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    Quirinale: 2mila firme imprenditrici per donna presidente

    Le firme a sostegno della petizione lanciata a dicembre da Aidda, l’associazione delle donne imprenditrici, per chiedere che una donna diventi prossimo Capo dello Stato sono ormai quasi a quota 2 mila e la raccolta non si ferma. Lo rende noto la stessa Aidda che ha lanciato la raccolta firme tra le donne imprenditrici del Paese.
    “Intellettuali e politici, scrittori e personalità delle istituzioni. In tanti in questi giorni si stanno esprimendo a favore della possibilità che una donna diventi presidente della Repubblica – rileva Antonella Giachetti, presidente nazionale dell’associazione delle donne imprenditrici -. Non è una questione di nomi: è una trasformazione culturale quella per la quale stiamo combattendo e per questo accogliamo con molto favore il dibattito di questi giorni, che noi stesse abbiamo contribuito ad innescare agli inizi di dicembre, lanciando una petizione che oggi sfiora le 2 mila firme. Ma adesso occorre la spinta finale, l’obiettivo può diventare concreto”. “C’è bisogno del contributo di tutte e tutti – aggiunge -, ricordando che più che di una richiesta di genere, si tratta di una improrogabile e necessaria modificazione (una rivendicazione) di valore politico, sociale, simbolico: la nomina di una presidente donna sarebbe esempio per le nuove generazioni della trasformazione in atto e sancirebbe una svolta nell’immaginario pubblico collettivo, l’inizio di una fase diversa dove la dimensione della cura entra a far parte della vita pubblica. Facciamo il tifo per una donna al Quirinale e chiediamo a tutte le donne di questo Paese di dare una mano e far sentire la loro presenza”.    

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    Covid, Zaia: 'Se i dati dovessero peggiorare, l'ipotesi dello slittamento del ritorno in classe è sul tavolo'

    “Tifiamo tutti per la ripartenza il 10 gennaio, ma se ce lo consigliassero gli scienziati, non sarebbe una tragedia rinviare all’inizio di febbraio”. A dichiararlo al Corriere della Sera è il presidente del Veneto Luca Zaia, il quale per una simile decisione auspica “una regia nazionale”. “Ci vuole l’onestà intellettuale di avvisare i cittadini – argomenta il governatore – se i dati epidemiologici dovessero peggiorare, l’ipotesi dello slittamento della data del ritorno in classe è sul tavolo”. Il Veneto fece questa scelta l’anno scorso, ricorda Zaia, “e così ci salvammo”.
    Il governatore lancia poi al governo la proposta “di valutare l’introduzione dell’automonitoraggio a scuola”, che consiste nel consegnare “a tutti gli studenti, una o due volte alla settimana, un kit per il test fai da te”. In questo modo, spiega Zaia, “riusciremmo ad intercettare i positivi prima che il contagio dilaghi”.

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    Quirinale: Salvini cerca i leader ma Pd lo gela, prima via Berlusconi

