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    Elezioni: Tajani, 'Tosi aderisce a Forza Italia. Ora a Verona siamo al 24%'

    “Ieri pomeriggio Berlusconi ha lanciato un appello a tutti i moderati a scegliere Forza Italia per avere nelle città sindaci di centrodestra. Un appello lanciato a tutte le liste civiche. Il primo a rispondere è stato Flavio Tosi. Stamattina ci siamo incontrati con lui. Tosi ha deciso di aderire a Forza Italia”. Lo afferma il coordinatore nazionale di Forza Italia, Antonio Tajani, durante una conferenza stampa nella sede del partito, insieme al candidato di Verona. “Sono contento di consegnargli la tessera”. 
    “Con l’adesione di Tosi, Forza Italia a Verona rappresenta il 24%. Ora, con tutte le sue liste civiche, da oggi Fi è pronta a apparentarsi e sedersi attorno al tavolo a Verona per permettere il successo del centrodestra” precisa Tajani.
    “Sono onorato della telefonata di Berlusconi. Le nostre civiche hanno fatto un percorso verso Forza Italia nato anni fa. Nel centrodestra c”è un’anima populista e una pragmatica, liberale, con cultura di governo, che non urla: io faccio parte di questa seconda, quella di Forza Italia, unica forza così nella coalizione”. Lo afferma Flavio Tosi, a margine di una conferenza stampa di Forza Italia nella sede del partito. “Quello che manca ora a Verona è solo l’apertura del confronto da parte di Sboarina” precisa Tosi.
    “L’accordo con Flavio Tosi lo farei domattina perché le mie simpatie non devono avere ricadute”. Così il segretario della Lega, Matteo Salvini nella registrazione di ‘Porta a porta’ in onda stasera su Rai uno. E ha aggiunto: “A Verona spero ci sia accordo di tutto il centrodestra quindi Sboarina con Tosi”. Poi ha confermato di aver avuto “screzi” con Tosi ma ha aggiunto “voglio superare simpatie personali”.

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    Rapporto Reuters, per il quinto anno ANSA prima per affidabilità

    Dopo il Covid, che ha fatto impennare il desiderio di informazione certificata, cala l’interesse per le notizie considerate più “difficili” e “traumatiche” come la guerra in Ucraina, l’inflazione e la stessa pandemia. Le persone tendono ad evitare questo tipo di notizie e diminuisce anche la fiducia dei lettori in generale. È il quadro che emerge dal Digital News Report 2022 dell’Istituto Reuters che, per il quinto anno consecutivo, certifica che l’ANSA è prima in Italia per affidabilità tra le testate d’informazione online.    Secondo l’analisi annuale, l’ANSA guida la classifica conquistando la fiducia del 73%% degli italiani, seguono Il Sole 24 Ore e SkyTg24. ANSA.it si conferma terzo per consultazione tra i siti d’informazione: il 18% degli italiani lo naviga ogni settimana. Primo Fanpage, che fa un balzo (l’anno scorso era quinto), a pari merito con Tgcom24. Seguono SkyTg24, Repubblica, Corriere della Sera e Rainews. I tg Rai sono primi seguiti da Mediaset e Skytg24.    