanda globale nei settori di specializzazione della Corea del Sud, quali automobili, smartphone e prodotti petroliferi”.    Nonostante le difficoltà, l’economia, stimata dall’Ocse in frenata dell’1,8% nel 2020 (-1,3% per la Bank of Korea), scalerà 3 posizioni tra le economie mondiali: dal 12/o al 9/o posto.    Il presidente Moon Jae-in, “la cui gestione dell’epidemia è stata lodata a livello internazionale, ha di recente annunciato un programma economico di lungo termine (fino al 2025) per 133 miliardi di dollari, denominato ‘Korean New Deal’, con lo scopo di sostenere l’occupazione e riequilibrare il sistema economico verso settori innovativi, digitalizzazione e green energy”, prosegue l’ambasciatore. In più, i tre extra budget degli ultimi mesi, per quasi 50 miliardi di dollari, tra maggiori spese per la sanità, prestiti agevolati alle imprese e voucher di acquisto per le classi meno abbienti.    Italia e Corea del Sud, nel contrasto al coronavirus, hanno tenuto iniziative sulla salute in linea col memorandum firmato nel 2017 dall’Istituto superiore di sanità e dal Korean national institute of health (Knih), avviando “un fruttuoso scambio di conoscenze sui temi d’interesse comune come genomica, oncologia, medicina di precisione, vaccini e malattie infettive”.    Una situazione che “ha permesso anche la collaborazione sul Covid-19, concretizzatasi in un recente incontro online tra ministero della Salute, Iss, Istituto Spallanzani, da parte italiana, e Knih, Asan Medical Center, Myongji Hospital, Celltrion e Korean centers for disease control and prevention, da parte coreana”. Tra i temi discussi, la ricerca di un vaccino, le terapie seguite e le possibili collaborazioni bilaterali sulla ricerca biomedica. L’azione terapeutica di contrasto al virus è stata affrontata a Seul “con il massimo sforzo, come dimostrato da più di 900 studi clinici di cui 350 in Fase 3”.    I rapporti commerciali, osserva Failla, “sono ottimi” con più di 10 miliardi di euro di interscambio nel 2019 e un surplus da parte italiana intorno ai 2,5 miliardi. “Il Made in Italy è conosciuto e apprezzatissimo a Seul, particolarmente nei settori moda e agroalimentare, che rappresentano insieme oltre il 40% del nostro export”. Anche i macchinari ad alta tecnologia hanno posizioni di rilievo: sono il 31% delle esportazioni italiane e secondi solo alla Germania tra i Paesi europei. La pandemia ha avuto all’inizio un impatto limitato sui nostri rapporti commerciali, ma “i dati del primo semestre nel complesso hanno però virato in negativo, seppur non in modo drastico, col rallentamento delle attività produttive in Italia e dei consumi in Corea (-5,9% sul primo semestre 2019)”. Rimangono positive le aspettative per il terzo quadrimestre, “sempre che non si presentino nuove chiusure in Italia e in Corea”.    Il mercato coreano è appetibile e “siamo pronti a ripartire, proponendo i nostri beni a più alto valore aggiunto e sfruttando l’e-commerce per promuovere le Pmi. L’ambasciata sta cercando di diffondere e meglio spiegare le opportunità della Corea del Sud con appositi webinar, mentre l’Agenzia Ice di Seul, per parte sua, ha dato il via a un importante progetto di e-commerce, con l’obiettivo di aprire una pagina tutta dedicata ai prodotti italiani su Gmarket, principale operatore coreano del settore”.    La Corea è il quinto Paese al mondo per volumi di e-commerce anche per la diffusione di internet ad alta velocità.    L’ambasciata, rileva Failla, intende sfruttare la “nuova normalità” dovuta al Covid-19 con incontri online per “declinare in forme concrete il ‘partenariato strategico’ tra Italia e Corea lanciato con la visita del presidente Moon in Italia a ottobre 2018” con consultazioni politiche su sfide globali, come le pandemie globali e il cambiamento climatico.    In un Paese che investe oltre il 4,6% del Pil in ricerca e sviluppo “appare fondamentale favorire momenti di incontro e di collaborazione tra le eccellenze italiane nel mondo tecnologico e scientifico e la realtà locale”. Anche l’anniversario dei 500 anni dalla scomparsa di Raffaello Sanzio è diventato un momento di di divulgazione scientifica e tecnologica sul restauro del dipinto “La Muta”, al fine di sottolineare l’eccellenza italiana nella conservazione e restauro dei Beni Culturali.    Un’ultima battuta sulla Corea del Nord, nella cui capitale Pyongyang l’Italia ha un Ufficio di cooperazione. “Continuiamo a sostenere con convinzione la politica dell’Ue definita con il termine ‘critical engagement’, ovvero l’applicazione rigorosa delle sanzioni per raggiungere ‘la denuclearizzazione piena, verificabile e irreversibile’. Al contempo, sosteniamo i negoziati tra Usa e Dprk, il dialogo tra Seul e Pyongyang e l’impegno umanitario della comunità internazionale a favore della popolazione nordcoreana”, conclude l’ambasciatore. (ANSA).   

