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    Chiesa: monsignor Renna nuovo arcivescovo di Catania

    (ANSA) – CATANIA, 08 GEN – La Santa Sede ha nominato mons.   
    Luigi Renna, attualmente vescovo di Cerignola – Ascoli Satriano,
    arcivescovo metropolita dell’arcidiocesi di Catania. E’ il
    successore di mons. Salvatore Gristina che dal 2002, dopo essere
    stato pastore della diocesi di Acireale, ha guidato con amore di
    padre la diocesi catanese. Lo scrive in una nota la diocesi di
    Acireale che, “unita nella preghiera, augura a mons Renna di
    svolgere il suo ministero pastorale nella diocesi a lui affidata
    e, all’interno della provincia ecclesiastica di Catania, con
    spirito di servizio e collaborazione, di trasmettere la forza
    della speranza, della giustizia e della carità”.   
    Mons. Renna, compirà 56 anni il prossimo 23 gennaio. Attualmente
    è anche Visitatore apostolico per i seminari in Italia,
    componente della Commissione episcopale per la Dottrina della
    Fede, l’Annuncio e la Catechesi e segretario della Conferenza
    episcopale pugliese. (ANSA).   

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    Mattarella: il Tricolore alle finestre ha segnato la memoria del Paese

    “Il calore con cui tanti concittadini, nei momenti più difficili, hanno esposto la bandiera alle finestre di casa e intonato il Canto degli Italiani, ha segnato la memoria collettiva del Paese e richiamato il valore fondamentale della solidarietà e della coesione sociale. Tutte le istituzioni e le espressioni della società civile hanno saputo compiere la loro parte”. Lo afferma il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, in occasione del duecentoventicinquesimo anniversario del Tricolore.
    “Dalle difficoltà che hanno contraddistinto i nostri giorni, ad iniziare dalle sofferenze provocate dalla pandemia e dal clima di incertezza che questa ha generato, è sorta una nuova consapevolezza e fiducia nel futuro. Abbiamo dimostrato che ogni sfida può essere raccolta e affrontata con l’impegno e la responsabilità di tutti e di ciascuno”, aggiunge. 
    “La nostra bandiera ha accompagnato gli atleti protagonisti di una stagione di successi sportivi internazionali che ci ha reso orgogliosi di quanto hanno saputo testimoniare. Le loro vittorie sono l’immagine di un popolo tenace, che è impegnato verso l’avvenire e che, per la serietà offerta con la sua condotta, ha rappresentato un riferimento per l’intera comunità internazionale”. Così il presidente della Repubblica.

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    Nucleare: Salvini, Draghi sostenga la proposta della commissione Ue

    “L’Italia ha bisogno di gas e nucleare pulito per aiutare famiglie e imprese a pagare bollette meno care, non ci servono dei No ideologici. Siamo sicuri che il premier Draghi e il ministro Cingolani sosterranno l’impostazione della Commissione europea e di altri governi, da quello francese a quello finlandese: meno emissioni, bollette meno care e più indipendenza nazionale per luce e gas”. Lo dice il leader della Lega Matteo Salvini.
    “Sul nucleare Salvini fa solo propaganda spicciola in versione Papeete. Se davvero vuole lavorare per la sicurezza energetica, concordi con noi sullo stop al regalo dell’idroelettrico italiano ai fondi esteri (creato dalle leggi a firma Lega). Altrimenti solo parole al vento”. Lo scrive su Twitter il deputato dem Enrico Borghi, responsabile nazionale Sicurezza del Pd.    

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    Green pass base per i negozi, la protesta di Confcommercio

    L’obbligo vaccinale per gli over50 scatta da quando il decreto è pubblicato e non dal 15 febbraio, chiarisce il sottosegretario alla Salute Costa, parlando delle nuove misure per fermare i contagi. L’estensione riguarda 2,5 milioni di cittadini. E per andare al lavoro dovranno essere immunizzati o guariti. Per andare in banca, dal parrucchiere o alle Poste basterà il pass base. ma la Confcommercio protesta.
    “Vaccini e green-pass stanno sorreggendo la ripartenza delle attività e va evitato, ad ogni costo, che pandemia e crisi economica inneschino una pericolosa emergenza sociale. Ma scelte impegnative richiedono attenta e precisa programmazione e preparazione. In riferimento all’estensione dell’obbligo di green pass ordinario anche per l’accesso a tutte le attività commerciali, fatte salve le ‘eccezioni’ per le esigenze essenziali, occorrerà, dunque, contenere l’impatto organizzativo di un improprio ruolo di controllo e verifica da parte degli esercenti”. Lo afferma Confcommercio commentando le disposizioni decise ieri in cdm.

