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    Radicali lanciano referendum su inceneritore, ok da M5s

    Un referendum consultivo per coinvolgere i cittadini romani sulla scelta del termovalorizzatore. Questa la proposta lanciata dai Radicali italiani al sindaco della Capitale che incassa l’ok di M5S. “A Gualtieri chiediamo di consultare la città sul termovalorizzatore da 600mila tonnellate annue attraverso un referendum consultivo perchè la storia ci insegna che senza consenso popolare nessun impianto può essere costruito. Con una legittimazione popolare tutto sarebbe più semplice”, spiega Massimiliano Iervolino segretario dei Radicali italiani. “Non possiamo permetterci altri 5 anni di immobilismo” per questo “chiediamo di convocare referendum consultivo per aprire un dibattito in città. Se dovesse vincere gli eviterebbe critiche, perchè avrebbe legittimazione popolare”, ha aggiunto Iervolino.
    La proposta dei radicali non si è rivolta solo a Gualtieri, il partito oggi ha infatti lanciato lo stesso appello “a Letta e a Conte, ma anche alle forze ambientaliste”. A rispondere alla chiamata referendaria anche i 5 stelle. “Condivido l’idea di coinvolgere la cittadinanza non solo per testare l’effettivo consenso sull’ipotesi di un inceneritore a Roma”, ha detto Roberta Lombardi, assessora M5S alla Transizione Ecologica e Trasformazione Digitale della Regione Lazio. L’assessora pentastellata, inizialmente a capo del fronte del no e ora la più aperta al dialogo con il sindaco, oggi ha sottolineato che il referendum non si deve tradurre “in un mero ‘aut aut’, nella forma assolutistica ‘inceneritore si’-inceneritore no'” ma deve avere “una funzione consultiva che dia la possibilità alle persone di esprimersi anche su una molteplicità di aspetti, come ad esempio il tipo di tecnologie disponibili e più idonee al raggiungimento degli obiettivi Ue di raccolta differenziata e di standard competitivi in fatto di economia circolare”.
    Gualtieri intanto, a livello europeo incassa il benestare di Frans Timmermans: “Siamo in contatto con Gualtieri, dobbiamo trovare una soluzione” al problema dei rifiuti a Roma, “metterli in terra è una pessima soluzione”, ha detto il commissario al Green deal europeo sottolineando che una soluzione si può trovare anche “con un termovalorizzatore se fatto in modo sostenibile”.
    Ma il fronte dem locale, almeno quello a ridosso di Roma e dunque più interessato all’impianto, mostra le prime crepe. Oggi il Pd di Pomezia, comune confinante con la zona di Santa Palomba dove dovrebbe sorgere il termovalorizzatore, in consiglio comunale ha votato un ordine del giorno, promosso da M5S, che di fatto si oppone all’impianto. Nei 19 voti a favore dell’Odg e contrari al termovalorizzatore compaiono anche i consiglieri di Fdi e Lega.    

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    Ucraina: Urso, decreto armi in linea con indicazioni Camere

    Nel corso della sua audizione oggi al Copasir il ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, “ha aggiornato il Comitato in merito al conflitto in corso tra Russia e Ucraina. Si sono inoltre condivisi i contenuti del terzo Decreto interministeriale che autorizza la cessione di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari alle Autorità governative dell’Ucraina, riscontrando l’aderenza del decreto medesimo alle indicazioni e agli indirizzi dettati dal Parlamento”. Lo rende noto il presidente del Copasir, Adolfo Urso.

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    Editoria: Francesco de Core nuovo direttore Il Mattino

    (ANSA) – ROMA, 16 MAG – Caltagirone Editore comunica – in una
    nota – che, a decorrere dal prossimo 2 giugno, il Dott.   
    Francesco de Core sarà il direttore del quotidiano Il Mattino.   
    Il Dott. de Core ha ricoperto il ruolo di vice direttore del
    Corriere dello Sport-Stadio e in precedenza è stato
    caporedattore centrale a Il Mattino per oltre 10 anni. L’editore
    esprime un augurio di buon lavoro al Dott. de Core e ringrazia
    il direttore uscente Federico Monga per il lavoro svolto con
    forte impegno e professionalità. (ANSA).   

