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    Lotta per i Comuni, ma è già scontro per le politiche

    Si chiude la campagna per le amministrative di domenica, ma lo scontro tra i poli sale a tal punto che sembra di essere già in pieno clima elettorale per le politiche del prossimo anno. La polemica tra centrodestra e centrosinistra va molto oltre i temi sulla gestione dei comuni coinvolgendo invece tanti punti al centro del dibattito nazionale, soprattutto sull’economia: dalla battaglia sulla fine dell’auto a benzina entro il 2035 al Pnrr, dalla lotta sul salario minimo a quella sul reddito di cittadinanza.
    Polemica accesa anche sul tema dei candidati impresentabili: la Commissione Antimafia fa sapere che sta esaminando 62 nominativi. E a Palermo infuriano le polemiche dopo che ieri è stato arrestato un candidato di Forza Italia, oggi uno di Fratelli d’Italia.
    Insomma, malgrado si tratti di un test amministrativo, i comizi di queste ultime ore sembrano essere una prova generale della campagna elettorale del 2023. E tanti spingono per dare un valore politico nazionale ai risultati del voto di oltre 900 comuni Lo fa certamente Enrico Letta che torna rilanciare il suo partito come perno di una futura maggioranza, escludendo prospettive neo-centriste. Durissima la sua bocciatura all’apertura di Calenda a Letizia Moratti come futura candidata in Lombardia. “Noi stiamo discutendo delle candidature, ovviamente di centrosinistra. Sceglieremo e discuteremo con tutti gli alleati, sarei felice di discutere anche con Carlo Calenda”. Ma aggiunge netto:” non è nostra abitudine andare a individuare candidature che stanno dall’altra parte”, Quindi ricorda a tutti che l’anno prossimo la scelta sarà tra il Pd e “le destre”. “Alle prossime politiche – attacca l’ex premier – non ci saranno terze soluzioni, terze opzioni, non ci saranno sfumature. O ci saremo noi, oppure ci saranno le destre, dall’altra parte. E noi non possiamo lasciare il nostro Paese cadere nelle mani di Salvini e Meloni”.
    Nel suo tour elettorale, il segretario dem, vede la possibilità di sfondare, soprattutto al Nord, il muro del centrodestra. “L’altra volta – osserva a Lodi – qui perdemmo e poi perdemmo le politiche. Noi qui siamo impegnati e straimpegnati perchè vincere Lodi significa vincere le politiche prossime”.
    Specularmente anche Giorgia Meloni fa capire di guardare già al 2023 arrivando addirittura a chiedere esplicitamente a Sergio Mattarella che si vada a votare “entro marzo”. “Se qualcuno pensa davvero di portare una legislatura che sta devastando l’Italia avanti di tre mesi per fare prima trecento nomine, chiamerò in causa il Presidente della Repubblica. E’ un’ipotesi – attacca – che trovo intollerabile, impensabile”.
    Un’alzata di scudi che, all’indomani dell’abbraccio di Verona tra lei e Matteo Salvini, allarga il solco interno al centrodestra tra il suo partito e l’asse Forza Italia-Lega. Ma, soprattutto, si tratta di una richiesta che difficilmente troverà grande ascolto.
    Il potere di sciogliere le Camere è prettamente presidenziale: parlarne ora appare prematuro. La legge poi lascia massima autonomia al Colle di scegliere quando agire. E tuttavia, con i tanti impegni internazionali a cui è chiamato a rispondere questo governo, a partire dai tagliandi semestrali del Pnrr, secondo molti osservatori è assai probabile che alla fine lo scioglimento possa avvenire negli ultimi giorni utili, in modo da arrivare al voto a maggio. 

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    Gorizia, Meloni chiude la campagna all'insegna della coesione

