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    Quirinale: L'addio di Mattarella apre la corsa al Colle

    Il saluto di Mattarella agli italiani apre la corsa al Colle. Nell’ultimo discorso di Capodanno, visto da 13,5 milioni di telespettatori (share del 66%), il presidente sottolinea la coesione mostrata in questi 7 anni (‘non mi sono mai sentito solo’), ringrazia chi si è vaccinato fidandosi della scienza, censura i no vax, invita i giovani ad avere fiducie e a prendersi il loro futuro e traccia l’identikit del suo successore sui valori dell’unità istituzionale e morale.
    La politica plaude compatta l’ultimo messaggio di fine anno di Sergio Mattarella. Mario Draghi lo ringrazia per l’attenzione all’unità nazionale. Spicca però il silenzio di Silvio Berlusconi, a pochi giorni dal probabile ‘annuncio della sua candidatura al Colle, considerato ormai certo. E, nella prospettiva della partita del Colle, si registra lo stop all’ipotesi di un Mattarella bis da parte dell’asse sovranista. Non solo FdI, ma, per la prima volta in modo esplicito, anche la Lega sbarra la strada alla conferma dello status quo. Prendiamo atto – riferiscono fonti leghiste – delle ripetute dichiarazioni di Mattarella, indisponibile a un bis, “e non intendiamo forzare né la sua volontà né la Costituzione”.
    Una presa di posizione, questa del partito verde, che, se venisse confermata anche in futuro, renderebbe impossibile un’intesa d’emergenza dell’attuale maggioranza sul “bis”, facendo risalire automaticamente le chance della soluzione Draghi al Colle. Ma si tratta solo di suggestioni. Tutto sarà più chiaro attorno al 10 gennaio, quando anche alla luce dei dati del contagio, si capiranno meglio le intenzioni dei partiti. Il Pd si riunirà il 13, mentre il prossimo vertice del centrodestra dovrebbe tenersi già la prossima settimana. In quella riunione dovrebbe essere ufficializzata la candidatura di Silvio Berlusconi, che già ieri, ha fatto parlare di se. Appena un’ora prima del tradizionale discorso del capo dello Stato, il Cavaliere aveva diffuso la notizia di aver avuto una “lunga e cordiale” telefonata con Vladimir Putin.
    Un modo evidente per far capire a tutti di avere ancora una intensa rete di rapporti internazionali. Quindi, in serata, un messaggio agli italiani sui social, dai toni quasi presidenziali, ma senza alcun cenno alle parole del Presidente uscente. Forza Italia fa sapere che dietro questa scelta non c’è alcun giudizio su Mattarella, tuttavia resta questa anomalia. Tutti gli altri leader invece hanno lodato a caldo le parole di Mattarella, dalla fermezza sui vaccini, ai riferimenti sull’unità nazionale e l’incoraggiamento ai giovani. 

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    Quirinale: per il saluto di Mattarella 13,5 milioni di italiani

