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    Salvini, prima si nomina il commissario in Emilia Romagna e meglio è

    “Prima si nomina il commissario meglio è” ma “tutti sono già in grado di lavorare”. Lo ha detto il ministro delle Infrastrutture e Trasporti, Matteo Salvini. “Non è che il commissario sia Gesù Bambino”, ha aggiunto Salvini. “Non è che ci sia un commissario con poteri salvifici, non basta un commissario per dire che si parte” con i lavori di ricostruzione dopo l’alluvione. “Se il commissario risolvesse tutti i problemi non avrei un’opera ferma. Ne ho 117”, ha aggiunto.
    Il ministro è intervenuto anche sul Ponte dello Stretto. “Stiamo sbloccando centinaia di opere” e tra queste “c’è un Ponte che sarà il ponte tra Palermo, Roma, Milano e Berlino. Un Ponte che dà fastidio a tanti e invece io penso che darà fastidio alla mafia perché porterà sviluppo e lavoro vero in terre che ne hanno voglia”. Lo ha detto il ministro per le Infrastrutture Matteo Salvini durante la scuola di formazione politica della Lega a Milano. “Poi stanno diventando tutti ingegneri – ha aggiunto Salvini – io ho fatto storia e fortunatamente per i siciliani il Ponte non lo progetto io”. “Il mio onere e onore – ha concluso il ministro – è ripartire dopo 50 anni di chiacchiere. Sono stato al dibattito parlamentare e sono diventati tutti ingegneri…”. 

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    Card. Parolin, le radici cristiane alimentino impegno sociale

    (ANSA) – MERCOGLIANO (AVELLINO), 28 MAG – “È importante
    tenere presenti e vive le nostre radici cristiane per sostenere
    il nostro impegno civile nella società e, come insegna Papa
    Francesco, per essere vicini e prendersi cura delle persone
    nella quotidianità”. Lo ha detto il cardinale Pietro Parolin,
    segretario di Stato vaticano, incontrando i giornalisti prima di
    presiedere la concelebrazione per l’avvio dell’anno giubilare
    dell’abbazia di Montevergine.   
    Alla cerimonia, che apre la celebrazione per i 900 anni dalla
    fondazione del santuario, hanno preso parte anche il ministro
    dell’Interno Matteo Piantedosi e quello della Cultura, Gennaro
    Sangiuliano.   
    La Regola benedettina, ha detto il responsabile del Viminale,
    “dopo il crollo dell’Impero romano, nel momento più critico
    dell’Occidente, lanciò un seme di rinascita, un nuovo modello di
    comunità con al centro la persona”. Un modello che, per
    Piantedosi, resta attuale “per la sua formula evoluta di
    convivenza sociale: un piccolo sistema a vocazione universale
    che invita a prendere gli uomini come sono, tenendo conto dei
    vulnerabili e valorizzando ciascuno per i suoi meriti”. Insomma
    “rifuggire l’appiattimento ugualitario ma anche prendersi cura
    dei più fragili, ognuno compiendo la propria missione senza
    negligenze”.   
    Per Sangiuliano, “luoghi come il santuario di Montevergine
    sono pilastri dell’Occidente e raccontano la nostra storia e la
    nostra cultura”. (ANSA).   

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    Meloni: ‘Sul Pnrr il governo rispetterà i tempi’

    “Il nostro piano è il più grande d’Europa, e una sua revisione richiede una verifica attenta per scongiurare il rischio di fare in fretta e male. La scadenza per proporre modifiche è il 31 agosto 2023 e Fitto sta lavorando con la Commissione Europea e le singole Amministrazioni per assicurare la piena attuazione degli interventi. Siamo nei tempi”. Così il presidente del Consiglio Giorgia Meloni, al Messaggero. “Lo dimostra il fatto – dice ancora – che a oggi solo 5 Stati hanno presentato la proposta di revisione del Piano con l’integrazione del REPowerEU. Faremo tutto quello che c’è da fare per far arrivare queste risorse a terra, in modo utile ed efficiente”. Meloni sottolinea come in Italia “la capacità di spesa è un problema storico. Accorpare la delega del Pnrr a quella delle Politiche di coesione nasce proprio da questa esigenza: assicurare una maggiore sinergia tra le diverse fonti di finanziamento, sia per garantire che i soldi vengano effettivamente spesi ma anche per privilegiare misure di qualità e in grado di rafforzare la competitività e avere effetti sul PIL”.”Mettere in sicurezza l’Italia è una sfida epocale. Stiamo purtroppo scontando decenni di scelte mancate e di ritardi e l’idea, errata, che la cura del territorio non fosse un investimento strategico. Bisogna cambiare paradigma”. Lo afferma il presidente del Consiglio Giorgia Meloni, intervistata dal Messaggero. Sul commissario, aggiunge, “valuteremo le competenze e sceglieremo il profilo più adatto”.Davanti all’alluvione “il Governo ha dato una risposta immediata” prosegue Meloni ripercorrendo le misure messe in campo finora: “Siamo consapevoli che non è sufficiente, e siamo già al lavoro per le misure sulla ricostruzione. Nessuno ha la bacchetta magica ma è arrivato il momento di immaginare un modello completamente nuovo che sappia responsabilizzare di più tutte le amministrazioni coinvolte e permetta di realizzare le opere necessarie, velocemente e bene. E capire che ci sono interventi che non possono essere più rimandati o bloccati dalla burocrazia o da un certo ecologismo ideologizzato”. Rispetto alla collaborazione con Bonaccini, la premier afferma: “I partiti sono una cosa, le istituzioni un’altra. Dunque è un dovere collaborare per risolvere i problemi dei cittadini. Non c’è niente di eccezionale in quello che stiamo facendo con il presidente Bonaccini e mi stupisce che qualcuno possa pensare il contrario. In quest’emergenza, anche da parte delle categorie produttive, dei sindacati e dei diversi livelli istituzionali, sono arrivati ottimi segnali. Questa è la strada giusta. Io sono una persona estremamente concreta: a me interessa il risultato, risolvere un problema e ascolto chiunque abbia buone idee. E questo vale per ogni dossier: ogni proposta di buon senso sarà sempre ben accolta”. Rispetto alla figura del commissario, Meloni risponde: “In questo momento il mio principale problema non è chi spende i soldi ma trovarli, capire le cose da fare e capire quali procedure vanno migliorate per dare risposte immediate. Quando arriverà il tempo della ricostruzione ci occuperemo di chi sarà il commissario”.

