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    Dati rubati al Comune di Palermo nel dark web

    Parte dei dati rubati al sito del Comune di Palermo si trovano nel dark web. La minaccia di Vice Society, la gang di hacker responsabile dell’attacco al sistema dell’amministrazione che aveva lanciato un countdown nei giorni scorsi chiedendo il pagamento di un riscatto, è diventata realtà. Il gruppo ha infatti riversato decine e decine di file contenenti dati sensibili. “E’ stata pubblicata la prima parte delle informazioni gentilmente condivise con voi dai rappresentanti di questa società. Ce ne saranno altre domani”, ha scritto il gruppo nella giornata di ieri, annunciando la pubblicazione di altre informazioni.
    C’è di tutto nella lunga lista rilasciata dai criminali informatici: relazioni su riscossioni di imposte e tasse, lavorazioni degli stipendi, accrediti al servizio di tesoreria del Comune di multe pagate dai cittadini con nomi e cognomi, ingiunzioni di pagamento, anche in questo caso, con i riferimenti anagrafici dei coinvolti, documenti d’identità di dipendenti Sispi, elenchi del personale coi numeri di telefono segnati accanto. Ma ci sono ancora note interne del comando della polizia municipale, verbali su riunioni di servizio, schede di valutazione di ausiliari dell’Amat e anche l’elenco telefonico del comando della polizia municipale.
    L’elenco è veramente sterminato e contiene anche lettere private. Su Twitter c’è chi ha pubblicato alcuni screenshot coi nomi dei file sottratti dalla rete di Palazzo delle Aquile. sul furto di dati da parte degli hacker sono in contro indagini della polizia postale.   

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    Vaccini: Caritas chiede la revoca dei diritti di proprietà

    (ANSA) – CITTÀ DEL VATICANO, 12 GIU – In occasione della
    dodicesima Conferenza ministeriale dell’Organizzazione Mondiale
    del Commercio, che si ape oggi, Caritas Internationalis invita i
    membri dell’Omc “a rinunciare ai diritti di proprietà
    intellettuale per tutte le tecnologie mediche, al fine di
    sostenere la condivisione di informazioni e il trasferimento di
    tecnologie ai Paesi in via di sviluppo, per aiutarli a
    rispondere alla pandemia di Covid-19”.   
    “Dopo 18 mesi di negoziati relativi all’Accordo Omc sui
    diritti di proprietà intellettuale legati al commercio, Caritas
    Internationalis avrebbe auspicato – sottolinea l’organizzazione
    in una nota – che la realtà del Covid-19 potesse aprire le porte
    alla ricerca e all’implementazione di soluzioni efficaci, estese
    e complete per affrontare le sfide che mettono a rischio la vita
    delle persone più povere e vulnerabili del nostro mondo. La
    rinuncia a tutti i diritti di proprietà intellettuale per la
    durata della pandemia consentirà ai Paesi del Sud globale di
    produrre vaccini e di rafforzare i sistemi sanitari rendendoli
    capaci di far fronte a potenziali pandemie future”.   
    “È un diritto fondamentale di ogni persona avere accesso
    all’assistenza sanitaria in qualsiasi circostanza, soprattutto
    durante le pandemie – afferma il segretario generale di Caritas
    Internationalis, Aloysius John – In seguito alla pandemia di
    Covid-19, che continua ad avere un impatto sulla vita di milioni
    di persone in tutto il mondo, è diventato evidente che i
    cittadini dei Paesi in via di sviluppo devono avere un accesso
    equo ai vaccini”. “Chiediamo con urgenza a tutti i Paesi di
    prendere le loro decisioni nel rispetto dei diritti umani,
    assicurandosi che la dignità di ogni individuo sia preservata e
    che prevalga la giustizia sociale”, conclude John. (ANSA).   

