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    Assegno unico, via libera definitivo dal Cdm al decreto attuativo

    Il Consiglio dei ministri ha dato il via libera definitivo, a quanto si apprende, al decreto attuativo dell’assegno unico. Il testo, che ha ricevuto il parere favorevole delle commissioni parlamentari, è passato senza modifiche. Da gennaio sarà possibile fare domanda per ottenere l’assegno universale per i figli e da marzo inizieranno le erogazioni.
       

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    Giorgetti: troppi “esperti” di Covid in tv, serve cautela

    Valutare una raccomandazione sulla comunicazione sul Covid di tv pubbliche e private. Lo ha chiesto il ministro Giancarlo Giorgetti in cabina di regia. In sostanza, avrebbe osservato, nel rispetto della libertà di espressione e delle regole sull’informazione, bisogna riflettere sul fatto che forse l’invasione nei talk show di virologi ed “esperti” a vario titolo rischia di creare incertezze e confusione. Di qui l’invito a valutare una sorta di raccomandazione per maggiore cautela. “Inizia a esserci insofferenza nei confronti di chi ha verità in tasca pronte per ogni situazione e stagione”, avrebbe detto al premier. 
    Non è la prima volta, viene riferito, che il ministro Giancarlo Giorgetti chiede una riflessione sulla comunicazione sul Covid di tv pubbliche e private: “Inizia a esserci insofferenza nei confronti di chi ha verità in tasca pronte per ogni situazione e stagione. Verità che sono state sistematicamente smentite dai fatti”, avrebbe detto al premier e agli altri ministri durante la riunione della cabina di regia di questa mattina. In tempi di Covid, avrebbe affermato, non possono essere lo share e gli ascolti l’unica discriminante nelle scelte degli ospiti in tv quando si parla di pandemia e delle conseguenze sulle persone. 

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    Decreto recovery bis, ok Senato con 229 favorevoli e 28 no, è legge

    Con 229 voti favorevoli, 28 contrari e nessun astenuto, l’Aula del Senato dà il via libera al decreto sull’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) e per la prevenzione delle infiltrazioni mafiose, il cosiddetto dl recovery. Sul provvedimento, già approvato dalla Camera, il governo ha posto la questione di fiducia e con l’ok di palazzo Madama diventa legge.
    Il sigillo sul decreto Recovery bis consente al governo di “centrare tutti e 51 gli obiettivi del Pnrr”, come ha annunciato Draghi. E ora aprirà la porta alla firma con la Commissione Ue dell’accordo operativo – che dovrebbe avvenire sempre prima di Natale – per ottenere la prima tranche da circa 40 miliardi di fondi europei all’inizio dell’anno. Per l’assegno pero’ servira’ un “tempo istituzionale” di circa 3 mesi, come ha precisato il commissario Ue Paolo Gentiloni. 

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    Governatore Sardegna Solinas sposa l'avvocata De Miranda

    (ANSA) – CAGLIARI, 23 DIC – Fiori d’arancio per il
    governatore della Sardegna Christian Solinas: il presidente
    della Regione sì è sposato questa mattina nella basilica di
    Nostra Signora di Bonaria, a Cagliari, con l’avvocata Magda De
    Miranda. Lo sposo è arrivato al fatidico sì con una Bentley, la
    sposa invece con una Rolls Royce.   
    All’interno della chiesa 250 invitati: impossibile entrare se
    il nome non era nella lista. La messa è stata celebrata
    dall’arcivescovo di Cagliari monsignor Giuseppe Baturi. Ad
    accompagnare la cerimonia la voce della cantante sarda Maria
    Giovanna Cherchi. Tra gli invitati anche i componenti della
    Giunta regionale e il leader della Lega Matteo Salvini, che però
    non era presente alla cerimonia per precedenti impegni.   
    C’erano invece molti consiglieri regionali ed esponenti del
    Partito Sardo d’Azione – lo stesso di Solinas – ma anche l’ex
    presidente della Regione Federico Palomba. Foto di gruppo sulla
    scalinata di Bonaria con donne vestite in costume sardo. Dopo la
    cerimonia è in programma un pranzo in un noto ristorante
    cagliaritano con le regole anti Covid: Green pass o prova del
    tampone negativo per tutti. (ANSA).   

