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    Tunisia: deputato Ayari annuncia sciopero fame per protesta

    (ANSA) – TUNISI, 08 SET – Il deputato indipendente Yassine
    Ayari, primo caduto sotto la scure della revoca dell’immunità
    parlamentare in Tunisia dopo il colpo di mano del presidente
    Kais Saied, ha iniziato lo sciopero della fame in carcere.   
    Ayari, che si trova in cella dal 30 luglio per scontare una
    condanna di un tribunale militare a due mesi per offesa alle
    forze armate, protesta contro un nuovo procedimento avviato nei
    suoi confronti dalla giustizia militare a causa dei suoi post
    sui social contro le mosse del presidente. Lo ha annunciato il
    suo partito Amal wa Âamal (Speranza e Lavoro) in un comunicato
    nel quale Ayari considera quanto avvenuto il 25 luglio e nei
    suoi confronti una “grave violazione della libertà di
    espressione” e critica “il coinvolgimento dei tribunali militari
    per soffocare la voce dei civili”.   
    La decisione di iniziare lo sciopero della fame, secondo il suo
    partito, è motivata anche dalla negazione ingiustificata di
    un’istanza di liberazione, sebbene in possesso di tutte le
    condizioni richieste. Inoltre, denuncia Amal wa Aamal, lo stato
    di salute di Ayari è peggiorato nonostante la presentazione di
    un certificato medico attestante la necessità di una dieta
    alimentare specifica” e la corrispondenza a lui indirizzata non
    gli è stata consegnata nel tentativo di isolarlo dal mondo
    esterno. Il partito ha anche riferito che Ayari e altri detenuti
    nel carcere di Mornaguia a Manouba – Tunisi, non sono stati
    vaccinati contro il covid, nonostante gli impegni presi dalle
    autorità competenti. (ANSA).   

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    Msf, a un anno da incendio Moria, Ue nega dignità migranti

    (ANSA) – ROMA, 08 SET – “Nella notte fra l’8 e il 9 settembre
    2020, il campo di Moria fu completamente distrutto da un
    incendio diventato simbolo del totale fallimento della politica
    migratoria dell’Unione Europea basata sugli hotspot nelle isole
    greche. A un anno dalle promesse dell’Ue di un nuovo approccio,
    Medici Senza Frontiere denuncia come i leader di Europa e Grecia
    continuino a negare dignità a richiedenti asilo e migranti in
    cerca di sicurezza in Europa, mentre va avanti l’odioso progetto
    di costruire campi simili a prigioni nelle cinque isole
    dell’Egeo settentrionale”. E’ quanto si legge in un comunicato
    di Msf.   
    “È tragicamente ironico che mentre il mondo tiene gli occhi
    puntati sulla situazione afghana, l’Unione Europea e la Grecia
    stiano inaugurando un nuovo campo simile a una prigione per
    intrappolare i rifugiati sull’isola di Samos. È la dimostrazione
    più chiara della crudeltà delle politiche migratorie dell’Ue”,
    dichiara Konstantinos Psykakos, capomissione di Msf in Grecia.

    I pazienti assistiti da Msf continuano a raccontare come la
    situazione di limbo in cui vivono sulle isole, il processo di
    richiesta di asilo gestito in modo arbitrario e sbrigativo, la
    paura dell’espulsione e le condizioni di vita precarie
    contribuiscano al deterioramento del loro stato di salute fisica
    e mentale. I minori che ricevono supporto mentale nella clinica
    di Msf a Lesbo spesso manifestano comportamenti regressivi come
    aggressività, enuresi secondaria o ritardi nello sviluppo
    cognitivo, emotivo e sociale. Le persone che hanno sperimentato
    traumi significativi hanno difficoltà nell’elaborare i ricordi
    più dolorosi e a lungo continuano a vivere nella paura.
    Msf chiede ai leader europei di implementare le politiche di
    protezione e assistenza a rifugiati e richiedenti asilo anziché
    concentrarsi sul trovare modi per scoraggiare, fermare e
    respingere le persone che cercano salvezza in Europa. (ANSA).   

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    Lega ritira emendamenti su green pass ma è caos su voto