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    Kiev, 'russi scrivono frasi della band Kalush sulle bombe destinate alla Azovstal'

     Gli ucraini accusano i russi di avere scritto su alcune bombe, presumibilmente destinate alla Azovstal, le parole pronunciate dalla band ucraina Kalush dopo la vittoria all’Eurovision proprio per salvare l’acciaieria di Mariupol sotto l’assedio dei russi. La denuncia arriva dal consigliere del sindaco di Mariupol Petro Andriushenko che pubblica su Telegram alcune immagini, subito rilanciate dai media ucraini. “Questa è la reazione dell’esercito russo alla nostra vittoria all’Eurovision 2022”, scrive Andryushchenko, nel testo che accompagna le tre fotografie, in cui denuncia la propria “rabbia”.    Nelle foto, di cui è impossibile verificare l’autenticità né come sarebbero entrate in possesso degli ucraini, si vedono le bombe, non ancora sganciate, con delle scritte in inglese e in russo con un pennarello nero.    “Aiutate Mariupol, aiutate l’Azovstal, ora”, è scritto in inglese su un ordigno, ovvero le parole pronunciate dal frontman dei Kalush, Oleh Psjuk, alla fine dell’esibizione. Su tutte le bombe è riportata la data di ieri, ‘14.05’. Su un’altra bomba, secondo quanto riporta Ukrinform, appare la scritta in russo “Kalush, come hai chiesto. Su Azovstal”. Su altro ordigno, sempre in russo, si leggono la parola Eurovision 2022 e ‘Azov’.       

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    Montecitorio a porte aperte di notte, fra arte e musica

     Una visita in notturna alla Camera dei Deputati. Se la sono goduta circa trecento persone aderendo all’iniziativa Montecitorio a porte aperte, che ieri si è svolta nell’ambito della Notte dei musei a Roma.    Le prenotazioni, gratuite, lunedì scorso sono andate esaurite rapidamente. E ieri dalle 20 alle 2 di notte, divisi in gruppi e guidati dai commessi parlamentari, i circa 420 visitatori, fra cui non pochi turisti e famiglie con bambini, hanno seguito un itinerario storico-artistico, attraverso le sale più prestigiose del palazzo, come la Sala della Lupa, quella della Regina, quella del Cavaliere e quella dedicata ad Aldo Moro, con il nuovo allestimento dopo il restauro delle Nozze di Cana, fino all’ingresso in Aula.    A fine visita, epilogo musicale in Transatlantico, con una esibizione del pianista Emiliano Toso, biologo cellulare e musicista. 

       

    Montecitorio a porte aperte

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    Il generale che porta in Ucraina gli orrori di Aleppo

       L’Ucraina come la Siria, Kharkiv come Aleppo. Con gli ordigni impazziti delle bombe a grappolo che uccidono, mutilano, distruggono a caso senza distinguere civili da militari, bambini da adulti, case da caserme e impongono, infine, la resa. Un orrore comune, una regia unica. Quella del generale Alexander Zhuravlyov, a capo delle truppe russe nella Siria di Bashar al Assad e poi figura di riferimento della 79a brigata di artiglieria missilistica russa con sede a Belgorod che solo tra il 27 e 28 febbraio ha martellato la seconda città dell’Ucraina con 11 attacchi missilistici Smerch da 300 mm, ognuno dei quali in grado di spargere 72 ordigni esplosivi su un’area delle dimensioni di un campo da calcio.    Aleppo est, distrutta, cadde sotto i suoi colpi. E per questo Zhuravlyov, 57 anni, è stato insignito del titolo di ‘Eroe della Federazione russa”, la più alta onorificenza del Paese. Promosso ripetutamente, è diventato nel 2022 comandante del distretto militare occidentale, divisione incaricata, tra l’altro, di “ripulire” Kharkiv.    Con una inchiesta sul campo puntuale e accurata, la Cnn ha ricostruito gli attacchi di quegli ultimi giorni di febbraio, quando all’improvviso la città fu investita da una pioggia di quelle bombe vietate dalla Convenzione sulle munizioni a grappolo del 2010. Grazie alle immagini dal satellite è stata ricostruita la traiettoria degli Smerch partiti dalla linea di confine su cui si trova Belgorod. Armi per l’uso delle quali è necessaria un’autorizzazione molto in alto. Quella di Zhuravlyov, appunto. “E sulla base dello standard di responsabilità del comando della Convenzione di Ginevra, il generale (Zhuravlyov) è colpevole così come chiunque altro nella sua catena di comando” di crimini di guerra, ha valutato Philip Wasielewski, del Foreign Policy Research Institute.    Funzionari ucraini hanno raccolto grandi quantità di ordigni esplosi e inesplosi in un sito visitato dalla Cnn. “Ci sono molte munizioni a grappolo usate in una scala probabilmente superiore a quella che abbiamo visto nel Libano meridionale nel 2006”, ha commentato Mark Hiznay, direttore associato del settore armi per Human Rights Watch, riferendosi alla guerra del 2006 tra Libano e Israele, durante la quale l’esercito israeliano ha lanciato circa 4 milioni di munizioni di questo tipo. Per il suo ruolo in Siria e per i metodi con i quali ha operato Zhuravlyov è stato premiato da Vladimir Putin e ha incassato il silenzio indifferente della comunità internazionale. Aleppo cadde. Ma a Kharkiv, conquistata dai russi e ripresa dagli ucraini, il generale non ha ottenuto lo stesso successo. Putin non gli darà un’altra onorificenza. 