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    Il Pd non chiude a Draghi al Colle, Lega e Forza Italia stoppano

    La fine del riserbo assoluto di Mario Draghi sul suo futuro solleva alcuni e preoccupa altri. I partiti si dividono sulle parole dosate dal premier nelle due ore di conferenza stampa di fine anno e interpretate per lo più come un’autocandidatura al Quirinale. Se così fosse, il Pd non si metterà di traverso. Lega e Forza Italia invece stoppano l’ipotesi, preferendo che il premier resti dov’è. “Se togli una casella autorevole come Draghi del doman non ci sarebbe certezza”, si espone in serata Matteo Salvini quasi citando Lorenzo il Magnifico. E assicura: “Conto di poter lavorare ancora con questa squadra”.   
    A parte Giorgia Meloni che ironizza sull'”autocelebrazione” del presidente del Consiglio e contesta categoricamente gli obiettivi raggiunti (“Non ci risultano”), il segretario della Lega è l’unico della maggioranza a schierarsi personalmente. Gli altri leader tacciono, ‘coperti’ dalle note dei partiti meno esplicite e più prudenti. E forse spiazzati dal monito alla politica a riprendere le redini delle decisioni – da cui tutto dipende – espresso dal premier. Tace anche Silvio Berlusconi, che però non avrebbe gradito l’uscita dell’ex presidente della Bce e temendo a questo punto ‘ostacoli’ alla sua corsa al Colle, valuterebbe anche di far convergere il ‘tesoretto’ di voti del centrodestra per il Quirinale, su un altro candidato. E un nome potrebbe essere, gira voce nel centrodestra, quello di Giuliano Amato.
    Si mostra cauto invece il Movimento 5 stelle che apprezza l’operato del governo, ma rammenta che “c’è ancora tanto lavoro da fare”. In particolare, “bisogna soprattutto continuare la messa a terra del Pnrr ed è importante che continui una guida capace di tenere insieme una maggioranza larga e composita”, rimarca. Ma non va oltre. Sul filo dell’equilibrio è anche il commento del Nazareno: “Condividiamo il giudizio positivo sul bilancio dell’anno di governo e anche l’auspicio che la legislatura vada avanti in continuità con l’azione di governo fino al suo termine naturale”. Tradotto: i Dem condividono l’appello di Draghi sulla necessità di una maggioranza larga sia per scegliere il prossimo capo dello Stato sia per tenere in piedi un governo diverso dall’attuale. E di conseguenza lasciano le porte aperte ad altre ambizioni di Draghi. Del resto il Pd non ha al momento un proprio candidato – un primo confronto con il resto le centrosinistra è previsto il 13 gennaio – nè ha i numeri per farlo votare. In più, sottovoce, c’è lo status quo da mantenere, che fa gola a parecchi. Non a caso un ministro dem in Transatlantico mette le mani avanti nel pomeriggio, ricordando che la morsa del covid non si è allentata e che bisogna continuare a monitare i dati dell’epidemia per ogni valutazione.
    Di sicuro nella maggioranza è unanime il giudizio positivo sui primi 10 mesi dell’esecutivo. Ma è sul ‘dopo’ che crescono i distinguo. Nel centrodestra Lega e FI sono d’accordo nel dire che la conseguenza logica è che il governo continui fino alla fine della legislatura con la stessa guida. Ma le motivazioni sono diverse. Per la Lega, è una scelta dovuta visto il sacrificio fatto aderendo a un governissimo anche con il Pd. 
    Tanto che si vocifera che se Draghi lasciasse Palazzo Chigi, anche il sostengo della Lega muterebbe virando verso un appoggio esterno. Una svolta che sarebbe utile ai fini elettorali a un anno dalle elezioni, per recupare i voti persi per strada e creare un asse con la Meloni in modo anche da controllare l’alleata-rivale. Per i forzisti “Draghi è un bravo chirurgo ed è bene che resti in sala operatoria anzichè fare il primario”, è la metafora che usa Mauruzio Gasparri per non scombinare il sogno di Berlusconi al Colle. La svolta di Draghi sarà perciò inevitabilmente sul tavolo del vertice del centrodesra che domani si troverà di nuovo tutto insieme dopo mesi di latitanza.     

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    Salvini incontra Draghi: 'Interverremo a brevissimo sulle bollette per famiglie e imprese”

    “Abbiamo deciso di intervenire a brevissimo per tagliare i rincari di luce e gas per famiglie e imprese”. Lo dice Matteo Salvini uscendo da Palazzo Chigi, dove ha incontrato il presidente del Consiglio Mario Draghi.
    Palazzo Chigi conferma che durante il colloquio sono stati affrontati temi legati all’andamento della situazione epidemiologica, al Pnrr e al caro energia. Inoltre “è stato anche l’occasione per lo scambio di auguri in vista delle festività”.
    Con Draghi “non abbiamo parlato” di quanto dai lui detto ieri in conferenza stampa, dice ancora Salvini, “le interpretazioni sulle candidature le lascio a voi giornalisti: io di Quirinale fino a gennaio non parlo”. Nella serata di ieri il leader della Lega si era esposto quasi citando Lorenzo il Magnifico dicendo “Se togli una casella autorevole come Draghi del doman non ci sarebbe certezza”. E aveva assicurato: “Conto di poter lavorare ancora con questa squadra”.