    In piedi, con le bandiere della Presidenza della Repubblica, dell’Italia e dell’Europa alle spalle, dal palazzo del Quirinale, il Capo dello Stato, Sergio Mattarella, ha pronunciato il messaggio di fine anno, alla viglia della scadenza del settennato.
    IL DISCORSO DEL PRESIDENTE – “Credo che ciascun Presidente della Repubblica, all’atto della sua elezione, avverta due esigenze di fondo: spogliarsi di ogni precedente appartenenza e farsi carico esclusivamente dell’interesse generale, del bene comune come bene di tutti e di ciascuno. E poi salvaguardare ruolo, poteri e prerogative dell’istituzione che riceve dal suo predecessore e che – esercitandoli pienamente fino all’ultimo giorno del suo mandato – deve trasmettere integri al suo successore”. E’ tutto in questa frase il lascito di Sergio Mattarella nell’ultimo discorso agli italiani nel quale conferma che “tra pochi giorni” si esaurirà il suo compito al Quirinale, “come vuole la Costituzione”. Un compito impegnativo ed emozionante, lungo sette anni nei quali, ha sottolineato: “Non mi sono mai sentito solo”.. Un discorso breve e senza troppi altri messaggi alla politica, con la dichiarata intenzione “di uscire in punta di piedi”, spiegano al Colle, anche per non lasciare un bagaglio troppo pesante al suo successore. Un intervento di circa 15 minuti, in piedi dallo studio alla Palazzina del Quirinale, con tanti passaggi dedicati ai giovani. Parole che trasmettono fiducia nel futuro – “sono certo l’Italia ce la farà” – e con le quali non ha nascosto i tanti problemi ancora da affrontare. Il presidente ha più volte ringraziato gli italiani per la serietà dimostrata nella pandemia, sembrando a tratti commosso nel congedarsi dai cittadini che piano piano hanno imparato ad apprezzarne proprio la discrezione e l’etica di fondo. Una discrezione che non gli ha impedito, neanche questa sera, di ribadire la sua fiducia nella scienza e la dura condanna – pur senza mai citarli – degli atteggiamenti no-vax che ha definito “offensivi” nello sprecare i vaccini rispetto ai troppi lutti del Paese.
    IL DISCORSO INTEGRALE
    Si è trattato di un messaggio fra i più brevi pronunciati da Mattarella a fine anno, con una sola citazione, quella della lettera ai suoi studenti scritta dal professor Pietro Carmina, vittima del crollo di Ravanusa. Una scenografia sobria, con inquadrature che hanno ripreso il Presidente della Repubblica a persona intera e a tratti in primo piano.

    Ravanusa, Mattarella cita il professore Pietro Carmina: “Non siate mai indifferenti”

    Davanti alla tv per l’ultimo messaggio di fine anno del presidente della Repubblica Sergio Mattarella oltre 13,5 milioni di spettatori pari al 66% di share.
    Il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, ha ringraziato il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, per l’invito all’unità nazionale, alla solidarietà, al patriottismo. “Sono parole che toccano il cuore di tutti i cittadini. È il miglior augurio di buon anno per l’Italia”.
    LE REAZIONI POLITICHE

        

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    'Pietro era un angelo', parla la collega del docente morto a Ravanusa

    “Era una persona molto sensibile, che non esitava a sostenere chi gli stava accanto soprattutto, nei momenti più difficili. Grazie al suo aiuto anche io ho superato una fase molto critica della mia vita. E’ stato molto vicino pure a mio figlio Raimondo, così come sicuramente a tanti altri giovani”. Ha le lacrime che le rigano il volto, Nicoletta Marchese, 55 anni, insegnante di Lettere e Latino nell’istituto comprensivo Ugo Foscolo di Canicattì (Agrigento) ricordando il suo collega Pietro Carmina, 69 anni, docente di Filosofia e Storia, e collaboratore del dirigente scolastico, una delle nove vittime dell’esplosione dell’11 dicembre scorso a Ravanusa nell’agrigentino.
    “Sono rimasta commossa dalle parole del presidente della Repubblica”, aggiunge. Ieri Sergio Mattarella nel suo discorso di fine anno ha citato la lettera che il professore aveva scritto ai suoi studenti prima di andare in pensione, nel 2018 dopo 43 anni di servizio: ‘Usate le parole che vi ho insegnato per difendervi e per difendere chi quelle parole non le ha. Non siate spettatori ma protagonisti della storia che vivete oggi. Infilatevi dentro, sporcatevi le mani, mordetela la vita, non adattatevi, impegnatevi, non rinunciate mai a perseguire le vostre mete, anche le più ambiziose, caricatevi sulle spalle chi non ce la fa. Voi non siete il futuro, siete il presente. Vi prego: non siate mai indifferenti, non abbiate paura di rischiare per non sbagliare… “Faccio mie – con rispetto – queste parole di esortazione così efficaci, che manifestano anche la dedizione dei nostri docenti al loro compito educativo”, ha aggiunto Mattarella.
    “Quando il capo dello Stato – racconta Nicoletta – ha parlato del mio compianto collega, i miei figli mi hanno abbracciata, visibilmente commossi. E io ho sussurrato trattenendo i singhiozzi: ‘Pietro, mio adorato amico, la tua immensa umanità arriverà ora nelle case degli italiani”. Ricorda: “era il Professore per antonomasia, ci amava tutti, indistintamente. Non potrò mai dimenticare la sua pacca sulla mia spalla in un momento particolarmente difficile della mia vita: ‘coraggio, Nicoletta, sono accanto a te’, mi ripeteva”. Anche nei momenti di difficoltà tutte le mattine arrivava a scuola con il sorriso, con una battuta per smorzare le tensioni”.
    Poi Nicoletta guarda nel vuoto e come se vedesse il suo collega, aggiunge: “Era signorile nell’abbigliamento, nel portamento, nella grande capacità di eloquenza. Le sue parole ti penetravano l’anima. Di lui ricordo in particolare gli ultimi giorni di scuola. Sulla sua scrivania un volume di filosofia, ‘te lo regalo, così non mi dimenticherai’, mi disse. Ed adesso, caro Pietro nessuno potrà mai dimenticarti, angelo tra gli angeli, ci proteggerai. Accanto a me, i mie familiari Carmen e Raimondo, mi accarezzano e mi dicono: Mamma sorridi, il professore si arrabbierebbe, se ti vedesse piangere”.   