Il rapporto Reuters indica che in Italia la fruizione di notizie cartacee continua a diminuire, con il 15% (l’anno scorso era il 18%) che dichiara di utilizzare fonti di stampa. Tiene la tv, mentre lo smartphone è il dispositivo più usato per la fruizione delle notizie online. Il 36% degli italiani condivide notizie sui social media e chat (primo Facebook seguito da WhatsApp e YouTube).    In generale rispetto allo scorso anno e nei 46 Paesi in cui è stato condotto, il rapporto segnala un calo della fiducia delle persone nelle notizie dopo il balzo dovuto alla sete di informazione per il Covid-19: ora é al 42% (nel 2021 era al 44%). La Finlandia è il Paese con i livelli di fiducia complessivi più alti (69%), mentre gli Stati Uniti hanno il punteggio più basso (26%). L’Italia si attesta al 35% a fronte del 40% del 2021 in cui si era registrato un +11%.    “Si invertono in parte gli aumenti realizzati al culmine della pandemia – spiega Reuters – L’analisi del 2021 conteneva alcuni segnali positivi per l’industria dell’editoria, con maggiori consumi e crescente fiducia. A distanza di un anno, c’è un quadro leggermente meno ottimista”.    Cresce inoltre la percentuale di persone che evitano di proposito le notizie su determinati argomenti come il Covid-19, l’aumento dell’inflazione, la guerra in Ucraina. L’Istituto Reuters dedica in particolare un focus all’informazione legata alla guerra, condotta in cinque Paesi (Polonia, Germania, Gran Bretagna, Stati Uniti e Brasile) dal 29 marzo al 7 aprile.    Emerge che il conflitto è seguito abbastanza da vicino e in molti si rivolgono ai telegiornali per gli aggiornamenti.    Ma, a causa “forse della natura difficile e a volte traumatica della crisi, c’è una maggiore tendenza nell’evitare le notizie”. In particolare, in Germania il 36% rifugge le notizie sulla guerra (+7% rispetto a prima) e l’incremento in due mesi è maggiore di quello registrato nei cinque anni dal 2017 al 2022. “Poiché il conflitto persisterà – spiega l’analisi Reuters – sarà particolarmente importante per le redazioni riorientare gli sforzi sulla spiegazione della sue più ampie implicazioni”.    Più in generale, molti intervistati affermano che “le notizie hanno un effetto negativo sul loro umore”, mentre una percentuale significativa di giovani e di persone meno istruite dicono di evitare le notizie perché “difficili da capire”.    Infine, dal Digital News Report 2022 emerge che non decolla il pagamento delle notizie online che resta al 17% come lo scorso anno. E che stanno cambiando radicalmente le abitudini dei giovanissimi nella fruizione delle news: il 40% degli under 25 usa TikTok ogni settimana, con il 15% che afferma di consultarlo per le notizie. Le cifre sono ancora più elevate in alcuni Paesi dell’Africa, dell’Asia e dell’America Latina.   

