Giuseppe Conte guarda con ottimismo alla prossima sfida in cui si lancerà per la guida del Movimento, su cui, assicura, “c’è molto entusiasmo e chi pensa che sia spaccato sarà sorpreso”. “Ci saranno organi collegiali nuovi ma non ricadremo nelle tradizionali forme di partito: saranno luoghi di confronto anche per la linea politica” annuncia in tv il prossimo leader del Movimento che in questo ruolo si prepara anche a fare una proposta agli altri capi di partito: “una riforma costituzionale che possa rafforzare il nostro sistema”.
Ma è sull’organizzazione del nuovo partito che già si iniziano a creare le prime frizioni. La futura “segreteria” Conte non è stata ancora tratteggiata ma già nei 5 Stelle è iniziata la “corsa” a farne parte. Le prime indiscrezioni sugli esponenti che potrebbero essere chiamati ad entrare hanno fatto infuriare gli eletti che ora chiedono sia garantita una votazione degli iscritti.
A farsi portavoce dell’istanza è l’europarlamentare del Movimento Dino Giarrusso: la sua non solo è una auto-candidatura ma la precisazione di un metodo. “Dobbiamo legittimare tutta la nuova struttura del Movimento tramite la base, se qualcuno pensa di farlo dall’alto, sappia che poi gli elettori se ne vanno”, dice citando anche le indiscrezioni che parlano di un possibile ingresso di Alessandra Todde, imprenditrice e viceministro allo Sviluppo economico, candidata dal M5s come europarlamentare ma non eletta. E’ bravissima, dice di lei Giarrusso che tuttavia sottolinea: “io però nel mio collegio ho preso 30 mila voti in più di lei. Mi auguro che Conte ne prenda atto”.
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