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    Covid: il Cdm vara all'unanimità il decreto, obbligo di vaccino per gli over 50

    Il Consiglio dei ministri ha dato il via libera all’unanimità al nuovo decreto legge Covid che introduce l’obbligo di vaccino per gli over 50: potranno andare al lavoro solo se immunizzati o guariti dal Covid. Il governo approva l’ennesimo provvedimento per tentare di fermare la crescita senza fine dei contagi ma la maggioranza si divide sull’introduzione dell’obbligo del super pass per accedere ai servizi o entrare nei negozi, con la Lega che dopo aver minacciato l’astensione deve incassare la ‘linea’ imposta del premier Mario Draghi sull’obbligo vaccinale ma ottiene la modifica della norma prevista dalla bozza entrata in Consiglio dei ministri: per andare in banca, dal parrucchiere o alle Poste basterà il pass base.
    LE MISURE
    Il nuovo decreto arriva al termine di una giornata tesa tra i partiti. Pd, Forza Italia, Italia Viva e il ministro della Salute Roberto Speranza erano per estendere l’obbligo vaccinale a tutti i lavoratori mentre sul fronte opposto si è ricreato l’asse Lega-Cinquestelle che diede vita al governo gialloverde. Senza un punto d’incontro è stato il premier Mario Draghi a trovare una via d’uscita.
    Appena il decreto sarà pubblicato in Gazzetta Ufficiale, scatterà l’obbligo del vaccino fino al 15 giugno per tutti coloro che hanno compiuto 50 anni o che li compiranno entro quella data, con l’esenzione solo per chi ha un certificato medico. Chi è guarito, invece, dovrà vaccinarsi obbligatoriamente dopo 6 mesi. Per chi dovesse decidere comunque di non immunizzarsi è prevista una sanzione di 100 euro, anche questa una scelta introdotta in Cdm che nella bozza non era indicata. Per i 50enni scatta anche un altro intervento: dal 15 febbraio si potrà andare al lavoro solo con il super green pass. Una misura che vale sia per il privato e il pubblico, compreso chi lavora in ambito giudiziario e i magistrati. La norma non si applica invece per gli avvocati difensori, i testimoni e le parti del processo. Le verifiche spetteranno ai datori di lavoro e chi non ha il superpass sarà assente ingiustificato fino alla presentazione della certificazione, “con diritto alla conservazione del rapporto di lavoro e senza conseguenze disciplinari”, ma con la sospensione dello stipendio e di qualunque “altro compenso o emolumento comunque denominato”. Le imprese potranno però sostituire chi non ha il pass rafforzato. In questo caso sono previste sanzioni: chi entra in un luogo di lavoro e non ha il super pass incorre in una sanzione erogata dal prefetto che va da 600 a 1.500 euro. E tornerà anche l’uso massiccio dello smart working: i ministri Brunetta e Orlando hanno firmato la circolare nella quale si sensibilizzano le amministrazioni pubbliche e i datori di lavoro privati a utilizzare pienamente lo strumento.
    LE MISURE PER LA SCUOLA: DAD E QUARANTENA
    “Vogliamo frenare la crescita della curva dei contagi e spingere gli italiani che ancora non si sono vaccinati a farlo. Interveniamo in particolare sulle classi di età che sono più a rischio di ospedalizzazione per ridurre la pressione sugli ospedali e salvare vite”, ha detto il premier Mario Draghi aprendo il Cdm. “I provvedimenti di oggi vogliono preservare il buon funzionamento delle strutture ospedaliere e, allo stesso tempo, mantenere aperte le scuole e le attività economiche”.  
    “Le scelte che stiamo facendo è di restringere il più possibile l’area dei non vaccinati, perché è quella che provoca un peso sanitario sui nostri sistemi ospedalieri”, ha spiegato il ministro della Salute Roberto Speranza al termine del Cdm sottolineando che ad oggi “i 2/3 dei ricoverati in terapia intensiva e il 50%” dei pazienti nei reparti ordinari sono non vaccinati. Dunque, ha concluso, “il peso delle ospedalizzazioni è nell’ambito dei non vaccinati”.
    Il Consiglio dei ministri ha deliberato l’estensione dell’obbligo vaccinale, senza limiti di età, a tutto il personale che lavora nelle università e nelle istituzioni dell’alta formazione artistica, musicale e coreutica. Per gli studenti, invece, continua a valere il precedente obbligo di green pass. Lo spiega il ministro Maria Cristina Messa sottolineando che “la raccomandazione continua a essere per lo svolgimento di tutte le attività prevalentemente in presenza” ma restano gli strumenti di didattica a distanza messi in campo da atenei, conservatori, accademie, istituti” a garanzia di chi non riesce ad andare in presenza.