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    >>>ANSA/ Rapporto Reuters, ANSA resta prima per affidabilità

    (di Titti Santamato) (ANSA) – ROMA, 15 GIU – Dopo il Covid, che ha fatto impennare il desiderio di informazione certificata, cala l’interesse per le notizie considerate più “difficili” e “traumatiche” come la guerra in Ucraina, l’inflazione e la stessa pandemia. Le persone tendono ad evitare questo tipo di notizie e diminuisce anche la fiducia dei lettori in generale. È il quadro che emerge dal Digital News Report 2022 dell’Istituro Reuters che, per il quinto anno consecutivo, certifica che l’ANSA è prima in Italia per affidabilità tra le testate d’informazione online.    Secondo l’analisi annuale, l’ANSA guida la classifica conquistando la fiducia del 73%% degli italiani, seguono Il Sole 24 Ore e SkyTg24. ANSA.it si conferma terzo per consultazione tra i siti d’informazione: il 18% degli italiani lo naviga ogni settimana. Primo Fanpage, che fa un balzo (l’anno scorso era quinto), a pari merito con Tgcom24. Seguono SkyTg24, Repubblica, Corriere della Sera e Rainews. I tg Rai sono primi seguiti da Mediaset e Skytg24.    Il rapporto Reuters indica che in Italia la fruizione di notizie cartacee continua a diminuire, con il 15% (l’anno scorso era il 18%) che dichiara di utilizzare fonti di stampa. Tiene la tv, mentre lo smartphone è il dispositivo più usato per la fruizione delle notizie online. Il 36% degli italiani condivide notizie sui social media e chat (primo Facebook seguito da WhatsApp e YouTube).    In generale rispetto allo scorso anno e nei 46 Paesi in cui è stato condotto, il rapporto segnala un calo della fiducia delle persone nelle notizie dopo il balzo dovuto alla sete di informazione per il Covid-19: ora é al 42% (nel 2021 era al 44%). La Finlandia è il Paese con i livelli di fiducia complessivi più alti (69%), mentre gli Stati Uniti hanno il punteggio più basso (26%). L’Italia si attesta al 35% a fronte del 40% del 2021 in cui si era registrato un +11%.    “Si invertono in parte gli aumenti realizzati al culmine della pandemia – spiega Reuters – L’analisi del 2021 conteneva alcuni segnali positivi per l’industria dell’editoria, con maggiori consumi e crescente fiducia. A distanza di un anno, c’è un quadro leggermente meno ottimista”.    Cresce inoltre la percentuale di persone che evitano di proposito le notizie su determinati argomenti come il Covid-19, l’aumento dell’inflazione, la guerra in Ucraina. L’Istituto Reuters dedica in particolare un focus all’informazione legata alla guerra, condotta in cinque Paesi (Polonia, Germania, Gran Bretagna, Stati Uniti e Brasile) dal 29 marzo al 7 aprile.    Emerge che il conflitto è seguito abbastanza da vicino e in molti si rivolgono ai telegiornali per gli aggiornamenti.    Ma, a causa “forse della natura difficile e a volte traumatica della crisi, c’è una maggiore tendenza nell’evitare le notizie”. In particolare, in Germania il 36% rifugge le notizie sulla guerra (+7% rispetto a prima) e l’incremento in due mesi è maggiore di quello registrato nei cinque anni dal 2017 al 2022. “Poiché il conflitto persisterà – spiega l’analisi Reuters – sarà particolarmente importante per le redazioni riorientare gli sforzi sulla spiegazione della sue più ampie implicazioni”.    Più in generale, molti intervistati affermano che “le notizie hanno un effetto negativo sul loro umore”, mentre una percentuale significativa di giovani e di persone meno istruite dicono di evitare le notizie perché “difficili da capire”.    Infine, dal Digital News Report 2022 emerge che non decolla il pagamento delle notizie online che resta al 17% come lo scorso anno. E che stanno cambiando radicalmente le abitudini dei giovanissimi nella fruizione delle news: il 40% degli under 25 usa TikTok ogni settimana, con il 15% che afferma di consultarlo per le notizie. Le cifre sono ancora più elevate in alcuni Paesi dell’Africa, dell’Asia e dell’America Latina.    (ANSA).   

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    Etruria: tutti assolti nel filone consulenze, anche Boschi padre