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    Solinas: 'Vie legali perché in gioco c'è la reputazione della Sardegna

    E’ in gioco la reputazione turistica di un’isola costruita in tanti anni di laboriosa ospitalità e ora messa in discussione a livello internazionale”. Così il governatore della Sardegna Christian Solinas motiva le ragioni del ricorso alle vie legali contro la campagna mediatica successiva all’impennata di contagi nelle discoteche a ridosso di Ferragosto. “Abbiamo dato mandato all’area legale, insieme ai nostri tecnici, di valutare, sentendo anche gli operatori, quale sia l’impatto di questa campagna rispetto al tessuto economico produttivo delle nostre aziende e del sistema ricettivo”, ha spiegato a margine della discussione in Aula della riforma della Sanità. Solinas non ha speicificato a chi saranno chiesti i danni: “Questa – ha chiarito – è una valutazione che farà il nostro ufficio legale”.   

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    Referendum: Comitato per No, in piazza il 12 settembre. Blog M5s, 12 settembre si terrà #VotaSìDay

    La questione del referendum al centro del dibattito: i due fronti, quello del No e quello del Sì, richiamano i sostenitori per sabato 12 settembre, a una settimana dal voto: “sabato 12 settembre, a una settimana dal referendum, si terrà il #VotaSìDay, una giornata in cui siamo tutti chiamati a informare e a diffondere le ragioni del SI per il taglio di 345 parlamentari per le strade e nelle piazze italiane. Organizza un banchetto o un gazebo e aiutaci a diffondere questa battaglia”, ha annunciato il blog delle Stelle in un post. E fioccano anche le mobilitazioni dei comitati per il No al referendum. NOstra, il comitato Giovanile per il No al Referendum, ha annunciato in conferenza una manifestazione di piazza il 12 settembre. Presenti Jasmine Cristallo, portavoce Nazionale delle Sardine, che sostiene il no al referendum e Emma Bonino. “Come +Europa – ha spiegato Bonino – sosteniamo l’iniziativa dei giovani mentre noi faremo una maratona oratoria il 9 settembre, vedremo se in forma pubblica o in streaming. Sono contraria ad una riforma fatta in questo modo e come se un coinquilino del primo piano togliesse la trave portante senza occuparsi della stabilità complessiva del caseggiato. In una democrazia parlamentare non si può procedere così”. 
    “Stanno raccontando che con la riduzione del numero dei parlamentari verrebbe indebolito il principio di rappresentanza. Falso. A fare queste affermazioni sono gli stessi politici che nei loro partiti contano tra le proprie file il più alto numero di parlamentari assenteisti. Persone che alla Camera o al Senato si vedono solo ogni tanto e ancora meno nei territori in cui sono stati eletti. Altro che rappresentanza popolare”, si legge nel post del blog delle Stelle che attacca: ” Tra i politici sono molti quelli che si stanno schierando, più o meno velatamente, per il No al taglio del numero dei parlamentari e per conservare lo status quo (con i relativi costi per le casse pubbliche)”.
    “Personalmente sono molto perplesso – ha detto Silvio Berlusconi, leader di Forza Italia -. Il taglio dei parlamentari è una scelta che noi avevamo già adottato fin dal 2005 con la nostra riforma costituzionale che poi però è stata cancellata dalla sinistra. In questo caso però è un taglio, come dire, russo. Che non si inquadra in una riforma complessiva del funzionamento delle istituzioni e che avrà come probabile effetto una riduzione degli spazi di democrazia con delle Regioni che non potranno essere rappresentate in Parlamento da parlamentari dei partiti della minoranza. Ed anche per questo io sto ancora riflettendo, cosa che mi ha chiesto sul mio voto, fermo restando naturalmente l’assoluta libertà di voto per i nostri militanti e per i nostri eletti”. 
    “Più Europa è l’unico partito presente in Parlamento che ha sempre votato no a questa non-riforma populista, antipolitica e antiparlamentare imposta dal M5s e che convintamente voterà no e chiede a tutti di votare no”, ha detto Benedetto Della Vedova, segretario di Più Europa. “Chiediamo di votare no – ha aggiunto Della Vedova – anche a coloro come il Pd, che hanno cambiato idea. Non è da questo taglio lineare, brutale, grillino, che potrà uscire qualcosa di buono e di meglio per gli italiani”.
    “L’Italia è un modello e fa da apripista alle grandi riforme istituzionali europee. Germania e Francia copiano infatti la riforma italiana del taglio del numero dei parlamentari e puntano a ridurre gli sprechi della politica – spiega Tiziana Beghin, capodelegazione del Movimento 5 Stelle al Parlamento europeo – rendendola più responsabile e vicina ai cittadini, proprio come avverrebbe in Italia se al prossimo referendum i sì dovessero prevalere. In Germania la grande coalizione di CDU e SPD ha trovato un accordo sul taglio graduale del numero dei parlamentari che si completerà fino al 2025. Per la Merkel era insopportabile vedere un Bundestag composto da 800 componenti. In Francia un progetto di legge presentato dal governo di En Marche riduce il numero dei parlamentari di un quarto: da 577 a 404 membri. Con Camere più snelle aumenteremo la produttività dei nostri rappresentanti e diremo basta agli assenteisti cronici che utilizzano la politica come se fosse la gallina dalle uova d’oro”.
    Intanto la Commissione Affari costituzionali della Camera voterà il Germanicum come testo base martedì prossimo, 8 settembre, mentre per venerdì prossimo è stato fissato il termine per gli emendamenti alla legge Fornaro di riforma costituzionale che inserisce dei correttivi nella Carta che attenuano gli effetti del taglio dei parlamentari. Lo ha stabilito l’Ufficio di presidenza della Commissione secondo quanto ha riferito il presidente Giuseppe Brescia.