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    Election day: un milione di lombardi al voto per 127 Comuni

    (ANSA) – MILANO, 12 GIU – Sono 127 i comuni lombardi dove si
    vota per le amministrative per oltre un milione di cittadini
    coinvolti, oltre a coloro che andranno ai seggi in tutta la
    regione per i 5 referendum. Il centrodestra cerca conferme nelle
    quattro città principali dove si vota, i tre capoluoghi di
    provincia di Monza, Como e Lodi, oltre a Sesto San Giovanni
    (Milano).   
    Sono 27 i comuni con oltre 15.000 abitanti dove si potrebbe
    andare al ballottaggio, mentre sono 18 i piccoli centri con un
    solo candidati che dovrà sperare nell’affluenza per evitare il
    commissariamento.   
    A Monza, Lodi e Sesto San Giovanni cercano il bis i tre
    sindaci uscenti Dario Allevi, Sara Casanova e Roberto Di
    Stefano, mentre a Como Giordano Molteni potrebbe essere il primo
    sindaco di Fratelli d’Italia in un capoluogo di provincia
    lombardo. A Crema si vota per sostituire la sindaca Stefania
    Bonaldi dopo due mandati, mentre tra i paesi minori si vota a
    Nembro (Bergamo), uno dei comuni più colpiti dalla prima ondata
    della pandemia, e in grossi centri del Milanese come
    Abbiategrasso, Cernusco sul Naviglio e San Donato Milanese.   
    Alla chiusura delle urne alle 23, si procederà allo spoglio
    per il referendum mentre da domani alle 14 inizierà lo scrutinio
    per le comunali. (ANSA).   

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    Election day: aperti i seggi per comunali e referendum

    Si sono aperti  i seggi elettorali per il voto per le elezioni comunali e per i referendum.  I municipi in cui si aprono i seggi sono in tutto 971, per un numero complessivo di elettori che sfiora quota 9 milioni.
    CAOS A PALERMOAvrebbero dovuto aprire le porte agli elettori alle 7 – il voto è consentito soltanto oggi fino alle 23 – ma finora sono una cinquantina a Palermo le sezioni elettorali dove mancano ancora i presidenti per insediare il seggio, con gli scrutatori in attesa. “Abbiamo lavorato tutta la notte per reperire presidenti. Attualmente circa 50 seggi non sono ancora aperti ma stiamo notificando altrettante nomine” dice all’ANSA Antonio Le Donne, segretario generale del comune di Palermo.

    Agenzia ANSA

    Chiusa la campagna elettorale – oggi è giornata di ‘silenzio elettorale’ – domani, domenica 12 giugno, è election day: si vota dalle ore 7 alle ore 23 per 5 quesiti referendari e per il rinnovo degli organi elettivi in 971 comuni. (ANSA)

     I comuni capoluogo sono 26, di cui quattro capoluoghi di regione.  Si tratta di Alessandria, Asti, Cuneo, Como, Lodi, Monza, Belluno, Padova, Verona, Gorizia, GENOVA, La Spezia, Parma, Piacenza, Lucca, Pistoia, Frosinone, Rieti, Viterbo, L’AQUILA, Barletta, Taranto, CATANZARO, PALERMO, Messina e Oristano.
    Dei capoluoghi di provincia al voto quattro sono commissariati: Barletta e Taranto in seguito a un voto di sfiducia, mentre Messina e Viterbo a causa delle dimissioni del sindaco. I quesiti referendari – su cui potranno esprimersi 50.915.402 elettori, di cui 4.735.783 all’estero – sono cinque e riguardano la separazione delle funzioni per i magistrati, la legge Severino, i limiti per la custodia cautelare, le regole per le candidature al Csm e le valutazioni dei magistrati. 