    Partiti mai così distanti sulla corsa al Colle mentre ora si aspetta solo la data ufficiale per il via: a bloccare le possibili intese sul Quirinale resta la candidatura di Silvio Berlusconi, che va levata dal tavolo, per il Pd, come pre-requisito per iniziare a parlarsi, proprio mentre Matteo Salvini tenta di riprendersi la scena e rilancia un tavolo con tutti i leader, per trovare il successore di Mattarella. E ad aggiungere caos al caos arriva il Movimento 5 Stelle, con i senatori che, un po’ a sorpresa, si esprimono quasi all’unanimità per il Mattarella bis.
    Mentre il presidente della Camera, Roberto Fico, si appresta ad annunciare formalmente l’inizio delle votazioni, probabilmente il 24 o 25 gennaio, il leader leghista intanto continua a muoversi su un doppio binario: se il Cavaliere scioglierà la riserva e sarà ufficialmente in campo – e al momento non ci sarebbero segnali contrari, anzi, si registrerebbe un iper attivismo dell’ex premier – la Lega lo sosterrà compatta. Ma nel frattempo Salvini continua a coltivare l’idea di raggiungere un’intesa ampia, che superi i confini del centrodestra e che consenta di chiudere in fretta sul nuovo inquilino del Quirinale. Perché il Paese, è il ragionamento fatto in pubblico e in privato, ha altre priorità, tra emergenza Covid e caro-bollette.
    Praticamente impossibile, però immaginare che una convergenza ampia possa avvenire sul nome di Berlusconi, indigesto al centrosinistra. Il segretario del Pd, Enrico Letta, fa arrivare chiaro a Salvini il messaggio, che ripeterà anche nella direzione in calendario il 13 gennaio. Niente Berlusconi. “Letta mette veti e perde tempo”, la reazione in casa Lega. Ma il 13 potrebbe essere anche l’occasione per esplicitare una apertura dei Dem a Draghi al Colle, possibile però solo con un patto di ferro sulla tenuta della legislatura. Un tema caro anche ai 5s, che al loro volta in gran parte vedono Berlusconi come fumo negli occhi. Il pressing per convergere sul nome di una donna, fanno notare, avrebbe anche il pregio di escludere, per l’appunto, l’ipotesi del Cav nel Palazzo dei papi. Ma per evitare ‘salti nel buio’ i senatori vanno oltre e, in una riunione convocata per un aggiornamento sulla partita del Colle, si schierano apertamente per la moral suasion verso l’attuale inquilino del Colle. Una mossa che esplicita le divisioni del Movimento.
    Per ora i partiti mantengono le carte coperte, attenti anche agli eventuali segnali che potrebbero arrivare da Palazzo Chigi. Mario Draghi, che durante le feste ha sentito tutti i leader per gli auguri, lavora sui tanti dossier ancora caldi, dall’estensione del Super green pass alle bollette, e non dovrebbe andare oltre quanto già detto nella conferenza stampa di fine anno.
    La metà della prossima settimana sarà comunque cruciale: una volta capite le intenzioni dei Dem, Berlusconi, Meloni e Salvini dovrebbero tornare a riunirsi per mettere a punto la loro strategia sul Quirinale. L’ex premier da Arcore sarebbe intanto impegnato in una serie di telefonate con i fedelissimi per testare il polso della situazione e avrebbe avuto anche diversi colloqui con i governatori del centrodestra in vista delle riunioni delle giunte per scegliere i rappresentanti delle Regioni.
    Se ufficialmente il centrodestra resta pronto a convergere sul nome del Cavaliere come candidato al Colle, questa compattezza sembrerebbe granitica solo in apparenza. Rumors di Transatlantico riferiscono infatti di dubbi e di sospetti incrociati sulla solidità dell’accordo a sostegno del Cavaliere.
    Gli occhi sono innanzitutto puntati sugli alleati: Salvini e Meloni. Il leader della Lega avrebbe dato diverse rassicurazioni sul voto a Berlusconi anche perché – è il ragionamento che si fa nel centrodestra – con il Cavaliere al Colle, l’ex ministro dell’Interno completerebbe l’opa sul partito azzurro. Una mossa per accrescere consenso all’interno della coalizione ed un modo, spiegano, per non restare all’angolo in Europa. Anche Giorgia Meloni ha dichiarato più volte che, se candidato, il suo partito è pronto a sostenere Berlusconi. Ma dentro Fi non tutti ci credono, anche perché rumors non confermati raccontano di una riunione in cui la Meloni in realtà avrebbe espresso seri dubbi sulla candidatura di Berlusconi.

