Un election day il 13 settembre, quando fa ancora caldo e i rischi di una risalita del contagio sono minori. Non fa a tempo ad essere formulato, l’orientamento del governo, che monta la polemica. I dubbi di alcuni governatori, dell’opposizione e di un pezzo di maggioranza su una campagna elettorale agostana per regionali, comunali e referendum costituzionale, aprono un nuovo confronto. Di “scelta condivisa” parla il premier Giuseppe Conte. Ma la data torna a ‘ballare’ e la discussione arriva sul tavolo dei capi delegazione. E’ il sottosegretario Achille Variati a svelare l’orientamento del governo, nella discussione in commissione alla Camera sul decreto in materia elettorale che è in fase di conversione ed è atteso in Aula la prossima settimana. La relatrice M5s Anna Bilotti presenta un emendamento per permettere di svolgere il voto anche prima del 15 settembre, prima data prevista dal decreto. E Variati spiega che secondo il parere del Comitato tecnico scientifico è meglio convocare gli italiani alle urne prima che le temperature inizino ad abbassarsi e cresca il rischio di contagio da Coronavirus. Il 13 settembre è la data proposta per far svolgere le regionali in Campania, Veneto, Puglia, Liguria, Marche, Valle D’Aosta, ma anche le comunali, il referendum per il taglio dei parlamentari e le elezioni suppletive per Camera e Senato. Ma in serata emerge che in alternativa al Viminale si ragiona del 20 o del 27 settembre, date che però cadrebbero in corrispondenza con festività ebraiche. L’obiettivo del governo è mettere d’accordo maggioranza e opposizione, ma anche ridurre al massimo i rischi di contagio: di qui l’election day, che poco piace ad alcuni partiti
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