    Tutti assolti, perché il fatto non sussiste, i 14 imputati del processo sul filone consulenze d’oro alla ex Banca Etruria. La sentenza è stata pronunciata dal giudice di Arezzo Ada Grignani. Al tribunale il pm Angela Masiello aveva chiesto il massimo della pena (1 anno) per Pierluigi Boschi, padre dell’ex ministro Maria Elena ed ex vicepresidente di Etruria, e per altri tre dirigenti cioè Luciano Nataloni, Claudia Bugno e Luigi Nannipieri. Per gli altri imputati erano state chieste condanne da 8 a 10 mesi. Ma il verdetto è di assoluzione con formula piena. 
    Gli imputati erano accusati di bancarotta colposa per una serie di consulenze commissionate dalla ex Banca Etruria per studiare l’ipotesi di fusione con un altro istituto di credito, che fu individuato nella Banca Popolare di Vicenza, ma poi l’operazione non andò in porto. Secondo l’accusa anche le consulenze aggravarono i conti di Banca Etruria e ne scaturì un filone complementare a quello ‘generale’ per bancarotta fraudolenta dedicato al crac dell’istituto di credito aretino. Il procuratore Roberto Rossi, che coordina il pool investigativo della procura di Arezzo su Banca Etruria, ha dichiarato dopo la lettura della sentenza: “Aspettiamo le motivazioni poi valuteremo se fare ricorso in appello”. Oltre alla richiesta di pena per 1 anno per Boschi senior, Luciano Nataloni, Claudia Bugno e Luigi Nannipieri, il pm aveva chiesto anche condanne di 8 mesi per Daniele Cabiati, Carlo Catanossi, Emanuele Cuccaro (ex vicepresidente) sui quali pendeva un capo di imputazione; di 9 mesi per Alessandro Benocci, Claudia Bonollo, Anna Nocentini Lapini, Giovanni Grazzini, Alessandro Liberatori e Ilaria Tosti (per loro due capi di imputazione); di 10 mesi per Claudio Salini (per tre capi di imputazione).
    “Oggi ho pianto. Avevo giurato a me stessa che non avrei mai pianto per Banca Etruria. Oggi l’ho fatto. E non ho paura di ammetterlo in pubblico. Ho pianto come una bambina, in ufficio, alla Camera. Ho pianto perché mio padre è stato assolto dall’ultima accusa che gli veniva mossa su Banca Etruria. Con oggi si chiude un calvario lungo sette anni. E si chiude nell’unico modo possibile: con la certezza che mio padre era innocente”. Lo scrive in un post su Facebook Maria Elena Boschi, presidente dei deputati di Italia Viva, commentando l’assoluzione del padre Pier Luigi. “La verità giudiziaria non cambia niente per me: ho sempre saputo che mio padre è stato attaccato sui media e non solo per colpire altri. Ma oggi la verità giudiziaria stabilisce ciò che io ho sempre saputo nel mio cuore: mio padre è innocente. E ora – aggiunge – lo sanno tutti, non solo la sua famiglia. Lo sa il popolo italiano, nel cui nome la sentenza è stata pronunciata. Lo sanno le Istituzioni di questo Paese che io ho servito con dignità e onore. Lo sanno gli avversari politici che mi hanno chiesto le dimissioni per reati che mio padre non aveva fatto. Lo sanno i talk che hanno fatto intere trasmissioni contro di me e di noi e che non dedicheranno spazio a questa vicenda. Lo sanno gli odiatori che mi hanno insultato spesso con violenza verbale e frasi sessiste nel silenzio complice e imbarazzato di tanti”. “Questa vicenda – sottolinea – ha segnato la mia vita e la mia carriera molto più di quanto uno possa pensare: ma le lacrime di oggi sono lacrime di gioia e di speranza. Perché nessuno debba subire quello che ha subito la mia famiglia. Combatterò per una giustizia giusta. E ringrazio quei tanti magistrati che in ogni angolo del Paese fanno prevalere il diritto sull’ingiustizia. Grazie a chi mi è stato vicino. Ti voglio bene babbo”.
    ì “Oggi molti avversari politici, ospiti dei talk, odiatori dovrebbero mettersi in fila e dire una cosa sola: scusa. Non lo faranno. Ma quello che è sempre più chiaro è che i mostri non eravamo noi. Un abbraccio a tutta la famiglia Boschi”. Così un in tweet il leader di Iv Matteo Renzi.   

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    Il neosindaco 25enne di Lodi avvia il mandato, 'sono pronto'

    (ANSA) – LODI, 15 GIU – “Sono pronto per lavorare. Adesso c’è
    tanto da fare. Sicuramente c’è stata una grande attestazione di
    fiducia”. Così Andrea Furegato, 25 anni, è intervenuto stamani,
    indossando per la prima volta la fascia tricolore durante la
    proclamazione a sindaco di Lodi dopo la vittoria al primo turno
    alle elezioni comunali a spese della candidata del centrodestra
    e sindaco uscente, Sara Casanova.   
    “Sono pronto – ha aggiunto Furegato – e voglio incontrare, il
    prima possibile, tutti gli uffici. Questa struttura
    amministrativa ha, sicuramente, delle competenze importanti, che
    vanno valorizzate. Ogni cambiamento sarà valutato insieme a
    tutta la struttura, con riflessioni da condividere, e confido
    nella collaborazione di tutti i dipendenti, in ogni ruolo, per
    svolgere al meglio il nostro compito che è quello di offrire ai
    lodigiani i servizi che meritano. Servizi di qualità e gli
    investimenti che la nostra città necessita”. (ANSA).   