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    Il cardinale Bassetti tornato negativo al Covid

    (ANSA) – ROMA, 03 GEN – Il cardinale Gualtiero Bassetti,
    arcivescovo di Perugia-Città della Pieve e Presidente della
    Conferenza Episcopale Italiana, è risultato oggi negativo al
    tampone per la ricerca del Sars-CoV-2. Positivo dal giorno di
    Natale, ha trascorso questi giorni in isolamento nel proprio
    appartamento nell’Arcivescovado di Perugia-Città della Pieve. Lo
    comunica la Cei.   
    “La pandemia – dichiara il cardinale – non accenna a finire e
    proprio in questi giorni il numero dei contagi, purtroppo,
    continua a salire. Si tratta senza dubbio di una grande prova
    per tutti. Rinnovo, dunque, l’invito ad aderire con senso di
    responsabilità alla campagna vaccinale, perché tutti insieme,
    uniti, possiamo costruire orizzonti di speranza. In questo
    momento, come ho già ricordato nel messaggio di fine anno, prego
    per quanti, oberati dalle difficoltà e dalle sofferenze, fanno
    fatica a guardare con fiducia al nuovo anno”. “Penso, prima di
    tutto, ai giovani che hanno vissuto con grande difficoltà questo
    periodo – aggiunge il presidente della Cei -; a tutte quelle
    famiglie che ogni giorno faticano per arrivare a fine mese ed
    ora aggravate da costi difficilmente sostenibili per luce e
    riscaldamento.   
    Infine, un pensiero particolare ai malati, agli anziani e a
    quanti vivono nella solitudine; alle persone in stato
    d’abbandono, ai senza casa e a chi si sente rifiutato dalla
    società”. “A tutti quanti rivolgo il mio fraterno augurio di
    pace e di bene per il 2022”, conclude Bassetti. (ANSA).   

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    Montecitorio lavora a elezioni Quirinale, incognita Covid

    Montecitorio comincia a prepararsi all’elezione del presidente della Repubblica. Un appuntamento importantissimo, quello delle votazioni per la scelta di chi succederà a Sergio Mattarella al Quirinale, che si terrà nella seconda metà di gennaio, probabilmente a partire da lunedì 24.
    Per allora, se proseguirà il trend registrato fino ad ora, la situazione dei contagi determinata dalla variante omicron del Covid potrebbe complicare le cose. Rendendo ancora più difficile consentire ai poco più di mille ‘grandi elettori’ ed al contorno di giornalisti e funzionari parlamentari di vivere questa fase in sicurezza.
    In attesa che martedì il presidente della Camera Roberto Fico comunichi ufficialmente, con relativa pubblicazione in Gazzetta ufficiale della convocazione, la data di inizio delle votazioni – chiedendo alle Regioni di eleggere i propri delegati che integreranno il Parlamento in seduta comune – alla riapertura del Palazzo con l’anno nuovo, sono entrati in campo gli operai.
    Nel cortile d’onore, che nel passato è stato solitamente riservato alle postazioni delle reti televisive che seguono le votazioni per il Quirinale, maestranze effettuano misurazioni e delimitano spazi. Anche in Transatlantico sono stati notati operai al lavoro, impegnati nell’allestimento di due quadri elettrici, mentre una squadra di imbianchini sta ritoccando di bianco le volte dei corridoi d’onore, i passaggi che conducono dall’ingresso principale al Transatlantico.
    Tuttavia, nulla si sa ancora su come le votazioni verranno organizzate per evitare al massimo l’assembramento nei locali del Palazzo di ben oltre mille persone. Il “Cts interno” della Camera, composto da dirigenti dell’amministrazione di Montecitorio ed esperti, sta valutando le misure anti-covid per garantire che le votazioni possano tenersi in condizioni di massima sicurezza per tutti. Quelle decisioni tecniche verranno poi ratificate dal Collegio dei questori che dovrebbe riunirsi il prossimo 11 gennaio.
    In quella sede, viene spiegato, verranno sciolti tutti nodi sul piano dell’opportunità e politico. Di nodi da affrontare ce ne sono tanti. Se pare abbastanza assodato che si voterà, come sempre, in Aula a Montecitorio, non si sa ancora quante votazioni si terranno al giorno per garantire la sanificazione dell’Emiciclo. Altro accorgimento abbastanza sicuro è quello dello scaglionamento dei votanti per fascia oraria, in modo da sparpagliarli per i grandi saloni del Palazzo facendoli entrare a gruppi in Aula e solo per il tempo strettamente necessario per scrivere un nome e depositarle la scheda nell'”insalatiera”, come viene chiamata nel gergo parlamentare l’urna in vimini e raso verde che raccoglie i voti.   