    Sono i cinque i quesiti referendari sulla giustizia, promossi dai Radicali e dalla Lega, per i quali si vota © ANSA

       

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    Election day: regolare avvio operazioni voto in Calabria

    (ANSA) – CATANZARO, 12 GIU – Hanno preso avvio regolarmente
    le operazioni di voto in Calabria per i cinque Referendum sulla
    Giustizia e per le elezioni comunali in 75 centri della regione.   
    I seggi sono stati aperti alle 7 e chiuderanno alle 23.   
    Le città in cui si vota per l’elezione dei sindaci e per il
    rinnovo dei Consigli comunali sono 75, tra cui il capoluogo di
    regione, Catanzaro, ed altri tre centri con più di 15 mila
    abitanti: Paola e Acri, in provincia di Cosenza, e Palmi, in
    quella di Reggio.   
    Si vota soltanto nella giornata di oggi. Le operazioni di
    scrutinio per i Referendum inizieranno subito dopo la chiusura
    dei seggi, mentre per le Comunali il conteggio dei voti
    comincerà domani alle 14. (ANSA).   

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    Election day: test sui partiti, caos seggi a Palermo

    Un test per i partiti in vista delle future elezioni politiche. E per le coalizioni che, in non pochi casi, sperimentano nuove formule di alleanze, in ordine sparso. Nove milioni di italiani sono chiamati alle urne per rinnovare le loro amministrazioni in un migliaio di comuni e per votare i referendum sulla giustizia. Un test, questo, a rischio quorum ma che non esenta tutti i partiti a misurarsi anche sull’affluenza per il voto amministrativo.
    CAOS SEGGI A PALERMOSono circa cento i presidenti di seggio che hanno dato forfait alla vigilia del voto per le amministrative a Palermo: molti senza dare alcun preavviso. Il Comune ha informato subito la Prefettura, è intervenuto anche l’assessorato degli Enti locali della Regione siciliana. “Stiamo cercando i sostituti dei presidenti dappertutto, avevamo già allertato gli Ordini degli avvocati e dei commercialisti non appena abbiamo saputo che c’erano dei vuoti e ci sono stati segnalati una serie di nominativi”, dice all’ANSA la responsabile elettorale servizio elettore Alessandra Autore. Dove invece scrutatori e presidenti si sono presentati regolarmente all’orario di convocazione per le procedure di preparazione al voto di domani, il problema è stato il ritardo nella consegna delle schede elettorali. In molte zone della città, le schede sono arrivate con quattro ore di ritardo; gli scrutatori si sono limitati a disporre le misure anti-Covid e a sistema cabine e plichi e null’altro. Per i ritardi, le procedure questa sera dunque andranno per le lunghe. Da sabato mattina, inoltre, sono guasti entrambi gli ascensori dell’ufficio elettorale del Comune di Palermo, nell’edificio di piazza Giulio Cesare. Secondo quanto spiega un consigliere comunale “oggi una signora in sedia a rotelle è rimasta oltre mezz’ora chiusa in ascensore e sono dovuti intervenire i tecnici per liberarla”. Disabili e anziani sarebbero praticamente impossibilitati a ritirare i certificati elettorali, visto che una parte di queste si trova al quarto piano dello storico edificio in cui hanno sede gli uffici dello stato civile”. IE’ stato chiamato un tecnico, a quanto pare, non è riuscito a risolvere il problema.
