More stories

  • in

    Scuola: Zaia, proposta Veneto per modifica quarantene

    (ANSA) – VENEZIA, JAN 3 – Sulla scuola “porteremo una
    proposta al Tavolo nazionale delle Regioni che modifica le
    regole rispetto alla durata delle quarantene e di chi dovrà
    farle, rispetto alla situazione vaccinale”. Lo ha affermato il
    presidente del Veneto Luca Zaia.   
    “Sarà una decisione del Tavolo nazionale – ha aggiunto – su
    cui non posso dare anticipazioni, ma verrà presa da tutti.   
    Soprattutto per le superiori le percentuali di vaccinazione sono
    molto alte, per cui riusciamo a gestire le presenze in maniera
    migliore”, ha concluso. (ANSA).   

  • in

    Pd, Letta a D'Alema: 'Nessuna malattia e guarigione, solo passione'

    ‘Il Pd da quando è nato, 14 anni fa, è l’unica grande casa dei democratici e progressisti italiani. Sono orgoglioso di esserne il segretario pro tempore e di portare avanti questa storia nell’interesse dell’Italia. Nessuna malattia e quindi nessuna guarigione. Solo passione e impegno’. Così su Twitter il segretario del Pd Enrico Letta replica alle parole di Massimo D’Alema che, durante il brindisi di fine anno di Articolo Uno su Zoom, aveva definito la segreteria Renzi ‘una malattia terribile che è guarita da sola, ma che c’era’. Un giudizio che ha provocato ‘profonda irritazione’ tra i Dem.

    Il #Pd da quando è nato, 14 anni fa, è l’unica grande casa dei #democratici e #progressisti italiani. Sono orgoglioso di esserne il segretario pro tempore e di portare avanti questa storia nell’interesse. Nessuna #malattia e quindi nessuna guarigione. Solo #passione e #impegno
    — Enrico Letta (@EnricoLetta) January 2, 2022

     
     “D’Alema rientra nel Pd dicendo che chi lo ha portato al 40%, a fare le unioni civili, ad avere l’unico governo con la parità di genere, a creare più di un milione di posti di lavoro è un MALATO. Sono parole che si commentano da sole. Un pensiero a chi è malato davvero, magari nel letto di un ospedale. E un abbraccio a chi sognava il partito dei riformisti e si ritrova nel partito dei dalemiani”. Lo scrive su Facebook il leader di Iv, Matteo Renzi.

  • in

    M5s: Commissione respinge richiesta 2 x mille

    La Commissione di garanzia degli statuti e per la trasparenza e il controllo dei rendiconti dei partiti politici ha respinto la richiesta di accesso ai benefici del 2 per mille presentata dal M5S. Il parere negativo dell’organismo, composto da magistrati e presieduto da Amedeo Federici, riguarda oltre il Movimento anche L’Alternativa, il gruppo composto da ex 5 stelle, Coraggio Italia e Europeisti.
    La delibera, datata 23 dicembre, respinge l’istanza del Movimento come conseguenza del mancato accoglimento della richiesta di iscrizione dello Statuto M5s al Registro nazionale dei partiti politici, condizione indispensabile per accedere ai fondi e prevista dalla legge che ha introdotto la facoltà dei contribuenti di finanziare i partiti con una quota del 2 per mille della denuncia dei redditi. La Commissione insomma ha ritenuto che lo Statuto del M5s, votato dagli iscritti, non risponde ai requisiti richiesti. Con delibera del 25 novembre, invece, la Commissione ha accolto la richiesta di iscrizione al Registro presentata da Italexit.

