Bruxelles – Il Sahara occidentale inquieta il Parlamento europeo, dove nel principale gruppo, quello dei popolari (Ppe), c’è chi adesso si interroga sull’evoluzione delle rivendicazioni del popolo Saharawi. L’europarlamentare francese Brice Hortefeux vede con preoccupazione il radicalismo religioso, i legami tra il fronte Polisario, la principale organizzazione politica della Repubblica Araba Democratica di Sahrawi, e organizzazioni terroristiche islamiche. L’Alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza dell’Ue, Josep Borrell, rassicura. “
Una dimostrazione di ciò sono gli accordi commerciali bilaterali, bocciati prima dell’avvocato generale e in secondo battuta dal Tribunale dell’Ue. Sono riconosciuti come illegittimi e lesivi dei diritti della popolazione che continua a rivendicare la sovranità sul territorio conteso con il regno marocchino. Di fronte alle richieste di chiarimenti che arrivano dal Ppe circa gli aiuti umanitari per i cittadini saharawani nei campi dentro e fuori il Sahara occidentale, Borrell assicura che “l
Gli interessi degli Stati membri
I primi ad avere interessi in gioco sono gli spagnoli. Gli accordi di Madrid del 1976 firmati con il Marocco, garantirono alla corona spagnola
Italia e Germania hanno buone ragioni economiche per abbandonare la Repubblica araba democratica di Saharawi (Sadr) al proprio destino. Un consorzio di aziende guidato dalla società tedesca Siemens, associata all’italiana Enel Green Power e alla società marocchina Nareva (di proprietà del re) si è aggiudicato la commessa per la realizzazione di cinque parchi eolici, due dei quali a Boudjour e Tiskrad, località nel territorio controllato dal Marocco ma oggetto di dispute e contese. Nel 2020, con i nuovi parchi eolici previsti per Boudjour, il 40,3 per cento della produzione di energia verde del Marocco proverrà dai territori occupati. C’è di più. L’azienda britannica Windhoist è coinvolta nell’installazione di 56 turbine Siemens.
La lista è lunga, e ci sono sempre Italia e Germania.
Ci sono anche i Paesi Bassi ad avere interessi nei territori contesti. Transavia, la compagnia olandese low-cost del gruppo AirFrance-KLM, ha annunciato l’apertura di una rotta tra Parigi e Dakhla, città per l’appunto nel Sahara occidentale controllato dal Marocco. Il Fronte polisario ha annunciato ricorso alla Corte di giustizia dell’Ue per questo. Inoltre fino al 2015 il colosso petrolifero francese, Total, ha goduto di diritti di prospezione al largo delle coste del Sahara occidentale, nella parte considerata marocchina da Rabat e reclamata come propria dalle autorità Saharawi.
Non ci sono solo i principali Stati membri dell’Ue a fare campagna-acquisti in Sahara occidentale. Nel 2015 il governo marocchino ha bloccato l’apertura di Ikea a Casablanca, in un’operazione intesa a fare pressione anche sul governo svedese, da sempre attento al rispetto di libertà fondamentali e diritti civili.
Di fronte alle richieste rimaste fin qui inascoltate, lo spettro di una radicalizzazione della lotta alleggia sul Sahara occidentale. In Parlamento Ue ne sono consapevoli, la Commissione rassicura. Ma gli equilibri restano, agli occhi di una parte del Ppe, molto fragili. Brice Hortefeux avverte. “Que
Un’eventuale radicalizzazione del conflitto, in senso terroristico, rischierebbe di destabilizzare ancora di più l’intera regione, con tutto ciò che ne deriverebbe. L’Europa non può permettersi un’altra ondata di richiedenti asilo.