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    Salvini a Draghi, in settimana i decreti benzina e siccità

    “Questa settimana mi aspetto dal governo il decreto benzina e siccità. L’emergenza per le famiglie è rinnovare lo sconto benzina e quello di luce-gas, e poi un decreto siccità perché ci sono agricoltori che non ce la fanno più. Lo chiedo formalmente al premier Mario Draghi”: lo ha detto il leader della Lega Matteo Salvini a margine di un comizio a Magenta, nel milanese.
    Queste misure, ha aggiunto Salvini, “non servono alla Lega, ma agli italiani. Spero che il governo non perda altri giorni”.
    Per la risoluzione sulle armi all’Ucraina “lavoriamo per unire e parlare di pace”. E il governo non rischia quantomeno “per la Lega. Sarebbe un problema se passasse giugno senza il decreto benzina e il decreto siccità”. “Non commento i ‘se’ né i litigi dei 5Stelle”, ha aggiunto Salvini smarcandosi poi dalla riunione sul tema convocata per oggi pomeriggio: “Ho delegato i capigruppo – ha concluso – mi piace delegare la risoluzione dei problemi ad altri”.

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    Mattarella, l'azione a favore dei rifugiati va rafforzata

    “L’Italia contribuisce con responsabilità al dovere morale e giuridico di solidarietà, assistenza e accoglienza dei rifugiati, assicurando pieno sostegno all’Alto Commissariato delle Nazioni Unite e promuovendo nelle sedi europee un impegno incisivo e solidale in materia di migrazioni e asilo. L’azione a favore dei rifugiati va rafforzata ora, nei momenti di accentuata crisi, secondo quell’approccio multilaterale, del quale l’Italia è storica e convinta sostenitrice”. Così il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in una dichiarazione in occasione della Giornata Mondiale del Rifugiato.
    “La cronaca internazionale ci presenta – prosegue il Capo dello Stato – costantemente la drammatica attualità della condizione dei rifugiati. Il diritto internazionale e la nostra Costituzione prevedono forme specifiche di protezione per quei milioni di donne, uomini e bambini costretti da conflitti armati, discriminazioni, violazioni e abusi dei loro diritti e libertà fondamentali, a fuggire dal proprio paese alla ricerca di un presente e di un futuro migliori”.
    “Desidero manifestare – ha detto Mattarella in un’altro passaggio – la riconoscenza della Repubblica a quanti – personale delle Pubbliche Amministrazioni e operatori della protezione internazionale e dell’accoglienza – si adoperano per alleviare le sofferenze e garantire l’accesso dei profughi ai servizi di base. Un attestato di riconoscenza che va anche ai moltissimi concittadini che con grande umanità e dedizione hanno fornito, soprattutto nelle settimane successive all’aggressione russa all’Ucraina, un contributo fondamentale nell’assistenza e accoglienza dei rifugiati. Nel loro operato si rispecchiano i valori della nostra Costituzione”.

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    Comunali: Vescovo a preti, no a chi sostiene idee gender

    Dovere dei sacerdoti in occasione delle tornate elettorali nelle città è far coscienza a se stessi “e ai fedeli di individuare quali sensibilità e attenzioni sono riservate alla famiglia voluta da Dio e non alterata dall’ideologia del gender, al tema dell’aborto e dell’eutanasia”. E’ un passaggio della lettera inviata ai confratelli della diocesi dal vescovo di Verona mons. Giuseppe Zeni, datata 18 giugno, nel pieno della campagna elettorale per il nuovo sindaco della città. Compito degli ordinati, spiega Zenti, “non è schirarsi per partiti o persone, ,ma segnalare presenze o carenze di valori civili con radice cristiana”.
    Nella lettera il vescovo indica altri valori sulla cui presenza i fedeli dovrebbero far attenzione nel considerare i programmi dei candidati: “il tema della disoccupazione, l’attenzione alle povertà, alle disabilità, all’accoglienza dello straniero, ai giovani, alla scuola cattolica, a cominciare dalle materne”. Queste, sottolinea mons. Zenti, scrivendo ai presbiteri e diaconi della diocesi di San Zeno, “sono frontiere prioritarie che fanno da filtro per la coscienza nei confronti della scelta politica o amministrativa”. Mons. Giuseppe Zenti ha 75 anni, ed è prossimo al congedo dal suo incarico.

