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    Caos nel centrodestra dopo il vertice di Arcore, Fdi all'attacco

    Nel centrodestra è caos totale: a meno di un mese dalle amministrative la coalizione è spaccata verticalmente su tutto, con Fratelli d’Italia all’attacco su tanti fronti, dalla richiesta sinora inevasa di un patto “anti-inciucio” che escluda ogni futura alleanza con Pd e M5s, al nodo cruciale della ricandidatura di Nello Musumeci alla Regione Sicilia. Il vertice dei leader, organizzato ad Arcore, avrebbe dovuto segnare un primo passo verso il disgelo dopo le scorie accumulate nei mesi passati. E’ arrivato a sorpresa, ben 145 giorni dall’ultima riunione di Villa Grande, alla vigilia di Natale, quando l’obiettiivo comune era strappare il Quirinale al centrosinistra.
    Poi, com’è noto, quel flop ha portato con sè altre spaccature, incomunicabilità e polemiche continue. Un clima politicamente e umanamente irrespirabile, che neanche l’ospitalità del Cavaliere è riuscito a mitigare. Per cercare di addolcire l’atmosfera, Silvio Berlusconi ha accolto i due alleati regalando ad ognuno di loro un quadro di una Madonna. Ma le due Vergini non hanno fatto il miracolo. Che le cose non siano andate lisce si capisce subito, quando la delegazione leghista formata da Matteo Salvini e Roberto Calderoli lascia solitaria villa San Martino, dopo il caffè. La Lega fa sapere laconicamente che il segretario “è molto soddisfatto” dell’incontro. Passa un’altra ora, sono le 17, quando esce Silvio Berlusconi per assicurare i giornalisti che il centrodestra è unito: “E’ evidente che se si disunisse perderemmo le elezioni, solo un pazzo potrebbe pensare di mandare all’aria questa coalizione. Aggiorneremo il programma, ne avremo uno unico, la coalizione va avanti spedita”, conclude. Nessun cenno all’usuale comunicato congiunto, con cui spesso la coalizione ha cercato in passato di attenuare i dissensi interni. Arriva invece una nota al fulmicotone di Fratelli d’Italia in cui si elencano, uno dopo l’altro, in modo impietoso, i punti di frattura con gli alleati.
    “È sicuramente positivo essersi incontrati ma l’unità della coalizione non basta declamarla. Occorre costruirla nei fatti”, esordisce il partito di Meloni che pone l’accento sui 5 capoluoghi in cui la colazione va divisa. Poi l’affondo sulla “non ancora ufficializzata ricandidatura del presidente uscente Nello Musumeci in Sicilia, su cui la personale dichiarata disponibilità di Berlusconi si è fermata di fronte alla richiesta di Salvini di ritardare l’annuncio del candidato”. Quindi la denuncia di “regole ancora fumose” su alleanze e programmi comuni. C’è chi dice che ci fosse un accordo per non rinfocolare la polemica a evitare note singole e che Fdi avrebbe violato quest’ipotesi. Non a caso a Meloni, per la Lega, non replica Salvini ma il leghista palermitano Nino Minardo: “I dubbi su Musumeci – contrattacca – non sono di Salvini o della Lega, ma semmai della netta maggioranza dei siciliani stando all’ultimo sondaggio”. Infine, come ciliegina su una torta sempre più immangiabile, da Arcore trapela la dura reazione del Cavaliere che si dice “sopreso e irritato” per la nota di Fratelli d’Italia. A Berlusconi non è andata giù la scelta di avergli attribuito pubblicamente quell’apertura, seppure personale, sulla ricandidatura di Musumeci. Da via della Scrofa replicano sorpresi: è stato proprio Berlusconi – raccontano – a farci vedere una sua nota in cui era confermata la sua apertura a Musumeci.

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    Camera: Fico, finalmente riaperte tribune pubblico in Aula

    “I cittadini tornano ad assistere ai lavori dell’Aula di Montecitorio dalle tribune. Per affrontare la pandemia la Camera aveva infatti dovuto modificare profondamente la propria organizzazione, e fra le rinunce più dolorose c’è stata quella di sospendere l’accesso dei visitatori per permettere ai deputati di prendere posto nelle tribune e garantire così il distanziamento. È stato un passaggio necessario per assicurare la continuità dell’attività parlamentare. Adesso la bella notizia: si potranno nuovamente seguire le sedute dell’assemblea non solo attraverso le dirette sulla webtv della Camera e sul canale satellitare, ma anche dall’interno dell’Aula”. Lo afferma il presidente della Camera Roberto Fico. “Dopo la ripresa delle visite per gli studenti, delle giornate di formazione e di Montecitorio a Porte aperte, aggiungiamo un altro tassello di normalità. Il mio benvenuto a tutti i visitatori che stanno tornando a Palazzo Montecitorio”, conclude.

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    Dal Cdm via libera alla riforma della giustizia tributaria

    Il Consiglio dei ministri, a quanto si apprende a fonti ministeriali, ha dato il via libera all’unanimità sia all’atto di indirizzo per la definizione delle linee guida sul contenuto del contratto di servizio Rai 2023-2028, sia al disegno di legge con le disposizioni in materia di giustizia tributaria.   

