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    A settembre L'Italia c'è, il polo riformista guidato da Sala

    Sarà presentato a settembre, secondo il quotidiano Domani, il nuovo spazio “riformista, liberale e progressista” che avrebbe già un nome ‘L’Italia c’è’ e vedrebbe come leader il sindaco di Milano Giuseppe Sala.    A ora è un’associazione – spiega il quotidiano – composta da politici e attivisti, soprattutto di Italia Viva ed ex di +Europa e l’idea del nome è attribuita a Gianfranco Librandi, deputato di Italia viva e industriale di Saronno, il quale avrebbe consultato due società e dal sondaggio sarebbe emerso un apprezzamento per l’agenda Draghi e ‘la ritrovata centralità nello scacchiere internazionale’.    Librandi potrebbe essere il finanziatore del nuovo progetto politico, che tra i suoi obiettivi avrebbe quello di coinvolgere Mara Carfagna e Luigi di Maio. Il quotidiano cita sondaggi riservati, secondo cui la nuova formazione sarebbe accreditata del 10% dei consensi. Non figura tra le personalità da coinvolgere Carlo Calenda che, scrive Domani citando fonti, ‘non vuole aggregare, gioca da solo a far perdere gli altri e così favorisce Meloni’.    Di un ‘Polo riformista’ a cui starebbe pensando il sindaco di Milano parla anche Repubblica che rileva come Sala si starebbe muovendo per costruire una rete che potrebbe dar vita a un movimento che il quotidiano definisce ‘una cosa politica’ nuova.       

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    La bozza della risoluzione M5s (IL TESTO)

    Ecco la bozza della risoluzione del Movimento Cinque Stelle
    […]
    Il conflitto in Ucraina dura ormai da oltre 100 giorni e sta assumendo sempre più le caratteristiche di una guerra di logoramento segnata dal mancato rispetto del diritto internazionale umanitario;
    il popolo ucraino sta difendendo strenuamente l’integrità territoriale del proprio Paese e sta combattendo per il proprio diritto all’autodeterminazione;
    dallo scoppio del c
    […]
    Il conflitto in Ucraina dura ormai da oltre 100 giorni e sta assumendo sempre più le caratteristiche di una guerra di logoramento segnata dal mancato rispetto del diritto internazionale umanitario;
    il popolo ucraino sta difendendo strenuamente l’integrità territoriale del proprio Paese e sta combattendo per il proprio diritto all’autodeterminazione;
    dallo scoppio del conflitto l’Unione Europea ha inviato forniture militari all’Ucraina per almeno 2 miliardi di euro;
    Stati Uniti e Regno Unito hanno inviato armi a Kiev rispettivamente per 4,6 miliardi e un miliardo di dollari ed hanno già deciso ulteriori e ancor più consistenti forniture (anche di armi a lunga gittata);
    l’Italia, in base a quanto disposto dall’art. 2-bis del decreto legge 25 febbraio 2022 n. 14 convertito con modificazioni dalla legge 5 aprile 2022 n.28 recante “Disposizioni urgenti sulla crisi in Ucraina”, ha già emanato 3 decreti ministeriali (Decreto 2 marzo 2022, Decreto 22 aprile 2022 e Decreto 10 maggio 2022) che hanno previsto l’invio di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari;
    il supporto fornito in questi mesi dall’Unione Europea all’Ucraina da un punto di vista economico e finanziario, nell’accoglienza dei profughi e nonché nel sostegno alla capacità ucraina di difesa, dovrà essere accompagnato da un rafforzamento dell’azione diplomatica vista l’urgenza che il perdurare del conflitto impone;
    […]

    Impegna il Governo a:
    -promuovere, alla luce dell’attuale situazione politico-militare, nelle opportune sedi europee, il consolidamento di un’azione diplomatica europea coordinata, volta a fornire nuovo impulso alle trattative di pace tra Ucraina e Russia al fine di giungere ad un immediato cessate il fuoco;
    -promuovere per l’Unione Europea il ruolo di principale attore diplomatico e di garante del supporto economico, umanitario e sanitario al popolo ucraino;
    -non procedere, stante l’attuale quadro bellico in atto, ad ulteriori invii di armamenti che metterebbero a serio rischio una de-escalation del conflitto pregiudicandone una soluzione diplomatica.