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    M5s: conclusa la riunione del consiglio nazionale

    (ANSA) – ROMA, 20 GIU – Si è conclusa dopo oltre quattro ore
    di discussione la riunione del consiglio nazionale del Movimento
    Cinque Stelle convocato per esprimersi sulle dichiarazioni di
    Luigi Di Maio e sulla risoluzione della maggioranza in vista
    delle comunicazione di Draghi sul consiglio Ue. (ANSA).   

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    M5s: conclusa riunione del consiglio nazionale

    (ANSA) – ROMA, 20 GIU – Si conclusa dopo oltre quattro ore di
    discussione la riunione del consiglio nazionale del Movimento
    Cinque Stelle convocato per esprimersi sulle dichiarazioni di
    Luigi Di Maio e sulla risoluzione della maggioranza in vista
    delle comunicazione di Draghi sul consiglio Ue. (ANSA).   

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    Caos M5s: vertice in serata, attesa per la decisione su Di Maio

    Resa dei conti nel M5s, sul tavolo l’espulsione del ministro degli Esteri, Luigi Di Maio. È convocato per stasera il Consiglio nazionale del Movimento. All’ordine del giorno della riunione la discussione sulla linea politica da tenere sulla risoluzione di maggioranza in vista delle comunicazioni del premier Mario Draghi in Parlamento alla vigilia del Consiglio europeo del 23-24 giugno e sulle dichiarazioni del ministro. Sulle decisioni prese dal Consiglio può essere chiamata ad esprimersi la base del Movimento. 

    Agenzia ANSA

    Conte, i vice, i capigruppo, Patuanelli, i capi dei comitati (ANSA)

    “Cercheremo di fare” il consiglio nazionale “tra oggi e domani. Se c’è l’ipotesi di mettere in discussione il ruolo di Di Maio nel Movimento? Non è quello il punto, ma le posizioni che sta prendendo lui pubblicamente senza confronto interno. E’ pretestuoso dire che la nostra forza politica può costituire un problema per la sicurezza nazionale”, “lo trovo gravissimo” e “parte di un percorso che si pone in contrapposizione con linea che il M5s sta portando avanti in questo momento”, così il viceministro allo sviluppo economico e vicepresidente del M5S Alessandra Todde a Skytg24.
    “Io trovo vergognoso che ieri sia stata fatta circolata una bozza vecchia che non ha niente a che fare con la base su cui stiamo discutendo. La risoluzione deve essere di maggioranza”, ha aggiunto Todde. “I temi che stiamo portando avanti credo siano condivisibili con le altre forze di maggioranza”, ovvero la “de-escalation militare” e “a fronte di un conflitto che si sta allungano far tornare il parlamento centrale”, aggiunge. Todde definisce “Incredibile che siano state fatte delle dichiarazione su una bozza vecchia”.
    Di Maio contrattacca: “I dirigenti della prima forza politica in Parlamento, invece di fare autocritica, decidono di fare due cose: attaccare, con odio e livore, il ministro degli Esteri e portare avanti posizioni che mettono in difficoltà il Governo in sede Ue. Un atteggiamento poco maturo che tende a creare tensioni e instabilità all’interno del Governo. Un fatto molto grave”, afferma il ministro in una nota.
    “La prossima settimana in Parlamento si voterà la risoluzione sulla posizione che il Governo porterà avanti ai tavoli europei. Da Ministro degli Esteri della Repubblica Italiana ho ribadito e continuerò a ribadire che l’Italia non può permettersi di prendere posizioni contrarie ai valori Euro-Atlantici”. “Vengo accusato dai dirigenti della mia forza politica di essere atlantista ed europeista. Lasciatemi dire che, da Ministro degli Esteri, davanti a questa terribile guerra rivendico con orgoglio di essere fortemente atlantista ed europeista”. “Tutti cerchiamo e vogliamo la pace – scrive ancora Di Maio -. Intanto, però, Putin sta continuando a bombardare l’Ucraina, ignorando la richiesta della comunità internazionale di sedersi a un tavolo per i negoziati. Intanto l’esercito russo continua a uccidere civili innocenti e blocca i porti e l’export del grano, rischiando di causare una ulteriore guerra che, a sua volta, potrebbe generare l’aumento di nuovi flussi migratori incontrollati, anche verso il nostro Paese”.

    Agenzia ANSA

    Grillo lo definì ‘il nostro politico’. Ora il gelo con Conte (ANSA)

    Intanto è prevista per domani pomeriggio intorno alle 16 , a quanto si apprende da fonti parlamentari, la riunione tra il sottosegretario agli affari Europei Vincenzo Amendola e i rappresentanti dei partiti di maggioranza per trovare una mediazione che porti alla stesura definitiva della risoluzione da votare in Parlamento.