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    Dl Covid: Camera, il governo pone la fiducia

    Il governo pone la fiducia sul dl Covid. Lo ha annunciato nell’Aula della Camera il ministro per i Rapporti con il Parlamento Federico D’Incà.
    La seduta dell’Aula è stata dunque sospesa. La conferenza dei capigruppo è convocata per le ore 16, per decidere sul prosieguo dei lavori parlamentari.

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    Referendum: on line fac-simile scheda, 51 milioni al voto

    E’ on line sul sito del servizio elettorale – informa il Viminale – il facsimile della scheda per il referendum costituzionale confermativo che si svolgerà il 20 e 21 settembre.
    Questo il testo del quesito stampato sulla scheda: “Approvate il testo della legge costituzionale concernente ‘Modifiche agli articoli 56, 57 e 59 della Costituzione in materia di riduzione del numero dei parlamentari’, approvato dal Parlamento e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana n. 240 del 12 ottobre 2019?”. I cittadini con diritto di voto possono esprimersi barrando la casella del sì o del no.
    Per il referendum costituzionale confermativo, a differenza del referendum abrogativo, non è previsto il raggiungimento di un quorum di validità: l’esito referendario è comunque valido indipendentemente dalla percentuale di partecipazione degli elettori. Hanno diritto al voto 51.559.898 cittadini, di cui 4.616.344 all’estero. I maschi sono 25.021.636, le femmine 26.538.262 (rilevazione semestrale del 31/12/2019).   

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    Bolsonaro, non obbligheremo nessuno a vaccinarsi

    Il presidente brasiliano, Jair Bolsonaro, ha affermato che non sarà obbligatorio assumere il vaccino contro il coronavirus. “Nessuno può essere obbligato a fare il vaccino”, ha detto il capo dello Stato rispondendo a un simpatizzante che la notte scorsa gli chiedeva di proibire la vaccinazione obbligatoria. Bolsonaro ha stanziato circa 400 milioni di dollari per lo sviluppo del vaccino dell’Università di Oxford, che è in fase di sperimentazione presso l’Istituto statale Fiocruz, a Rio de Janeiro. Intanto, il ministro della Sanità, generale Eeduardo Pazuello, ha designato un veterinario, Lauricio Monteiro Cruz, a capo del Dipartimento delle immunizzazioni e malattie trasmissibili, responsabile del programma nazionale di vaccinazione. Nel Paese sono tuttavia in aumento i gruppi che si oppongono alla vaccinazione. Secondo un’indagine svolta dall’Università di San Paolo, negli ultimi due mesi contenuti “falsi o distorti” sui vaccini contro il Covid sono cresciuti di quasi il 400% sui social.