  • in

    Scuola: Lega ed M5s contro le nuove ipotesi su Dad e quarantena

    Scontro nella maggioranza sull’ipotesi, al vaglio del governo e sostenuta dalle regioni, di una modifica delle regole su Dad e quarantena in vista del rientro in classe dopo le vacanze di Natale. Gli istituti sono pronti a ripartire tra il 7 e il 10 gennaio, ma in alcuni territori la riapertura slitterà a causa dei contagi. Anche per questo il Governo studia regole diverse soprattutto alle elementari e in prima media, visto l’avvio della campagna vaccinale 5-11.
    Dopo la proposta delle Regioni, che trova molti punti d’intesa con l’Esecutivo, sembra molto probabile che anche per le scuole elementari e la prima media – così come già succede per quelle successive – si possa prevedere, nel caso di due studenti risultati positivi in una classe, solo l’autosorveglianza di cinque giorni (con test a 10 giorni) per i ragazzi vaccinati (o guariti negli ultimi tre mesi) e la quarantena di 10 giorni con Dad (quest’ultimo caso laddove previsto) per i non vaccinati. Con tre contagi in una sola classe, sarebbe poi la Asl a valutare ulteriori provvedimenti come la sospensione dell’attività in presenza. Nelle scuole dell’infanzia resterebbe invece la quarantena di dieci giorni per tutti con tampone con un solo caso positivo. Valutazioni, queste ultime, che potrebbero approdare al Cdm del prossimo 5 gennaio.
    Ma i sindacati sono in allarme: “La ripresa delle attività didattiche non deve riprodurre modelli che già si sono rivelati ingestibili. Ricordo con molta preoccupazione l’esperienza delle lezioni organizzate in parte in presenza e in parte a distanza. Un modello organizzativo che non ha mai garantito la qualità della proposta formativa. Chi segue in classe ha bisogno di tutta l’attenzione dell’insegnante. Chi invece è in Ddi ha tempi diversi e necessita di proposte più essenziali. Non si possono bloccare i bambini o gli studenti in quarantena per 5 ore davanti al Pc”. Lo dice all’ANSA la segretaria della Cisl Scuola, Maddalena Gissi.
    E anche nel governo partono le voci in dissenso: “Non si può pensare di discriminare i bambini, prevedendo per alcuni la dad e per altri la frequenza in presenza. Si continui ad investire risorse per la sicurezza, anzi si aumentino le risorse per la scuola, e si migliori il protocollo affinché sia più efficace. Ma le scuole devono restare aperte!”. Lo dice la sottosegretaria all’Istruzione, Barbara Floridia. “Preservare la didattica in presenza per i nostri studenti è sempre stata una priorità del Governo. Un principio sacrosanto a cui dobbiamo tener fede anche per la seconda parte dell’anno scolastico. La campagna di vaccinazione per i più piccoli è appena partita e inasprire i protocolli su contagi e quarantene ci esporrebbe al rischio di eccessive penalizzazioni. Non possiamo permetterci di relegare in Dad milioni di studenti. La risposta non può essere sacrificare il diritto all’istruzione di milioni di studenti. Su questo siamo pronti a far sentire forte la nostra voce”. Così il sottosegretario all’Istruzione Rossano Sasso (Lega).
    Il Presidente della Conferenza delle Regioni , Massimiliano Fedriga – che ha incontrato venerdì 31 dicembre Bianchi e Speranza – assicura: “si tratta di ipotesi di intervento che, sulla falsariga di quanto è stato fatto con l’ultimo decreto, alleggeriscono anche il mondo della scuola sul fronte dei protocolli, delle quarantene e dei tamponi attualmente previsti.
    Sono proposte tecniche che – aggiunge – vogliamo approfondire e condividere con l’Esecutivo per proteggere gli ospedali gravati sempre più da ricoveri e permettere una ripresa dell’anno scolastico in presenza, considerando l’andamento della curva epidemica che appare trainato proprio da una progressione importante nella fascia che va da 6 a 13 anni”.
    E dopo l’obbligo vaccinale per il personale scolastico (scattato il 15 dicembre scorso) la prossima misura certa con la ripartenza della scuola nel 2022 sarà l’utilizzo delle Ffp2 da parte degli insegnanti nella scuola dell’infanzia, così come in quelle classi delle primarie e secondarie dove ci sono alunni che non hanno la mascherina perché esentati per specifici motivi. Ma queste nuove restrizioni, con la campagna vaccinale 5-11 cominciata solo due settimane fa e ancora a rilento (senza alcuna dose ancora l’88,4%, secondo l’ultimo report), potrebbero non bastare.
    Il governatore campano Vincenzo De Luca valuta l’ipotesi di chiudere le scuole elementari in presenza per un mese – e quindi con lezioni in Dad – per procedere con le somministrazioni e consentirne la riapertura in sicurezza. “In questo momento – dice De Luca – il grosso del contagio del Covid riguarda le età di 5-11 anni e 0-16 anni. Sembrerebbe giusto usare un mese per ampliare la vaccinazione per i bimbi piccoli e riaprire gli istituti in sicurezza”.
    Posticipato a lunedì 10 gennaio il rientro ai nidi e alle scuole dell’infanzia comunali nel Comune di Siena “a seguito dell’evolversi della situazione pandemica cittadina e dei provvedimenti di quarantena che coinvolgono il personale scolastico e diverse sezioni bolla dei nidi e delle scuole dell’infanzia comunali” mente slitta al 10 gennaio anche la riapertura delle scuole in Abruzzo, secondo un’ordinanza regionale che dispone la sospensione delle attività didattiche il 7 e 8 gennaio.   