    “Il centrodestra si presenta unito perché è nella natura delle cose che lo faccia. Quello che è innaturale è quello accade a livello nazionale, non sui territori dove, come vedete, indipendentemente dal dialogo a livello centrale, le coalizioni si formano, vanno avanti insieme e sanno fare bene, come Rodolfo Ziberna in questi 5 anni”. Parole concilianti, pronunciate da Giorgia Meloni, poco prima del comizio per sostenere il sindaco uscente, su un palco stile vecchi tempi, con tutto il centrodestra: con lei- e il capogruppo al Senato, Luca Ciriani – Maurizio Lupi e Antonio Tajani; Matteo Salvini aveva fatto tappa in città sabato. Il ritrovato feeling con la Lega, sancito ieri dall’abbraccio a Verona tra Meloni e Salvini, è stato ribadito da Massimiliano Fedriga, chiamato a rappresentante il Carroccio. A proposito di Regionali e di Politiche, che si terranno nel 2023, Meloni è stata chiara. “Le Politiche dovranno essere entro marzo, se qualcuno pensa di portare una legislatura, che sta devastando l’Italia, avanti di tre mesi, per far prima 300 nomine, chiamerò in causa il Presidente”, che “escludo si presti a una cosa del genere”. Parole che sembrano escludere la concomitanza alle urne e che rimandano alla prossima primavera la decisione sulla scelta dei governatori, anche se è difficile ipotizzare che FdI scalzi Fedriga, che si ricandiderà. I risultati di Gorizia e di Monfalcone saranno un buon termometro delle forze, ma Meloni esclude battaglie interne alla coalizione: “Il mio obiettivo è andare al governo della nazione, non sono disponibile a governare con Pd, M5S, Renzi, Calenda, ci voglio andare col centrodestra”, la “mia battaglia è sempre contro la sinistra, i 5S, i miei avversari, spero il centrodestra cresca tutto”. Prima, però, a Gorizia ci sarà da avere la meglio sui sei avversari di Ziberna: Laura Fasiolo (Noi mi noaltris Go!, Slovenska Skupnost, Laura Fasiolo per Gorizia, Gorizia è tua, Pd), gli outsider Franco Zotti (Zotti contro tutti), Pierpaolo Martina (Martina sindaco), Serenella Ferrari (Gente per Gorizia), Antonio Devetag(Devetag sindaco, Azione),Mario De Marco (De Marco per Gorizia) Il centrosinistra – con tanto di M5S – è persuaso di poter fare meglio ancora che a Trieste, quando lo scorso autunno andò a un passo dal colpaccio. Per chi vince in palio ci sono le forbici per tagliare il nastro della Capitale europea della Cultura, nel 2025, assieme a Nova Gorica.

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    Camorra e politica, tre Comuni sciolti in 105 giorni

    Tre amministrazioni comunali della provincia di Napoli sciolte per infiltrazioni camorristiche in appena 105 giorni. Quindici settimane per vedere cancellati tre consigli eletti e nei quali il Consiglio dei Ministeri ha ravvisano possibili ingerenze della criminalità organizzata. Tre città che in comune hanno il Vesuvio, visibile da lati diversi. Come diverso è il colore politico delle tre amministrazioni, per una scure contro le possibili connivenze tra politica e criminalità organizzata che, stando alle valutazioni del prefetto, non conosce distinzioni tra centrosinistra e centrodestra. L’ultima amministrazione a cadere è stata ieri quella di San Giuseppe Vesuviano, dove le prossime elezioni si sarebbero dovute svolgere nel 2023.
    Il sindaco, Vincenzo Catapano, era stato eletto nel giugno 2018 con una coalizione di liste civiche ma con la dichiarata vicinanza del primo cittadino alla Lega. La voce circolava negli ambienti politici da alcune settimane, tanto che la decisione non arriva come un fulmine a ciel sereno. Per San Giuseppe Vesuviano è il terzo scioglimento legato a presunte connivenze tra la macchina amministrativa e la criminalità in trent’anni, dopo quelli del 1993 e del 2009. Appresa la notizia, il primo cittadino ha sostenuto che “per noi parlano anni di lotta chiara ed aperta alla criminalità organizzata”, manifestando l’intenzione di presentare ricorso al Tar.
    Ricorso al tribunale amministrativo già presentato invece dall’ex sindaco di Castellammare di Stabia, Gaetano Cimmino, espressione locale di Forza Italia. La sua amministrazione è stata la prima delle tre ad essere spedita a casa anzitempo (le elezioni per il rinnovo dell’assise si sarebbero dovute svolgere anche in questo caso nel 2023) dal Consiglio dei Ministri. Era il 25 febbraio. Nel relativo decreto si sottolineava come “la permeabilità dell’ente ai condizionamenti esterni della criminalità organizzata ha arrecato grave pregiudizio agli interessi della collettività e ha determinato la perdita di credibilità dell’istituzione locale”.
    Nel mezzo, il 5 maggio, lo scioglimento per presunte infiltrazioni mafiose dell’amministrazione comunale di Torre Annunziata. Qui il sindaco Vincenzo Ascione, rappresentante del Pd eletto nel 2017, era di fatto tornato a casa già da diverse settimane, avendo rassegnato le dimissioni il 16 febbraio, anticipato e seguito da tanti altri amministratori, alcuni dei quali (compreso il primo cittadino) indagati nell’ambito di un’inchiesta su presunte mazzette in cambio di appalti pubblici che aveva portato in carcere l’ex dirigente dell’ufficio Tecnico e l’ex vicesindaco. Due scioglimenti in due mesi e mezzo che hanno consegnato alla città vesuviana tristemente nota per essere stata quella della quale scriveva Giancarlo Siani, il cronista del quotidiano ‘Il Mattino’ ucciso dalla camorra, un record non invidiabile.