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    Papa: le istituzioni semplifichino l'iter per le adozioni

    Il Papa chiede alle istituzioni di semplificare l’iter per le adozioni. “Non bisogna avere paura di scegliere la via dell’adozione, di assumere il ‘rischio’ dell’accoglienza”. “Auspico che le istituzioni siano sempre pronte ad aiutare in questo senso dell’adozione, vigilando con serietà ma anche semplificando l’iter necessario perché possa realizzarsi il sogno di tanti piccoli che hanno bisogno di una famiglia, e di tanti sposi che desiderano donarsi nell’amore”, ha detto nell’udienza generale, proseguendo le catechesi su san Giuseppe, oggi focalizzando sull’aspetto di “padre putativo” di Gesù.
    Premettendo che “non basta mettere al mondo un figlio per dire di esserne anche padri o madri”, il Papa ha sottolineato in particolare il valore dell’adozione. “Questo tipo di scelta è tra le forme più alte di amore e di paternità e maternità. Quanti bambini nel mondo aspettano che qualcuno si prenda cura di loro! E quanti coniugi desiderano essere padri e madri ma non riescono per motivi biologici; o, pur avendo già dei figli, vogliono condividere l’affetto familiare con chi ne è rimasto privo”. 
    Il Papa, nell’udienza generale, è tornato a parlare dell’ “inverno demografico”: “Tante coppie non hanno figli perché non vogliono, o uno e non di più” ma hanno “cani e gatti che occupano il posto dei figli”. “Questo negare la maternità e la paternità vi diminuisce, ci toglie umanità, la civiltà diviene più vecchia e senza umanità perché si perde la ricchezza della paternità e della maternità. E soffre la patria che non ha figli”. Il Pontefice ha allora citato una persona che diceva: “Adesso chi pagherà le tasse per la mia pensione che non ci sono dei figli?”. “Chiedo a San Giuseppe – ha proseguito nella catechesi dedicata al ‘padre putativo’ di Gesù – la grazie di svegliare le coscienze e pensare a questo: avere figli, la maternità e la paternità è la pienezza della vita di una persona”. generare figli o adottare “è un rischio ma più rischioso è non averne, negare la maternità e la paternità”. “Un uomo che non sviluppa il senso della maternità gli manca qualcosa”, ha concluso.   

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    Conte: “Criticità sulle vaccinazioni, paradossale parlare di obbligo. C'è confusione, il governo chiarisca”

    “Chiediamo che siano consentiti tempi rapidi di vaccinazione in tutte le aree del Paese, stante la criticità che diffusamente viene registrata nelle prenotazioni delle dosi booster. Appare paradossale ragionare di obbligo vaccinale quando anche coloro che volontariamente si rendono disponibili per la terza dose incontrano difficoltà a farlo in tempi brevi”. Così il leader M5s Giuseppe Conte.
    “Condizione preliminare perché si possano prendere in considerazioni ulteriori restrizioni è che si introduca subito il ricorso allo smart working. E’ inaccettabile che l’Europa faccia massiccio ricorso a questa misura, e proprio noi che siamo stati i capofila l’abbiamo dismessa in questa fase della pandemia”, osserva Conte.
    “Il M5S è stata una forza politica che sin dall’inizio della pandemia si è assunta la responsabilità di lavorare per proteggere la salute dei cittadini e preservare il tessuto produttivo e sociale in modo da garantire una pronta ripartenza. Anche in questa fase continueremo a lavorare con grande responsabilità e precauzione. Le eventuali nuove misure restrittive debbono però avere il conforto di chiare evidenze scientifiche e commisurate alla reale condizione epidemiologica, con ragionevole previsione che siano adeguate rispetto agli obiettivi presi di mira”, ha detto il leader M5s in assemblea congiunta.”Chiediamo che sia incrementata la disponibilità di mascherine FFP2 ed efficaci controlli per verificare che i prezzi siano effettivamente calmierati e chiediamo facile accesso ai tamponi e che non vi siano speculazioni su questo fronte”, aggiunge Conte.   
    “E’ assolutamente necessario che le misure restrittive siano accompagnate dalla erogazione di adeguati ristori, fornendo supporto materiale e logistico a chi vede compromesse le proprie attività economiche”. Lo ha detto il leader del M5s Giuseppe Conte in assemblea congiunta. “Occorre finanziare la proroga della CIG con causale Covid-19 e la proroga dell’equiparazione dei periodi di quarantena allo stato di malattia – almeno fino al termine dello stato di emergenza. Dobbiamo programmare uno scostamento di bilancio per queste necessità”, ha aggiunto. “Va assicurata l’immediata erogazione delle indennità economiche per gli infermieri, già finanziate un anno fa e non ancora corrisposte”, ha aggiunto.
    “Il Governo ha il dovere di spiegare in modo chiaro e trasparente l’attuale situazione epidemiologica, chiarendo le ragioni e gli obiettivi che si vorrebbero raggiungere con le eventuali nuove misure restrittive, così da poter mantenere saldo il rapporto di fiducia e assicurarsi il pieno coinvolgimento dei cittadini. Si preannuncia, infatti, il quinto decreto-legge in poche settimane e questo alimenta una certa confusione e la sensazione che i nuovi sacrifici che si imporrebbero ai cittadini potrebbero non essere commisurati agli attesi benefici, anche perché la soglia dei cittadini vaccinati è già alta: 89% di vaccinati con prima dose e 86% con la seconda, se si ragiona della popolazione vaccinabile. Una puntuale informazione vale anche a evitare che si alimentino nuove sacche di diffidenza e quindi di resistenza tra la popolazione”. Così il leader M5s Giuseppe Conte.