    onflitto l’Unione Europea ha inviato forniture militari all’Ucraina per almeno 2 miliardi di euro;
    Stati Uniti e Regno Unito hanno inviato armi a Kiev rispettivamente per 4,6 miliardi e un miliardo di dollari ed hanno già deciso ulteriori e ancor più consistenti forniture (anche di armi a lunga gittata);
    l’Italia, in base a quanto disposto dall’art. 2-bis del decreto legge 25 febbraio 2022 n. 14 convertito con modificazioni dalla legge 5 aprile 2022 n.28 recante “Disposizioni urgenti sulla crisi in Ucraina”, ha già emanato 3 decreti ministeriali (Decreto 2 marzo 2022, Decreto 22 aprile 2022 e Decreto 10 maggio 2022) che hanno previsto l’invio di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari;
    il supporto fornito in questi mesi dall’Unione Europea all’Ucraina da un punto di vista economico e finanziario, nell’accoglienza dei profughi e nonché nel sostegno alla capacità ucraina di difesa, dovrà essere accompagnato da un rafforzamento dell’azione diplomatica vista l’urgenza che il perdurare del conflitto impone;
    […]

    Impegna il Governo a:
    -promuovere, alla luce dell’attuale situazione politico-militare, nelle opportune sedi europee, il consolidamento di un’azione diplomatica europea coordinata, volta a fornire nuovo impulso alle trattative di pace tra Ucraina e Russia al fine di giungere ad un immediato cessate il fuoco;
    -promuovere per l’Unione Europea il ruolo di principale attore diplomatico e di garante del supporto economico, umanitario e sanitario al popolo ucraino;
    -non procedere, stante l’attuale quadro bellico in atto, ad ulteriori invii di armamenti che metterebbero a serio rischio una de-escalation del conflitto pregiudicandone una soluzione diplomatica.

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    Giorgio Gori martedì a Bucha, gemellaggio con Bergamo

    (ANSA) – MILANO, 18 GIU – Il sindaco di Bergamo Giorgio Gori
    sarà a Bucha, in Ucraina, dal pomeriggio di martedì 21 giugno
    per siglare un gemellaggio tra la due città – la prima assurta a
    simbolo di resistenza e rinascita dopo essere stata gravemente
    colpita dalla pandemia di Covid-19 nella primavera del 2020, e
    la seconda drammaticamente martoriata dalla violenza
    dell’occupazione russa nel marzo di quest’anno.   
    Gori ha spiegato che la storia della città ucraina “ha colpito
    molto l’opinione pubblica italiana”.
    “Impossibile per noi non ritrovarvi alcuni tratti in comune
    con la vicenda della nostra città, a sua volta, suo malgrado,
    divenuta simbolo di un altro evento tragico, quello della
    pandemia di Covid19 che a Bergamo, tra marzo e aprile del 2020,
    ha causato 700 vittime, e oltre 6.000 nella nostra provincia –
    ha osservato – Per questo ho pensato di proporre una relazione
    speciale tra le nostre città, una relazione non solo simbolica,
    ma che si potesse riempire di cose e azioni
    concrete, come concreti sono stati gli aiuti che dall’Italia e
    dall’estero Bergamo ha
    ricevuto quando si è trovata in grande difficoltà”. (ANSA).   