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    Francia assume presidenza dell'Ue, la Germania alla guida del G7

    (ANSA) – ROMA, 01 GEN – La Francia ha assunto oggi la
    presidenza di turno dell’Unione europea per i prossimi sei mesi
    con un programma ambizioso, un’Europa “potente” e “sovrana”,
    come ha detto il presidente francese Emmanuel Macron nel suo
    discorso di fine anno. Parigi succede alla Slovenia e nella
    seconda metà dell’anno passerà il testimone alla Repubblica
    Ceca. In mezzo per la Francia anche le elezioni presidenziali
    che si svolgeranno ad aprile. Per celebrare il momento, a
    mezzanotte la Torre Eiffel e l’Eliseo si sono illuminati di blu,
    il colore dell’Europa, come lo saranno diversi monumenti
    simbolici in tutta la Francia per la prima settimana di gennaio.   
    Oggi è anche il giorno in cui la Germania ha assunto la guida
    del G7 prendendo il testimone dalla Gran Bretagna. Il
    cancelliere Olaf Scholz e il ministro degli Esteri Annalena
    Baerbock, hanno annunciato che la lotta al riscaldamento globale
    sarà la priorità della presidenza tedesca del G7 assieme alla
    gestione della pandemia di Covid. Il G7 potrebbe essere un banco
    di prova per il governo tedesco soprattutto per quanto riguarda
    i rapporti con Turchia e Russia, rispetto ai quali il
    cancelliere intende mantenere una linea di continuità con le
    politiche di Angela Merkel. (ANSA).   

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    Mattarella: Draghi: 'Grazie per invito all'unità nazionale' – LE REAZIONI