  • in

    Quirinale, appello da Maraini a Littizzetto: 'Sia una donna'

    “Vogliamo dirlo con chiarezza: è arrivato il tempo di eleggere una donna” al Colle. E’ quanto scritto in un appello “alle forze politiche chiamate a votare il prossimo Presidente della Repubblica” firmato da Dacia Maraini, Edith Bruck, Liliana Cavani, Michela Murgia, Luciana Littizzetto, Silvia Avallone, Melania Mazzucco, Lia Levi, Andrée Ruth Shammah, Mirella Serri, Stefania Auci, Sabina Guzzanti, Mariolina Coppola, Serena Dandini, Fiorella Mannoia. “Ci sono in Italia donne che per titoli, meriti, esperienza ed equilibrio possono benissimo” salire al Quirinale, anche se “non è questa la sede per fare un elenco di nomi”, aggiungono.
    “Tra poco – è scritto nell’appello – sarete chiamati ad eleggere il Presidente della Repubblica, e crediamo sia giunto il momento di dare concretezza a quell’idea di parità di genere, così tanto condivisa e sostenuta dalle forze più democratiche e progressiste del nostro Paese. Vogliamo dirlo con chiarezza: è arrivato il tempo di eleggere una donna. Si parla di democrazia dei generi ma da questo punto di vista l’Italia è una democrazia largamente incompiuta, tanto più rispetto a paesi come Germania, Gran Bretagna, Austria, Belgio, Danimarca, Islanda, Norvegia, Finlandia. Eppure sappiamo che ci sono in Italia donne che per titoli, meriti, esperienza ed equilibrio possono benissimo rappresentare l’intera nazione al massimo livello. Non è questa la sede per fare un elenco di nomi ma molte donne hanno ottenuto stima, fiducia, ammirazione in tanti incarichi pubblici ricevuti, e ci rifiutiamo di pensare che queste donne non abbiano il carisma, le competenze, le capacità e l’autorevolezza per esprimere la più alta forma di rappresentanza e di riconoscimento. Questo è il punto. Non ci sono ragioni accettabili per rimandare ancora questa scelta. Ci rivolgiamo a voi, fate uno scatto. L’elezione di una donna alla Presidenza della Repubblica sarà la nostra, e la vostra, forza”.

  • in

    Rebus Covid sul Colle, oggi almeno 30 non voterebbero

    Solo a Montecitorio il 30 dicembre una trentina di deputati risultavano bloccati a casa, contagiati dal Covid o in quarantena, quasi il 5%. Basta questo dato a capire come la pandemia sia un fattore di incertezza tutt’altro che secondario sulla corsa al Colle, a cui darà ufficialmente il via il presidente della Camera, Roberto Fico, annunciando martedì la prima convocazione del Parlamento in seduta comune.
    Al momento, si ipotizza la prima votazione per il 24 gennaio, e in queste tre settimane la curva epidemiologica sarà osservata con grande attenzione non solo dai partiti, alle prese con la delicata trattativa per scegliere il nuovo presidente della Repubblica, ma anche dal comitato tecnico scientifico di Montecitorio. I tecnici hanno già una prima riunione in agenda lunedì, per iniziare a valutare tutte le soluzioni per organizzare la tredicesima elezione del capo dello Stato, in condizioni decisamente straordinarie rispetto alle precedenti. Di fronte ai rischi di contagio, la priorità è evitare assembramenti nella gestione dei grandi elettori, che al momento (salvo appunto contagi e quarantene) sono 1.007, e diventeranno 1.008 quando sarà proclamata il deputato eletto il 16 gennaio nella corsa alle suppletive del collegio Roma 1 per il seggio lasciato libero dal nuovo sindaco della Capitale, Roberto Gualtieri. Difficilmente ci sarà invece il tempo per la nomina del senatore destinato a prendere il posto a Palazzo Madama di Adriano Cario, decaduto per brogli.
    Con ogni probabilità si procederà con una votazione al giorno anziché due o anche tre come successo in passato. La prima sarà fissata da Fico, la data delle altre eventuali sarà scelta dalla riunione dei capigruppo. I tecnici di Montecitorio potrebbero organizzare il voto a fasce orarie, con tempi allungati dalle operazioni di sanificazione dell’Aula, e non è del tutto escluso che vengano prese in considerazione soluzioni alternative agli storici catafalchi, ossia le cabine elettorali, per conciliare le esigenze di segretezza e igiene.
    Un sostanzioso numero di assenze per Covid non cambierebbe comunque il quorum, che è di 672 voti nei primi tre scrutini e 505 a partire dal quarto. Di certo, però, potrebbe complicare e rendere incerte le strategie dei partiti, che al momento si muovono ancora in maniera tutt’altro che compatta. Anche per questo, da settimane fra i parlamentari si rincorre l’idea che, di fronte a una nuova impennata dei contagi, si potrebbe comporre un fronte unito per chiedere a Sergio Mattarella la disponibilità a un nuovo mandato. Lo stato della curva epidemiologica al 10 gennaio, secondo fonti parlamentari, sarebbe un punto di riferimento per ogni ragionamento di questo tipo. 