    Un passo avanti sul decreto Green Pass alla mattina, il caso nel voto segreto in Aula alla sera. Mario Draghi e il governo incassano il ritiro da parte di tutti i partiti della maggioranza – Lega inclusa – , degli emendamenti al dl sul certificato verde in votazione alla Camera. E’ il grimaldello che permette al governo di non porre la fiducia sul provvedimento. Ma nella maggioranza la tensione resta altissima. Matteo Salvini, infatti, annuncia che la Lega è pronta a votare gli emendamenti di Fdi. E, sul primo voto segreto in Aula spuntano fuori 134 sì alla proposta di soppressione del Green Pass avanzata dal partito di Giorgia Meloni. Voti che, in buona parte almeno, non possono che provenire dalla Lega.
    “E’ un partito inaffidabile per il governo, chiediamo chiarezza”, attacca il segretario del Pd Enrico Letta. La tensione, complice anche il voto delle amministrative ormai alle porte, è destinata a crescere rischiando di rallentare il percorso sulle riforme indirizzato dal presidente del Consiglio. Ma Draghi non sembra essere intenzionato a deviare la strada del governo rispetto alle tensioni parlamentari. Sono tre, al momento, i macro-temi su cui il premier si muoverà nei prossimi giorni. L’estensione del Green Pass ai dipendenti pubblici e privati, la riforma della concorrenza e la riforma del fisco. Sulla prima misura il premier potrebbe stringere già nelle prossime ore: la filosofia è quella di allargare alle altre tipologie di dipendenti pubblici e privati un obbligo che è già realtà per categorie come medici o insegnanti. Una cabina di regia ad hoc, tuttavia, non risulta ancora convocata. Potrebbe, forse, cadere a ridosso del Cdm che varerà il decreto.
    “Al momento non ci risultano né una cabina di regia né un Cdm”, sottolineano invece fonti di governo della Lega. Sulla riforma della concorrenza e soprattutto su quella del fisco è possibile che si vada oltre il 20 settembre. Anzi, c’è chi nel governo ipotizza che un intervento sul fisco venga fatto solo dopo la Nota di Aggiornamento del Def, prevista il 27 settembre. E, si spiega in ambienti governativi, tra i ministri che invitano a un supplemento di riflessione su alcune criticità contenute nei provvedimenti c’è Giancarlo Giorgetti. Poi c’è anche un elemento squisitamente politico: il voto sulle amministrative che, rispetto ai primi mesi del governo Draghi, ha di certo cambiato il clima in maggioranza. Sul timing delle riforme, in ogni caso, nessun tono ultimativo emerge dagli esponenti del governo. La sintesi, come è già accaduto finora, spetta al presidente del Consiglio. “Ai vari provvedimenti si sta lavorando alacremente, ma al momento non sono ancora pronti”, si spiega a Palazzo Chigi. Tra le misure sul tavolo di Draghi c’è anche il decreto anti-delocalizzazioni. La filosofia, tuttavia, più che di un intervento “anti-delocalizzazioni” sembra essere quella di una misura “pro-localizzazioni”. “Per quelli che prendono un contributo e scappano rispetto al passato qualcosa è cambiato”, spiega il tiolare del Mise Giorgetti, sottolineando la volontà di “introdurre una premialità per quegli imprenditori che faranno investimenti in territori in crisi”. I dettagli del decreto sono ancora da affinare e un nuovo incontro tecnico è previsto per giovedì. Nel frattempo, il governo passa in una manciata d’ore dal ritiro degli emendamenti leghisti al dl Green Pass alla bagarre serale sul voto segreto. Ad annunciare in Aula il sì della Lega all’emendamento Fdi è Dimitri Coin. In effetti, la proposta di Fdi incassa 134 sì, ben più dei membri dell’opposizione. “Non alcuni esponenti ma, come dimostrano i numeri, tutta la Lega ha votato l’emendamento di FdI e quindi contro il governo”, attacca il Dem Emanuele Fiano. Per Salvini, in ogni caso, “il governo rischia zero”. Ma contro il leader della Lega si scaglia, oltre che il Pd, anche il M5S con Stefano Patuanelli: “la Lega è il partito del No”, sottolinea. Mentre Giorgia Meloni esulta: “Sono contenta se quella parte del centrodestra che ha scelto di sostenere Draghi non si piega alla volontà della sinistra”.

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    Green pass: maggioranza ritira emendamenti, niente fiducia

    Tutti i partiti della maggioranza, compresa la Lega, hanno ritirato gli emendamenti al dl green pass all’esame dell’Aula della Camera. Lo rendono noto fonti parlamentari spiegando che a questo punto il governo non porrà la fiducia. 
    “Se ci sono emendamenti che noi condividiamo da chiunque arrivino noi li sosteniamo”. Così il leader della Lega Matteo Salvini, parlando del dl Green Pass, risponde ai cronisti che gli chiedono se la Lega, che ha ritirato gli emendamenti in Aula, sia pronta a votare le proposte di modifica presentate da FdI. “Sulla base di quante nostre proposte saranno accolte valuteremo di conseguenza, ma non è mai stata in discussione la nostra fiducia al governo e a Draghi. Se ci bocciano le nostre proposte voteremo contro. Il Parlamento è fatto per parlare e per discutere. Borghi? La Lega decide unitariamente”, conclude. 
       

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    Reddito di cittadinanza: Conte, Draghi non lo cancellerà