    Il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, ringrazia il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, per l’invito all’unità nazionale, alla solidarietà, al patriottismo. “Sono parole che toccano il cuore di tutti i cittadini. È il miglior augurio di buon anno per l’Italia”.
    Un ringraziamento al capo dello Stato per essersi “fatto carico” del Paese in un momento difficile come quello della pandemia ma anche l’auspicio di arrivare aol tempo all’elezione diretta del capo dello Stato. Sono diversi i commenti politici al discorso di fine anno del capo dello Stato. “Grazie al Presidente Mattarella per questi sette anni di servizio alle istituzioni, da campione dell’ Interesse Generale. E grazie per le esortazioni del discorso di fine Settennato. La più impegnativa e bella è per me la sfida a dare risposte ad angosce e speranze dei giovani”. Così il leader del Pd, Enrico Letta su twitter.
    “Se qualcuno volesse nuovamente utilizzare l’allarme Covid, per indurre il presidente a modificare il suo pensiero e riproporne strumentalmente la rielezione, sappia che Fratelli d’Italia sarebbe contraria. Con rispetto ma con altrettanta fermezza”. Così la leader di FdI, Giorgia Meloni, commentando il messaggio di fine anno di Sergio Mattarella. 
    “Ringraziamo il Presidente per l’impegno di questi anni e gli assicuriamo che Lega e Centrodestra saranno determinati e determinanti per la scelta del suo successore, speriamo l’ultimo non eletto direttamente dal popolo italiano”. Così il leader della Lega, Matteo Salvini.
    “Il simbolo dell’unità nazionale. Ha sempre trasmesso fiducia, certezze e serenità. Grazie al Presidente Mattarella, che nei momenti più bui e davanti alle fragilità di un popolo lacerato dalla pandemia, ha preso sulle proprie spalle l’intero Paese”. Lo scrive su Facebook il ministro degli Esteri Luigi Di Maio.
    “Un grande discorso al termine di un grande settennato. Le italiane e gli italiani sono certamente grati al presidente Sergio Mattarella per lo stile e per l’equilibrio con i quali ha guidato il nostro Paese in questi anni. Stile ed equilibrio dimostrati anche nelle parole pronunciate questa sera”. Lo afferma in una nota Mariastella Gelmini, ministro per gli Affari regionali e le autonomie. “Il presidente ha inteso ripercorrere i mesi più difficili che l’Italia ha dovuto affrontare negli ormai quasi due anni di pandemia. Il capo dello Stato ha giustamente esaltato il ruolo determinante della scienza e dei vaccini nella battaglia ancora non vinta contro il Covid – prosegue Gelmini -. Il presidente ha poi ricordato coloro che sono in prima linea, i sindaci, i presidenti di Regione, coloro che hanno incessantemente lavorato nei territori, accanto alle persone. ‘Il volto reale di una Repubblica unita e solidale’, li ha definiti Mattarella. Ci aspetta un 2022 pieno di incognite, ma da affrontare anche con granitiche certezze. Quelle di un Paese in grado di reagire sempre alle difficoltà, quelle di una vigorosa ripresa economica, quelle garantite dal senso di responsabilità della stragrande maggioranza degli italiani che hanno affrontato il 2021 con spirito positivo e con un grande senso di unità”.
    “Le parole di Mattarella dipingono l’orizzonte di un impegno politico a cui non possiamo sottrarci. Il bisogno di consegnare il testimone ai nostri giovani; l’esigenza di contrastare precarietà e disuguaglianze guardando in faccia la realtà senza filtri di comodo; la sfida della transizione ecologica e digitale. E poi l’appello all’unità e alla responsabilità di ognuno in questi momenti così difficili in cui dobbiamo essere compatti, trovando nella solidarietà, nella coesione, nella forza morale la speranza e la fiducia per non lasciarci mai scoraggiare”. Così il Presidente del M5s Giuseppe Conte su Facebook. “Sono tutti messaggi che rafforzano l’orgoglio che provo nell’aver vissuto – insieme a tutti i cittadini italiani – i momenti più duri di questi anni potendo contare su una guida sempre attenta alle esigenze reali delle persone, all’interesse generale, al bene dell’Italia. Grazie Presidente Mattarella, da tutti noi”.
    “Grazie Presidente Mattarella per questo 2021 in cui l’Italia ha scelto il futuro cambiando il Governo. Grazie per questi sette anni, intensi e difficili ma pieni di coraggio e bellezza. Grazie infine per il giusto richiamo all’importanza decisiva dei vaccini. Buon 2022, caro Presidente, buon 2022 Italia”. È il commento del leader di Italia viva, Matteo Renzi, al messaggio di fine anno del presidente della Repubblica.
     “Le parole del presidente della Repubblica sono state, come sempre, piene di speranza e di fiducia nella nostra comunità nazionale, che sta affrontando con pazienza, intelligenza e rigore il periodo più difficile degli ultimi decenni. Dobbiamo tutti farne tesoro, chi ricopre ruoli di responsabilità ha in più il dovere di tenerne conto e di metterle in pratica. Sergio Mattarella è stato davvero un grande presidente, a lui va il ringraziamento più sincero e sentito da parte mia e, sono certo, di tutti”. Lo dichiara il senatore di Leu Pietro Grasso. 
       

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    Ravanusa: Mattarella cita prof Carmina, non siate indifferenti

    “Vorrei ricordare la commovente lettera del professor Pietro Carmina, vittima del recente, drammatico crollo di Ravanusa”. E’ un passaggio del messaggio di fine anno del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. “Professore di filosofia e storia, andando in pensione due anni fa, aveva scritto ai suoi studenti: ‘Usate le parole che vi ho insegnato per difendervi e per difendere chi quelle parole non le ha. Non siate spettatori ma protagonisti della storia che vivete oggi. Infilatevi dentro, sporcatevi le mani, mordetela la vita, non adattatevi, impegnatevi, non rinunciate mai a perseguire le vostre mete, anche le più ambiziose, caricatevi sulle spalle chi non ce la fa. Voi non siete il futuro, siete il presente. Vi prego: non siate mai indifferenti, non abbiate paura di rischiare per non sbagliare…'”. “Faccio mie – con rispetto – queste parole di esortazione così efficaci, che manifestano anche la dedizione dei nostri docenti al loro compito educativo”, ha aggiunto Mattarella. (ANSA).   