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    Iran: Pd, ambasciata a Roma monta telecamera su una forca

     “L’ambasciata iraniana a Roma ha montato una telecamera sopra una forca. Si tratta di una chiara intimidazione contro chi manifesta fuori dall’ambasciata. Il governo italiano non tolleri questo sfregio e si faccia sentire con parole inequivocabili”. E’ quanto denuncia il Pd attraverso Lia Quartapelle, vicepresidente Pd in commissione Esteri di Montecitorio. “Subito convocare l’ambasciatore. Intollerabile oltraggio. Manifestare. Questo orrore non è sopportabile”, aggiunge il senatore del Pd Filippo Sensi su twitter.    

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    Delhi, disperso il sit-in delle lottatrici contro le molestie sessuali

       L’inaugurazione del nuovo Parlamento indiano oggi a Delhi ha interrotto, e probabilmente messo la parola fine, al sit-in delle lottatrici indiane che dal 23 aprile hanno vissuto all’aperto nel centro di Delhi per chiedere l’incriminazione e l’arresto di Brij Bhushan Sharang Singh, il politico ed ex presidente della loro federazione, accusato dalle atlete di molestie sessuali.
        I tre protagonisti più in vista della protesta  – le lottatrici Vinesh Phogat e Sakshi Malik e il coloro collega maschile Bajrang Punia – sono stati fermati questa mattina e trascinati via, secondo varie testimonianze con la violenza, mentre tentavano di avvicinarsi al Parlamento, che il premier Modi stava inaugurando. Dopo avere caricato le atlete e i loro sostenitori su alcuni autobus, gli agenti hanno smantellato la postazione del sit-in togliendo le tende, i materassi e i ventilatori del picchetto.
        Il Commissario di Polizia della squadra speciale “law and order” Dependra Pathak ha dichiarato alla stampa che Poghal, Malik e Punia sono stati fermati per “violazione della legge e che saranno incriminati a tempo debito”.
        In vista della cerimonia inaugurale del Parlamento, la sicurezza nella capitale era stata rafforzata con migliaia di agenti dispiegati, le strade e le stazioni della metropolitana più vicine all’area istituzionale bloccate e una tenda era stata allestita per ospitare gli eventuali manifestanti e oppositori in stato di fermo.    

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    Spagna, decine di migranti in arrivo a Ceuta e nelle Canarie

        Nelle ultime ore, 118 persone sono arrivate su tre imbarcazioni di fortuna nelle isole Canarie (arcipelago spagnolo davanti alla costa atlantica del Marocco): hanno reso noto i servizi d’emergenza locali. Di queste persone, 87 sono state assistite sull’isola di Lanzarote, cinque sono state portate in ospedale per “patologie lievi”. Altri 31 migranti sono invece sbarcati a Gran Canaria, senza bisogno di assistenza sanitaria particolare. 
       E oltre 40 persone sono entrate irregolarmente a Ceuta (enclave spagnola sulla costa mediterranea del Marocco) in diversi momenti della giornata di ieri, la maggior parte delle quali a nuoto: lo riporta l’agenzia di stampa Efe, citando fonti di polizia locali.
       I primi ingressi irregolari in territorio spagnolo sono avvenuti attorno alle 3.30 del mattino di sabato, attraverso una delle spiagge di Ceuta. Altri episodi simili si sono verificate nelle ore successive: in totale, almeno 38 persone sono riuscite a completare la traversata a nuoto dalla vicina costa marocchina. 
       La scorsa notte, invece, quattro persone sono entrate a Ceuta dopo aver scavalcato la barriera situata alla frontiera tra l’enclave e il territorio marocchino. I migranti entrati in città sono di diverse nazionalità, in particolare sudanesi, algerini e siriani. Secondo i media locali, da diversi mesi a Ceuta non andava in scena un episodio migratorio simile con un numero così alto di persone coinvolte.
       

