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Il nuovo patto di Draghi, dal Pnrr all'agenda sociale

Avanti spediti sulle riforme utili per il Pnrr, per raggiungere entro fine anno i 55 obiettivi e ricevere una nuova rata da 19 miliardi di euro. È il primo punto del nuovo patto di governo che Mario Draghi, nelle sue comunicazioni al Senato, chiede ai partiti di sottoscrivere votando la fiducia. ‘Completare il programma è una questione di serietà nei confronti dei nostri cittadini e verso i partner europei’, ha scandito in Aula il presidente del Consiglio, senza fare sconti alle richieste dei partiti della maggioranza.

RIFORME PER IL PNRR – I decreti delegati della riforma del codice degli appalti devono essere licenziati entro marzo del 2023 (‘Dobbiamo tenere le mafie lontane dal Pnrr’); il ddl concorrenza, con all’interno le liberalizzazioni per taxi e concessioni balneari, deve passare prima della pausa estiva; la procedura prevista per i decreti di attuazione della legge delega sulla riforma della giustizia civile, penale e tributaria va ultimata entro fine anno. Intanto, devono andare avanti gli investimenti in infrastrutture per le ferrovie, la banda larga, gli asili e quelli immateriali contro la ‘burocrazia inutile’ a vantaggio degli enti locali.

RIFORMA FISCALE – Sul fisco, l’intenzione è di ridurre le aliquote Irpef a partire dai redditi medio-bassi, superare l’Irap e razionalizzare l’Iva: ‘Dobbiamo approvare al più presto la legge, con il completamento della riforma della riscossione, e varare subito dopo i decreti attuativi’, dice Draghi.

AGENDA SOCIALE – Il governo intende definire con le parti sociali gli interventi da realizzare nella prossima Manovra. Ma niente scostamenti di bilancio, perchè ‘l’andamento della finanza pubblica è migliore delle attese’.

DECRETO AGOSTO – Tra i primi impegni del nuovo patto, l’adozione ‘entro i primi giorni di agosto di un provvedimento corposo per attenuare l’impatto su cittadini e imprese dell’aumento dei costi dell’energia, e poi per rafforzare il potere d’acquisto, soprattutto delle fasce più deboli della popolazione’. Si tratta del decreto da 10 miliardi che attende ancora la soluzione della crisi di governo.

TAGLIO DEL CUNEO E CONTRATTI – Dell’agenda sociale del governo fanno parte gli interventi indicati sul lavoro e le pensioni. Il primo è il taglio del cuneo per ridurre il carico fiscale sui lavoratori, a partire dai salari più bassi. Un ‘obiettivo di medio termine’ che sarà ulteriormente avvicinato con un altro intervento ‘in tempi brevi, nei limiti consentiti dalle nostre disponibilità finanziarie’. C’è poi il rinnovo dei contratti collettivi ‘molti dei quali, tra cui quelli di commercio e servizi, scaduti da troppi anni’.

SALARIO MINIMO E REDDITO – Il riferimento del salario minimo è la nuova direttiva europea per assicurare ‘livelli salariali dignitosi alle fasce di lavoratori più in sofferenza’. Il reddito di cittadinanza va ‘migliorato per favorire chi ha più bisogno e ridurre gli effetti negativi sul mercato del lavoro’.

PENSIONI – Inoltre, c’è bisogno di una riforma delle pensioni che garantisca meccanismi di flessibilità in uscita in un impianto sostenibile, ancorato al sistema contributivo.

SUPERBONUS – Modifiche necessarie anche per il Superbonus. Si punta ad ‘affrontare le criticità nella cessione dei crediti fiscali, riducendo al contempo la generosità dei contributi’.

MEDICI DI BASE E AUTONOMIA DIFFERENZIATA – Tra gli altri impegni che l’esecutivo vuole assumere c’è la riforma del sistema dei medici di base e la discussione per il riconoscimento di forme di autonomia differenziata. Un passaggio anche sugli interventi per migliorare la gestione delle risorse idriche e su un vero e proprio ‘piano acqua’ definito ‘urgente’.

ARMI ALL’UCRAINA – In politica estera Draghi ha rivendicato il posizionamento dell’Italia in Europa e nella Nato, ribadendo l’impegno per la pace ma anche la volontà di sostenere “in ogni modo” Kiev. Perché, “come mi ha ripetuto ieri al telefono il presidente Zelensky, armare l’Ucraina – ha spiegato – è il solo modo per permettere agli ucraini di difendersi”.

GAS RUSSO E RIGASSIFICATORI – Obiettivo imprescindibile è andare avanti con le politiche volte a ridurre le importazioni di gas russo per ‘azzerarle entro un anno e mezzo’. Quindi: diversificazione delle fonti, sprint sulle rinnovabili e infrastrutture. A tal proposito, nel programma spicca l’istallazione dei due rigassificatori a Ravenna e Piombino, quest’ultimo da terminare entro la prossima primavera: ‘È una questione di sicurezza nazionale’, taglia corto Draghi. A livello europeo la linea è di continuare a battersi per ‘un tetto al prezzo del gas russo e per la riforma del mercato elettrico’. 


Source: http://www.ansa.it/sito/notizie/politica/politica_rss.xml

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