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    Mattarella: il discorso integrale del capo dello Stato

    Care concittadine, cari concittadini, Ho sempre vissuto questo tradizionale appuntamento di fine anno con molto coinvolgimento e anche con un po’ di emozione. Oggi questi sentimenti sono accresciuti dal fatto che, tra pochi giorni, come dispone la Costituzione, si concluderà il mio ruolo di Presidente.
    L’augurio che sento di rivolgervi si fa, quindi, più intenso perché, alla necessità di guardare insieme con fiducia e speranza al nuovo anno, si aggiunge il bisogno di esprimere il mio grazie a ciascuno di voi per aver mostrato, a più riprese, il volto autentico dell’Italia: quello laborioso, creativo, solidale.
    Sono stati sette anni impegnativi, complessi, densi di emozioni: mi tornano in mente i momenti più felici ma anche i giorni drammatici, quelli in cui sembravano prevalere le difficoltà e le sofferenze.
    Ho percepito accanto a me l’aspirazione diffusa degli italiani a essere una vera comunità, con un senso di solidarietà che precede, e affianca, le molteplici differenze di idee e di interessi. In questi giorni ho ripercorso nel pensiero quello che insieme abbiamo vissuto in questi ultimi due anni: il tempo della pandemia che ha sconvolto il mondo e le nostre vite. Ci stringiamo ancora una volta attorno alle famiglie delle tante vittime: il loro lutto è stato, ed è, il lutto di tutta Italia. Dobbiamo ricordare, come patrimonio inestimabile di umanità, l’abnegazione dei medici, dei sanitari, dei volontari. Di chi si è impegnato per contrastare il virus. Di chi ha continuato a svolgere i suoi compiti nonostante il pericolo. I meriti di chi, fidandosi della scienza e delle istituzioni, ha adottato le precauzioni raccomandate e ha scelto di vaccinarsi: la quasi totalità degli italiani, che voglio, ancora una volta, ringraziare per la maturità e per il senso di responsabilità dimostrati.
    In queste ore in cui i contagi tornano a preoccupare e i livelli di guardia si alzano a causa delle varianti del virus – imprevedibili nelle mutevoli configurazioni – si avverte talvolta un senso di frustrazione. Non dobbiamo scoraggiarci. Si è fatto molto. I vaccini sono stati, e sono, uno strumento prezioso, non perché garantiscano l’invulnerabilità ma perché rappresentano la difesa che consente di ridurre in misura decisiva danni e rischi, per sé e per gli altri. Ricordo la sensazione di impotenza e di disperazione che respiravamo nei primi mesi della pandemia di fronte alle scene drammatiche delle vittime del virus. Alle bare trasportate dai mezzi militari. Al lungo, necessario confinamento di tutti in casa. Alle scuole, agli uffici, ai negozi chiusi. Agli ospedali al collasso. Cosa avremmo dato, in quei giorni, per avere il vaccino? La ricerca e la scienza ci hanno consegnato, molto prima di quanto si potesse sperare, questa opportunità. Sprecarla è anche un’offesa a chi non l’ha avuta e a chi non riesce oggi ad averla. I vaccini hanno salvato tante migliaia di vite, hanno ridotto di molto – ripeto – la pericolosità della malattia. Basta pensare a come l’anno passato abbiamo trascorso le festività natalizie e come invece è stato possibile farlo in questi giorni, sia pure con prudenza e limitazioni.
    La pandemia ha inferto ferite profonde: sociali, economiche, morali. Ha provocato disagi per i giovani, solitudine per gli anziani, sofferenze per le persone con disabilità. La crisi su scala globale ha causato povertà, esclusioni e perdite di lavoro. Sovente chi già era svantaggiato è stato costretto a patire ulteriori duri contraccolpi. Eppure ci siamo rialzati. Grazie al comportamento responsabile degli italiani – anche se tra perduranti difficoltà che richiedono di mantenere adeguati livelli di sicurezza – ci siamo avviati sulla strada della ripartenza; con politiche di sostegno a chi era stato colpito dalla frenata dell’economia e della società e grazie al quadro di fiducia suscitato dai nuovi strumenti europei. Una risposta solidale, all’altezza della gravità della situazione, che l’Europa è stata capace di dare e a cui l’Italia ha fornito un contributo decisivo. Abbiamo anche trovato dentro di noi le risorse per reagire, per ricostruire. Questo cammino è iniziato. Sarà ancora lungo e non privo di difficoltà. Ma le condizioni economiche del Paese hanno visto un recupero oltre le aspettative e le speranze di un anno addietro. Un recupero che è stato accompagnato da una ripresa della vita sociale.