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    Nuovo accordo di collaborazione fra ANSA e l'agenzia BELGA

    L’agenzia BELGA e ANSA hanno firmato un importante accordo di collaborazione alla presenza dell’ambasciatore italiano in Belgio Francesco Genuardi. La partnership prevede la disponibilità e lo scambio di contenuti da poter utilizzare sulle rispettive piattaforme informative. Si arricchisce in questo modo per gli abbonati e i clienti delle due agenzie l’offerta di servizi di informazione internazionale: l’accordo si articola infatti nella possibilità per i partner di utilizzare i rispettivi servizi informativi per uso editoriale e di sviluppare offerte commerciali congiunte a supporto della comunicazione di istituzioni e aziende dei rispettivi Paesi.
    “Quello sottoscritto oggi nella ‘casa degli italiani’ a Bruxelles è un accordo strategico che rafforza rapporti bilaterali già molto solidi e che hanno portato il valore dell’interscambio commerciale annuo tra Italia e Belgio a raggiungere i 40 miliardi di euro – ha sottolineato l’ambasciatore Francesco Genuardi – ma l’intesa tra ANSA e BELGA va oltre perché rappresenta anche la nostra condivisione di valori”. L’ambasciatore ha ricordato che i titolari di un passaporto italiano che vivono in Belgio sono 300mila, la stessa cifra di quelli presenti negli Stati Uniti. E che, su una popolazione di 11 milioni di abitanti, circa il 10% è ormai di origine italiana. “Il nostro impegno qui è comunque anche quello di promuovere l’Italia produttiva e innovativa”, ha aggiunto Genuardi. In questo contesto si inserisce il progetto di Stefano Boeri per la realizzazione di un giardino sostenibile presso la residenza dell’ambasciatore e numerose iniziative culturali e commerciali.
    Da ultimo la presenza di una delegazione di designer belgi al Salone del mobile di Milano. L’amministratore delegato dell’ANSA Stefano De Alessandri ha espresso soddisfazione per la nuova importante collaborazione: “Questa partnership costituisce un ulteriore tassello nella nostra strategia di networking internazionale con le principali agenzie di tutto il mondo; oltre a garantire la reciproca disponibilità di informazione certificata tra Belgio e Italia, questo nuovo accordo è anche un ulteriore passo avanti per lo sviluppo di progetti tra le due agenzie a sostegno della comunicazione delle rispettive istituzioni e aziende dei due Paesi”.
    Per Patrick Lacroix, ceo dell’agenzia BELGA, si tratta di “un accordo importante che prevede lo scambio di contenuti. L’intesa si inserisce nella strategia di apertura dell’agenzia verso realtà europee esterne al Paese, anche in considerazione del ruolo di Bruxelles quale capitale dell’Ue e di una presenza sempre maggiore di stranieri. E poi i belgi guardano con grande interesse all’Italia, anche i più giovani. Secondo molti di loro, l’Italia è uno dei Paesi dove andare”.