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    Rischio scissione M5s, i numeri in Parlamento

    La sensazione è di essere arrivati allo scontro finale. Che si tratti di espulsione o scissione, quel che è certo è che i numeri saranno decisivi per determinare quali effetti avrà il terremoto nei Cinque Stelle sugli equilibri parlamentari e di governo. L’eventuale addio di Luigi Di Maio, frutto di una cacciata o per decisione autonoma del ministro, potrebbe infatti provocare un esodo di diverse decine di parlamentari fedeli alla linea governativa del titolare della Farnesina. Indebolendo i gruppi di Giuseppe Conte, ma modificando anche gli equilibri e la geografia parlamentare del Movimento che attualmente conta 72 senatori e 155 deputati.    Il terreno di scontro è il più caldo di tutti: la politica estera. Ma sullo sfondo pesa anche la questione del limite del secondo mandato: allarma molto chi è in Parlamento da 10 anni e, dunque, non più ricandidabile. Su questo punto, in particolare, si sono saldate diverse anime del partito, prima distanti, ora unite nell’ostilità al leader. E così, la componente che fa capo al ministro Di Maio potrebbe allargare il consenso e provocare una frattura più profonda: che si tratti di espulsione o scissione, potrebbero essere fino a 60 i deputati e senatori disposti a seguire il titolare della Farnesina fuori dal Movimento.    Suoi fedelissimi sono considerati la viceministra all’Economia Laura Castelli e parlamentari o ex membri di governi precedenti come Manlio Di Stefano, Vincenzo Spadafora, Mattia Fantinati, Sergio Battelli, Dalila Nesci, Virginia Raggi, Claudio Cominardi Primo di Nicola, gli ex sottosegretari Vacca e Valente. Con Conte, invece, il ministro Stefano Patuanelli e dirigenti di peso come Vito Crimi, Paola Taverna, Ettore Licheri e Alfonso Bonafede.    È evidente che molto dipenderà dalle modalità con cui si arriverà alla spaccatura. E dal posizionamento dei pentastellati rispetto al governo: se dovessero allontanarsi dall’attuale maggioranza di Draghi, infatti, i gruppi di Conte dovrebbero affrontare defezioni più numerose. Tanto più che i sondaggi e i risultati delle recenti amministrative hanno generato timori sul futuro in molti peones. Anche da questi sviluppi dipenderanno, insomma, le scelte dell’area di mezzo, occupata da mediatori come gli attuali capigruppo e i battitori liberi.    Riflettori, dunque, sulle mosse future di Di Maio e dei suoi uomini. E non è un caso che negli ultimi giorni il ministro degli Esteri sia finito sotto la lente di ingrandimento del cosiddetto polo riformista che punta su Beppe Sala come possibile leader. Un’area, quella di centro, che guarda con interesse anche ai moderati di Forza Italia che da tempo sono in sofferenza rispetto alle posizioni più filo-leghiste del loro partito.   

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    Il Consiglio nazionale del M5s, ecco i 14 componenti

    Sono 14 i componenti del Consiglio nazionale del Movimento Cinque Stelle che si riunirà stasera per decidere la linea sulla risoluzione sull’Ucraina e il destino ddel rapporto con Luigi Di Maio.    Oltre al presidente del M5s Giuseppe Conte, fanno parte del Consiglio nazionale i capigruppo di Senato, Camera e Parlamento europeo Mariolina Castellone, Davide Crippa e Tiziana Beghin; i quattro vicepresidenti del Movimento Michele Gubitosa, Mario Turco, Alessandra Todde e Riccardo Ricciardi; il capo della delegazione al governo, il ministro delle Politiche agricole Stefano Patuanelli.    Ci sono poi il coordinatore del Comitato nazionale progetti Gianluca Perilli, la coordinatrice del comitato per la formazione e l’aggiornamento ed ex sindaca di Torino Chiara Appendino, il coordinatore del Comitato per i rapporti europei e internazionali Fabio Massimo Castaldo e il coordinatore del Comitato per i rapporti territoriali Alfonso Bonafede, ex ministro della Giustizia del governo Conte con la Lega.    Nella composizione del Consiglio nazionale è prevista anche la presenza, ‘se eletto’, di un rappresentante dei parlamentari eletti dei Cinque Stelle nelle Circoscrizioni estere’.