    SALVINI ROMPE IL SILENZIO ELETTORALELa vigilia del voto, che dovrebbe essere scandita da un ferreo silenzio elettorale, si è poi trasformata in una giornata di accuse e minacciate querele. I leader delle forze politiche hanno chiuso ieri i loro tour elettorali ma Matteo Salvini approfitta di una visita al Salone del Mobile per tornare all’attacco di governo, partiti ed Europa. E mentre si fa il contro alla rovescia per l’apertura delle urne di una votazione già funestata dall’annuncio di una pletora di 18 candidati “impresentabili”, secondo il verdetto della Commissione Antimafia, e dall’arresto di due candidati al Comune di Palermo – uno di Fi e uno di FdI – scoppia anche il caso del biglietto pagato dall’ambasciata russa per il viaggio, poi saltato, Di Salvini a Mosca. Un terremoto che si somma agli attacchi del leader di Via Bellerio alla Bce nuovamente accusata di mettere l’Italia “sotto attacco”, al governo (“altro che 9 miliardi, trovi velocemente i soldi per rinnovare lo sconto benzina e gasolio almeno per tutta l’estate”) e pure al Pd. Con il senatore Andrea Ostellari che si scaglia contro Enrico Letta, accusato di avere “intrattenuto rapporti molto stretti, avendo assunto incarichi in alcune società” con la Cina.
    Salvini replica ruvido anche all’alleata Giorgia Meloni, che gli aveva chiesto di firmare un “patto anti-inciucio”. “Non ho bisogno di firmare. Non ho nessuna intenzione di governare col Pd dopo questa fase di emergenza”, assicura. A valle dell’abbraccio tra Salvini e Meloni sul palco a Verona, questa sfida elettorale è infatti la prova del nove per misurare i rapporti di forza tra Lega e Fdi e con Fi. Il centrodestra parte da una posizione di vantaggio nella consultazione di domani con 18 tra le 26 città più grandi che vanno al voto governate da una loro coalizione. Ma nella competizione si segnala proprio il caso di Verona, dove Forza Italia sostiene Tosi, candidato alternativo a Sboarina appoggiato da Lega e Fdi, rischiando così di aprire la porta del ballottaggio al candidato del fronte progressista. A Genova dove si ripresenta il civico Marco Bucci, la situazione si capovolge: il fronte del centrodestra che lo sostiene conta infatti anche sull’appoggio di Italia Viva e Azione.
    La tornata elettorale a Palermo è invece molto indicativa per la coalizione di centrosinistra: nel capoluogo siciliano si sperimenta la tenuta dell’alleanza tra Pd e M5s anche in vista delle prossime regionali, dove Letta e Conte hanno messo in cantiere delle primarie comuni. Ma nelle geometrie variabili di questa tornata un caso è anche quello di Parma, governata per due mandati dal sindaco ex M5s, Pizzarotti: lì il Pd sostiene Guerra con la sinistra e con Italia Viva (ma non Azione di Calenda) e senza il M5s che non presenta una sua lista. Il centrodestra va invece al voto con Lega e Forza Italia a sostegno di Vignali da una parte e con FdI che appoggia Bocchi dall’altra. Se per il centrodestra è fondamentale difendere il “fortino” dei comuni che governano, per il centrosinistra la sfida è riconquistare il terreno perduto puntando il più possibile sul campo largo. E’ la scommessa che si gioca Enrico Letta quando esorcizza la debacle del 2017: “all’epoca il Pd fece una scelta che io non condivisi, che era una scelta di autosufficienza, di isolamento. Oggi – ripete sempre – noi stiamo facendo una scelta importante di allargamento”. Nella speranza che il M5s di Giuseppe Conte, perno di questo “allargamento” sostenuto dal segretario del Pd, regga ai prossimi, difficili, appuntamenti che lo attendono sul fronte legale.