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    Scuola Politica “Vivere nella Comunità”, aperto il bando per la 3° edizione

    Anche quest’anno la Scuola Politica “Vivere nella Comunità” rinnova il suo impegno a favore dei giovani per la formazione di una futura classe dirigente preparata. Dopo il successo delle prime due edizioni, dove sono state circa 1000 le richieste di partecipazione per 70 posti disponibili, la Scuola Politica ha rilasciato un nuovo bando per la terza edizione.
    L’iniziativa – spiega una nota – è riservata a laureati di qualsiasi disciplina. Al termine del corso (della durata di 6 mesi) sarà rilasciato un attestato di partecipazione, subordinato alla frequenza totale del corso. La selezione è aperta a quanti non abbiano compiuto il quarantesimo anno di età alla data di scadenza del bando.
    Il progetto formativo, voluto da Pellegrino Capaldo, Marcello Presicci, Sabino Cassese e Paolo Boccardelli, è un’iniziativa gratuita grazie al sostegno delle imprese e delle fondazioni coinvolte come membri fondatori fra cui: Intesa Sanpaolo, Ferrovie dello Stato, Poste Italiane, Generali, Fondazione CRT, A2A, Iren, ANSA (media partner), ANIA, Cassa Depositi e Prestiti, Compagnia di San Paolo, Istituto per il Credito Sportivo e Angel Capital Management.
    Il progetto intende contribuire così al dibattito civile, civico e politico. L’obiettivo, oltre a formare gli studenti, è quello di individuare attraverso un ciclo di incontri promossi dal supervisory board delle riflessioni utili al mondo istituzionale, finanziario e politico.
     “Abbiamo concepito questa Scuola Politica, la prima in Italia apartitica e multidisciplinare, con vero spirito di servizio verso le Istituzioni e il Paese. Anche quest’anno formeremo quindi gratuitamente 35 giovani leader ognuno dei quali auspichiamo possa rafforzare la futura classe dirigente. Come ha sottolineato la Ministra della Giustizia Marta Cartabia, durante la sua Lectio Magistralis, iniziative come la nostra sono necessarie e indispensabili per sostenere la crescita di una comunità e quindi del nostro Stato. Per questo la nostra è una Scuola capace di formare competenze specifiche, contribuendo ad accrescere motivazioni di impegno nel pubblico e nel privato”, ha spiegato il segretario generale Marcello Presicci.
    Nella Scuola Politica “Vivere nella Comunità” sono presenti figure istituzionali di primissimo piano come gli attuali ministri Marta Cartabia e Enrico Giovannini oltre a vari amministratori delegati e presidenti come Carlo Messina, Bianca Farina, Luigi Ferraris, Massimo Lapucci,  Dario Scannapieco, Giampiero Massolo, Stefano Lucchini, Marco Patuano e Giulio Anselmi.
    La prossima edizione prenderà il via a novembre con lezioni previste sia in presenza sia attraverso piattaforma digitale Cisco. Nel frattempo il prossimo 13 luglio a Roma presso le Scuderie di Palazzo Altieri sarà presentato il position paper dal titolo “L’educazione finanziaria che vorrei” realizzato dagli studenti della prima edizione in collaborazione con la Fondazione per l’Educazione Finanziaria e al Risparmio (FEDUF). Il progetto si basa sulla considerazione che l’educazione finanziaria è una delle competenze ineludibili per i futuri politici e gli amministratori di domani e fondamentale nella formazione delle giovani generazioni e della cittadinanza.
    Per inviare la candidatura alla terza edizione della Scuola Politica “Vivere nella Comunità” è necessario consultare il bando all’indirizzo: https://www.scuolapoliticanuovomillennio.it/programma/bando/         

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    Trump: 'Assalto a Capitol Hill il più grande movimento della storia degli Usa'

    Il “più grande movimento nella storia del nostro Paese”: cosi’ Donald Trump ha definito l’assalto del Capitol su Truth, la sua nuova piattaforma social. “La commissione non scelta – scrive Trump riferendosi alla commissione parlamentare – non ha speso un minuto per studiare la ragione che ha portato il popolo ad andare a Washington, in numeri enormi, molto più di quanto i Fake News Media siano disposti a riportare. Il 6 gennaio – non è stata solo una protesta, ha rappresentato il più grande movimento della storia del nostro Paese per rendere di nuovo grande l’America”.”Riguardava elezioni truccate e rubate, e riguardava un Paese che stava per andare all’inferno, e guardate ora il nostro Paese”, osserva Trump. “La commissione non scelta di delinquenti politici, essenzialmente lo stesso gruppo che vi ha portato la bufala della Russia (e molte altre) ora pienamente smascherata e screditata, si è rifiutata di studiare e riportare l’enorme quantità di irrefutabili prove, molte delle quali prodotte recentemente, che mostrano come le elezioni presidenziali del 2020 siano state truccate e rubate”, prosegue rilanciando la sua tesi infondata dei brogli.    Il tycoon accusa inoltre la speaker della Camera Nancy Pelosi e la sindaca della capitale di aver rifiutato la sua proposta di “dispiegare sino a ventimila soldati della Guardia nazionale, o soldati, perché si sapeva che ci sarebbe stata una folla molto grande”. “Se avessero accettato l’offerta, non ci sarebbe stata alcun 6 gennaio”, afferma. Le audizioni, secondo il tycoon, sono “un’altra bufala per non parlare di inflazione”. (ANSA).   