  • in

    Covid, Locatelli: 'Obbligo vaccinale? Condizioni mature'

    Siamo in una fase di crescita “pressoché esponenziale dei contagi. L’incidenza settimanale per 100mila abitanti è più che raddoppiata in 7 giorni”. Lo dice in un’intervista a Repubblica Franco Locatelli, coordinatore del Comitato tecnico scientifico. “Non sposerei assolutamente l’idea di lasciar correre il virus – aggiunge – Anche se i dati dei ricercatori inglesi mostrano che con Omicron i ricoveri sono ridotti a un terzo, un aumento marcato dei contagi avrebbe un impatto pesante sul sistema sanitario e porterebbe a una crescita di ricoveri e vittime”.    In Italia “1,3 milioni di persone sopra i 60 anni non sono vaccinate. È un gruppo di connazionali che oggi rischia molto”.    L’obbligo vaccinale “è una scelta che spetta alla politica perché non ha valenze solo sanitarie, ma anche etiche e sociali.    Sono sempre stato un fautore del vaccino facoltativo. Ora però da tecnico della sanità dico che le condizioni sono mature per l’obbligo per rispondere alle esigenze di salute dei pazienti con Covid o con malattie diverse”. Bisogna adottare “tutte le misure per la prevenzione dei contagi anche per mantenere gli ospedali funzionali. Non c’è solo il Covid. Le altre malattie continuano ad aver bisogno di risposte adeguate. È importante quindi che tutti usino i dispositivi di protezione. Le Ffp2 sono più efficaci delle chirurgiche. Devono avere un prezzo calmierato e omogeneo sul territorio”.    I dati inglesi ci dicono che con omicron “il rischio di finire in ospedale è un terzo rispetto a Delta. Per quanto riguarda la mortalità è ancora presto, non abbiamo dati sufficienti, ma ci aspettiamo una riduzione simile”. Dalla Gran Bretagna arriva un dato ulteriore sull’efficacia “della terza dose: 88% nel prevenire il ricovero”. Rispetto ai vaccini dei bambini “sulla sicurezza non è emerso il minimo segnale di allarme”. La priorità di questo governo “è sempre stata permettere le lezioni in presenza. Rimandare gli alunni a casa sarà l’ultima cosa che faremo, è un dovere nei confronti delle nuove generazioni”. (ANSA).   

  • in

    Nucleare: Salvini, Lega pronta a chiedere il referendum

     L’Ue apre alla possibilità di includere l’energia nucleare e il gas naturale come fonti green, con l’obiettivo di accelerare il percorso verso un’Europa a emissioni zero. La Commissione ha elaborato una bozza di piano in questo senso che, se riceverà l’appoggio della maggioranza degli Stati membri, entrerà in vigore dal 2023. Una decisione che incontra subito il plauso del leader della Lega Matteo Salvini, già pronto a chiedere un nuovo referendum sul nucleare. “Sembra che finalmente anche la commissione si prepari a riconoscere gas e nucleare come energie green.
    L’Italia non può stare ferma”, dice Salvini, che cavalca da settimane il tema dell’emergenza energetica. “La Lega è pronta anche a raccogliere le firme per un referendum che porti il nostro Paese in un futuro energetico indipendente, sicuro e pulito”, dice. A preoccupare in questo momento è soprattutto il caro-bollette, dopo l’ennesima stangata sul fronte delle tariffe di luce e gas, la politica è in pressing sul governo perché trovi una soluzione al problema. Salvini, dopo la telefonata di giovedì al premier Mario Draghi, sollecita “un tavolo nazionale sul caro-bollette, tema diventato insieme al Covid la vera urgenza dei prossimi mesi. Famiglie e attività produttive non aspettano”, insite il leader della Lega. Un tavolo sul quale il ministero dello Sviluppo è pronto a portare “le riflessioni già avviate per individuare le soluzioni per i settori industriali più impattati”, assicura il ministro leghista Giancarlo Giorgetti, che dopo aver già assicurato che le misure del governo (l’ultima gli 3,8 miliardi in legge di bilancio) verranno ulteriormente rafforzate, indica la necessità di “scelte urgenti per famiglie e imprese che implicano una riflessione più generale sulla sovranità energetica del nostro Paese”. La proposta del tavolo è accolta con favore da Forza Italia, che si prepara a presentare al governo un pacchetto di proposte, annuncia la vicepresidente del gruppo al Senato Licia Ronzulli, per risolvere in maniera strutturale il problema, da una maggior produzione nazionale di gas alla ricerca sul nucleare di ultima generazione. Altre proposte arrivano dal M5s, dall’ipotesi di rendere strutturale l’utilizzo dell’extragettito delle aste CO2, fino all’idea che chi ha ottenuto enormi profitti dai rincari contribuisca nel contrasto all’emergenza energetica.