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    I Cinquestelle al secondo mandato, in 69 rischiano l'incandidabilità

    Ci sono molti big tra i 69 parlamentari di M5s che dovrebbero dire addio allo scranno a causa del tetto dei due mandati che il cofondatore del Movimento, Beppe Grillo, è tornato a definire come “sempre più opportuno”. Nell’elenco spiccano nomi storici del Movimento, uno su tutti quello di Luigi Di Maio.
    Tra gli altri nomi eccellenti che rischiano, ve ne sono molti che ricoprono o hanno ricoperto cariche istituzionali: il presidente della Camera Roberto Fico, la vicepresidente del Senato Paola Taverna, gli attuali ministri Fabiana Dadone, Stefano Patuanelli e Federico D’Incà, gli ex ministri Alfonso Bonafede, Riccardo Fraccaro, Danilo Toninelli, Giulia Grillo, l’attuale viceministro Laura Castelli, e poi Manlio Di Stefano, Francesco D’Uva, Carla Ruocco, Vito Crimi, Carlo Sibilia e diversi presidenti di Commissioni parlamentari.
    Nel dettaglio i deputati al secondo mandato sono in tutto 49, tra questi: la vicepresidente della Camera Maria Edera Spadoni, il capogruppo Davide Crippa, Sergio Battelli, Giuseppe Brescia, Marialucia Lorefice, Filippo Gallinella, tutti e quattro presidenti di Commissione; la sottosegretaria Dalila Nesci, il presidente della Bicamerale sulle ecomafie Stefano Vignaroli, e ancora Francesca Businarolo Maria Pia Azzurra Cancelleri, Tiziana Ciprini, Claudio Cominardi, Federica Daga, Daniele Del Grosso, Diego De Lorenzis, Federica Dieni, Mattia Fantinati, Vittorio Ferraresi, Luca Frusone, Chiara Gagnarli, Luigi Gallo, Marta Grande, Giuseppe L’Abbate, Mirella Liuzzi, Maria Marzana, Salvatore Micillo, Paolo Parentela, Patrizia Terzoni, Angelo Tofalo, Davide Tripiedi, Luigi Vacca, Simone Valente, Alberto Zolezzi.
    Terzo mandato a rischio anche per 20 senatori tra cui i due presidenti di Commissione Gian Pietro Girotto e Daniele Pesco, l’ex ministro Nuncia Catalfo, nonché Donatella Agostinelli, Alberto Airola, Laura Bottici, Gianluca Castaldi, Andrea Cioffi, Daniela Donno, Giovanni Endrizzi, Michela Montevecchi, Sergio Puglia, Vincenzo Santangelo.
    Il numero totale di coloro che sarebbero a rischio di candidatura e dunque di rielezione – salvo deroghe da voto degli iscritti – salirebbe a 83 se si computassero anche gli ex pentastellati che – a più ondate -, hanno però abbandonato il Movimento.

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    Di Maio: 'Non è chiara la ricetta M5s. Pd sale, noi scendiamo'

    “Non è chiara la nostra ricetta per il Paese e questo spiega perché nella nostra coalizione il Pd sale e noi scendiamo. Forse perché non abbiamo ben chiare le ricette per il nostro Paese”. Così il ministro degli Esteri Luigi Di Maio parlando con i giornalisti a Castellamare.
    “Mi sono permesso semplicemente di porre dei temi per aprire un dibattito su questioni come la Nato, la guerra in Ucraina, la transizione ecologica e ho ricevuto insulti personali come quello che ho visto sui giornali stamattina. Temo che M5s rischi di diventare la forza politica dell’odio, una forza politica che nello statuto ha il rispetto della persona. Credo che dobbiamo parlare dei temi, il nostro elettorato è disorientato perché quando si pongono dei temi ci sono attacchi personali e questo non è accettabile”.
    “Noi non stiamo guardando al 2050 ma è una forza politica che sta guardando indietro – ha detto ancora Di Maio sul tema del secondo mandato -. Che senso ha cambiare la regola del secondo mandato? Io invito a votare gli iscritti secondo i principi fondamentali del Movimento perché questa è una forza che si sta radicalizzando all’indietro”.
    “Appare sempre più opportuno estendere l’applicazione delle regole che pongono un limite alla durata dei mandati”. Lo scrive Beppe Grillo nel suo blog. “Alcuni obiettano – soprattutto fra i gestori che si arroccano nel potere – che un limite alla durata dei mandati non costituisca sempre l’opzione migliore, in quanto imporrebbe di cambiare i gestori anche quando sono in gamba: “cavallo che vince non si cambia” sembrano invocare ebbri di retorica da ottimati. Ciò è ovviamente possibile, ma il dilemma può essere superato in altri modi, senza per questo privarsi di una regola la cui funzione è di prevenire il rischio di sclerosi del sistema di potere, se non di una sua deriva autoritaria, che è ben maggiore del sacrificio di qualche (vero o sedicente) Grande Uomo”, prosegue.