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    Salvini-Meloni, a Verona l'abbraccio della pace

    Alle 21.10 a Verona ‘scoppia’ la pace tra Giorgia Meloni e Matteo Salvini. Il capo leghista sale sul palco della kermesse a sostegno del sindaco uscente, Federico Sboarina, e interrompe l’intervento della leader di Fratelli d’Italia abbracciandola. Poi, assieme allo stesso Sboarina e al presidente veneto, Luca Zaia, i due si fanno fotografare sullo sfondo della piazza festante.    “Alla faccia loro”, ha chiosato Meloni, riabbracciando Salvini una volta ripreso e finito il suo discorso, rivolta alla sinistra. “Poiché avevano detto che saremmo stati come Romeo e Giulietta, garantisco che non faremo la stessa fine”, ha ribattuto Salvini poco dopo.    Un segnale di coesione tra i due, che nei giorni scorsi a distanza si erano scontrati sulla supremazia e sulle regole tra le forze del centrodestra. Una supremazia numerica che proprio a Verona potrebbe far pendere la bilancia a favore di Fdi, visto anche il passaggio di Sboarina dalla lista civica al partito di Meloni, che è diventata il suo principale sponsor, nel Veneto che è ‘regno’ leghista con Luca Zaia.    Matteo e Giorgia hanno dato comunque l’impressione di andare d’amore e d’accordo. “Voglio leggere i titoli e le polemiche sui giornali, noi siamo qua e belli come il sole”, ha detto Salvini.    A Verona è stato dunque risottoscritto il ‘patto di ferro’ fra Lega e Fdi a sostegno della rielezione di Sboarina, ma in città è viva la preoccupazione per lo strappo di Forza Italia, che ha optato di appoggiare l’ex sindaco – ed ex leghista – Flavio Tosi, ancora molto popolare in riva all’Adige.    Senza fare un riferimento diretto all’ex alleato Tosi, Meloni ha comunque invitato i veronesi a “esercitate la democrazia in modo consapevole. Non fatevi fregare, qui c’è un voto solo che sconfigge la sinistra, ed è quello dato a Federico Sboarina”.    Poco prima di parlare, la leader di Fdi ha ribadito: “noi non abbiamo un piano B rispetto alle alleanze. Per noi il centrodestra è fondamentale. Chiaramente perché una coalizione sia competitiva, forte e credibile ha bisogno di regole, ha bisogno di orgoglio, ha bisogno di chiarezza sul futuro. È quello che io ho chiesto”.    “Il centrodestra è compatto, questo è l’obiettivo con alcune idee chiare. Noi siamo orgogliosi di quello che siamo e non abbiamo paura di nessuno”, le ha risposto dal palco Salvini.   

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    Von der Leyen: 'Nostro dovere ricostruire l'Ucraina'

      “Questo pomeriggio avremo un dibattito tra il sindaco di Mariupol e gli architetti ucraini” perchè “ricostruiremo l’Ucraina: dobbiamo farlo e lo faremo” perchè “è un nostro obbligo morale” che va messo in atto “nel modo giusto, con lo spirito del nuovo Bauhaus europeo”. Così la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, all’apertura del festival Internazionale New European Bauhaus in corso al Maxxi a Roma.

    Agenzia ANSA

    La presidente della Commissione Europea, von der Leyen, dà il via da Roma, al Maxxi, alla prima edizione del Festival Internazionale New European Bauhaus (ANSA)

    Ursula von der Leyen si è recata anche in Campidoglio accolta dal sindaco Roberto Gualtieri. Sulla scalinata dell’ingresso si è fermata ad ammirare il panorama e ha esclamato con ‘wonderful’.