    Nel corso di questi anni la nostra Italia ha vissuto e subito altre gravi sofferenze. La minaccia del terrorismo internazionale di matrice islamista, che ha dolorosamente mietuto molte vittime tra i nostri connazionali all’estero. I gravi disastri per responsabilità umane, i terremoti, le alluvioni. I caduti, militari e civili, per il dovere. I tanti morti sul lavoro. Le donne vittime di violenza. Anche nei momenti più bui, non mi sono mai sentito solo e ho cercato di trasmettere un sentimento di fiducia e di gratitudine a chi era in prima linea. Ai sindaci e alle loro comunità. Ai presidenti di Regione, a quanti hanno incessantemente lavorato nei territori, accanto alle persone. Il volto reale di una Repubblica unita e solidale. È il patriottismo concretamente espresso nella vita della Repubblica. La Costituzione affida al Capo dello Stato il compito di rappresentare l’unità nazionale. Questo compito – che ho cercato di assolvere con impegno – è stato facilitato dalla coscienza del legame, essenziale in democrazia, che esiste tra istituzioni e società; e che la nostra Costituzione disegna in modo così puntuale. Questo legame va continuamente rinsaldato dall’azione responsabile, dalla lealtà di chi si trova a svolgere pro-tempore un incarico pubblico, a tutti i livelli. Ma non potrebbe resistere senza il sostegno proveniente dai cittadini. Spesso le cronache si incentrano sui punti di tensione e sulle fratture. Che esistono e non vanno nascoste. Ma soprattutto nei momenti di grave difficoltà nazionale emerge l’attitudine del nostro popolo a preservare la coesione del Paese, a sentirsi partecipe del medesimo destino.
    Unità istituzionale e unità morale sono le due espressioni di quel che ci tiene insieme. Di ciò su cui si fonda la Repubblica. Credo che ciascun Presidente della Repubblica, all’atto della sua elezione, avverta due esigenze di fondo: spogliarsi di ogni precedente appartenenza e farsi carico esclusivamente dell’interesse generale, del bene comune come bene di tutti e di ciascuno. E poi salvaguardare ruolo, poteri e prerogative dell’istituzione che riceve dal suo predecessore e che – esercitandoli pienamente fino all’ultimo giorno del suo mandato – deve trasmettere integri al suo successore. Non tocca a me dire se e quanto sia riuscito ad adempiere a questo dovere. Quel che desidero dirvi è che mi sono adoperato, in ogni circostanza, per svolgere il mio compito nel rispetto rigoroso del dettato costituzionale.
    È la Costituzione il fondamento, saldo e vigoroso, della unità nazionale. Lo sono i suoi principi e i suoi valori che vanno vissuti dagli attori politici e sociali e da tutti i cittadini. E a questo riguardo, anche in questa occasione, sento di dover esprimere riconoscenza per la leale collaborazione con le altre istituzioni della Repubblica. Innanzitutto con il Parlamento, che esprime la sovranità popolare. Nello stesso modo rivolgo un pensiero riconoscente ai Presidenti del Consiglio e ai Governi che si sono succeduti in questi anni. La governabilità che le istituzioni hanno contribuito a realizzare ha permesso al Paese, soprattutto in alcuni passaggi particolarmente difficili e impegnativi, di evitare pericolosi salti nel buio. Ci troviamo dentro processi di cambiamento che si fanno sempre più accelerati.