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    Franceschini e Conte al concerto di Baglioni alle Terme di Caracalla

    C’erano anche il ministro della Cultura Dario Franceschini e il leader del M5S Giuseppe Conte al concerto di Claudio Baglioni ieri sera a Roma nello scenario delle Terme di Caracalla. In occasione dell’ottava delle 12 serate del cantautore nel tempio della musica lirica, Conte, in platea con la compagna Olivia Paladino, all’indomani dell’ultima tornata elettorale, si è mostrato sorridente e disponibile alle richieste di selfie dei fan. Al termine del concerto, insieme a Franceschini, è entrato nel backstage per salutare l’artista.    L’affetto e la stima per Claudio Baglioni è bipartisan. Non è raro incontrare ai suoi concerti esponenti politici oltre a tanti amici e colleghi dell’ambiente dello spettacolo. A Napoli lo scorso 16 maggio, nel giorno del compleanno di Baglioni, era stato Matteo Renzi con la moglie Agnese ad assistere al concerto mentre è nota la passione di Maurizio Gasparri per il cantautore “da sempre e per sempre” come ha lui stesso scritto sui social in occasione dei 70 anni dell’artista.   

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    L'ad Rai Fuortes: “Da Orfeo criticità sfociate in un ritardo del palinsesto”

    “Negli scorsi mesi ho registrato una serie di criticità. Queste da ultimo sono sfociate nel mancato invio della documentazione indispensabile per la presentazione della programmazione del genere Approfondimento nei tempi previsti. La mancanza della documentazione in questione ha causato l’annullamento della presentazione al cda dell’intero palinsesto autunno-inverno”. Così l’ad Rai Carlo Fuortes ha motivato in Vigilanza la decisione di revocare le deleghe del genere Approfondimento a Mario Orfeo, prima di proporgli la direzione del Tg3.
    “Lo scorso primo giugno – ha ricordato l’ad – ho provveduto a comunicare al dottor Mario Orfeo il venire meno delle condizioni necessarie per una proficua collaborazione quale direttore del genere Approfondimento. Negli scorsi mesi ho registrato una serie di criticità. Queste da ultimo sono sfociate nel mancato invio della documentazione indispensabile per la presentazione della programmazione del genere Approfondimento nei tempi previsti. La mancanza della documentazione in questione ha causato l’annullamento della presentazione al cda dell’intero palinsesto autunno-inverno 2022-2023, prevista lo scorso primo giugno”. “Come dovuto, tutti gli altri direttori di genere avevano da tempo inviato la documentazione necessaria – ha sottolineato ancora Fuortes -. Ritengo indispensabile, a maggior ragione in una fase così importante di trasformazione dell’azienda, che vi sia la massima condivisione e collaborazione tra coloro che ricoprono ruoli apicali nelle direzioni impegnate”. “Successivamente – ha concluso -, considerando valore professionale del dottor Orfeo, gli ho proposto la direzione del Tg3 che ha avuto l’approvazione della larga maggiorazione del cda”.
    “La centralità dell’approfondimento, anche in un processo di trasformazione come quello che l’azienda sta vivendo, è un problema cruciale ed è il motivo per cui ho deciso di fare questo cambiamento. Non avere il palinsesto – Orfeo doveva mandarlo entro il 25 maggio, avevamo una riunione del cda il lunedì successivo e poi il mercoledì -, voleva dire non avere chiarezza su un aspetto indispensabile”, ha detto l’ad Rai Carlo Fuortes, rispondendo alle domande dei parlamentari in Commissione di Vigilanza, in merito alla revoca delle deleghe sull’Approfondimento a Mario Orfeo ed il suo passaggio alla direzione del Tg3. “Orfeo è stato un grande direttore di tg, ma è un lavoro profondamente diverso dal direttore di un genere – ha aggiunto Fuortes -. Ho agito in modo veloce e credo che di aver fatto la cosa giusta”. “Voi pensate che l’ad sia onnipotente e possa fare qualsiasi cosa in azienda, ma così non è, per legge – ha proseguito -. La responsabilità civile e penale delle trasmissioni non è dell’ad ma è del conduttore. L’ad non è, per fortuna, onnipotente, quello che può fare e nominare o rimuovere le deleghe dai ai dirigenti. La vostra preoccupazione di non avere chiarezza è la mia, e questo non venti giorni prima della presentazione ma lo stesso giorno: il mercoledì, quando ho informato Orfeo di non poter continuare, non avevo ancora ricevuto il programma. Non so dove leggete di programmi che entrano e escono, ma non c’è stata alcuna presentazione del palinsesto. Non mi è mai successo di rimandare un cda, ho dovuto farlo perché non avevo informazioni su un argomento cruciale. Era un atto dovuto, è ovvio che sarebbe stato meglio non farlo. L’azienda però va tranquillamente avanti, non c’è nessun problema. L’idea che il direttore sia il centro dell’attività in Rai è sbagliato. I programmi sono fatti da direttori, autori. Ci sono cambiamenti molto forti, Rai2 sta cambiando, tra alcuni mesi vedrete una tv assolutamente nuova”.