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    Il Papa ricorda Manzoni, ‘cantore delle vittime e degli ultimi’

    (ANSA) – CITTÀ DEL VATICANO, 28 MAG – Il Papa, al Regina
    Coeli, ha ricordato che lo scorso 22 maggio si è commemorato il
    centocinquantesimo anniversario della morte “di una delle figure
    più alte della letteratura: Alessandro Manzoni. Egli attraverso
    le sue opere è stato cantore delle vittime e degli ultimi. Essi
    sono sempre sotto la mano protettrice della provvidenza divina”
    che “consola” e “sono sostenuti anche dalla vicinanza dei
    pastori fedeli della Chiesa presenti nelle pagine del capolavoro
    manzoniano”. (ANSA).   

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    Il Papa, ‘Tante guerre, è incredibile il male che fa l’uomo’

         “Oggi nel mondo c’è tanta discordia, tanta divisione. Siamo tutti collegati eppure ci troviamo scollegati tra di noi, anestetizzati dall’indifferenza e oppressi dalla solitudine. Tante guerre, pensiamo alle guerre, tanti conflitti: sembra incredibile il male che l’uomo può compiere!”.  Lo ha detto il Papa nell’omelia della messa di Pentecoste, celebrata nella basilica vaticana. 
         E Francesco torna a parlare del diavolo e del fatto che è lui “in realtà, ad alimentare le nostre ostilità”. E’ “lo spirito della divisione, il diavolo, ilcui nome significa proprio ‘divisore’. Sì, a precedere ed eccedere il nostro male, la nostra disgregazione, c’è lo spirito maligno” che “gode degli antagonismi, delle ingiustizie, delle calunnie. E’ la sua gioia”. E allora – ha aggiunto – “di fronte al male della discordia, i nostri sforzi per costruire l’armonia non bastano. Ecco allora che il Signore, al culmine della sua Pasqua, al culmine della salvezza, riversa sul mondo creato il suo Spirito buono, lo Spirito Santo, che si oppone allo spirito divisore perché è armonia, Spirito di unità che porta la pace. Invochiamolo ogni giorno sul nostro mondo, sulla nostra vita e davanti ad ogni opera di divisione”.
       Il Papa dunque invita ad invocare lo Spirito per superare le divisioni. “Se il mondo è diviso, se la Chiesa si polarizza, se il cuore si frammenta, non perdiamo tempo a criticare gli altri e ad arrabbiarci con noi stessi, ma invochiamo lo Spirito, Lui è capace di risolvere queste cose”, ha detto, prima di elevare una preghiera:  “Spirito Santo, Spirito di Gesù e del Padre, sorgente inesauribile di armonia, ti affidiamo il mondo, ti consacriamo la Chiesa e i nostri cuori. Vieni Spirito creatore, armonia dell’umanità, rinnova la faccia della terra”.
       Il pontefice richiama anche il Sinodo che è in corso nella Chiesa: “è – e dev’essere – un cammino secondo lo Spirito: non un parlamento per reclamare diritti e bisogni secondo l’agenda del mondo, non l’occasione per andare dove porta il vento, ma l’opportunità per essere docili al soffio dello Spirito”. Senza lo Spirito, ha proseguito il Papa, “la Chiesa è inerte, la fede è solo una dottrina, la morale solo un dovere, la pastorale solo un lavoro. E tante volte sentiamo tanti cosiddetti pensatori, teologi, che ci danno dottrine fredde: sembrano matematica”. Con lo Spirito, invece, “la fede è vita, l’amore del Signore ci conquista e la speranza rinasce. Rimettiamo lo Spirito Santo al centro della Chiesa”, è l’invitodel Papa.
        La divisione colpisce il mondo ma anche la stessa Chiesa e il Papa oggi, nell’omelia della messa, ha lanciato un invito: “Costruiamo armonia nella Chiesa!”. Lo Spirito Santo, al centro dell’odierna celebrazione della Pentecoste, è stato donato “per uno scopo preciso: per perdonare i peccati, cioè per riconciliare gli animi, per armonizzare i cuori lacerati dal male, frantumati dalle ferite, disgregati dai sensi di colpa”.
       L’armonia non è uniformità: lo Spirito “non crea una lingua uguale per tutti, non cancella le differenze, le culture, ma armonizza tutto senza omologare, senza uniformare”. Francesco allora ha ribadito di stare attenti alla “tentazione dell’indietrismo che cerca di omologare tutto”. Lo Spirito Santo ha dato vita alla Chiesa non cominciando “da un progetto strutturato, come faremmo noi, che spesso poi ci disperdiamo nei nostri programmi; no, Lui inizia elargendo doni gratuiti e sovrabbondanti”. Il cristiano deve rispondere con docilità. E il Papa ha allora chiesto: “Il mio modo di vivere la fede è docile o è invece testardo” rispondendo “alle cosiddette dottrine che sono soltanto espressioni fredde?”. “Promuovoriconciliazione o sto sempre cercando di ficcare il naso per sparlare e distruggere?”.