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    Quirinale: Fico apre partita Colle, primo voto il 24 gennaio

    Si terrà il 24 gennaio, un lunedì, alle 15 il primo voto del Parlamento in seduta comune per eleggere il successore di Sergio Mattarella al Quirinale. La convocazione ufficiale è stata effettuata dal Presidente della Camera Roberto Fico, che ha anche scritto ai 20 Consigli Regionali perché eleggano i 58 delegati regionali che, insieme a senatori e deputati, formeranno il colleggio di 1009 grandi elettori. Una cifra che pone problemi di assembramento e solleva preoccupazione a Montecitorio, dove ci si attrezza a fronteggiare le difficoltà. A fronte di numeri della pandemia in crescita, Stefano Ceccanti, deputato del Pd e costituzionalista, continua a chiedere che si adottino procedure adeguate alla situazione: se non il voto elettronico di ciascun parlamentare dal proprio studio, almeno far votare i senatori a Palazzo Madama e i deputati a Montecitorio, per poi svolgere lo scrutinio in questa seconda Aula. Ipotesi sostenuta anche da Valter Verini (Pd), che mette in guardia dall’idea di tagliar fuori i parlamentari “impossibilitati a votare perché positivi al Covid o in quarantena”.
    Al momento, nelle prime riunioni tecniche alla Camera, l’ipotesi del voto a distanza non è presa in considerazione e si punta semmai a procedure che evitino gli assembramenti, come spiega il Questore anziano Gregorio Fontana (Fi): ad esempio è plausibile che il voto proceda per scaglioni, in base al cognome dei grandi elettori. Questo implica temi più lunghi e probabilmente una sola votazione al giorno, invece delle due delle precedenti occasioni. Assai probabile anche la chiusura della buvette, luogo dove ci si abbassa la mascherina per consumare cibo e bevande, e per questo più rischioso.
    Il tema sollevato da Verini dell’assenza forzata di molti grandi elettori non è solo pratico: visto che i quorum per eleggere il Presidente della Repubblica (671 voti nei primi tre scrutini, 505 dal quarto) sono fissati dalla Costituzione e non sono ritoccabili, l’eventuale assenza di molti parlamentari renderebbe più difficile raggiungere tali quorum. Questa situazione spingerebbe a un accordo ampio che coinvolga almeno l’intera maggioranza di governo, che avrebbero così i numeri per eleggere il nuovo inquilino del Quirinale, anche ai primi scrutini. Al contrario sembrano più in salita le candidature, per esempio quella di Silvio Berlusconi, che al momento sono sostenute solo da una parte della maggioranza. Oltre ai 630 deputati e i 320 senatori (compresi i 6 a vita), a Roma sono in arrivo i 58 delegati regionali, tre per ciascuna Regione, tranne la Val d’Aosta che ne invia uno solo. I Consigli regionali di Lombardia e Piemonte hanno già convocato la seduta per l’11 gennaio, e gli altri Consigli seguiranno nei giorni successivi. Per prassi due delegati di ogni Regione vanno alla maggioranza ed uno alle minoranze, ma la scelta implica un accordo politico a livello nazionale sia nel centrodestra (dove ci si dovrà pesare o sulla base delle ultime politiche o dei sondaggi) che nel centrosinistra, dove il Pd è chiamato a decidere se in qualche Regione consentirà l’elezione di un delegato di M5s, visto che il Movimento non guida alcuna Regione.