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    Privacy: ANSA; richieste interessati, Regolamento UE 2016/679

    Informiamo gli utenti che per l’esercizio dei diritti degli interessati ai sensi degli articoli 15-22 del Regolamento (UE) 2016/679 possono rivolgersi per iscritto all’Agenzia ANSA, nonché al Responsabile per il Trattamento dei Dati Personali (RPD-DPO) contattabili ai seguenti indirizzi di Posta Elettronica Certificata (PEC):agenzia.ansa@pec.ansa.it e rpd@pec.ansa.it, nonché all’indirizzo Via della Dataria n.94, 00187-ROMA.
    Si informano altresì gli utenti dell’esistenza dell’archivioANSA nel quale sono annotate ed archiviate le richieste degli interessati accolte ai sensi degli artt. 16-18 del Regolamento(UE) 2016/679.    

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    Siccità: Boni(Radicali Italiani), servono campagne mirate

    (ANSA) – TORINO, 17 GIU – “Siamo in una siccità che non
    abbiamo mai visto nell’ultimo secolo. Non è allarmismo, è la
    realtà di questo momento”. Esordisce così Igor Boni, esperto
    ambientale e presidente dei Radicali Italiani e membro
    dell’assemblea di +Europa, che questa mattina si è seduto su di
    una sedia posta dentro il corso del fiume Po prosciugato dalla
    siccità, davanti ai Murazzi di Torino.   
    “Sono 22 anni che noi chiediamo con proposte concrete
    provvedimenti disciplinari, trasformazione e innovazione nella
    politica e nella tecnica per riuscire a risparmiare acqua”. Per
    Boni è stato fatto molto poco, “innanzitutto del comparto
    irrivo, che è quello che consuma più acqua nella nostra regione
    e che fa si che dovremmo innovare con tecnologie meno impattanti
    per tutte le colture e ridurre la superficie di colture
    idroesigenti”. Ma è importante, sottolineano i Radicali, che i
    cittadini abbiano la consapevolezza di quello che sta accadendo,
    “perché noi che abbiamo vissuto con abbondanza di acqua in tutto
    il nord Italia non riusciamo a entrare in questa nuova realtà
    che è da sud Italia, dove sono molto più preparati”. Quindi,
    sostiene Boni, “Regione e Città metropolitana devono fare
    campagne mirate e martellanti per fare comprendere che non è più
    la situazione di prima e che entriamo in situazione di carenza
    idrica permanente e che dobbiamo cambiare le nostre abitudini
    assolutamente altrimenti ci troveremo ad avere le autobotti in
    città”. (ANSA).   

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    Scuola, Bianchi: '2,1 miliardi per trasformare 100mila classi'

    “Oggi annunciamo 2,1 miliardi per trasformare 100mila classi sulle 300mila che abbiamo e renderle, quindi, strumentate come queste. Sto parlando da 0 a 18 anni”. Lo ha dichiarato il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, visitando a Bari l’Its Apulia Digital Maker, dove ha constatato l’elevato livello di tecnologie presenti nelle aule. 
    “Quindi, non soltanto l’1,5 miliardi (per la riforma dell’Its, ndr) – ha rilevato Bianchi -, non soltanto le risorse che stiamo mettendo per formare tutti i nostri insegnanti, non soltanto per capire cosa dicono quando parlano i ragazzi che la sanno più di noi, ma anche per un uso responsabile degli strumenti”. “L’Its – ha concluso il ministro – fa bene ai ragazzi, ma fa bene anche alle imprese perché le obbliga a stilizzare i propri processi d’innovazione e trasforma ognuna delle persone che lavorano in un’impresa in un raccoglitore e sintetizzatore di capacità innovative, che quindi è in grado di trasferire”.