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    Scuola: Zaia, proposta Veneto per modifica quarantene

    (ANSA) – VENEZIA, JAN 3 – Sulla scuola “porteremo una
    proposta al Tavolo nazionale delle Regioni che modifica le
    regole rispetto alla durata delle quarantene e di chi dovrà
    farle, rispetto alla situazione vaccinale”. Lo ha affermato il
    presidente del Veneto Luca Zaia.   
    “Sarà una decisione del Tavolo nazionale – ha aggiunto – su
    cui non posso dare anticipazioni, ma verrà presa da tutti.   
    Soprattutto per le superiori le percentuali di vaccinazione sono
    molto alte, per cui riusciamo a gestire le presenze in maniera
    migliore”, ha concluso. (ANSA).   

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    Pd, Letta a D'Alema: 'Nessuna malattia e guarigione, solo passione'

    ‘Il Pd da quando è nato, 14 anni fa, è l’unica grande casa dei democratici e progressisti italiani. Sono orgoglioso di esserne il segretario pro tempore e di portare avanti questa storia nell’interesse dell’Italia. Nessuna malattia e quindi nessuna guarigione. Solo passione e impegno’. Così su Twitter il segretario del Pd Enrico Letta replica alle parole di Massimo D’Alema che, durante il brindisi di fine anno di Articolo Uno su Zoom, aveva definito la segreteria Renzi ‘una malattia terribile che è guarita da sola, ma che c’era’. Un giudizio che ha provocato ‘profonda irritazione’ tra i Dem.

    Il #Pd da quando è nato, 14 anni fa, è l’unica grande casa dei #democratici e #progressisti italiani. Sono orgoglioso di esserne il segretario pro tempore e di portare avanti questa storia nell’interesse. Nessuna #malattia e quindi nessuna guarigione. Solo #passione e #impegno
    — Enrico Letta (@EnricoLetta) January 2, 2022

     
     “D’Alema rientra nel Pd dicendo che chi lo ha portato al 40%, a fare le unioni civili, ad avere l’unico governo con la parità di genere, a creare più di un milione di posti di lavoro è un MALATO. Sono parole che si commentano da sole. Un pensiero a chi è malato davvero, magari nel letto di un ospedale. E un abbraccio a chi sognava il partito dei riformisti e si ritrova nel partito dei dalemiani”. Lo scrive su Facebook il leader di Iv, Matteo Renzi.

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    M5s: Commissione respinge richiesta 2 x mille

    La Commissione di garanzia degli statuti e per la trasparenza e il controllo dei rendiconti dei partiti politici ha respinto la richiesta di accesso ai benefici del 2 per mille presentata dal M5S. Il parere negativo dell’organismo, composto da magistrati e presieduto da Amedeo Federici, riguarda oltre il Movimento anche L’Alternativa, il gruppo composto da ex 5 stelle, Coraggio Italia e Europeisti.
    La delibera, datata 23 dicembre, respinge l’istanza del Movimento come conseguenza del mancato accoglimento della richiesta di iscrizione dello Statuto M5s al Registro nazionale dei partiti politici, condizione indispensabile per accedere ai fondi e prevista dalla legge che ha introdotto la facoltà dei contribuenti di finanziare i partiti con una quota del 2 per mille della denuncia dei redditi. La Commissione insomma ha ritenuto che lo Statuto del M5s, votato dagli iscritti, non risponde ai requisiti richiesti. Con delibera del 25 novembre, invece, la Commissione ha accolto la richiesta di iscrizione al Registro presentata da Italexit.