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    Dl Ucraina bis: Camera, il governo pone la fiducia

    Il governo pone la fiducia a Montecitorio sul decreto legge Ucraina bis. Lo ha annunciato nell’Aula della Camera il ministro per i Rapporti con il Parlamento Federico D’Incà. Si riunisce ora la conferenza dei capigruppo: dovrà esprimersi sul prosieguo dei lavori.

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    Letta, vittoria Sì a referendum aprirebbe problemi

    “Io proporrò un orientamento di fondo, il Pd non è una caserma, c’è la libertà dei singoli che resta in una materia come questa”. Lo ha detto il segretario del Pd, Enrico Letta, alla direzione del Pd, in corso al Nazareno. “Io penso che una vittoria dei sì aprirebbe più problemi di quanti ne risolverebbe. Gli interventi sono da fare in parlamento”.

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    Giustizia: Letta, riforma non si fa coi referendum

    (ANSA) – ROMA, 17 MAG – “Non è coi referendum che si fa una
    riforma complessiva”. Lo ha detto il segretario del Pd, Enrico
    Letta, alla direzione del Pd, in corso al Nazareno. I referendum
    vengono da “proposte di sette consigli regionali del
    centrodestra”, ha ricordato. Per Letta “la riforma Severino è da
    cambiare, il nostro impegno va in questa direzione, ma alcune
    fattispecie sono molto gravi e verrebbero travolte
    dall’approvazione dei referendum”. (ANSA).   

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    Referenudum Giustizia: le critiche dei radicali, l'ok di Salvini

    Maurizio Turco e Irene Testa, segretario e tesoriere del Partito Radicale criticano la decisione del Governo e la tv pubblica che negherebbe la possibilita’  ai cittadini “diconoscere e ai promotori di essere conosciuti. Una tornata elettorale e referendaria tra il 12 e il 26 giugno equivale a boicottare la partecipazione popolare, a delegittimareulteriormente la politica, a boicottare i referendum. Se questo e’  l’obiettivo lo si puo’  considerare sin d’ora raggiunto. Noi non ci stiamo – aggiungono – ad avallare questo scempio mentre si poteva legittimamente rimandare il voto amministrativo e referendario a meta’  ottobre”.
    Salvini si dice invece soddisfatto “perche’  hanno ascoltato la richiesta della Lega. L’election day  comporta un risparmio di tempo e soldi, almeno 200 milioni di euro che chiederemo vengano usati per tagliare ancora i costi di bollette e benzina”.

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    Infanzia: in Emilia-Romagna inglese dal nido per 13.900 bimbi

    (ANSA) – BOLOGNA, 17 MAG – Dal prossimo anno scolastico, in
    262 nidi e in 38 scuole dell’infanzia dell’Emilia-Romagna i
    bambini e le bambine cominceranno a imparare l’inglese, 13.900
    quelli coinvolti. La Regione ha deciso di stanziare risorse per
    triplicare il progetto sperimentale avviato già quest’anno
    “Sentire l’inglese”, che ha già visto partecipare 75 nidi, 3500
    bimbi e 525 operatori, un’esperienza unica in Italia per
    estensione territoriale e numeri.   
    L’obiettivo è avvicinare i più piccoli a un’altra lingua,
    riconoscendone prima il suono, poi imparando a collegare le
    parole agli oggetti più comuni, in un contesto di gioco.   
    “I bambini di oggi quando entreranno un domani nel mercato
    del lavoro o della ricerca saranno più forti se una lingua
    straniera la conosceranno al pari o quasi della lingua madre-
    ha commentato il presidente dell’Emilia-Romagna Stefano
    Bonaccini, facendo il punto sul progetto-pilota, al nido Mazzoni
    di Bologn a- credo che dovrebbe essere una politica nazionale,
    non lasciata alla buona volontà di una singola regione”.   
    Volontà che è quella di portare nei prossimi anni l’inglese
    in tutti i nidi e in tutte le scuole dell’infanzia del
    territorio. Il progetto è stato realizzato in collaborazione con
    il Dipartimento di Scienze dell’Educazione dell’Università di
    Bologna, che si è occupato della formazione degli educatori:
    saranno oltre 1800 quelli coinvolti nel prossimo anno
    scolastico.   
    Per la vice-presidente della Regione con delega al Welfare,
    Elly Schlein “l’esperienza sta funzionando bene, è utile anche
    per l’inclusione sociale. Se ci si abitua da subito a un
    ambiente plurilingue, si rendono più solide le capacità di
    apprendimento future dei bambini”. Bonaccini ha colto
    l’occasione per ribadire l’impegno della Regione
    sull’azzeramento delle liste d’attesa ai nidi: “E’ vero che
    siamo una delle regioni in Europa con più posti nei nidi, ma c’è
    una percentuale di famiglie che è rimasta fuori, bisogna sempre
    migliorare”. (ANSA).