    Romano (Pd), ad molto deludente, nessun cambio sui talk – “Le parole di Fuortes in Vigilanza sono state molto deludenti. Un mese e mezzo dopo avere annunciato ufficialmente, di fronte al Parlamento, la necessità di rivedere il formato infotainment nei talk Rai archiviando la continua ricerca della rissa, non si vede alcun segno di cambiamento ma al contrario un ulteriore peggioramento della situazione sui temi della guerra scatenata da Putin ma anche su altri temi. Questo è tanto più grave nel momento in cui l’Italia è ormai sotto osservazione internazionale per la permeabilità delle nostre televisioni (private e pubbliche) da parte della strategia di disinformazione promossa e coordinata dal regime di Putin”. Lo ha detto Andrea Romano, deputato PD e membro della Commissione di Vigilanza, commentando l’audizione di Fuortes dinanzi alla stessa Commissione di Vigilanza. “Abbiamo assistito anche sulla RAI a cosiddetti dibattiti sull’aggressione di Putin all’Ucraina dove si mettevano sullo stesso piano gli argomenti degli assassini con gli argomenti delle vittime – ha proseguito -. E’ come se, proiettando questi falsi dibattiti negli anni Quaranta, il servizio pubblico radiotelevisivo avesse introdotto la par condicio tra Anna Frank e Goebbels. E questo è assolutamente inaccettabile. La spiegazione che poi lei ha dato sulla vicenda Orfeo è francamente imbarazzante e per niente credibile. Raccontare che il responsabile degli approfondimenti non gode più della sua fiducia perché “non ha consegnato un foglio” fa un torto alla sua intelligenza e alla dignità del parlamento. La spiegazione che si ricava è invece un’altra. Prodotti nuovi introdotti da Orfeo sono stati varati per il futuro (penso alla striscia di Damilano, al programma di Zanchini etc). Ma non si vuole in alcun modo intervenire sui programmi in essere, nonostante le dichiarazioni molto impegnative che Lei ha reso di fronte al Parlamento. E questa non volontà di intervenire, che evidentemente chiama in causa la sua responsabilità, si è voluta nascondere dietro questa decisione confusa e inspiegabile di rimuovere il responsabile degli approfondimenti (il quale, si è legittimati a pensare, forse qualche cambiamento voleva introdurlo e proprio nella direzione da lei auspicata e poi non rispettata)”.   

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    Reuters, per il quinto anno ANSA prima per affidabilità

    (ANSA) – ROMA, 15 GIU – Per il quinto anno consecutivo l’ANSA
    è prima per affidabilità tra le testate d’informazione online
    italiane: lo certifica il Digital News Report 2022 dell’Istituto
    Reuters condotto in 46 Paesi. L’agenzia di stampa guida la
    classifica conquistando la fiducia del 73%% degli italiani,
    seguono Il Sole 24 Ore e SkyTg24. ANSA.it si conferma terzo per
    consultazione tra i siti d’informazione: il 18% degli italiani
    lo naviga ogni settimana. Primo Fanpage (l’anno scorso era
    quinto) seguito da Tgcom24, quarto SkyTg24, poi Repubblica,
    Corriere della Sera e Rainews. I tg Rai sono primi seguiti da
    Mediaset e Skytg24. Finito l’effetto del Covid, che ha spinto al
    consumo di news affidabili, cala poi la fiducia delle persone
    per le notizie: é al 42%, mentre lo scorso anno si attestava al
    44%. (ANSA).