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    Le sanzioni mettono a nudo la vita privata di Putin

       Il riservatissimo Vladimir Putin a nudo di fronte al mondo intero. Dopo aver nascosto gelosamente per anni la sua vita privata, il presidente russo si trova a fare i conti con i suoi segreti almeno in parte svelati: le sanzioni dell’occidente per la guerra in Ucraina hanno infatti portato alla ribalta la famiglia dello ‘zar’, quella ufficiale e quelle ufficiose.    Fra lussuose ville in Europa, matrimoni sfarzosi e vite segrete lontano dai riflettori, l’entourage più stretto di Putin, quello che il presidente russo ritiene di dover proteggere per motivi di sicurezza nazionale, emerge dal velo di segretezza che lo circonda da anni. Si va dalle due figlie riconosciute – Maria e Katya avute dall’ex moglie Lyumila Ocheretnaya -, ai presunti quattro figli illegittimi e alle amanti, inclusa la ginnasta Alina Kabaeva con la quale il rapporto continuerebbe anche ora. Anche se restano ombre sulle figure e sull’ampiezza della famiglia dello zar quello che è certo è che i “membri sono beneficiari di un sistema cleptocratico in cui Putin comanda come un padrino mafioso, con gli oligarchi luogotenenti che pagano tributo sotto forma di ricchezza e ville a tutti coloro nella sfera affettiva di Putin”, commenta il New York Times in una radiografia della famiglia di Putin che parte dalla visita nel 2008 a Villa Certosa di Maria a Katya. Ospiti di Silvio Berlusconi in Sardegna le due si sono lanciate in shopping lussuoso ed escursioni in barca a patto di mantenere l’anonimato.    Katya, ora ultraquarantenne, è la figlia ‘più disciplinata’ di Putin. E’ sposata con Kirill Shamalov, il figlio di Nikolai Shamalov, stretto alleato del presidente russo e maggiore azionista di Bank Rossiya, la banca dello zar. I due sono convolati a nozze in uno dei resort sciistici preferiti da Putin, Igora, in una cerimonia fastosa fra piste di pattinaggio e giochi di luce. Al matrimonio ha partecipato anche la sorella Maria, arrivata dall’Olanda con il marito Jorrit Faassen. Per decenni Maria ha vissuto in Olanda ma dal 2014, quando i separatisti russi hanno abbattuto un aereo della Malaysia Airlines partito da Amsterdam, è divenuta oggetto di molte critiche fra i vicini e non solo. Di recente su un lotto di terra vicino Amsterdam, acquistato in passato da Faasen, è stata piantata una bandiera ucraina con la scritta ‘Ave Maria Putin’.    Ma l’entourage affettivo del presidente russo include diverse altre donne non ufficiali. C’è Svetlana Krivonogikh, ex donna delle pulizie di San Pietroburgo che avrebbe avuto una relazione con Putin. La donna è ora una regina del real estate, un membro del consiglio di amministrazione di Bank Rossiya e una azionista del resort sciistico Igora dove Kathya si è spostata.    Dalla relazione con Putin è nata Elizaveta Vladimirovna Krivonogikh. Le due hanno vissuto in una lussuosa proprietà a Montecarlo.    La donna del momento è però Kabaeva, l’ex campionessa di ginnastica russa che, secondo alcune indiscrezioni, è moglie di Putin. Alina Kabaeva abita in Svizzera con i suoi figli avuti dalla zar in una prestigiosa clinica di Lugano. E’ lei che è finita nel mirino delle sanzioni britanniche e contro la quale è stata avviata in Svizzera una petizione per cacciarla. Kabaeva sarebbe stata vista di recente a Mosca ma, come per tutti i membri della famiglia di Putin, si è trattato di un’apparizione di secondi. Poi su di lei, come su tutto il resto della famiglia, è sceso di nuovo un velo, anche se questa volta – grazie alle sanzioni – ben più leggero e trasparente.    

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    Salvini, oggi chi divide fa male al Paese

     “Io voglio unire. Oggi non ci si divide, chi divide fa il male del Paese, lo dico ai politici e ai giornalisti”. Lo afferma il leader della Lega, Matteo Salvini, nel suo intervento conclusivo della conferenza programmatica “E’ L”Italia che vogliamo”. 
    “Il centrodestra vince se unito: le divisioni aiutano il campo avverso. E’ vero ovunque. Penso che la Lega ha l’onore e l’onere di offrire questo percorso a tutti gli alleati”, afferma il leader leghista