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    Palermo: caos seggi, centinaia di scrutatori bloccati da 8 ore

    (ANSA) – PALERMO, 12 GIU – Da oltre otto ore centinaia di
    persone, selezionate come scrutatori, sono bloccate nelle scuole
    a Palermo che sono sede di seggio elettorale.   
    Dalle sezioni dove manca il presidente, per via delle rinunce
    che stanno creando un caos, nessuno ha potuto allontanarsi in
    attesa della nomina del sostituto. Malumori e disagi vengono
    segnalati in tante sezioni rimaste aperte: gli scrutatori erano
    stati convocati, come nelle altre dove tutto è andato per il
    verso giusto, alle 16 di ieri e le operazioni preliminari
    dovevano durare al massimo 4 ore. E invece rimangono bloccati.   
    (ANSA).   

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    Election day: test sui partiti, vigilia di caos

    Un test per i partiti in vista delle future elezioni politiche. E per le coalizioni che, in non pochi casi, sperimentano nuove formule di alleanze, in ordine sparso. Nove milioni di italiani sono chiamati alle urne per rinnovare le loro amministrazioni in un migliaio di comuni e per votare i referendum sulla giustizia. Un test, questo, a rischio quorum ma che non esenta tutti i partiti a misurarsi anche sull’affluenza per il voto amministrativo.
    Tanto più perché la vigilia del voto, che dovrebbe essere scandita da un ferreo silenzio elettorale, si trasforma in una giornata di accuse e minacciate querele. I leader delle forze politiche hanno chiuso ieri i loro tour elettorali ma Matteo Salvini approfitta di una visita al Salone del Mobile per tornare all’attacco di governo, partiti ed Europa. E mentre si fa il contro alla rovescia per l’apertura delle urne di una votazione già funestata dall’annuncio di una pletora di 18 candidati “impresentabili”, secondo il verdetto della Commissione Antimafia, e dall’arresto di due candidati al Comune di Palermo – uno di Fi e uno di FdI – scoppia anche il caso del biglietto pagato dall’ambasciata russa per il viaggio, poi saltato, Di Salvini a Mosca. Un terremoto che si somma agli attacchi del leader di Via Bellerio alla Bce nuovamente accusata di mettere l’Italia “sotto attacco”, al governo (“altro che 9 miliardi, trovi velocemente i soldi per rinnovare lo sconto benzina e gasolio almeno per tutta l’estate”) e pure al Pd. Con il senatore Andrea Ostellari che si scaglia contro Enrico Letta, accusato di avere “intrattenuto rapporti molto stretti, avendo assunto incarichi in alcune società” con la Cina.
    Salvini replica ruvido anche all’alleata Giorgia Meloni, che gli aveva chiesto di firmare un “patto anti-inciucio”. “Non ho bisogno di firmare. Non ho nessuna intenzione di governare col Pd dopo questa fase di emergenza”, assicura. A valle dell’abbraccio tra Salvini e Meloni sul palco a Verona, questa sfida elettorale è infatti la prova del nove per misurare i rapporti di forza tra Lega e Fdi e con Fi. Il centrodestra parte da una posizione di vantaggio nella consultazione di domani con 18 tra le 26 città più grandi che vanno al voto governate da una loro coalizione. Ma nella competizione si segnala proprio il caso di Verona, dove Forza Italia sostiene Tosi, candidato alternativo a Sboarina appoggiato da Lega e Fdi, rischiando così di aprire la porta del ballottaggio al candidato del fronte progressista. A Genova dove si ripresenta il civico Marco Bucci, la situazione si capovolge: il fronte del centrodestra che lo sostiene conta infatti anche sull’appoggio di Italia Viva e Azione.
    La tornata elettorale a Palermo è invece molto indicativa per la coalizione di centrosinistra: nel capoluogo siciliano si sperimenta la tenuta dell’alleanza tra Pd e M5s anche in vista delle prossime regionali, dove Letta e Conte hanno messo in cantiere delle primarie comuni. Ma nelle geometrie variabili di questa tornata un caso è anche quello di Parma, governata per due mandati dal sindaco ex M5s, Pizzarotti: lì il Pd sostiene Guerra con la sinistra e con Italia Viva (ma non Azione di Calenda) e senza il M5s che non presenta una sua lista. Il centrodestra va invece al voto con Lega e Forza Italia a sostegno di Vignali da una parte e con FdI che appoggia Bocchi dall’altra. Se per il centrodestra è fondamentale difendere il “fortino” dei comuni che governano, per il centrosinistra la sfida è riconquistare il terreno perduto puntando il più possibile sul campo largo. E’ la scommessa che si gioca Enrico Letta quando esorcizza la debacle del 2017: “all’epoca il Pd fece una scelta che io non condivisi, che era una scelta di autosufficienza, di isolamento. Oggi – ripete sempre – noi stiamo facendo una scelta importante di allargamento”. Nella speranza che il M5s di Giuseppe Conte, perno di questo “allargamento” sostenuto dal segretario del Pd, regga ai prossimi, difficili, appuntamenti che lo attendono sul fronte legale.