    Occorre naturalmente il coraggio di guardare la realtà senza filtri di comodo. Alle antiche diseguaglianze la stagione della pandemia ne ha aggiunte di nuove. Le dinamiche spontanee dei mercati talvolta producono squilibri o addirittura ingiustizie che vanno corrette anche al fine di un maggiore e migliore sviluppo economico. Una ancora troppo diffusa precarietà sta scoraggiando i giovani nel costruire famiglia e futuro. La forte diminuzione delle nascite rappresenta oggi uno degli aspetti più preoccupanti della nostra società. Le transizioni ecologica e digitale sono necessità ineludibili, e possono diventare anche un’occasione per migliorare il nostro modello sociale. L’Italia dispone delle risorse necessarie per affrontare le sfide dei tempi nuovi. Pensando al futuro della nostra società, mi torna alla mente lo sguardo di tanti giovani che ho incontrato in questi anni. Giovani che si impegnano nel volontariato, giovani che si distinguono negli studi, giovani che amano il proprio lavoro, giovani che – come è necessario – si impegnano nella vita delle istituzioni, giovani che vogliono apprendere e conoscere, giovani che emergono nello sport, giovani che hanno patito a causa di condizioni difficili e che risalgono la china imboccando una strada nuova. I giovani sono portatori della loro originalità, della loro libertà. Sono diversi da chi li ha preceduti. E chiedono che il testimone non venga negato alle loro mani. Alle nuove generazioni sento di dover dire: non fermatevi, non scoraggiatevi, prendetevi il vostro futuro perché soltanto così lo donerete alla società.
    Vorrei ricordare la commovente lettera del professor Pietro Carmina, vittima del recente, drammatico crollo di Ravanusa. Professore di filosofia e storia, andando in pensione due anni fa, aveva scritto ai suoi studenti: “Usate le parole che vi ho insegnato per difendervi e per difendere chi quelle parole non le ha. Non siate spettatori ma protagonisti della storia che vivete oggi. Infilatevi dentro, sporcatevi le mani, mordetela la vita, non adattatevi, impegnatevi, non rinunciate mai a perseguire le vostre mete, anche le più ambiziose, caricatevi sulle spalle chi non ce la fa. Voi non siete il futuro, siete il presente. Vi prego: non siate mai indifferenti, non abbiate paura di rischiare per non sbagliare…”. Faccio mie – con rispetto – queste parole di esortazione così efficaci, che manifestano anche la dedizione dei nostri docenti al loro compito educativo.
    Desidero rivolgere un augurio affettuoso e un ringraziamento sincero a Papa Francesco per la forza del suo magistero, e per l’amore che esprime all’Italia e all’Europa, sottolineando come questo Continente possa svolgere un’importante funzione di pace, di equilibrio, di difesa dei diritti umani nel mondo che cambia. Care concittadine e cari concittadini, siamo pronti ad accogliere il nuovo anno, ed è un momento di speranza. Guardiamo avanti, sapendo che il destino dell’Italia dipende anche da ciascuno di noi. Tante volte abbiamo parlato di una nuova stagione dei doveri. Tante volte, soprattutto negli ultimi tempi, abbiamo sottolineato che dalle difficoltà si esce soltanto se ognuno accetta di fare fino in fondo la parte propria. Se guardo al cammino che abbiamo fatto insieme in questi sette anni nutro fiducia. L’Italia crescerà. E lo farà quanto più avrà coscienza del comune destino del nostro popolo, e dei popoli europei. Buon anno a tutti voi!

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    Quirinale: attesa per il discorso di Mattarella, l'ultimo del settennato

    Attesa per il consueto discorso a reti unificate del presidente della Repubblica per gli auguri di fine anno, l’utimo del settennato di Sergio Mattarella. Il capo dello Stato farà, dunque, un bilancio degli anni trascorsi al Quirinale.
    LA DIRETTA

    Identità e orgoglio nazionale insieme al concetto della responsabilità, con un forte incoraggiamento ad un Paese che ha gli strumenti, morali e di competenza, per uscire fuori dalla crisi pandemica e da tutte le sue negative conseguenze. Questo dovrebbe essere il filo conduttore del discorso del presidente.