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    Becciu a Pell: 'Da Lei argomenti offensivi, basta provocazioni'

    Il card. Angelo Becciu ha scritto una lettera aperta al card. George Pell “perché ormai costretto dai Suoi numerosi interventi (…) che hanno a più riprese riguardato, purtroppo, la mia persona, con argomenti che ho sentito offensivi della mia dignità personale e del servizio ecclesiale che, con entusiasmo, obbedienza e fedeltà ho cercato di offrire, nei decenni, al Santo Padre e alla Chiesa”. Becciu attribuisce a Pell “ricostruzioni, la cui infondatezza è manifesta: vincoli di profondissimo rispetto per la Santa Sede (…), così come la dignità cardinalizia che rivestiamo, dovrebbero impedire queste pubbliche provocazioni”.   

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    Draghi: 'E' il Parlamento a decidere la vita del governo. I miei destini personali non contano, sono al servizio delle istituzioni'

    “I vaccini restano lo strumento di difesa migliore dal virus e l’evidenza scientifica ci dice che il vaccino funziona molto bene” anche contro le varianti, ha detto il presidente del Consiglio, Mario Draghi, durante la conferenza stampa di fine anno, ribadendo l’importanza della campagna.”Abbiamo conseguito 3 grandi risultati: siamo uno dei Paesi più vaccinati, abbiamo consegnato in tempo il Pnrr e abbiamo raggiunto i 51 obiettivi. Il governo ha creato queste condizioni indipendentemente da chi ci sarà”.
    Sull’eventuale proseguimento della legislatura per un altro anno, il premier ha affermato che “l’importante è che il governo sia sostenuto da una maggioranza come quella che ha sostenuto questo governo, la più ampia possibile”. “Il governo è nato chiamato dal presidente della Repubblica, ha fatto tanto di quello che era chiamato a fare, fondamentale è stato il sostegno delle forze politiche ed è quello che conta. Le forze politiche sono quelle che hanno permesso a questo governo di agire, non è nelle mani di individui, sarebbe fare una offesa all’Italia che è molto di più di persone individuali, è determinata da un complesso di forze, di persone e di sostegno politico che permettono di andare nella direzione giusta”. 
    “Il mio destino personale non conta assolutamente niente, non ho particolari aspirazioni di un tipo o di un altro, sono un uomo e un nonno al servizio delle istituzioni”, ha detto.
    “Io non immagino il mio futuro all’interno o all’esterno delle Istituzioni. L’ho detto una volta rispondendo ad una domanda fatta da alcuni ragazzini al punto luce di Torre Maura: l’importante è vivere il presente e farlo al meglio possibile. Forse sbaglio, ma i motivi del successo del governo, per me sicuramente ma credo anche per altri ministri, è che ha lavorato sul presente senza chiedersi cosa c’è nel futuro, cosa c’è per me nel futuro”.
    “Credo che il merito sia soprattutto degli italiani: responsabilità e soddisfazione sono categorie collettive non individuali”. Così il Draghi rispondendo a una domanda sul credito internazionale riconosciuto all’Italia in questo periodo, durante la conferenza stampa di fine anno. “Questo periodo può essere un moltiplicatore psicologico dell’azione di governo e dell’azione stessa del Pnrr – ha aggiunto -. Moltiplica le capacità di successo del Paese e porta una grande responsabilità perché occorre dimostrare che la fiducia degli altri Paesi europei, mostrata dando all’Italia questi fondi, è stata ben riposta”.
    “Indubbiamente c’è stato molto affanno nella fase terminale della discussione della Manovra. Non è che sia senza precedenti, è successo tantissime volte”. Lo ha detto il presidente del Consiglio Mario Draghi alla conferenza stampa di fine anno. allontanando le accuse di un Parlamento esautorato. “Questa manovra e’ stata accompagnata da un lunghissimo confronto politico”, ha tra l’altro detto.
    “Il superbonus è una misura che ha dato molto beneficio, ma ha creato distorsioni e per questo il governo” era “riluttante ad una sua estensione”.Lo ha detto il premier Mario Draghi in conferenza stampa spiegando che poi “il Parlamento ha usato i fondi per l’azione parlamentare che potevano andare anche in altre direzioni, per estenderlo. Ma perchè il governo non voleva? Per le distorsioni, con l’aumento straordinario dei prezzi delle componenti per fare le ristrutturazioni.Il risultato – ha spiegato – è che oggi un’unità di efficientamento energetico costa molto più di prima. L’altro aspetto è che ha incentivato moltissime frodi”.
    “Il governo previsto dalla Costituzione è parlamentare. Il presidente della Repubblica non è tanto un notaio quanto un garante”. Lo ha detto il presidente del Consiglio, dicendo “no” a qualsiasi tipo di accompagnamento del Quirinale all’azione degli esecutivi. “L’esempio del presidente Mattarella è forse la migliore guida alla interpretazione del ruolo del Capo dello Stato in Costituzione. Ha garantito la unità nazionale con una maggioranza ampia che ha sostenuto e protetto il governo facendo il meglio possibile”.