    “Cosa fa il M5s se si cancella il Reddito di cittadinanza? Sarebbe la rottura di un patto di lealtà e di una logica di sostegno e collaborazione: ma il M5s sosterrà il governo dal momento che Draghi ha confermato che condivide la misura”. Lo ha detto il leader M5s, Giuseppe Conte, a Coffe Break su La7. 
    Parlare di abrogazione del reddito di cittadinanza significa fare “un ragionamento ed avere un comportamento vigliacco, fare un’aggressione vigliacca. Stiamo parlando anche di pensionati e di una platea di beneficiari che non ha di che mangiare. Spesso viene utilizzato l’argomento degli abusi: se anche ce ne fosse stato qualcuno non è normale abrogarlo, chiudere la questione per questo. Io dico però che i può migliorarlo, in Germania hanno impiegato tanto tempo per metterlo a punto. Ma ora, dopo un anno di Covid, dire di abrogarlo è folle e vigliacco”, ha inoltre detto l’ex premier  a L’Aria che tira su La7.
     “Il reddito di cittadinanza è una misura importantissima per le persone in difficoltà. Il M5S lo difenderà”. Così il presidente della Camera Roberto Fico, presente ad una manifestazione elettorale del M5S nel Rione Sanità, a Napoli “Se ci sono dei miglioramenti da fare – ha aggiunto Fico – si faranno, ma il reddito rimane “. Alle domande dei giornalisti sulle critiche al reddito del leader della Lega Matteo Salvini, il presidente della Camera ha replicato: “è una misura ottima che ha dato un contributo importante alle persone in difficoltà”. 
    “Dobbiamo cominciare a ragionare di lavoro di cittadinanza. La costituzione italiana recita che é il lavoro che ci rende pienamente cittadini. Lo sforzo é di trasformare il reddito di cittadinanza in lavoro di cittadinanza”. Così il ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti, rispondendo ad una domanda sul reddito di cittadinanza a margine del Salone del Mobile

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    Green pass: al via esame decreto legge alla Camera, fiducia in vista

     Al via nell’Aula della Camera l’esame del decreto legge sull’emergenza Covid che contiene le disposizioni disposizioni relative al Green pass. Gli iscritti a parlare sono una dozzina, per cui è prevedibile che il dibattito impegni buona parte della giornata. A quanto si apprende a Montecitorio, si ragiona sulla possibilità che domani il governo ponga la fiducia sul testo. 

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    Scuola: prima campanella a Bolzano per 90mila studenti

    Oggi prima campanella per 90mila bambini e ragazzi altoatesini, apripista in tutta Italia per il nuovo anno scolastico, il terzo dell’era Covid. In Alto Adige riaprono anche gli asili: per il momento tutti in presenza. L’inizio dell’anno 2021/22 sarà all’insegna della mascherina per tutti e del Green pass per il personale docente. Soprattutto nelle scuole di lingua tedesca un numero rilevante di insegnanti non è ancora vaccinato e dovrebbe infatti effettuare test nasali permanenti. La scuola elementare di Tirolo, sopra Merano, aprirà solo mercoledì perché si sono registrati sei casi di positività tra gli insegnanti, scrive il Dolomiten. 
    “La scuola è ritrovarsi,è un nuovo incontro, sia un nuovo inizio per i ragazzi i docenti il personale e tutte le famiglie”. Questo l’augurio del ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi intervenuto stamane a Radio 1 ‘Tutti in classe’. Dal 13 settembre si riprende via via in tutte le Regioni. “Abbiamo lavorato per garantire un avvio tranquillo, con misure di sicurezza e il personale in ordine”, scrive in un tweet il ministro.    

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    Troppi positivi in paese Calabria,banca impone stop clienti

    (ANSA) – VIBO VALENTIA, 06 SET – Troppi casi positivi al
    Covid 19 in paese e la banca decide di impedire l’accesso a
    correntisti e clienti provenienti dal comune in questione.   
    Accade in provincia di Vibo Valentia, nei confronti dei
    residenti di Acquaro, piccolo centro montano di poco più di 2600
    abitanti. A loro sono riservati i contenuti di un avviso apparso
    all’ingresso della filiale di Dasà di un istituto bancario della
    zona.   
    “Una provocazione vergognosa – afferma il sindaco di Acquaro,
    Giuseppe Barilaro – frutto di una decisione assurda che offende
    una comunità intera e calpesta le regole basilari della
    convivenza civile. Non trovo altre parole per definire lo pseudo
    avviso con il quale la filiale di Dasà della Banca di Credito
    Cooperativo del Vibonese ha deciso di precludere sine die
    l’accesso nei propri locali ai correntisti ed ai clienti
    provenienti dal comune di Acquaro, prendendo spunto dai casi
    positivi al Covid rilevati ed in considerazione dell’ordinanza
    restrittiva del sindaco”.   
    Per il primo cittadino che non nasconde la propria indignazione
    “si tratta di motivazioni ignobili quanto infondate, che
    calpestano il senso di responsabilità dimostrato, in questa
    difficile fase dell’emergenza pandemica, dai cittadini e
    dall’amministrazione comunale di Acquaro.   
    Con assoluta celerità abbiamo provveduto ad attivare la
    necessaria attività di screening finalizzata all’individuazione
    dei casi positivi con i soggetti interessati che sono stati
    tempestivamente posti in stato di isolamento domiciliare. Il
    tutto allo scopo di garantire la salute della stragrande
    maggioranza dei nostri concittadini che, proprio grazie alle
    necessarie misure di salvaguardia sanitaria adottate, hanno
    potuto continuare e continuano tutt’ora a svolgere le normali
    attività della loro vita quotidiana e lavorativa. Appare quindi
    assolutamente discriminatorio l’atteggiamento dei vertici della
    Bcc del Vibonese e nella fattispecie della filiale di Dasà”.   
    (ANSA).